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Autore: vanessie    25/03/2016    7 recensioni
Questa FanFiction è il continuo di Sunlight's ray...non l'avete letta? Era la mia prima storia pubblicata qualche anno fa, quindi correte a cercarla!
Avevamo lasciato Jacob e Renesmee ormai adulti, felici e contenti, ma nuove avventure aspettano loro, Jessie, Sarah e Jeremy, nonchè tutti gli altri personaggi della Saga di Twilight.
Una storia fantasy e romantica in cui tutte le ragazze possono riconoscersi, ma che non mancherà di stupirvi!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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SUNLIGHT'S RAY PART 3 FANFICTION

 

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Capitolo 181

“La festa di beneficienza”

 

POV Allison

Ero al lavoro impegnata nella traduzione di un documento scritto e non vedevo l’ora che l’orologio rotondo della parete segnasse le 13. A quell’ora infatti avrei terminato la mia giornata lavorativa, o meglio la mia mezza giornata, visto che anche adesso che i miei tre figli erano grandi, continuavo con il part-time, poiché comunque dovevo seguire la casa e le commissioni, ma anche i bambini che, seppur cresciuti, mi davano le loro dosi quotidiane di impegno. Quel giorno però era speciale, visto che Jeremy aveva il giorno libero e avevamo stabilito di pranzare fuori solo noi due. Nel tardo pomeriggio poi saremo andati alla festa di beneficienza dell’associazione in cui Kevin faceva il volontario. Mi alzai dalla sedia, allontanandomi dalla mia scrivania per andare in bagno. Presi il giubbotto di jeans, la borsa e salutai le colleghe. Quando uscii dall’ufficio trovai Jeremy ad aspettarmi. Gli andai incontro e gli diedi un bacio per salutarlo. Portava una canotta nera e dei jeans, indossava anche gli occhiali da sole e le scarpe sportive. Anch’io ero vestita molto semplicemente con un vestito grigio a mezze maniche lungo fino al ginocchio, sandali senza tacco neri e un cappellino con visiera portato al contrario. “Tutto bene al lavoro?” mi domandò lui “Sì benissimo, anche se confesso che non vedevo l’ora di questo pranzo con te” “È un bel po’ che non ce ne stiamo da soli in effetti” precisò “Hai ragione…ma sai quanto tenessi a trascorrere con i gemelli questi ultimi mesi insieme! Nicole a settembre partirà per il college di Seattle, Kevin invece partirà per l’Irlanda tra pochi giorni e…” “Ally lo so, non devi giustificarti!” esclamò. Salimmo a bordo della sua moto e raggiungemmo un locale lì vicino. Chiedemmo alla cameriera un tavolo all’aperto, visto che era il 10 giugno e ci accomodammo. “Direi che prendo questo piatto misto di crostacei! Granchio, gamberi e aragosta” affermai dopo aver dato un’occhiata al menù “Io invece mi butto sulla pasta alle vongole e poi il fritto misto” disse. La cameriera prese le ordinazioni e ci lasciò soli. “Che bello questo momento solo nostro!” esclamai accarezzandogli il dorso della mano, lui sorrise “Scusa se nell’ultimo periodo sono stato tanto…impegnato. Stiamo seguendo un caso impegnativo alla centrale di polizia e mi rendo conto di aver trascurato parecchie cose” “Non voglio che dici così, sai che ti capisco e sai anche che apprezzo tantissimo il tuo impegno nel lavoro. Non sono scema, so che lo fai per i bambini” chiarii. Ci scambiammo un bacio a fior di labbra, che però prese tutta un’altra piega. Le nostre bocche si ricercavano con frenesia, dimenticando qualsiasi altra cosa non riguardasse noi due. Baciarsi con quella passione in pubblico per noi non era più così frequente ormai. Eravamo adulti, sebbene l’apparenza dimostrasse altro grazie al nostro giovane aspetto. Ci staccammo e restammo seduti a guardarci negli occhi “Ti amo” sussurrai “Anch’io” rispose. La cameriera tornò da noi, lasciando la pasta alle vongole davanti a Jeremy e il piatto misto di crostacei davanti a me. Cominciammo a mangiare, anche se mio marito continuava a ridacchiare per il fatto che per sgusciare i gamberi ci impiegassi un bel po’. “Dai, ti aiuto” disse quando finì la pasta. “Allison?” “Sì?” “Ora che siamo soli, mi dici sinceramente come stai al pensiero che tra 5 giorni Kevin partirà per Dublino?” mi chiese. Feci un respiro profondo e mi aprii completamente, senza nessun tipo di timore nel raccontargli cosa provavo. “Beh…cerco di godermi ogni singolo istante con lui, mi ripeto che si troverà bene, che farà nuove amicizie, che studierà per inseguire il suo sogno di laurearsi in veterinaria ma…l’idea di distaccarmi da Amy, Kevin e Nicole mi spaventa. Non si sono mai mossi da casa” spiegai “Per Amy ancora abbiamo tempo, per Nicole ancora qualche mese, per Kevin…pesa anche a me doverlo salutare e saperlo tanto lontano” “Mi ha promesso che ogni anno tornerà a trovarci per l’intero mese di luglio e poi se riuscirà anche le due settimane delle feste natalizie, ma ti confesso che talvolta ho una gran voglia di piangere, cerco di non farglielo capire, di mostrarmi sorridente, ma è dura” affermai “Sarà dura all’inizio, ma ci prenderemo l’abitudine vedrai, lo sentiremo su Skype e su WhatsApp…lo capisco che ti faccia soffrire, ma ci faremo forza a vicenda” mi rassicurò. Gli sorrisi e intrecciai le dita della mano alle sue. La cameriera portò il fritto misto per Jeremy e noi continuammo la conversazione “So che è un ragazzo in gamba, che si impegnerà con il college, che è aperto e solare a sufficienza per fare nuove amicizie e che comunque avrà zio Ethan e zia Valerie al suo fianco, visto che abiteranno nella stessa casa. Ti prometto che il giorno in cui partirà non sarò una mamma chioccia piagnucolona!” esclamai “Non devi promettermi che non piangerai, puoi farlo, promettimi solo che non lo farai davanti a lui. Quando saremo soli tu ed io in camera da letto poi ti sfogherai come ti pare, ma non lasciarlo partire con l’ultima immagine di te in lacrime. Credo che sia dura anche per lui allontanarsi dalla sua famiglia, dalla sua terra, dai suoi amici, non rendiamo le cose ancor peggiori” “Sì, hai ragione amore” dissi. Quel pranzo insieme era stato davvero proficuo, non solo ci aveva permesso di condividere del tempo per noi due, ma ci aveva anche concesso delle confidenze di cui avevo bisogno. Sapevo che Jeremy mi capiva, che era al mio fianco e che ci sarebbe sempre stato per me. Ci alzammo da tavola e pagammo il conto, poi tornammo alla moto e ci dirigemmo a casa nostra. Kevin era sul divano a guardare la tv, Amy e Nicole invece erano in bagno. Andai a controllare cosa stessero facendo e vidi che Nikki stava truccando la sua sorellina in vista della festa di beneficienza alla quale saremo andati tra circa due ore. Le lasciai libere di continuare a prepararsi, mentre andai a scegliere dall’armadio cosa mettermi. Decisi di prendere un vestito lungo fino alle caviglie a fantasia, da abbinare ad un coprispalle nero per contrastare l’umidità della sera e ad un paio di sandali neri con il tacco. Utilizzai il secondo bagno per farmi una doccia, lavando con cura anche i miei lunghi capelli. Quando uscii dal bagno, dopo aver asciugato i capelli, andai da Nicole con ancora l’accappatoio, poiché non trovavo l’arricciacapelli. “Hey Nikki, hai l’arricciacapelli per caso?” le domandai vedendolo nelle sue mani, mentre era intenta a fare i ricci a Amy. “Finisco subito e te lo porto” rispose “Ok, ma che carine!” esclamai notandole entrambe truccate e vestite. “Mamma hai visto che bei capelli lisci ho fatto a Nicole?” mi chiese Amy “Sì tesoro, ho visto, sei stata bravissima” affermai sorridendo. Andai a vestirmi e Nicole mi raggiunse, dicendo che ci avrebbe pensato lei a farmi i capelli. “Mamma stai benissimo vestita così!” esclamò mia figlia maggiore “Grazie tesoro, sei stupenda anche tu” risposi focalizzando meglio l’attenzione sul suo abbigliamento. Aveva un vestito con sottili spalline decorato con piccolissime margherite, dei sandali bianchi e degli orecchini carinissimi blu. I suoi lunghi capelli, resi ancor più lisci dalla piastra grazie all’opera di Amy, ricadevano morbidamente sulle sue spalle, fino ad arrivarle al seno. Il trucco era più accentuato sugli occhi, dove aveva passato uno strato d’ombretto marrone sfumato e messo il rimmel sulle ciglia. Sulle labbra solo un po’ di rossetto leggermente rosato e lucido. Nicole era una bella ragazza, non lo dicevo perché era mia figlia, ma perché era semplice, naturale, non era una di quelle tipe che non riescono ad uscire di casa se non imbellettate e truccate come delle maschere.

 

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Jeremy entrò in camera per prendere i suoi vestiti dall’armadio. “Salone di bellezza?” ci domandò ridendo “All’incirca, oggi sono truccatrice e parrucchiera” rispose Nicole “Prendo la mia roba e tolgo il disturbo” affermò mio marito, mentre prendeva dall’armadio dei pantaloni neri di cotone e una camicia bianca. Restai sola con Nikki e ne approfittammo per parlare un pochino della fine della scuola e delle sue idee su come trascorrere i successivi due mesi di vacanze estive. Non toccammo né il tasto college, né tantomeno il tasto distacco da Kevin, perché volevo che fosse una serata allegra e sapevo che quello era un argomento che la faceva soffrire. “Si può?” chiese Amy facendo capolino nella mia stanza “Certo, entra pure” la esortai. La mia piccolina si mise seduta sul letto, osservandoci nel riflesso dello specchio. “Che te ne pare?” le domandai “Stai bene mamma” disse “Anche tu, sembri più grande sai?” risposi sorridendole. Sapevo che a 13 anni tutte le ragazzine sognano di sentirsi più grandi della loro età e anche Amy non era da meno. Si era messa degli shorts neri, una canotta di seta color cipria e dei sandali senza tacco dello stesso colore. I suoi capelli rossi e ricci grazie all’arricciacapelli le arrivavano circa a metà schiena. Nicole le aveva messo il rimmel e la matita intorno agli occhi, completando l’opera con un rossetto rosa.

 

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“Quando vi manca per finire?” ci chiese Amy “Pochissimo, giusto due ciocche e mamma sarà pronta” le rispose sua sorella. “Ragazze vi va se uno dei prossimi pomeriggi andiamo noi tre a fare shopping?” proposi “Ohhh sì, a me va eccome” affermò Amy “Ce ne andiamo a Port Angeles?” suggerì Nicole “Va bene, come volete. Ci prendiamo un po’ di tempo da donne, così mi raccontate qualcosa” conclusi. Lasciammo casa tutti e 5 insieme, salendo a bordo dell’auto di Jeremy, che era già posizionato alla guida, con Kevin seduto davanti sul sedile passeggero. Nicole, Amy ed io ci sistemammo sul sedile posteriore. “Amore sei emozionato?” domandai a Kevin toccandogli una spalla da dietro. Avevo infatti notato che era silenzioso “Sì” rispose “Dai stai tranquillo, sono certa che andrà bene” lo spronai “È solo che ci tengo al fatto che le ragazze facciano bella figura, è importante per loro” affermò alludendo alle 6 ragazze del centro di volontariato, a cui aveva insegnato a cantare e suonare le canzoni per quella serata di beneficienza. “Tua madre ha ragione, avete provato tanto e quindi sarà tutto perfetto” intervenne Jeremy. Kevin abbassò l’aletta parasole e dallo specchietto vidi riflessa la sua immagine. Aveva dei pantaloni scuri, una t-shirt color denim e un giubbottino di pelle nero. Dalle espressioni del suo viso dolce era percepibile una certa tensione. Era logico che ci tenesse, si era impegnato molto, ma ero certa che il risultato sarebbe stato ottimo. Jeremy parcheggiò la macchina e Kevin ci salutò per andare dalle sue allieve. Noi quattro facemmo un giro nel parco in cui era stata organizzata la festa di beneficienza, acquistammo degli oggetti molto carini realizzati da ragazzi del centro, contribuendo così alla raccolta fondi per l’associazione. Ci avvicinammo al tavolo su cui erano stati disposti il cibo e le bevande e ci facemmo servire. Prendemmo posto a sedere davanti alla zona in cui ci sarebbero state le varie esibizioni di canto, ballo e recitazione. Con grande piacere notai che la festa aveva richiamato una grande quantità di persone. Gli spettacoli iniziarono, tutti furono bravissimi e nessuno dei presenti fece mancare gli applausi per quei ragazzi che, con tanto impegno, avevano fatto del loro meglio per esibirsi. Venne il momento di mio figlio. Le 6 ragazze cantarono varie canzoni mentre lui suonava, in altri brani invece alcune cantavano e altre suonavano. Kevin si era abbastanza rilassato ora che il loro spazio era quasi finito. Il presentatore dell’evento disse che adesso le 6 ragazze si sarebbero esibite in un ultimo pezzo, cantando insieme a mio figlio. Quando la musica partì riconobbi già dalle prime note ‘Mirrors’ di Justin Timberlake, quella che da anni era ormai diventata la colonna sonora della storia d’amore mia e di Jeremy. Mi voltai e incrociai lo sguardo di mio marito, ci sorridemmo a vicenda e ascoltammo il brano tenendoci per mano. Era una vera e propria emozione sentire quella canzone dalla voce di nostro figlio e delle sue allieve!

 

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Furono bravissimi, anche se da mamma non potei che concentrarmi maggiormente su Kevin (il video in cui James Maslow, alias Kevin, canta “Mirrors” di Justin Timberlake insieme alle Cimorelli https://www.youtube.com/watch?v=MDWznyfYYGE ). Quando tutto lo spettacolo finì Kevin venne da noi, ci congratulammo ed io gli diedi un abbraccio forte. Gli accarezzai la schiena e sussurrai al suo orecchio “Grazie amore per quest’ultima sorpresa!” “Sapevo che tu e papà lo avreste apprezzato” mi rispose. Kevin ci presentò le ragazze, stringemmo loro la mano e gli facemmo i complimenti. “Dai, almeno una foto di gruppo ci vuole!” esclamò Nicole estraendo il suo telefono e inquadrando Kevin e le sue allieve.

 

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“Ci mancherai Kevin!” esclamò una di loro “È vero, dove troveremo un altro maestro di musica così paziente con noi?” aggiunse un’altra “Prometti che quando torni a Forks per salutare la tua famiglia, passerai a salutare anche noi!” esclamò un’altra ancora “Promesso ragazze, mi mancherete anche voi” rispose lui. Si salutarono con un abbraccio per uno e notai negli occhi di Kevin una certa commozione per quell’addio. Nostro figlio non era mai stato un tipo malinconico, ma sicuramente salutare il mondo in cui sei nato e cresciuto non doveva essere facile. Ci allontanammo, lui si sforzò di tirar fuori un bel sorriso e noi ci illudemmo di continuare a fingere che il nostro primo vero distacco non dovesse accadere tra soli 5 giorni.

 

NOTE:

Ciao a tutti!!! All'inizio del capitolo Allison e Jeremy si concedono un pranzo in solitudine per parlare liberamente. Ovviamente il discorso cade sulle imminenti modifiche che la loro famiglia subirà a breve: i gemelli andranno al college e il distacco crea sempre un po' di malinconia. Come tutti i genitori, anche la nostra coppia ha dei timori, dovuti al fatto che i loro primogeniti saranno lontani da casa e i pericoli dell'adolescenza sono sempre dietro l'angolo, tuttavia si fidano molto di loro. La famiglia si prepara poi per la serata di beneficienza di Kevin, durante la quale lui ha stabilito di cantare insieme alle sue "allieve" il brano “Mirrors” di Justin Timberlake, colonna sonora dell'amore tra i suoi genitori. Se non l'avete fatto prima potete vedere il video in cui James Maslow, alias Kevin, canta la cover di quella canzone insieme alle Cimorelli, cliccando su questo link: https://www.youtube.com/watch?v=MDWznyfYYGE .

Se ci fate caso nel video ci sono almeno due inquadrature di Kevin in cui assomiglia parecchio a Taylor Lautner, che in teoria è suo nonno ^__^

Ora vi saluto, augurandovi BUONA PASQUA!!!!! Come sempre ci terrei a leggere le vostre recensioni, anche perchè il prossimo sarà l'ultimo capitolo della mia fanfiction :') e per leggerlo dovrete aspettare ben 15 giorni questa volta, lo pubblicherò venerdì 8 APRILE!

Vanessie

 

   
 
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