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Autore: The Land Of Disagio    25/03/2016    7 recensioni
Annie, intrappolata nel suo bozzolo di cristallo in cui si è rinchiusa, non è in grado di muoversi, parlare, o fare qualsiasi altra cosa, ma sarà cosciente di ciò che succede intorno a lei, oppure no?
Se sì, a cosa penserà, nelle sue infinite giornate?
Tratto dalla storia
In una sola cosa era ancora capace: ascoltare.
Poteva sentire i passi delle persone che le passavano accanto, i loro tentativi di tirarla fuori, ma lei non voleva essere salvata dall'oblio per poi ritrovarsi nell'inferno. Non aveva neppure la cognizione di quanto tempo fosse passato.
Si limitava ad aspettare, senza sapere nemmeno cosa stava realmente attendendo, mentre i giorni passavano sempre uguali. O quasi.
ATTENZIONE: Spoiler
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Annie Leonhardt, Levi Ackerman, Marco Bodt, Petra Ral
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Monster

"Un altro giorno", pensò tra sè Annie, "Un altro giorno di nulla".
Faceva davvero freddo in quel gelido cristallo, la sua unica protezione, e il tempo non le mancava, ma, per ironia, non aveva proprio nulla da fare. Non poteva muoversi, parlare, o vedere niente, era completamente paralizzata, ma era stata una sua scelta, quindi non aveva il diritto di lamentarsi.
In una sola cosa era ancora capace: ascoltare.
Poteva sentire i passi delle persone che le passavano accanto, i loro tentativi di tirarla fuori, ma lei non voleva essere salvata dall'oblio per poi ritrovarsi nell'inferno. Non aveva neppure la cognizione di quanto tempo fosse passato.
Si limitava ad aspettare, senza sapere nemmeno cosa stava realmente attendendo, mentre i giorni passavano sempre uguali. O quasi.

Da qualche giorno, sentiva una vocina, dentro alla sua testa, rimbombarle insistentemente, chiamandola disperato.
"Annie!" urlò disperata la voce, "Perchè l'hai fatto? Perchè non mi hai aiutato?".
La soldatessa perse un battito di cuore, mentre davanti a sè compariva la figura di Marco. Il suo aspetto era terrificante, la parte destra del suo corpo coperta dall'oscurità, l'occhio sinistro grondante di sangue e lacrime. Le lentiggini, che da vivo gli conferivano un aspetto adorabile, ora lo rendevano spaventoso.
"Non hai dato la possibilità di parlarne. Perchè non mi ha salvato?", continuava a gridare il ragazzo, "Sei un mostro!".
"BASTA!", avrebbe voluto replicare Annie, ma non poteva, "Lasciami in pace, Marco, ti prego".

Come per magia, il moro sparì nel nulla, e la ragazza si sentì nuovamente al sicuro, ma niente c'era di più sbagliato. Al posto di Marco, comparve un uomo dai corti capelli scuri pettinati all'indietro, gli occhi marroni carichi di odio. Sulla nuca c'era un enorme taglio, dal quale colava grottescamente del sangue, che ricadeva sul suo mantello verde, macchiando le Ali della Libertà.
Non sapeva nemmeno il suo nome, ma lo riconobbe all'istante.
"Mostro!", gridò rabbiosamente, "Sei la feccia della peggior specie. Traditrice".

La figura del bruno cambiò repentinamente, trasformando in quella di un uomo biondo molto alto, ma la parte inferiore del corpo completamente mancante, coperta dal buio, facendo sembrare che fluttuasse nell'oblio.
Era una vista così raccapricciante che la soldatessa sentì un forte nodo formarsi all'altezza dello stomaco, consapevole che la colpa era solo sua.
"Mostro!", urlò a sua volta il giovane, indicandola con fare accusatorio, "Hai rovinato le nostre vite".

In un secondo, il biondo si trasformò in un ragazzo dai capelli castani chiari, le rughe d'espressione particolarmente accentuate, un rivolo di sangue che correva copioso lungo la mascella.
"Mostro!", strepitò con una rabbia mai vista, la voce piena di rimpianto, "Hai ucciso la ragazza che amavo, sei un essere senza cuore nè pietà. Muori, assassina!".

"Lasciatemi stare", avrebbe voluto rispondere la soldatessa, mentre al posto del castano compariva una giovane donna dai capelli ramati molto minuta. Tra tutti i precedenti, fu colei che la spaventò di più.
Il sangue le imbrattava quasi completamente il volto, il mantello che avvolgeva il suo corpo era strappato in più punti e sporco di rosso, i pugni che stringevano con forza una lettera, mentre i suoi occhi dorati pieni di lacrime fiammeggiavano d'ira e d'odio. Un odio profondo, radicato, che marcisce sempre più col tempo.
Gli occhi di chi è morto con il rimorso.
"Mostro", sibilò la giovane, quasi sussurrando, "Hai distrutto il mio sogno. Non potrò più dirgli che l'amavo, non avrò l'occasione di avere un futuro. Per colpa tua, abbiamo tutti perso la nostra possibilità di essere felici in un mondo libero. Sei un mostro, la colpa è solo tua! Tua!", gridò infine la ramata, svanendo nel nulla.

Annie avrebbe voluto piangere, gridare, provare a difendersi, dire loro che non voleva fare loro del male, che stava eseguendo degli ordini, per quanto crudeli e sbagliati fossero.
Davanti a lei danzavano degli occhi color verde prato, pieni di stupore e delusione, mentre le voci dei fantasmi del passato continuavano a rimbombare nella sua mente destabilizzata, accusandola senza sosta.
"Perdonatemi", sussurrò tra sè, singhiozzando, "Non volevo. Non volevo, lo giuro, mi dispiace tanto".
Continuò a piangere, senza nemmeno versare una lacrima, per un tempo indeterminato, finchè sentì dei passi felpati avvicinarsi a lei. Annie sapeva già chi era il visitatore, veniva ormai tutti i giorni, rimanendo sempre in silenzio.
Immaginò quello strano tappetto dai capelli corvini fermarsi a pochi centimetri da lei, fissare il suo corpo immobile per qualche minuto per poi andarsene senza dire una sola parola.
La bionda sapeva il perchè di quella insistenza: aspettava con estrema pazienza il momento giusto per mantenere fede alla promessa che le aveva ringhiato quando l'avevano portata lì, prendendosi la sua vendetta uccidendola nel modo più crudele che conosceva. Una parte di lei, si augurava che ciò accadesse presto.

"Hanno proprio ragione", ammise a sè stessa, "Sono un mostro".





Spazio dell'autrice
Ciauz a tutti! Lo so, dovrei aggiornare l'altra mia long, ma stamani mi è venuta questa ispirazione che ho sviluppato nel tempo record di un pomeriggio.
In parole brevi, mi sono chiesta "Ma cosa penserà Annie, rinchiusa in quel blocco di cristallo? Si sentirà in colpa per ciò che ha fatto?". E da qui mi sono immaginata Annie intrappolata, ma cosciente, tormentata dai fantasmi delle sue vittime (che ho presentato solo le più significative, in ordine cronologico tranne Petra).
Naturalmente tutti i personaggi che appaiono sono proiezioni della mente di Annie, che si sente dire ciò che, in fondo, pensa di sè stessa. Non so se nella storia sono stata in grado di trasmettere questo concetto ^.^"
Tra i fantasmi, ho voluto mettere più in evidenza Petra in quanto è quella che più viene messa in rilievo sia nel manga che nell'anime, e, penso, quella con più rimorsi al momento della sua dipartita, al pari (forse di più) con Auruo. Ero tentata di usare Marco come tormentatore "centric", ma alla fine ho cambiato idea.
Beh, spero che questa fic vi sia piaciuta, vi mando un bacio!
Alla prossima!!
   
 
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