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Autore: venusmarion    23/03/2016    2 recensioni
Raccolta di drabble e flash-fic Stydia, per lo più IC, qualche AU, out of prompts.
Genere: Dark, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#prompt: When all she wants is sleep Lydia some how gets roped into spending her night trying to help Stiles bake a cake.
words: 684

FLOUR+MILK+EGGS+LYDIA

L’orologio analogico batteva le tre e venti di mattina. Con gli occhi appiccicati dal sonno, Lydia mise a fuoco i numeri a fatica. Poi corrugò la fronte. Lei non aveva un orologio analogico. Quella non era camera sua. Quello non era il suo letto. 
Le bastò respirare l’odore sui cuscini per capire dove fosse. Per conferma, cercò la lavagna tappezzata di fili rossi al centro della stanza.
Sì, era da Stiles. Sì, avevano continuato a studiare fino a tardi. No, non si ricordava di essersi addormentata. No, non sapeva come aveva raggiunto il letto. 

Si alzò, scrollandosi i capelli dalle spalle. «Stiles?» 
Silenzio. Nessuna risposta. 
«Stiles?»
Ancora intorpidita dal sonno, Lydia attraversò la stanza a piedi nudi, fino a raggiungere la porta.
Il corridoio era illuminato da una debole penombra e invaso da rumori metallici amplificati dal silenzio della notte. 
Lei avanzò fino in cucina. Il lampadario acceso la abbagliò, costringendola a strizzare gli occhi. «Stiles, che diavolo stai facendo?»
Con la faccia ricoperta di farina, una frusta per montare la panna in una mano e una scodella piena di cioccolata fusa nell’altra, Stiles fece un sorriso a trentadue denti. «Hey! Ti sei addormentata mentre ripetevo la Guerra Civile, e le cose sono due: o ho un tono di voce soporifero, o eri veramente stanca. Ho optato per la seconda, e ti ho lasciata dormire. Ti ho spostata sul letto, in verità. Scusa, non — non volevo toccarti senza permesso, ma sulla scrivania eri troppo scomoda, tutta accartocciata, così.» Mimò la posizione, rovesciando parte della cioccolata sul pavimento. «Oh, merda.»
Tramortita dal breve monologo, Lydia incrociò le braccia al petto. 
Stiles non era in grado di fare più cose contemporaneamente: pulire, guardare l'interlocutore e tenere la frusta. Quest'ultima gli sfuggì di mano, cadendo sul pavimento. 
Il tintinnio scosse del tutto Lydia dal sonno. «Stiles, che stai facendo?» ripeté.
Stiles recuperò la frusta, lanciandola sul tavolo. Pulì alla bell’e meglio il pavimento. «Una torta.»
«Una —» Lydia era basita. «Stiles, sono le tre di notte!»
Stiles si voltò verso tutte e quattro le pareti della cucina, come in cerca di un orologio che non c’era. «Davvero? E’ che… Domani è il compleanno di mio papà.  Di solito compriamo la torta in pasticceria, ma quest’anno siamo in bolletta e lui ha deciso di farne a meno. E non esiste. Che compleanno è senza una torta?»
Prese un recipiente dove stava a riposare uno strano impasto giallognolo. «Ho cercato su google “come fare una torta di compleanno” ma ho trovato così tante ricette che non mi ricordo più quale sto seguendo.»
Lydia si avvicinò al piano di lavoro, scrutando con sospetto i traguardi culinari raggiunti da Stiles fino a quel momento. Indicò l’impasto. «Che ci hai messo qui dentro?»
«Ehm…» Stiles si grattò la testa. 
Lydia svuotò la il recipiente nel secchio. «Farina, latte e uova,» disse. 
Stiles ci mise qualche secondo per capire che lo stava aiutando, ma appena realizzò scattò sull’attenti. Rovesciandole addosso metà confezione di farina. 
Lydia trattenne il fiato, per evitare di ritrovarsela anche dentro le narici. «STILES.» 
Dopo un centinaio di scuse sputate una dietro l’altra, a Stiles scappò un sorriso. «Come fai a essere bella anche in versione biscotto-ancora-da-cuocere?»
Lydia gli lanciò un’occhiata perforante. «Questo biscotto-ancora-da-cuocere ha molto sonno, perciò vedi almeno di collaborare.» 
«Ti assaggerei, ma te lo dico solo perché è notte fonda e ho i freni inibitori compromessi.» Stiles spalancò la bocca, subito dopo averla chiusa. «L’ho detto sul serio?»
Lydia fece del proprio meglio per rimanere seria, ma non riuscì a trattenere un accenno di sorriso. «Se i tuoi freni inibitori sono come quelli della tua Jeep allora siamo messi bene.»
Stiles le schioccò un’occhio, puntandole contro un dito. «Quello era sarcasmo?»
«Dici che non ci va, nella torta?» Lydia aggrottò le sopracciglia. «Peccato, è l’unico ingrediente che ho a disposizione finché non mi dai farina, latte e uova.»
Stiles tornò sull’attenti. «Farina, latte e uova,» prese a ripetere ad alta voce, «farina, latte e uova.»Distrusse la cucina. Svuotò il frigorifero. Sporcò ogni superficie libera. 
«Farina, latte, uova e Lydia,» disse alla fine, mentre la torta cuoceva nel forno. «Ricetta speciale.»
Lydia gli schioccò un sorriso soddisfatto. «Questa non la trovi su google.»

  
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