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Autore: Dreamer_19    24/03/2016    0 recensioni
E' una raccolta di racconti contro l'ipocrisia dilagante ai giorni nostri. Protesta, impegno politico, sproloquio filosofico, racconto d'ira? A voi il giudizio, io scrivo solo ciò che mi passa per la mente
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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 Dedicato a Sara che molto spesso ha quella capacità unica di saper andare oltre il bene e il male apparente. 
  Dedicato ad Anastasia quella ragazza fuori dal comune che mi ha insegnato quanto possiamo ingannarci.
  Dedicato a quello che per me è un fratello, Gianmarco, che mi ha fatto capire di guardare le mie azioni prima di prendermela con gli sbagli altrui.

Prevengo le possibili lamentele: il mio scritto non è una vera e propria storia, bensì una riflessione, volevo farvi arrivare il mio pensiero, che può essere più o meno condivisibile. Non ho voluto offendere nessuno, di nessuna nazionalità, e spero che voi rispettiate la mia idea, come sono pronto a rispettare le vostre nelle recensioni. 
Buona lettura.
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“Vengano signori, entrino i bambini, partecipate a questo gioco” urla baldanzoso un vecchio zoppo di fianco ad una bancarella tutta rotta “ Giuro sull’occhio che mi manca e sulla mia gobba che vi divertirete!” proseguì l’uomo accentuando la sua gobba e  strizzando l’occhio guercio.
“Signore” s’avvicinarono timorosi dei bambini “Ma come funziona questo gioco?” chiesero i bimbi in coro “Oh miei bambini coraggiosi, radunatevi tutti qui in cerchio, ora ve lo spiego!” disse l’uomo accentuando un sorriso arcigno. Si buttò a sedere per terra e invitò a imitarlo i ragazzini “Io sono il centro di questo grosso cerchio che è metà bianco e metà nero, voi dovrete pescare una carta dal mazzo che ho in mano, e a seconda del colore che pescherete potrete scegliere se essere buoni o cattivi, ovviamente il nero rappresenta il male e il bianco il bene.” Si fermò un momento per assecondare un grosso sorriso che gli si era stampato sulla faccia rugosa. ”Signore,  dopo aver preso le carte cosa dobbiamo fare?” “Vi disporrete all’interno del cerchio, a seconda del colore che avete avuto. Vediamo… siete dieci giusto? Dovrete fare due squadre da cinque; all’interno di una parte del cerchio ci saranno quattro persone dello stesso colore e una di colore diverso!”
Così i bimbi incuriositi si dispongono in una fila di dieci persone, e zitti per la curiosità s’affrettarono a pescare dal grande mazzo del vecchio.
Fatte le squadre un bambino chiese “ Signore mi scusi, ma perché nella parte nera c’è un punto bianco?” “Che bella domanda ragazzo, come ti chiami?” rispose il vecchio piegando gli angoli delle labbra incartapecorite in forma di un sorriso soddisfatto per la domanda “ Rin” disse il bambino timoroso “Ma che bel nome! Io sono Todoro. Allora Rin conosci la leggenda che c’è dietro lo Yin e lo Yang?” “No signor Todoro, mi scusi…” “Non c’è da meravigliarsi, era una vecchia storia già quando io avevo la tua età” disse Todoro facendo l’occhiolino al bimbo “Voi bambini, prima di giocare, volete sapere questa vecchia storia?”
“Signor Todoro ci sono i draghi?” chiese un ragazzino “Tu giovanotto chi sei?” “Mi chiamo Yuuki signore” “Caro Yuuki mi dispiace deluderti, ma non ci sono draghi, però ti piacerà ugualmente” “Signor Todoro e c’è una bellissima principessa?” chiese una bambina “Tu piccolina invece chi sei?” “Sono Rukya signore” “Dolce Rukya mi duole dirtelo non c’è una principessa; però prometto a tutti voi che vi sarà utile, oltre al fatto che la adorerete. Allora volete ascoltare la storia di questo vecchio?” rispose Todoro “ Sì” urlarono in coro i bambini mettendosi di corsa a sedere.
“Nella notte dei tempi, c’erano due contadini discendenti da due famiglie ben diverse, uno dalla famiglia dei cieli, l’altro da quella terrena. Il primo Yin aveva ereditato la purezza d’animo dell’alto dei cieli; l’altro, Yang, invece aveva ereditato l’arte dell’astuzia e dell’inganno del popolo terreno.
I due vivevano pacificamente, aiutandosi e sorreggendosi a vicenda, quando poi venne una poverella, estremamente bella. I due si invaghirono profondamente della ragazza che cercava un riparo. Fu quello che si chiama amore a prima vista. Ella si chiamava Sharazà. Impaurita e spaesata accettò di buon grado l’invito che i due contadini gli avevano porto non appena la videro.
Trascorsero le settimane e Sharazà era praticamente entrata a far parte della vita di quei due.
Come era prevedibile che accadesse ella s’infatuò di uno dei due contadini, precisamente di Yang, il discendente del popolo dei cieli. Questo suscitò le gelosie dell’amico Yin che una notte sfidò l’amico in maniera maligna “Caro Yang, facciamo una scommessa, così tanto per divertirci!” rise il contadino “ Quale scommessa amico caro?” rispose incuriosito Yang alla provocazione di Yin “Tu sai che anch’io amo Sharazà vero?” “Certo, e di questo son affranto, però la amo anche io, e lei ha scelto me!” rispose prontamente il contadino all’affermazione dell’amico “ Bene facciamo una scommessa: ho sentito che stasera hai un appuntamento con lei nel vecchio bosco. Perché non prendi i miei abiti, e ti rechi da Sharazà con indosso quelli questa sera? Se lei ti riconoscerà allora io mi farò da parte, altrimenti tu la cederai a me! Ma ricorda non potrai parlare, lei ti dovrà riconoscere nei tuoi comportamenti!” disse sogghignando Yin “Ma è una pazzia! Perché mai dovrei fare una cosa del genere?” divampò rabbioso Yang “Hai paura di perdere amico caro? Forse non credi nel vostro così detto <> ? “ disse Yin con scherno calcolato. Punto nel vivo e nell’orgoglio Yang accettò la scommessa.
Ciò che non sapeva è che Yin, prendendo le vesti dell’amico si recò all’appuntamento con Sharazà prima di Yang.
La ragazza udendo dal fitto del bosco dei rumori s’intimorì un poco “Yang sei tu?” disse scorgendo il cappuccio bianco della figura che intravedeva “Ah no sei tu Yin, come mai hai preso i panni di Yang?” disse sorridendo “Come hai fatto a capire che ero io?” chiese sbigottito l’uomo “Nonostante fossi vestito come lui, nonostante io sia simile di corporatura a lui, e avessi il cappuccio  tirato sul viso, mi hai riconosciuto all’istante! Come diavolo hai fatto?” “Beh è semplice, avete due portamenti diversi, tu sei più sicuro di te, avanzi tranquillo come se nulla potesse intralciarti, mentre Yang cammina facendo il mendo rumore possibile, come se non volesse disturbare il silenzio della notte!” rispose la ragazza sorridendo con quello che per lei era un amico sincero. Yin non ci vedeva più dalla rabbia, così prese un coltello che teneva riposto nella cintura e pugnalò Sharazà al cuore più e più volte. Yang arrivò appena finito l’omicidio efferato “Cosa hai fatto?!” scoppiò l’uomo in lacrime accasciandosi al suolo abbracciando il corpo esanime di Sharazà, così Yin non avendo smaltito tutta la rabbia omicida che gli scorreva nelle vene, pugnalò alle spalle l’amico ripetendo “Ti spedisco dalla tua amante, potrete amarvi nell’aldilà lontani dai miei occhi!” urlava mentre continuava a pugnalarlo. Quando rinvenne dalla sua collera omicida ebbe la sensazione di trafiggere un sacco vuotato di tutto.  Non appena posò il suo sguardo sulla scena sbarrò gli occhi “Non posso crederci! Io ho ucciso i miei amici” disse piangendo, e preso dai sensi di colpa si trafisse con lo stesso coltello con un colpo secco al petto.
Questa è la tragica storia di Yin e Yang. Da quel momento lo Yang rappresenta il bene travestito da male, e lo Yin il male travestito da bene” concluse Todoro. I bambini rimasero increduli “Ma signor Todoro, così non si può sapere cosa sia il male e cosa sia il bene!” esclamò Rin “Hai centrato il punto ragazzo mio! Non è che non si può saper cosa sia il male e cose il bene. Bene e Male sono degli schemi in cui il mondo vi ha rinchiuso!” sorrise il vecchio “Rinchiusi in che senso signor Todoro?” chiese Yuuki “Mio caro Yuuki il mondo è il teatro di un grosso gioco chiamato Yin e Yang, noi tutti abbiamo bisogno degli eroi, ma anche dei cattivi. È un grande equilibrio falsato, che costringe gli eroi a essere alla spasmodica ricerca di un antagonista. Noi siamo fatti così: ragioniamo solo in termini di bianco e nero, vediamo solo il guscio dello Yin e dello Yang, nessuno fa mai caso a quelle macchioline che vi sono al loro interno. Mi spiego, Yuuki daresti mai una pistola a un guerrafondaio?” “Certo che no signore!” rispose prontamente il bambino “Perché sarebbe un suicidio. E Rin tu daresti mai la pistola ad un pacifista per farti proteggere dal  guerrafondaio?” “Ma certo Signor Todoro!” esclamò Rin soddisfatto della sua risposta “Io ti dico che quel pacifista, un giorno, sarà sedotto dal potere della pistola, e ,corrotto nell’animo dal desiderio d’eroismo, diverrà un guerrafondaio! Perché non c’è potere che non corroda un eroe. Allora tu in quel caso Yuuki avrai il coraggio di dare una pistola al primo guerrafondaio, che divenuto un oppresso sarà un nuovo pacifista? E tu Rin avrai la forza di voltar le spalle a quel primo pacifista che t’ha salvato la vita?” i due bimbi rimasero in silenzio meditabondi, così il vecchietto continuò “La vita è basata su un sistema binario: o sei buono, o sei cattivo. Chi è Cattivo necessita del buono per contenersi, e il Buono ha bisogno spasmodicamente di chi è cattivo per essere se stesso. Il bianco logicamente spicca meglio quando si trova contro il nero. Ancora peggio è chi evade il sistema nella maniera sbagliata!” proferì come un monaco il vecchietto “Signor Todoro, evadere il sistema significa  non essere né buono né cattivo, vero?” chiese Rukya “Non solo Rukya mia!” rispose sorridendo “Purtroppo ci sono vari modi per evadere dal sistema. Perché è talmente rigido come processo, che non si cura dei dettagli: basta ci sia del nero da condannare, e del bianco da osannare! Ci sono persone buone, che per bontà d’animo vedono la necessità di mettersi un mantello nero addosso per proteggere l’integrità del sistema, invece c’è anche chi ha il cuore nero e per nascondersi indossa i panni bianchi: come nella storia di Yin e Yang. Attenzione dovete distinguere questi due casi da altri due: il Ribelle e il Serpente.
Il serpente è colui che, per estraniarsi completamente dal sistema si leva ogni indumento di dosso, né bianco, né nero; in questo modo può muoversi attraverso le maglie del sistema liberamente, senza curarsi degli sguardi altrui, egli proclama un cattivo, e un eroe. L’uomo così, distratto dal condannare il cattivo e ad osannare l’eroe, lascia  il serpente libero di fare ciò che vuole. A quel punto la bestia lo circonda con le sue spire, e quando l’uomo se ne è accorto è già troppo tardi!” Rin visto il lungo silenzio di Todoro si fa coraggio e chiede “Signor Todoro, ma come si sconfigge un serpente? “ “Mio caro Rin i serpenti hanno un predatore naturale, il Ribelle. Colui che accoglie entrambe le vesti, colui che è sia bianco che nero, colui c’accoglie il grigio; egli stana il serpente, egli apre gli occhi al popolo liberando il cattivo dal suo opprimente ruolo e smascherando il serpente. Così il popolo imbraccia torce e forconi e va a stanare il serpente.
Il ribelle non è né buono né cattivo, perché anch’egli si pone al di fuori del sistema, egli è il semplice macchinista che fa calare il sipario alla fine dell’ultimo atto di questa pantomima che è la vita. Scardina il sistema e non si cura delle conseguenze. Il ribelle porta morte e distruzione, è un pacifista corrotto dalla pistola, ma che è riuscito a salvare la sua umanità, è colui che ha vestito sia panni neri che bianchi, e, scovato l’inganno amministrato dal serpente, si leva contro tutti quegl’inganni orchestrati ad arte.” “Ma che ne è dei buoni e dei cattivi, signor Todoro?” chiese Rukya “Sono solo specchietti per ingannare l’uomo, mia dolce bambina. Pensa solo che in questo momento, molto lontano da qui, si consumano eccidi, e omicidi efferati ad opera di uomini che agiscono sotto il nome di un Dio. Dato che sono arabi, l’uomo ha riconosciuto come il “cattivo” la totalità araba. Scansano tutte quelle persone, magari un tempo amiche, solo perché arabe, e dall'altra parte l’aquila s’erige contro il lupo proteggendo con le sue grandi ali il Belgio oggi, la Francia ieri, e l’Italia un domani. Non affronta direttamente il lupo, non perché non può batterlo, ma perché ha disperatamente bisogno d’un cattivo per far sopravvivere il suo mito! Questo non è eroismo, ma politica! Non fraintendetemi, non dico che l’Aquila si comporti da serpente, dico solo che ci sono molti serpenti che hanno trovato un lupo affamato, l’hanno reso più affamato, l’hanno malmenato e gli hanno ucciso i cuccioli davanti. Poi lo hanno gettato nei campi, libero di massacrar famiglie. Infine hanno allevato un’aquila e gli hanno puntato una stella sul petto, per poi liberarla in quei campi per proteggere le famiglie, ma non per uccidere la lupa!” “Ma allora la lupa non è cattiva!” urlarono i bambini “È stata resa tale.” completò Todoro con un bisbiglio efficace “Questo non vuol dire che si farà accarezzare, bambini. Spero arrivi presto un ribelle che aizzi Lupa e Aquila contro tutti i serpenti che hanno messo in piedi questa farsa che ha portato solo a morte e distruzione.” Silenzio fu per un attimo, e a Todoro scivolò una lacrima fra le pieghe della vecchia pelle “Il gioco dello Yin e dello Yang è una catena che vi imprigiona bambini; Yin non era cattivo, non era totalmente cattivo, Yang non era totalmente buono! Sharazà l’aveva capito, per questo non ebbe paura quando vide Yin nel bosco, perché lui non era un uomo cattivo, c’era del buono in lui, solo che egli non ha avuto la forza di credere in sé stesso. Non cercate disperatamente un eroe bambini, perché ogni eroe ha le sue debolezze, dettate dall'ingenuità, o dalla mania di grandezza! Non cercate un cattivo che possa incarnare il simbolo di tutti i mali, perché ogni cattivo ha un lato tenero in cui non ha la forza di credere. Siate forti per intraprendere questo percorso, e sarete anche meglio dei ribelli, sarete dei Liberi. Sarete come Sharazà: persone che vedono nel prossimo non una parte assegnata da un Dio a  caso, ma vedrete nel prossimo l’opportunità di riscattare i peccati del mondo. Ricordate sempre: non è solo la Lupa a peccare, e non è certo il peccato a renderla cattiva. Siamo tutti eroi, e tutti cattivi; tutti peccatori, e tutti santi in egual misura.”
Detto questo, i genitori tornarono a prendere i bambini che ringraziarono Todoro per la bella storia, ma conservando ognuno il ricordo di quelle parole. Todoro aveva piantato in loro un seme fatto dalla speranza del cambiamento, non voleva forgiare né lupi né aquile, né serpenti, né ribelli: solo degli uomini migliori.
Dopo che ogni bambino fu andato via, Todoro s’accasciò al centro dello Yin e lo Yang, e morì.
Il giorno dopo fu ritrovato il suo corpo esanime, e fu data la colpa alla Lupa, ma i bambini, sentito l’accaduto, capirono che non era stata la Lupa a fare ciò, ma era semplicemente successo, semplice come lo scorrere del tempo; Todoro era morto e non era colpa di nessuno: non c'entravano il Serpente, o la Lupa, e tanto meno l'Aquila e il Ribelle avrebbero potuto farci niente.  
_______________________________________________________________________________________________________________________________Non voleva essere assolutamente un discorso fazioso, ma che ci porti tutti a riflettere prima di additare tutte le colpe. Non giustifico gli attacchi, né gli omicidi; sto solo dicendo che c'è sempre una parte della storia che non conosciamo, per cui non si può additare semplicemente un colpevole. Non si è buoni o cattivi a prescindere: si è Santi e Peccatori in egual misura.

 

   
 
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