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Autore: Fenice_blu    24/03/2016    2 recensioni
Lei, studentessa inquieta e sognatrice alla ricerca del suo posto nel mondo, lui, ragazzo allegro e determinato, appena all'inizio della sua carriera e del suo sogno. Si troveranno per caso, grazie al destino o chissà a cos'altro, ad incontrarsi ed imparare a conoscersi. Due ragazzi all'inizio della loro vita, insieme ai loro amici, vecchi e nuovi, verranno travolti dai problemi o riusciranno ad affrontare gli ostacoli che ha in serbo per loro questo mondo difficile e negativo? Continueranno a credere nel futuro e nei loro sogni?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Aurora
«Salve a tutti!» dissi entrando nella pasticceria.
«Ciao Aurora» mi salutò Vittorio.
«Ehi Dolcezza! Finalmente! Dammi il cambio per favore, mi sono stancato di stare bloccato dietro il bancone… E già che ci sei mi fai una cioccolata? Tranquilla la pago» disse Ettore agitato.
«Ok ok, piuttosto come mai c’è così poca gente?» chiesi ai due, vedendo che avevamo come cliente solo una vecchina, che si gustava dei biscotti mentre leggeva un libro.
«Sono le quattro e mezza, ed è mercoledì… è normale» rispose indifferente Ettore.
«Ciao Aurora! Ben arrivata!» mi salutò Pietro uscendo dalla cucina.
«Ehilà Pier» risposi sorridendo.
«Ragazzi lo sapevate che lo Stollen è un dolce natalizio tedesco, e che sembra sia nato addirittura nel 1329?» chiese Pietro mostrando orgoglioso la sua versione del dolce in questione.
«No non lo sapevo… ma scusa, tu come conosci la ricetta? Non mi pare che sia un dolce così famoso!» chiesi io mentre preparavo la cioccolata calda.
«No infatti! Lo conosco e lo so preparare perché io sono per metà tedesco. La ricetta è di mia nonna, e me l’ha insegnata una volta che siamo andati a trovarla a Natale!» mi rispose mentre metteva il dolce nell’espositore.
«Ragazzi volete smetterla di fare salotto?! Datevi da fare invece di perdere tempo!» ci sgridò Giorgio affacciandosi dalla cucina e tornando immediatamente dentro.
Rimasi di sasso di fronte alla sua reazione «Ma che gli è preso?» domandai sconcertata.
Pietro sospirò «Non farci caso… È tutta la mattina che sta nervoso»
«Come mai?»
«Ah non lo so! Mi piacerebbe molto saperlo» si lamentò il biondo, palesemente contrariato dall’atteggiamento dell’amico.
«Non ci pensate, gli passerà!» cercò di minimizzare Vittorio.
«Ettore hai finito di cincischiare?! Devi fare una consegna! Prendi la macchina e datti una mossa!» gridò Giorgio dalla cucina.
Ettore strinse così forte il pugno che vidi le sue nocche sbiancare «Certo, vado subito» rispose il ragazzo cercando di contenere la sua rabbia.
A quel punto si girò verso Vittorio «Pensi davvero che gli passerà? Lo spero per lui, perché la prossima volta un pugno sul naso non glielo leva nessuno…» disse prima di trangugiare la cioccolata bollente.
Mentre usciva lo sentii borbottare «Che rompiscatole! Per colpa di quel cretino mi sono pure ustionato la lingua!»
 
 
 
 
Il resto della giornata fu un vero incubo.
Il pessimo umore di Giorgio aveva contagiato tutti quanti, e questo aveva portato ad una lunga serie di disastri. Lidia bruciò un intera infornata di omini di zenzero, io ruppi un piattino, che per il nervosismo avevo buttato con troppa violenza nel lavello, Asia quando arrivò divenne così scontrosa che fece scappare a gambe levate una cliente e Vittorio, in un attimo di distrazione, era andato a sbattere contro l’albero di Natale, e in qualche modo era finito a terra portandosi con lui anche l’albero.
A fine giornata eravamo tutti di un umore nero, al punto che Ettore per evitare di fare una sfuriata uscì senza salutare nessuno. Alla fine rimanemmo solo io e Giorgio, dato che aveva obbligato me e Ettore a restare a  pulire, ma Ettore se l’era filata lasciando a me l’intero lavoro.
Quando ebbi finito si erano fatte le nove e mezza, così andai in cucina, dove Giorgio era rimasto per tutto il tempo. Lo trovai in fondo alla cucina, seduto ad un tavolo pieno di fogli, mentre ne leggeva uno con espressione preoccupata.
«Ehi senti… ho finito, quindi me ne vado…» annunciai con fare distaccato.
Lui sobbalzò sulla sedia «Ehi non ti avevo vista! Ero…»
«Assorto» completai la frase al suo posto.
«Beh sì…»
«Capisco… posso chiederti che ti è preso oggi?» domandai.
Lui mi guardò, ma distolse subito lo sguardo «Assolutamente niente»
«Certo! E io sono la regina d’Inghilterra!» dissi con un tono colmo di sarcasmo.
Lui sospirò ma non parlò.
Io mi avvicinai «So che non sono nessuno per dirti questo ma… se hai un problema, invece di prendertela con i tuoi amici, potresti parlarne. Magari sono in grado di aiutarti!»
Spostò di nuovo gli occhi scuri su di me. Lui sospirò ancora «No non potete aiutarmi» disse allungandomi il foglio che aveva in mano.
Lo presi e lo lessi, mentre Giorgio aspettava che finissi in silenzio.
Quando finii capii perché era stato intrattabile per tutto il giorno «Di quanto sei indietro con l’affitto?» gli chiesi preoccupata.
«Di… un paio di mesi…» disse lui titubante.
«Dovresti dirlo anche agli altri…»
Lui scosse la testa «No meglio di no. Non li voglio far preoccupare. E mi raccomando non devi dirgli nulla intesi?»
«Ok…Non potresti chiedere un prestito alla banca?» domandai posando il foglio.
«Sì potrei… ma non voglio. Le cose non cambierebbero molto. Sarei in debito con la banca, e se gli incassi della pasticceria non aumentano, sarei comunque costretto a chiudere prima o poi... Non so proprio come fare…» concluse abbattuto.
Rimasi lì, con la consapevolezza che in effetti non sapevo come aiutarlo.
Gli misi una mano sulla spalla «Vedrai che troveremo una soluzione. Si risolverà tutto!» cercai di incoraggiarlo.
Lui fece un sorriso tirato «Lo spero… Comunque hai ragione»
«Su cosa?»
«Sul fatto che non avrei dovuto… scaricare il mio nervosismo su voi… Mi dispiace» si scusò.
Io sorrisi «Non ti preoccupare… È tutto a posto.»
Lui ricambiò il sorriso.
«Ricordati di scusarti anche con gli altri domani… Sei riuscito a far innervosire persino Vittorio!» cercai di sdrammatizzare.
Lui ridacchiò «Cavolo! Devo essere stato proprio insopportabile allora! Tranquilla mi scuserò anche con loro.»
Sorrisi «Bene. Senti ora devo andare… ci vediamo domani ok?»
Lui annuì «Certo! Buonanotte Aurora»
«Buonanotte Giorgio» dissi uscendo dalla cucina.
 
 
Pensai al problema di Giorgio per tutto il resto della sera, e per un po’ mi tenne sveglia anche di notte. Volevo aiutarlo, ma non riuscivo proprio a trovare un modo per vendere di più al negozio.
Il pensiero mi aveva distratto per tutta la mattina, ma quando tornai a casa dall’Accademia non avevo ancora avuto un’idea decente!
«Miki aiutami ti prego!» supplicai esasperata la mia coinquilina.
«Che c’è Aurora? Qual è il problema?» chiese la ragazza distogliendo lo sguardo dal suo portatile.
«Beh… È complicato… Secondo te come potrei fare per aumentare le vendite di un negozio?»
«Mmm… Sinceramente non saprei. Magari proponendo qualche novità tra i prodotti del negozio?»
Ci riflettei sopra, poco convinta «Sì forse, ma che cosa? Non mi viene in mente nulla di concreto!»
«Dai non stare così! Vedrai che troverai una soluzione!»
«Se lo dici tu… Che stai facendo?»
«Starei cercando di ascoltare un po’ di musica, ma con tutta questa maledetta pubblicità tra una canzone e l’altra mi sto solo innervosendo!» esclamò infastidita la mora.
Fu a quel punto che l’idea mi colpì. E mi sentii una vera stupida per non averci pensato subito, insomma era la prima cosa da fare!
«Ma certo! Miki sei un genio!» esclamai in preda alla gioia.
«Perché? Che ho detto?» chiese confusa.
«La pubblicità! È esattamente quello di cui ha bisogno il negozio! Ecco la soluzione! Potremmo creare una pagina su Facebook, un profilo Instagram… le possibilità sono tantissime!» spiegai euforica
«Ehi frena! Piano con l’entusiasmo!» cercò di calmarmi Micaela, ma ormai ero partita in quarta.
«Potremmo promuovere degli eventi! Magari dedicate ogni volta ad un tema diverso! Così attireremo un sacco di clienti! Devo correre al negozio e informare Giorgio!» dissi precipitandomi a prendere il giubbino.
«Non dimenticarti le chiavi!» mi urlò dietro.
«Uh giusto! Ciao Mikii!» esclamai afferrando le chiavi al volo e correndo fuori di casa.
 
 
 
 
Ci misi un quarto d’ora per arrivare alla pasticceria.
Appena arrivata feci irruzione in cucina e per poco non finii addosso a Lidia, ma riuscendo lo stesso a spaventarla.
«Aurora! Si può sapere che ti è preso?» chiese lei dopo essersi ripresa dallo spavento, sotto gli sguardi stupefatti di  Giorgio e di Pietro.
Stavo per gridare che avevo trovato una soluzione al problema del negozio, quando mi ricordai che Giorgio mi aveva detto di non dirlo agli altri, così mi bloccai. «Ecco…. Io… devo…. devo parlare con Giorgio!»
Pietro alzò un sopracciglio «Mi stai dicendo che hai quasi investito la mia ragazza… solo perché devi parlare con il capo?» domandò lui, in tono scettico.
«Beh… sì»
Mi guardò in maniera agghiacciante «Tutto qui?»
Io annuii leggermente, con il terrore che chiedesse ulteriori spiegazioni.
Mi scrutò per un tempo che sembrò infinito.
«Mah» si limitò a dire alla fine, tornando al suo lavoro.
Tirai un sospiro di sollievo, e feci segno a Giorgio di andare altrove.
Uscimmo fuori davanti al negozio, e quando fui certa che Ettore non ci spiasse gli iniziai a parlare della mia idea. «Pensi che basti un po’ di pubblicità per attirare clienti?» chiese scettico.
«Non semplice pubblicità! Il negozio ce l’ha un sito giusto?»
Lui si mosse a disagio «Beh… in realtà, no»
Lo fissai scandalizzata «Cioè tu mi stai dicendo, che non avete neanche un sito dedicato alla tua pasticceria?!?»
Lui fece spallucce «Senti io il tempo di gestire un sito non ce l’ho! Quindi se vuoi linciarmi per questo…»
«Va bene! Fa niente! Lasciamo perdere! Vorrà dire che lo creiamo! Ti assicuro che sarà da paura! Ho già tutto in mente: io farò le foto a tutte le specialità del negozio, e avrà una sezione dedicata ai dolci, e poi… gli ingredienti che usi come sono?»
Lui mi guardò offeso «Per chi mi hai preso? Io uso solo ingredienti di ottima qualità e quando si tratta di frutta uso solo frutta di stagione!»
«Fantastico! Un’altra cosa da mettere in risalto! Potremmo anche organizzare degli eventi! E anche…»
«Eventi? Frena! Rallenta un attimo! Che generi di eventi?»
«Sta tranquillo! Non è niente di complicato. Non so se hai presente, ma molte pasticcerie organizzano delle giornate dedicate ad un certo tipo di dolci, è una cosa che va molto di moda. Per esempio un giorno dove si cucinano solo cupcakes, muffins o cose del genere. O anche giornate in cui si cucinano solo dolci per vegani o celiaci! Dolci che tra parentesi potresti anche provare a fare sempre, attireresti una fascia di clienti che non può comprare dolci ovunque! Vedi? Le possibilità sono infinite!»
Lui sembrò rifletterci «Beh non ci avevo pensato…»
«Allora? Che ne pensi? Inoltre il sito potrei gestirlo io! Insieme anche ad una pagina Facebook, un profilo su Instagram…»
«Ok basta!» mi bloccò lui.
Io mi zittii all’istante, aspettando che dicesse qualcosa.
«Ascolta io credo… che sia una buona idea» disse sorridendo.
«Davvero?» domandai sorpresa, dato che ero convinta che l’avrebbe presa invece come un idiozia.
«Sì, credo che sia un buon modo per attirare clienti e… senz’altro e molto meno costoso di qualsiasi altra opzione a cui avevo pensato io. Ma sei sicura di voler gestire il sito e il resto?»
«Certo! Oddio sarà fantastico! Grazie mille!» esclamai abbracciandolo di slancio. Quando mi resi conto che stavo abbracciando il mio capo mi ritirai imbarazzata, con il viso che andava a fuoco «S-scusa, sono stata troppo invadente»
Lui sorrise tranquillo «Non ti preoccupare! Anzi sono io che ti devo ringraziare! Da dove potremmo iniziare secondo te?»
«Beh innanzi tutto mi servono delle foto per il sito. Potrei portare la mia macchinetta per fare qualche bello scatto… un vero servizio fotografico per dolci!» dissi cercando di ricompormi.
«Mmm… dato che siamo chiusi, che ne dici se domenica mattina passi per fare le foto? Potremmo venire io e Pietro o Lidia per fare i dolci da fotografare e avresti il negozio libero da usare come “set”» propose il ragazzo divertito.
Io sorrisi «Perfetto! Vedrai sarà divertentissimo!» dissi entusiasta. Quando si trattava di fare servizi fotografici mi esaltavo sempre, anche se si trattava solo di uno per dei dolci.
«Magnifico! Adesso che ne dici se torniamo dentro? Sto gelando!» disse battendo i denti, dato che mentre io avevo il giubbino ancora addosso, lui era in tenuta da pasticcere.
«Uh cielo scusa!» esclamai mortificata.
 
 
Angolo di Fenice_blu
Salve a tutti!
Alla fine ce l’ho fatta! Sono tornata! Chiedo infinite scuse per il colossale ritardo! :(
Non sono proprio riuscita ad aggiornare, spero che mi scuserete!
Comunque, voglio solo dire che spero che la storia vi si piaciuta, e se vi va lasciate un commento. :)
Per ora è tutto credo, alla prossima! ^^
   
 
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