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Autore: Heyale    24/03/2016    1 recensioni
Ogni anno venti bambini nascono con un gene anomalo nel loro sangue, il gene Xy, che porta loro ad avere abilità straordinarie, esattamente come fossero poteri sovrannaturali. Ogni Xy, così si chiamano, è tenuto al silenzio fino ai dodici anni, dove verrà portato in un istituto che lo aiuterà a sviluppare al meglio le sue abilità.
Sette di loro però hanno cambiato le carte in tavola, svelando il segreto al loro migliore amico, prendendo il nome di Sky e venendo portati all'istituto indipendentemente dalla loro età.
Sette bambini che si sono trovati in mezzo a tutto ciò perché volevano solo avere un amico hanno preso il nome di Cloud. Ed io, Riley, sono una di loro.
I nostri Sky sono diventati la nostra ragione di vita, tra Sky e Cloud c'è un rapporto che va oltre ogni genere di amicizia. Non ci fermeremo prima di averli finalmente ritrovati, ognuno di loro ha riposto in noi tutta la sua speranza.
 
Dal testo:
La sua voce tentenna per un attimo, concludendo in un colpo di tosse. "Ti ringrazio per aver reso questo possibile."
Scuoto la testa, girandomi verso di lui: "Grazie a te."
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SKY cap.2
SKY
CAPITOLO DUE
- The closer you get to something, the tougher it is to see it -


Tre anni prima.

L'uomo davanti a me accende il registratore sul tavolo e punta la lampada in basso, tra me e lui.
"Sei spaventata, Riley?"
Scuoto la testa, sento i miei capelli solleticarmi il collo.
"Sai perché sei qui?"
Di nuovo, nego.
"Va bene, ora diventerà tutto chiaro, devi solo ascoltarmi e rispondere quando ti faccio delle domande. Non ti succederà nulla, lì fuori c'è la tua mamma."
"Non la vedo."
"Quella è una finestra a vetri a specchio, ma ti assicuro che lei c'è, ti sente e ti vede chiaramente. Sei pronta ad iniziare?"
Annuisco, appoggiando le mani sulla scrivania. In realtà, non sono poi così pronta ad iniziare. Questa mattina credevo di andare a scuola come tutti gli altri giorni, ma mia mamma mi ha portata qui, dicendomi che il signor Hills mi avrebbe fatto qualche domanda. Una volta arrivate un uomo con la divisa della polizia mi ha condotta in questa stanza, dove gli unici oggetti sono la scrivania, un regitratore, una lampada, due sedie e due bicchieri d'acqua. Non c'è il lampadario, un quadro, nemmeno un fiore. Vuoto, completamente vuoto.
"Devo chiederti, Riley, quanti anni hai?"
Come se non lo sapesse, so che sta mentendo.
"Tredici." rispondo, tenendo fissate le mie dita. Non so bene da quanto sono qui, e non so nemmeno quanto ci metterò. So solo che voglio uscire.
"E...conosci Johnatan Lewis, giusto?"
Annuisco, anche se è un nome che non amo nominare.
Hills, però, non demorde: "Quando hai parlato la prima volta con Johnatan? Per quale motivo? Te lo ricordi?"
Tre domande di fila, non so nemmeno se riuscirò a ricordare quelle, figuriamoci fatti di qualche anno fa.
"Ho parlato con Johnatan quando avevo cinque anni, più o meno. Lui giocava sempre nel giardino di casa sua, ed essendo vicini di casa c'era solo una siepe a dividerci."
"Riley, ascoltami bene," Hills intreccia le mani sul tavolo, rivolgendomi un sorriso finto. Non lo fa perché vuole sorridermi, lo fa perché vuole cercare di mettermi a mio agio. "So che per te è tutto strano, e so che non è facile parlare di una persona che non vedi da due anni. Ma devi sforzarti di parlare e dirmi quanti più dettagli puoi. Pensi di riuscirci?"
Annuisco, anche se non ne sono poi così sicura. Cosa vuole sapere da me? Perché mi sta succedendo tutto questo?
"Allora, ricominciamo." Hills sorride per la seconda volta, bevendo dal suo bicchiere. "Cosa facevate tu e Johnatan insieme? Di cosa parlavate?"
"Noi..." devo andare indietro di diversi anni, col tempo ovviamente le nostre abitudini sono cambiate. "Da bambini ci lanciavamo la palla da una parte all'altra della siepe, ci divertivamo molto anche se alla fine non era nulla di speciale. A volte veniva nel mio giardino e giocavamo col mio cane, a volte abbiamo fatto qualche puzzle. Crescendo poi io ho cominciato ad andare a scuola ma lui non ci andava, quindi ci vedevamo solo qualche pomeriggio alla settimana...era sempre bello stare con lui, parlavamo di tutto. Non mi ha mai fatto conoscere i suoi genitori, mentre i miei sapevano benissimo chi era, questo non sono mai riuscita a capirlo. A dieci anni mi ha detto che ero la sua migliore amica, e che mi voleva bene. Un anno dopo, quando lui aveva dodici anni e io undici, è sparito senza dire nulla. Da un giorno all'altro la sua casa è rimasta vuota, non c'era più niente."
Hills annuisce, scrivendo qualcosa su un taccuino che tira fuori dalla tasca interna della giacca con un'espressione concentrata. Subito dopo, per mia sfortuna, alza lo sguardo verso di me pronto a sfornare altre domande.
"Dimmi, Riley, avete mai parlato di cose...come dire, magiche? Poteri sovrannaturali, forze maggiori?"
"Non fino ad un mese prima della sua partenza." cerco di fare mente locale, anche se i ricordi di tre anni fa non sono così vivi. "Era un po' strano, a volte riusciva a prendere cose molto più velocemente di come non riuscissi a fare io. Poi, giusto un mese prima che sparisse, mi ha detto chiaramente che aveva dei poteri, e che me lo stava dicendo perché non ne poteva parlare con nessuno, era stanco di dover tenere il segreto."
"Ti ha mostrato nulla?"
Annuisco: "Ha fatto fluttuare la palla in aria, poi ha spostato tutti i sassi del suo giardino prima a destra e dopo a sinistra con un movimento della mano."
"Capisco..." Hills continua a scrivere sul taccuino, mi sento estremamente a disagio. "...l'hai detto a qualcuno?"
Scuoto la testa: "No, Johnatan era il mio migliore amico. Non lo avrei mai fatto."
L'uomo sulla sessantina annuisce con un sorriso: "Non ti ha detto nulla prima di andarsene? Non sai dove potrebbe essere ora?"
"Niente. Non sono più riuscita ad avere alcun genere di contatto con lui, mi ha lasciata da sola."
"Non ti è ma venuta voglia di chiarire tutti i dubbi nei suoi confronti? Non gli hai mai chiesto come facesse ad avere queste abilità, perché non andasse a scuola...?"
Scuoto la testa, sfiorando col dito il bicchiere di fronte a me: "Una sola volta, a nove anni. Ma lui mi ha detto che non ne poteva parlare, e non ho più insistito."
All'inizio di questa seduta, lui mi ha detto di ascoltare e rispondere. Ma, adesso, ho bisogno di qualche risposta anche io. Non credo di essere l'unica a dover spiegare qualcosa, in questa stanza.
Mi schiarisco la voce, cercando di farmi coraggio: "Dov'è ora, Jonhatan? So che lei lo sa, la prego di dirmelo. Ho bisogno di sapere dov'è."
"Riley, so che per te tutto questo è tremendamente frustante, ma devi credermi se ti dico che per il bene di Johnatan tu non puoi sapere dove si trova. Posso dirti tutto ciò che vuoi sapere, ma non la sua attuale posizione, né quella della sua famiglia. Ti prego di capire."
L'unica cosa che capisco qui è che sono circondata da misteri più grandi di me, non vedo via d'uscita da questo tunnel.
"Vuole altre informazioni da me?" domando, incrociando le braccia appoggiando i gomiti sul tavolo.
Hills fa un sorriso, forse trovando strana la mia domanda: "Il più possibile, naturalmente."
Per la prima volta da quando sono qui dentro, sorrido anch'io: "Non intendo collaborare finché non mi dice ciò che voglio sapere. Non potete obbligarmi a parlare, ciò che so io non può saperlo nessun altro."
"Ci sai fare, Riley." Hills sembra essere veramente divertito. "Possiamo trovare un compromesso, se vuoi. Ascoltami, ora ti spiegherò tutto quello che so di poterti dire, va bene? In cambio, tu dovrai collaborare ancora un po'."
Annuisco, soddisfatta. Non ci sto ad essere trattata come una bambina che non sa avere a che fare con la gente: "Per prima cosa, voglio sapere se sta bene."
"Certo, Johnatan sta bene, anche se a te probabilmente sembrerà una bugia. Vedi, Riley, le cose non sono come tu le vedi. Dietro ad esse c'è un sistema più grande perfino di me, ed è un affare tenuto sotto controllo dal Governo. Ti spiegherò tutto, ma tu non dovrai fare domande. Quelle le teniamo per dopo."
Annuisco, spero che dopo questa spiegazione qualcosa risulti più chiaro.
"So che è difficile da credere, Riley, ma qui in America, ad ogni generazione venti persone nascono con una deformazione nel cromosoma XY. Non è un deficit o simili, non riguarda né il fisico né la mente, in realtà non si è ancora capito da cosa sia stato causato, nel principio. Questo cromosoma fornisce un'abilità innata a chi lo possiede, qualcosa che non può essere insegnato, una proprietà unica di quel soggetto umano, se di umani possiamo parlare. Johnatan, ad esempio, poteva muovere gli oggetti a suo piacimento senza toccarli, solo con la forza del pensiero. La sua è tra le deformazioni di diffusione media, ma ci sono casi più diffusi e più rari. Attualmente si sono registrati diversi tipi di cambiamenti nel cromosoma che hanno portato a diverse conseguenze, diverse modalità per gestire e tenere sotto controllo l'abilità. Questi ragazzi sono costretti al silenzio fin da neonati e sono tenuti d'occhio dal Governo, che gestisce ogni movimento che compiono. Nessuno dovrebbe venire a conoscenza della loro esistenza oltre ai parenti, dal momento in cui loro sono esposti al mondo esterno c'è il novanta per cento della possibilità che rivelino a qualcuno di avere questo genere di potere sovrannaturale. Nel tuo caso, Johnatan ti ha mostrato la sua abilità ed è stato immediatamente contattato dal Governo (a sua volta contattato dai suoi genitori) che gli ha dato un mese di tempo per prepararsi a cambiare vita. Se non ti ha detto niente è perché era sotto minaccia, Riley, non voleva farti più male di quanto, involontariamente, ti aveva già fatto. Lui sta bene, sta imparando a gestire il suo potere e ad utilizzarlo con moderazione, ma non posso dirti altro, mi dispiace."
Annuisco, tutto questo è una follia. Credo a quello che Hills dice, ma credo anche che sia lui ad avere qualche problema.
O, perlomeno, così gli faccio credere.
"Se così fosse," inizio cautamente, intrecciando le dita delle mani. "Perché il Governo deve tenere nascosti questi ragazzi chissà dove?"
"Vengono cresciuti insieme per creare un sistema solidale, pronto ad agire in qualsiasi momento. Sono persone speciali, hanno armi che nessuno può immaginare, e se sono tenuti lontani da tutto il resto è per evitare che facciano danni e che si distraggano dall'obbiettivo di aumentare giorno per giorno l'autocontrollo e l'abilità nel gestire la loro vita."
"Okay, okay..." sospiro, ho così tante domande che non so nemmeno da dove iniziare. "E quante abilità strane hanno trovato? Quella di Johnatan è comune?"
"Ho qui una lista, immaginavo che saremmo andati sull'argomento." Hills tira fuori un foglio dalla tasca interna - mi chiedo quante cose abbia lì dentro - e sorride. "Ne ho trascritti solo alcuni, spero non ti dispiaccia. Tra i più diffusi c'è la lettura del pensiero, il controllo delle emozioni e la capacità di capire quando qualcuno sta mentendo. Tra i mediamente diffusi troviamo il controllo del movimento, controllo dell'elettricità e l'influenza sulla volontà altrui. Tra i più rari, infine, ci sono il controllo dei quattro elementi principali e la smaterializzazione del proprio corpo, conosciuto anche come teletrasporto. Di queste ultime due categorie si sono verificati solo tre o quattro a testa su centoventi finora analizzati."
Tutto questo è incredibile, io sto faticando molto a credere alle parole di quest'uomo. Johnatan aveva reso il discorso molto più semplice due anni fa.
Comunque, se voglio saperne di più, devo continuare a chiedere: "Tutti questi ragazzi vengono portati in quel posto solo quando dicono a qualcuno dei loro poteri o è qualcosa che viene da sè?"
Hills sospira, sfregandosi le mani: "All'età di dodici anni tutti i ragazzi di questa specie vengono chiamati in un centro di raccolta, situato in un posto lontano da qui. Chi, però, trasgredisce alla regola del silenzio, viene chiamato in anticipo e prende il nome di Sky. Uno Sky, per definizione, è un ragazzo con la modifica del cromosoma XY che ha detto a qualcuno del suo segreto. Al momento, Johnatan è il quarto Sky di centoventi casi, e studiando i quattro casi di eccezione è saltato all'occhio lo stesso particolare: una sola persona, un cosiddetto migliore amico, sa di questo fatto. Quindi, per scongiurare la diffusione di questa notizia che potrebbe causare il panico, è stata formata una categoria di persone che è strettamente collegata agli Sky, e viene chiamata Cloud. Essendo diventato uno Sky, Johnatan ha fatto di te una Cloud. Capisci?"
Annuisco, in realtà sto capendo ben poco rispetto a quando Johnatan me l'aveva spiegato: "E...cosa comporta questo?"
"Questo, purtroppo, comporta che tu dovrai isolarti da tutti quanti, dovrai smettere di vedere i tuoi amici e dovrai smettere di andare a scuola. Continuerai i tuoi studi a casa, con un maestro che conosce la tua condizione, e non potrai più chiedere nulla di Johnatan. Anche perché, per salvaguardare l'identità di tutti gli Sky, al loro ingresso nel centro di raccolta è stato dato loro un nuovo nome...i tuoi genitori sono già al corrente di tutto, affronterai dei processi in tribunale che ufficializzeranno questa nuova condizione. Andrà tutto bene, Riley."
Scuoto la testa: "No, signor Hills. Praticamente, Johnatan mi ha rovinato la vita, lei mi sta dicendo questo. Tutti questi gran misteri...mi dica, signor Hills, lei crede che a me vada bene sapere questo?"
L'uomo davanti a me sgrana gli occhi, evidentemente spaventato. Non se lo aspettava probabilmente, ma non ha ancora visto nulla di me.
"Riley, so che per te è difficile da accettare, ma-"
"Non mi dispiace dover restare in casa, voglio sapere perché avete portato via Johnatan da me. Era un ragazzo sincero, riservato, non avrebbe mai detto nulla a nessuno...sapeva che non poteva dirmi nulla, ma l'avete portato ad impazzire col silenzio. Mi ha solo chiesto aiuto, e per ripagarlo voi l'avete sbattuto in un centro di raccolta per fenomeni da baraccone. Oltre ad essere stronzi, non siete altro che dei sadici, lei e tutti quelli che fanno parte del suo mondo. E io, qui, non intendo più collaborare."
Hills si alza dalla sedia, sbattendo con violenza le mani sul tavolo: "Come ti permetti, piccola ragazzina...?"
"Ho fatto le mie ricerche, Hills. Mi so muovere abbastanza bene all'interno dell'elettronica, Johnatan mi ha insegnato bene. Non ho trovato il luogo del centro di cui lei sta parlando, naturalmente queste informazioni non esistono nemmeno sul Web. Però sono riuscita a farmi un'idea su tutto questo prima che me lo dicesse lei, sa? So cos'è uno Sky, un Cloud, e so quali sono i poteri di cui lei parla...so anche che, all'ingresso nell'istituto, agli Sky è consentito scegliere un nome che vada bene a loro. Mentre gli altri ragazzi non hanno contatti col mondo esterno, gli Sky conoscono una sola persona su sette miliardi. E, giustamente, non sia mai che questa piccola persona rovini i piani del Governo americano, no? Quindi cambiate l'identità di questi poveri ragazzi, misere cavie da laboratorio per voi. Avete addirittura costruito un muro a prova di superumano ma che può essere superato da semplici individui privi di modifiche nel cromosoma XY, che veleni ci avete messo? Mi dispiace, signor Hills, non mi ha detto nulla che non sapessi già, compreso il fatto che mia madre sia lì fuori a guardarmi. Che, tra l'altro, non è vero. E' rimasta nell'atrio, non cerchi di fregare me."
Ho forse dato l'impressione di essere spaventata, poco fa?
Convincere se stessi è il miglior modo per convincere gli altri, per me.
"Cosa vuoi fare ora, eh?!" Hills si passa una mano sulla fronte, è completamente disorientato. "Non hai nulla in mano, vuoi scatenare una piccola rivoluzione?"
"Ho un nome in mano." sorrido leggermente, soddisfatta. "Jonah, ecco come si chiama. Ero la sua migliore amica, le pare che veramente se ne sia stato zitto su tutto quanto?"
"Cosa vorresti fare con un misero nome in mano, ragazzina?!"
Mi alzo con calma dalla sedia, dirigendomi verso l'uscita dello stanzino con un sorriso stampato sul viso: "Lo cercherò e lo troverò. Sentirà ancora parlare di me, signor Hills. Buona giornata."



10:22
Sabato 28 gennaio
Nuovo messaggio
Da: sconosciuto
Testo: Staremo tre giorni nel vecchio sanatorio in periferia del quartiere dov'è il nostro istituto, dicono che ci farà bene una gita. Verremo tutti 120, noi Sky siamo relegati in due stanze separate dal resto. Pensi di riuscire a portare tutti i Cloud? Più avanti ti darò i dettagli. A presto.
Inviato alle 10:16 del giorno Sabato 28 gennaio


Angolo autrice

Allora...ohayou?
So che questo capitolo può non c'entrare un bel niente con ciò che avete letto nel capitolo precedente, ma sarà così ancora per un po' affinché la storia risulti chiara in tutti i suoi punti. La cosa ironica è che doveva essere totalmente un altro contesto quando l'ho ideata la prima volta, eppure ora ho a che fare con questo e, chi lo sa, forse è stato meglio così. Un giorno spiegherò a qualcuno la mia teoria dei "se" e diventerò famosa, lo giuro.
Anyway, spero che la storia vi accattivi almeno un po' e che non cada nel banale.
Love ya,
Ale xx
  
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