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Autore: MarieAntoinetteR    23/03/2016    3 recensioni
Non è mai nata.
Rinchiusa nel limbo, un'anima spaurita cerca la salvezza.
La sua vita è legata indissolubilmente a quella di Oscar e André.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia picchia violenta, il vento soffia e scuote i suoi lunghi capelli.
L’empireo è grigio e i lampi si susseguono violenti.

E’ forse l’ira di Dio?

Un’ombra oscura avvolge ogni cosa.
I suoi passi sono leggiadri, delicati, sembra volare, il suo viso è incredibilmente diafano, i suoi occhi brillano di una luce ultraterrena. Forse è un angelo, ma è sicura di provenire dall’inferno.
Il suo cuore è fermo, senza battito, la sua anima vive ma il suo corpo non è mai approdato sul mondo terreno.
Non ha una storia, ma da anni continua ininterrottamente ad osservarne una, la solitudine le fa compagnia.
Si aggira per ore in uno spazio incolore, con un’espressione apatica raggiunge una torre. Da lì osserva tutto.
Da lì può osservare lo scorrere della vita vera, presente e passata.
Guardando verso sinistra osserva i suoi genitori, è la stagione della primavera e le rose fioriscono, verso destra invece, il fuoco della guerra recide ogni cosa.
Non è mai nata, era troppo presto perché i due innamorati sospettassero della sua essenza.
Hanno lottato per la libertà ma la morte li ha avvolti per sempre.
Continua a vederli morire davanti ai suoi occhi.
Ogni volta scuote le mani, si dimena, vorrebbe intervenire, vorrebbe salvarli, vorrebbe abbracciarli ma nessuno può vederla.
Nel bel mezzo di una tempesta, un vortice l’attira a sé.
Trascina e risucchia il suo spirito, urla senza voce.

Quando si risveglia ciò che la circonda è un mosaico di colori.
Il cielo che la sovrasta è limpido e bellissimo, si guarda intorno e quel mondo sembra parlarle; gli uccelli cinguettano, si lascia cullare dal suono dolce dell’acqua che scorre nel torrente accanto.
Si alza, emette un grido quando scorge il riflesso del suo volto in uno specchio d'acqua. Non si è mai vista prima.
Somiglia incredibilmente a loro, i suoi genitori.
I capelli neri come la notte, gli occhi azzurri come il giorno.
Con un sorriso si distende sull’erba che pizzica la sua pelle delicata.
Una veste bianca fascia il suo corpo fino ai piedi nudi.
Rimarrebbe lì per ore, ma d’improvviso qualcosa oscura il sole.
Un temporale.
Corre a perdifiato, cercando di scansare le gocce del cielo.
Ha il respiro corto, il suo cuore batte e il sangue le scorre nelle vene.
E’ viva, dannatamente viva!
Si ferma, ancora incredula di ciò.
Ride, ride e per la prima volta nella sua esistenza, prova l’emozione della felicità.
Ad occhi estranei verrebbe scambiata per una folle.
L’acqua ha reso quasi trasparente i suoi vestiti, è completamente fradicia, infreddolita. Scorge il retro di una vasta villa, si ferma, il respiro rallenta, il cuore palpita più veloce. Quello è palazzo Jarjayes… a passi incerti si avvicina.
Un tuono violento prorompe nel cielo.
Un brivido corre lungo la sua schiena, osserva le sue mani, il suo corpo, i suoi piedi che a tratti sembrano dissolversi nell’aria.

Sta scomparendo?

Sta nuovamente scomparendo?

Così presto?

Guarda davanti a sé impaurita.

Scosse attraversano il suo corpo.

Non vuole ritornare lì

Lei vuole vivere, vuole vivere!

Stringe i pugni, stringe i denti!

Deve resistere, resistere!

Il limbo la non riavrà indietro così presto!

I suoi genitori… desidera vederli… stringerli…

Desidera cambiare il proprio destino…

Lo desidera con tutto il cuore.
 
Avanza di un passo, quando una voce cavernose risuona nella sua mente.

Torna indietro, torna indietro!

Ripete continua, assillante, minacciosa.

Dolori atroci attraversano il suo corpo, quasi fossero spade infuocate.

"No, no!!"

Si avvicina alla porta, bussa, disperata.

“Che qualcuno mi aiuti!”

Pagherai per questa fuga!

Pagherai!

“Presto, apritemi!”

Cade in ginocchio.

E’ ormai totalmente arresa quando qualcuno compare sulla soglia.

“Cosa ti accade bambina?”

Una donna anziana si china, posando le mani sulle sue spalle.

“Nonnina mia!”

Sussurra per poi chiudere gli occhi.
   
 
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