Buon
vicinato
Comprare
quell’appartamento sopra casa Ozora era
stata un’ottima idea: onerosa, certo, ma, a suo modo,
redditizia.
Già da alcuni giorni infatti c’erano segnali
positivi: risposte secche, voci alterate… Ma quella sera
litigavano proprio.
All’ “Avete rotto tu e il tuo Amico*”,
Koshi si
era già fiondato fuori dal proprio portone.
All’’ “Adesso esco e vado col primo che
incontro”
era di fronte a quello di lei.
Quando infine Sanae, furente e scarmigliata,
comparve sulla porta, Koshi le si parò davanti e, con
calcolata nonchalance,
sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi, si esibì in
un educato inchino e le
augurò: “Konbanwaaaaa**”.
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*Il Pallone o il Taralluccio? Libera interpretazione.
** Come avrete senz’altro arguito vuol dire “buonasera” in giapponese, anzi “buonaseeera” perché alla fine ci dovrebbe essere una sola “a”.
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Se
questa
idiozia è nata, bisogna ringraziare Kitsune e Silen e le
loro menti foriere di
idee assurde quanto meravigliose e stimolanti.
A Kits va
poi un ringraziamento speciale perché mi disegna tanti
Kennini *billissimi*
nonostante non abbia ancora provveduto a incatenarla nella cantina di
casa mia.
Una menzione
d’onore va poi alla ventola del radiatore della mia gloriosa
Lancia Y quasi
d’epoca che ha avuto la bella idea di mollarmi nei persi fra
le amene colline
toscane: onde non suscitare ulteriori ire divine esibendomi in una
serie di
improperi modello litanie alla Madonna ho preferito ingannare
l’attesa dei
soccorsi incanalando la mia rabbia nella stesura della drabble di cui
sopra (e
nel rendere eossina partecipe del malaugurato accadimento).
Ma
soprattutto mi fischiavano le orecchie perché in queste
bakate usciva sempre
fuori il mio nome… ma insomma, cosa c’entra mai
berlinene con le bakate? *evita
gli sguardi eloquenti che le vengono rivolti*