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Autore: iaia_86    31/03/2009    2 recensioni
Cosa succederebbe se Neji e Kiba iniziassero un gioco in cui è severamente vietato fare domande? Fanfic partecipante al contest "Vietato Chiedere" indetto da Beat88.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Facciamo un gioco! Ecco qui una fanfic leggera, divertente e poco impegnativa da leggereXD
Scritta per il contest "Vietato Chiedere" di beat88, che purtroppo è stato annullato per insufficienza di partecipanti(che poi abbiamo scoperto esserci ma con problemi di connessioneç_ç). Ho ricevuto via mail il giudizio di beat e ne sono rimasta piacevolmente impressionataXD Sono contenta che l'idea ti sia piaciuta! Per quanto riguarda l'OOC di Neji, per poter scrivere questa storia avevo ovviamente bisogno che lui fosse così, ma sto pensando di scrivere un prequel, in cui spiego le motivazioni per cui Neji si comporta in questo modoXD ed in cui si spiegherà anche il motivo della loro unione istantaneaXD

Detto questo: buona lettura a tutti e alla prossimaXD Un bacione, iaia.


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- Nick Autore: iaia(13d08c81).

- Titolo: Facciamo un gioco!
- Personaggi/o: Kiba Inuzuka, Neji Hyuuga.
- Altri personaggi: //
- Genere: Commedia, Erotico, Romantico, Sentimentale.
- Rating: Arancione.
- Avvertimenti: Lemon, One-shot, Yaoi.
- NdA (facoltative): Vietato chiedere. Ho pensato fosse carino ideare un gioco in cui questa fosse la regola principale da far rispettare ai due concorrenti, con le varie ripercussioni che ne seguiranno.






Facciamo un gioco!





- Non ti ho chiesto niente, mi sembra! -
L'altro sbuffò sonoramente, prima di parlare.
- Baka*, non pensavo che avresti preso questo gioco così seriamente, quando te l'ho proposto -
- Taci, Inuzuka! Tu ed il tuo stupido gioco. Non vi sopporto più -
Kiba alzò un sopracciglio divertito. Quella situazione lo intrigava sempre di più.
Mai aveva visto il Jonin di fronte a lui così in difficoltà e sinceramente non osava credere che sarebbe stato a causa di quella regola così banale.
'Vietato chiedere spiegazioni'! Da quanto ricordava, Neji Hyuuga non aveva mai domandato nulla in vita sua. A parte forse delle scuse poco sincere nei confronti della casata principale per il fatto di essere migliore di loro in tutto.
Era un genio! Ma sembrava che tutti i perché che aveva trattenuto durante la sua breve esistenza avessero deciso di essere esposti proprio dopo l'inizio di quella sfida.
Rise di sottecchi e si allontanò a passo veloce dal campo di allenamento. Era incredibile come, da qualche tempo, fosse così facile farlo capitolare. Per la paura di sbagliare, acconsentiva a qualsiasi cosa ed ovviamente Kiba non si era certo lasciato scappare l'occasione per mettere a dura prova il suo orgoglio di Hyuuga.
In quel momento, infatti, si stavano recando in una gelateria dove avrebbero comprato un cono con gusti scelti da lui, che avrebbero mangiato insieme, contemporaneamente.
- Kiba, non possiamo... -
- C'era una nota interrogativa nella tua frase! L'ho sentita! -
- Non è vero! Non puoi saperlo dato che l'ho lasciata in sospeso -
- Appunto! Se non fosse stata una domanda, non l'avresti troncata a metà! -
- Taci, Inu*! -
Ghignò vittorioso, prima di addolcirlo.
- Per questa volta farò finta di non aver sentito niente, ma la prossima non mi scappa! -
- Tsk! -
Arrivati a destinazione, Kiba entrò sorridente e salutò gioviale la donna dietro il bancone, seguito da un Neji stizzito e leggermente imbarazzato per ciò che sarebbe accaduto da lì a poco.
- Hyuuga-san, è strano vederti da queste parti. Scommetto che è stato Kiba-kun a trascinarti qui! -
Il più piccolo passò una mano tra i capelli della nuca sorridendo e scuotendo leggermente la testa.
- Già - pronunciò divertito.
- Bene, allora vi preparo subito due coni belli grandi -
- No no, ne prendiamo uno solo, gigante -
- Ah -
La donna rimase qualche istante ferma, cercando di capire il significato di quelle parole, finché il suo sorriso si allargò enormemente ed annuì gongolante.
Neji, in tutto questo, fissava prima il ragazzo poi la signora a bocca aperta. Voleva farle osservare che loro non erano una coppia e che la colpa era interamente dell'Inuzuka e del suo strano gioco, ma decise di rinunciare. Sconvolto com'era, avrebbe rischiato di fare qualche domanda.
- Ho capito, ragazzi. Allora lo preparo come al solito -
- Si, tanto a lui piacciono i gusti che prendo io. E tu - disse rivolto al più grande - non osare contraddirmi o farò in modo che tutte le questioni che vorresti pormi escano dalla tua bocca senza che tu sia in grado di fermarle -
Avrebbe voluto ribattere, fargli notare che lui odiava le cose dolci in primo luogo e che si stava stufando di quella situazione assurda. Avrebbe voluto, ma non lo fece.
- Preferirei il caffè invece della menta -
- Ma tu sei fuori! Il caffè fa male e poi non mi piace -
- Mi spiace per te, ma un gelato con la menta non lo mangerò mai -
A malincuore, Kiba dovette assecondare almeno questa richiesta.
- Va bene, ma che non si ripeta più! Odio il caffè! -
- Come io odio questa sfida, ma ugualmente vi partecipo -

Quando il gelato fu tra le mani di Kiba, questi si voltò in direzione di Neji e dopo aver dato una leccata superficiale al pistacchio, per evitare che gocciolasse, parlò autoritario.
- Paga -
Il più grande lo guardò come se fosse impazzito, oltre ad assecondare le sue follie doveva pure pagare. Assurdo. Stava per chiedere spiegazioni, quando si ricordò che non poteva.
Sospirò affranto e tirò fuori il borsellino.
Sentì la cassiera sussurrare 'Ah, l'amore' e borbottò qualcosa di incomprensibile mentre si affrettava a seguire l'altro.
- Kiba, aspettami -
- Ora sono solo Kiba, bene! -
Resosi conto del madornale errore, Neji tentò di recuperare.
- Sta zitto, Inuzuka! -
Il ragazzo ghignò ancora, sempre più felice per le insolite reazioni che riceveva ad ogni frecciatina.
- Sbrigati, altrimenti si scioglie tutto -
- Dobbiamo... -
- ...leccare il gelato dallo stesso cono, esatto! Ed ora muoviti, Baka -
- Ehi, non offendere, Inu! -
Inaspettatamente, Kiba afferrò saldamente la mano dello Hyuuga e la avvicinò a sé, portandolo davanti al gelato.
- Lecca, Hyuuga -
- Lasciala, Inuzuka -
La presa delle dita si allentò, ma con sorpresa di entrambi, il contatto non si perse.
Neji diede una prima leccata insicura alla parte con il caffè. Non si era reso conto di aver chiuso gli occhi durante l'operazione e sussultò quando riaprendoli trovò il viso di Kiba a pochi centimetri dal suo. Respirò profondamente prima di serrare nuovamente le palpebre e continuare a gustare il gelato.
Improvvisamente, sentì il sapore cambiare ed aprendo gli occhi, venne incatenato da due iridi dorate.
Senza rendersene conto trattenne il respiro ed il suo cuore accelerò la propria corsa. Nella sua mente svuotata tante domande di cui non riusciva a trovare risposte plausibili. E poi, non avrebbe dovuto pensare a delle domande o avrebbe rischiato di lasciarsene sfuggire una. Rifletté razionalmente, per quanto la situazione glielo permettesse, sul fatto che i sentimenti che stava provando potevano significare solo una cosa. Provava attrazione nei confronti di Kiba.
'Non è possibile!' pensò quasi disgustato, continuando a leccare ad occhi chiusi, seguendo il gusto del caffè.
Ad un tratto, sentì una consistenza diversa sotto la lingua, più calda, con il retrogusto di pistacchio appena percettibile dietro la patina amara. Iniziò a leccare quel punto quasi famelico e neanche si rese conto che il gelato veniva lentamente abbassato, perso com'era in quella lotta bramata.
Nel momento in cui realizzò ciò che stava succedendo, sobbalzò staccandosi repentinamente dalla bocca dell'altro, che aveva scoperto di stare baciando con passione.
Fissò confuso il ragazzo davanti a sé, che gli rimandò un'occhiata dolce prima di sorridere con gioia.
- Era ora che ti decidessi, Neji. Ho dovuto abbattere tutte le tue difese ed il tuo sconfinato orgoglio con questo stupido gioco per ottenere delle attenzioni da te! -
Il più grande rimase immobile, cercando di afferrare il senso di quella frase.
Aveva appena baciato l'Inuzuka e non gli era affatto dispiaciuto. Anzi, sentiva che il suo corpo voleva riprendere quel contatto. Ma la consapevolezza di essere stato raggirato si stava insinuando nella sua mente, facendolo adirare oltre misura.
- L'hai fatto apposta! Mi hai provocato con questo gioco solo per avere la mia attenzione e farmi cadere nella tua trappola! -
Kiba annuì beffardo, prima di avvicinarsi lentamente e tentare di parlare.
- Neji... -
- Zitto! Mi hai preso in giro fino ad ora! -
- Ma ti è piaciuto, eccome! Ho sentito come cercavi la mia lingua mentre ci baciavamo - ululò irritato il più piccolo.
- Pensavo fosse gelato, Idiota! Comunque allontaniamoci da qui che ci guardano tutti. Seguimi! -
L'altro non se la sentì di contraddire quello che era un ordine bello e buono; così lo seguì mesto.

Erano nella tenuta degli Hyuuga, probabilmente quello in cui erano entrati era una casa per i dipendenti della Villa principale, disabitata.
Kiba non fece in tempo a chiudere la porta dietro di sé, che venne inchiodato al muro dal corpo agile di Neji. Questo, senza aspettare, aveva iniziato a baciare con veemenza le sue labbra, spostandosi poi sul collo brunito.
Il ragazzo ansimava leggermente ai tocchi precisi dell'altro. Sentiva i suoi capelli accarezzargli il corpo e dovette frenare l'impulso di tirarli verso di sé per avvicinarlo.
Comunque, vi insinuò una mano, raggiungendo il nodo della fascetta ninja e slacciandolo delicatamente per non fargli male. Con meno premura sfilò la fascia che copriva il simbolo di appartenenza alla casata cadetta.
Si fissarono languidamente per alcuni secondi, prima che Neji parlasse.
- Non avresti dovuto -
Ignorando quelle parole, Kiba si avvicinò al volto dell'altro e senza dargli il tempo di ribattere baciò con passione crescente la fronte segnata. Leccò ogni piccola incisione di quel disegno che per lui era stato una maledizione e lo sentì fremere al contatto.
Le mani andarono all'unica macchia nera nell'abbigliamento del Jonin e la sfilarono lentamente. La parte superiore del leggero yukata da combattimento si aprì un poco, mentre i pantaloni scivolarono lungo le gambe muscolose, finendo a terra.
Neji sussultò e Kiba sorridendo prese una delle sue mani portandola alla lampo della giacca che indossava, acconsentendo implicitamente a qualsiasi cosa sarebbe accaduta da quel momento in poi.

Quando furono entrambi completamente nudi ed eccitati, il più grande si abbassò sull'orecchio dell'altro, sussurrando roco il suo nome.
- Kiba... -
Quest'ultimo sospirò pesantemente, prima di parlare.
- Non chiedere, Neji. Vai avanti, ii daro* -
Neji a quell'affermazione spalancò gli occhi chiari ed emise un gemito arrochito pensando al significato di quelle parole.
Poi annuì lentamente e si avvicinò.
Impreparato a quel dolore fastidioso, Kiba urlò nel momento in cui venne penetrato lentamente per far si che si abituasse all'intrusione.
- Kiba, avevi detto che saresti stato bene -
Il più piccolo notò il tono preoccupato che aveva usato e sorrise comprensivo.
- Infatti sarà così. Ho solo bisogno di rilassarmi un po'. Baciami, Neji! Toccami mentre mi fai tuo. Vedrai che passerà! -
Quelle parole gli erano costate una fatica immane, ma venne completamente ripagato dalle attenzioni premurose che il ragazzo gli dedicò.
Presto il fastidio si trasformò in piacere e quest'ultimo in estasi, nel momento stesso in cui vennero entrambi, Kiba ululando, Neji con un sospiro pesante.
Appena passato lo stordimento dell'orgasmo, il più grande passò le dita tra i corti capelli di Kiba, facendolo uggiolare soddisfatto.
- E' stato magnifico! - disse ancora sbalordito.
- Già - sussurrò divertito l'altro, sicuro della reazione che avrebbe suscitato con la frase che stava per pronunciare.
- Bisognerà inventare più spesso dei giochini divertenti come questo! -
- Scordatelo, Inu! Da ora riprendo il controllo della situazione e passerà molto, molto tempo prima che ti dia nuovamente corda nei tuoi giochi infantili -
Dicendo questo, Neji lo baciò maliziosamente prima di prenderlo in braccio e buttarlo di peso su un futon che si trovava lì casualmente.
Lo aveva appena trovato e non lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente.




*Stupido
*Cane
*Starò bene
   
 
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