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Autore: Frytty    31/03/2009    1 recensioni
Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola One-Shot elaborata in fretta e furia per un contest indetto da Writers Arena " As Time Passes By ". In verità non l'ho riletta (si, lo so, me screanzata per aver operato una mancanza del genere) per cui mi sono resa conto, qualche attimo fa che metà è scritta al passato e metà al presente (insomma, un disastro) ma ora non ho proprio voglia di rimediare (sfaticata Ndm: mia coscienza) ed inoltre Twilight non è proprio il mio genere, nel senso che non mi ci trovo a scrivere di Edward e Bella. Per carità adoro la saga, anzi la venero, e proprio perché ai miei occhi risulta essere terribilmente perfetta non riesco a far parte di quel mondo, inserendomi con una mia Ff: in sintesi, non ho voglia di scempiarlo ^^
Spero in ogni caso, dopo queste brevi note, che apprezziate la lettura ^^

Our Time Now

Il tempo passa. Anche quando sembra impossibile. Anche quando il rintocco di ogni secondo fa male come il sangue che pulsa nelle ferite. Passa in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passa. Persino per me.
[Bella, New Moon]

Per un vampiro il concetto di tempo non ha molta importanza.
Dal momento esatto in cui si viene trasformati, la realtà sbiadisce e poco importa se tieni il conto dei giorni, dei mesi o degli anni, soprattutto dei tuoi.
Certo, forse puoi disegnare una "x" con un pennarello rosso sul calendario per ogni giorno che passa, come quando si aspetta un evento importante, ma dopo un po' ti senti ridicolo e smetti di farlo. Smetti di pensare che non invecchierai, mentre osservi la gente intorno a te che muore, a volte anche per mano tua, smetti di festeggiare il tuo compleanno perché non ha importanza e smetti di porti domande difficili: hai tutta l'eternità davanti per trovare una risposta.
Il tempo non scorre in maniera normale per un vampiro.
O meglio, è quello che ho sempre pensato.
Quando qualcosa non ci piace noi umani siamo soliti attendere un qualsiasi imprevisto che riesca a distrarci da quell'attività noiosa, che sembra durare un'eternità.
Ma forse esageriamo. Per un vampiro l'eternità equivale al sempre.
Quando ho scoperto che Edward era un vampiro ero costantemente accecata dalla sua perfezione e dalla sua bellezza. Ero spaventata ma non nel significato lato del termine. Avevo paura che scappasse, che si allontanasse da me e avevo paura di non poterlo raggiungere. Avrei dovuto preoccuparmi di me, del mio sangue.
Nonostante tutto sia rimasto pressoché invariato, a volte mi perdo in pensieri strani, come quello del tempo.
Dopo una serie di elucubrazioni mentali penso che sono una sciocca a preoccuparmi di qualcosa di incomprensibile come il tempo e smetto di pensarci, eppure dopo un po' le domande riaffiorano e pensare che presto anch'io andrò incontro all'immortalità, non fa altro che farle accumulare una sopra l'altra, confondendomi.
Non so nascondere bene quello che provo e anche se Edward non riesce a leggermi nel pensiero, un po' è come se lo facesse: mi guarda negli occhi, mi accarezza appena i capelli e mi domanda cosa c'è che non va.
Solitamente rispondo con la verità ma sembra che il mio turbamento sulla questione futile e incoerente sul tempo, non riesca proprio a farla fuoriuscire. Apro la bocca per parlare e le parole mi si condensano in gola e alla fine trovo sempre il modo di inventarmi una scusa piuttosto plausibile per giustificare il mio umore.
E' strano perché potrei liberarmi di questo peso che mi sopprime, che mi solletica lo stomaco, come prima di un' interrogazione, eppure non ce la faccio.
E sono qui, che ancora ci penso, con il libro di algebra aperto sulle ginocchia, il computer ronzante sulla scrivania, la matita in mano che giocherella tra i miei capelli e il quaderno di fronte a me, mentre i problemi si accavallano, quando tempo di un attimo ed Edward è accanto e me che mi sorride.
Rimango per un attimo pietrificata. Dovrei esserci abituata eppure il mio cuore continua a galoppare a mille mentre cerco di regolarizzare il respiro.
< Scusa, ti ho spaventata. > Mi sussurra, spostandomi i capelli dietro un orecchio, sorridendo.
< No! No... è che non pensavo di vederti stasera. > Ma il mio tono di voce sembra finto anche a me.
< Battuta di caccia rimandata. Dispiaciuta? > Sa che non potrei mai essere dispiaciuta di vederlo accanto a me e infatti sorride, togliendo il libro dalle mie ginocchia, posandolo sul tavolo, e decidendo, per me, di smettere di studiare.
Gli sorrido ma non riesco ad essere la stessa di sempre mentre mi accompagna sul mio letto, distendendosi e invitandomi a fare lo stesso.
Il palmo della mano sotto la testa e il gomito che sembra formare quasi un cratere sul cuscino morbido, mi osserva.
Imito la sua posizione, limitandomi a studiarlo per un po'.
La sua bellezza come ogni volta, mi incanta. I giochi di luce che la luna crea sui suoi capelli bronzei, attira il mio sguardo irreversibilmente, come i suoi occhi l'attimo dopo. Neri come la pece per via della sete eppure incredibilmente cauti e dolci.
Cambio posizione, stendendomi a pancia in giù, le braccia che affondano nel cuscino. Sospiro, evitando di guardarlo ancora.
< C'è qualcosa che non va? > Mi chiede poco dopo, facendosi serio e allungando un braccio verso di me, prendendo ad accarezzarmi i capelli.
Affondo la faccia nel cuscino con il serio desiderio di affogarmici e sbuffo.
< Bella, guardami. > So che è un ordine ma mi rifiuto di eseguirlo, scuotendo la testa. < Bella, avanti, non fare la bambina. >
Volto appena la testa nella sua direzione, scoprendo solo un occhio, i capelli che mi oscurano la vista.
< Cos'hai? > La forma sarà anche cambiata ma la sostanza è la stessa di sempre.
< Non voglio dirtelo. Mi vergogno. > Ed è vero che assomiglio ad una bambina capricciosa ma non m'importa.
< Ti vergogni?!? Stai scherzando, spero! > Mi risponde, attirandomi verso di sé. E' inutile che opponga resistenza: è chiaramente più forte di me.
Mi riordina i capelli, scostandoli dolcemente dal mio viso, e mi sorride di nuovo.
Sbuffo.
< Ho paura del tempo. E' stupido lo so, ma non riesco a fare meno di pensarci. >
< E cosa esattamente ti fa paura del tempo? >
< Scorre troppo veloce. >
< Tutto qui? >
< Tutto qui. >
< Sai come la penso. Non ho intenzione di trasformarti prima della mia condizione. > Ritorna a guardarmi serio.
< Non è della trasformazione che mi preoccupo. Ho accettato la tua condizione e intendo rispettarla. Mi chiedo solo se non mi stuferò prima o poi, delle ore, dei giorni... >
< Cosa intendi? >
< Quello che mi spaventa è che una volta diventata vampira, il corso del tempo possa cambiare. E non voglio. >
< Cambiare? E in che modo? Bella, non conta se sei un vampiro o un umano. Il tempo scorrerà allo stesso modo. Sembrerà dilatarsi quando ti accorgerai che non sei più come gli altri, che solo tu puoi vivere in eterno, quando gli altri saranno costretti a perire. Ma tutto ritornerà normale. Prima o poi tutto passa. >
< Ho paura dell'eternità. > Confessai.
< Beh, saresti una sciocca a non averne. L'eternità fa gola a tutti ma quando sei a un passo così per ottenerla, ci pensi due volte prima di accettare. > Sorrise, tenendomi stretta e riprendendo ad accarezzarmi i capelli.
< Ma tu non hai potuto ripensarci. >
< No, è vero. Se da un lato condanno me stesso per quello che sono, dall'altro non posso. Non ti avrei mai incontrata. > E sorrise di nuovo.
Chissà come sarebbe stato vivere senza di lui. Intendo totalmente. In fondo ci sono andata vicino e non mi è sembrato di aver affrontato bene la cosa.
< Mi dispiace averti fatta soffrire. > Quasi avesse intuito i miei pensieri, Edward mi posò un bacio sulla guancia, delicato e prudente come sempre.
< E' passato ormai e non posso ancora credere di averti perdonato così facilmente! > Sorrido, prendendogli la mano.
< Sei ancora in tempo per ripensarci. >
< Beh... potrei anche aver fatto la cosa giusta. > Continuo a sorridere, avvicinandomi al suo viso.
< Dipende da te. > Ormai la sua voce è ridotta ad un sussurro.
Lo bacio, chiudendo gli occhi e prima che possa decidere che ne ho avuto abbastanza, è lui ad interrompere il bacio.
< Sei hai ancora paura, forse sarebbe meglio rimandare... >
< Ancora? Non se ne parla! Avevi promesso! > Mi allontano di scatto, arrabbiandomi. Non può venir meno alle sue promesse!
< Ehi, calma. Manterrò la promessa se è ciò che vuoi. Sono solo preoccupato. > Alzò le mani davanti a lui, come a volersi difendere.
< Bene. Perché non cambierò idea. > Incrocio le braccia al petto, prendendo ad osservare il soffitto.
< Ti ho fatta arrabbiare. Non volevo. > Mi prese la mano, portandosela alla labbra. Il suo respiro freddo ne solleticava il dorso ed ebbi come l'impressione di arrossire.
< Mi perdoni? > Come se non sapesse di avermi in pugno. Quasi lo immaginavo sorriderne di gusto ma non volevo dargli la soddisfazione di guardarlo.
Prese a posare piccoli baci sul dorso della mano, fino a raggiungere le dita.
< Allora? > Chiese, insistente.
Quando prese ad accarezzarmi anche il braccio, mi arresi.
< D'accordo. > Sbuffai. < Non hai risposto alla mia domanda. > Ripresi dopo qualche minuto.
< Quale domanda? > Inarcò le sopracciglia, incrociando le mie dita con le sue.
< Il tempo. >
< Ne sei ossessionata. Non cambierà niente, Bella. >
< Il tempo è più importante di quello che pensi. >
< Per una volta Bella, cerca di pensare a te stessa. Solo a te stessa e basta. Niente Volturi, niente fretta, niente me. >
< Sto pensando a me stessa. > Protestai.
< Sai anche tu che non è vero. > Ritornò serio.
Non avevo voglia di rispondere perciò mi abbracciai a lui. Mi accolse tra le sue braccia e poco importava se era come essere abbracciati ad una statua di marmo.
< Sei la cosa più importante per me, Bella, dovresti saperlo. >
< Lo so. > Sussurrai.
< E allora, non avere fretta. Abbiamo tutto il tempo. >

COMMENTATE?? ^^

   
 
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