Give me love
| capitolo originale |
Per
il resto della giornata, Phil non fece molto. Sarebbe dovuto andare
dritto al suo garage a intagliare nuove frecce per poi andare a
lavoro, ma non lo fece. Invece vagò per la città, senza meta -
sapeva quali erano i suoi doveri, ma non aveva voglia di fare nulla
in quel momento. L'unica cosa che forse avrebbe voluto fare era
andare a trovare di nuovo Dan, perché Dan faceva sentire meglio Phil
anche solo standogli vicino. Stava cercando di ignorare quei
pensieri, però, perché pensieri di quel genere gli facevano male
allo stomaco e girare la testa in un modo in cui non era
abituato.
Ogni
giorno, l'idea di tornare al suo garage diventava sempre meno
attraente per Phil, e adesso si accigliava al solo pensiero. Prima ne
era grato, perché c'erano città in cui aveva dovuto trovare riposo
in vicoli umidi e pieni di spazzatura, o si era riparato nelle porte
d'ingresso, solo per riscaldarsi un po'. Ma adesso il suo garage
sembrava più freddo e vuoto che mai, e Phil non se la sentiva
ancora di tornarci.
Camminò
e camminò finché i suoi muscoli non iniziarono a protestare, e notò
che il sole aveva appena iniziato a tramontare. Sempre più persone
apparivano, affrettandosi per le strade o infilandosi nelle macchine,
dirigendosi verso le loro case. Phil notò un gruppo di studenti
aggregati alla fermata del bus, cercando di ripararsi dal vento
gelido che gli sferzava i volti. Stavano tutti sorridendo e parlando
animatamente, tranne uno.
Dan
era solo, il più lontano possibile dal gruppetto, appoggiato al muro
con le spalle incurvate e la testa bassa. Phil si accigliò e scosse
la testa, chiedendosi se sarebbe dovuto andare a parlargli o no.
Sembrava così solo, e Phil sentì una stretta nel petto al pensiero
di vedere di nuovo Dan così triste, specialmente confrontandolo con
il Dan con il quale Phil aveva condiviso il letto la notte
precedente, così dolce e affettuoso, con sorrisi gentili e una luce
negli occhi.
Phil
fece un passo, senza essere sicuro di cosa avrebbe detto quando
avrebbe raggiunto Dan, ma volendo comunque andare da lui.
Appena
gli fu vicino e allungò la mano per picchiettarlo sulla spalla, il
bus arrivò, e Dan tenne la testa bassa e le spalle incurvate mentre
saliva sul mezzo e si sedeva. Tenne lo sguardo triste fisso per
terra, e non notò nemmeno che Phil. Quello sospirò e abbassò la
testa, tornando a girare per le strade.
Infine
si
arrese e tornò al suo garage. Si sedette pesantemente sulla sua
sedia con un grugnito, sentendo ogni articolazione del suo corpo
scrocchiare forte.
Dopo
aver spezzato per la terza volta le sue frecce mentre cercava di
intagliarle, e essersi ferito il palmo nel frattempo, Phil mollò con
un'imprecazione tutti i suoi strumenti, e raccolse quelle che aveva
già fatto, ficcandole nella faretra. Uscì un'altra volta dal
garage, senza preoccuparsi di chiudere la porta - non che avesse
comunque qualcosa di valore da salvare.
Arrancò
per le strade e combatté contro il flusso di gente che camminava
velocemente in direzioni opposte, cercando di trovare posti più
tranquilli dove potesse andare. Le sue ossa dolevano come non mai e i
suoi muscoli bruciavano. Tirò indietro le spalle e fece una smorfia
quando sentì uno scrocchio dalle scapole fino alla nuca.
Il
sole calò presto, e Phil si fermò per guardare i lampioni che si
accendevano, riprendendo vita nella notte, la luce artificiale che si
diffondeva lentamente per le strade, facendo sbiadire ancora di più
le poche stelle che riusciva a scorgere.
Dopo
aver passato gran parte della notte a vagare senza meta, senza
trovare nessuno degno di essere accoppiato, Phil si arrese e andò
sulla terrazza che gli piaceva tanto, sedendosi sulla panchina fredda
e sospirando di sollievo quando il dolore iniziò ad alleviarsi
leggermente. Guardò le persone muoversi sotto di lui e si chiese
quali fossero le storie di ognuno di loro; quale fosse il loro lavoro
e, soprattutto, Phil si chiese se fossero felici.
Quello
che Phil aveva realizzato dopo anni sulla terra, era che la felicità
era estremamente importante per gli umani, e la felicità aveva un
significato diverso per ogni persona, ma ogni singolo umano la
voleva.
La
felicità era sempre stata un argomento irrilevante per Phil, non
capiva come si misurasse, né come raggiungerla. Ma quando si sedette
e guardò la città davanti a lui, si chiese se fosse felice, e
decise che non lo era.
Era
stato contento, conosceva la sua vita e conosceva il suo lavoro, ed
era molto più fortunato di altri, aveva uno scopo, ed era suo dovere
compierlo, ma non significava che fosse felice. Si chiese che cosa
avrebbe potuto renderlo felice, e se avrebbe potuto capire di
esserlo. Pensò di sì, perché quando gli umani erano felici, lo
emanavano in ondate, li faceva brillare finché non potevano più
tenerselo dentro e trapelava da loro sotto forma di risate e sorrisi
che arricciavano la pelle intorno ai loro occhi. Si chiese come fosse
provare quel tipo di felicità, se era meravigliosa come sembrava, se
i loro sorrisi li facessero sentire bene come sembrava che
stessero.
Phil
si passò una mano tra i capelli e sospirò, si sentiva ridicolo. Non
era un umano, non poteva provare quello che provavano loro, le
emozioni degli umani lo confondevano, erano tutte così complicate, e
forti e avevano un grande impatto. Certamente faceva male provare
tutto il tempo cose così forti.
Phil
continuò a guardare la città dormire, guardò la quantità di
persone ridursi lentamente finché le strade non furono vuote e
silenziose, e poi guardò l'alba sorgere di nuovo sopra agli edifici
grigi, schizzando gialli e arancioni e rossi vividi attraverso
l'orizzonte.
La
città iniziò lentamente a svegliarsi un'altra volta, il sole che si
alzava in cielo mentre le persone iniziavano a lasciare le loro case,
stiracchiandosi e sbadigliando mentre si dirigevano fuori, pronti a
iniziare un nuovo giorno.
Il
corpo di Phil era irrigidito per il freddo, e le sue gambe si erano
addormentate per essere stato seduto così a lungo, ma si sentì più
in pace di quanto non fosse stato da tanto tempo. Dopo aver avuto
l'occasione di guardare il mondo muoversi nel suo ritmo costante, si
ricordò di quanto fosse magico il mondo umano. Phil non l'avrebbe
mai ammesso, ma tutto il tempo che aveva passato seduto a guardare le
strade dal terrazzo, aveva mezzo sperato di scorgere Dan, giusto per
vedere se stava bene. Phil era sicuro che Dan non aveva ancora
trovato cosa lo rendesse felice, non pienamente almeno, e Phil
sperava davvero che lo scoprisse presto.
Era
difficile perdere tempo quando non dormivi, e si ritrovò di nuovo a
girare per la città, ogni respiro usciva dalla sua bocca sotto forma
di vapore. L'asfalto sotto di lui brillava di un sottile strato di
ghiaccio che non era stato sciolto dal sole ancora nascente, e Phil
guardò gli umani camminare decisi attraverso il terreno intarsiato,
alcuni con occhi stanchi, inciampando mentre camminavano, e altri a
testa alta, affrettandosi sicuri ovunque dovessero andare.
Phil
passò di nuovo davanti alla fermata del bus, facendosi strada
attraverso il largo gruppo di studenti, e notò con disappunto che
Dan era lontano da loro, come il giorno prima. Andando avanti,
qualcuno sbatté contro la sua spalla, spingendolo indietro.
'Oh
Dio mi dispiace- Gesù Phil, dobbiamo smettere di
scontrarci.'
L'espressione
dispiaciuta sul viso di Dan si trasformò in un enorme sorriso quando
vide Phil, e Phil non riuscì a non ricambiare.
'Sta
diventando sempre meno una coincidenza' disse Dan con un sorrisino, e
Phil sentì il volto iniziare a scaldarsi, anche se non era sicuro
del perché.
'Io
volevo solo uh- Credevo -io non-' balbettò Phil ansiosamente, ma Dan
mise una mano sulla sua spalla e sorrise dolcemente.
'Tranquillo.
Sono sicuro che non sei uno stalker, è bello vederti.'
Su
entrambi i loro volti comparve un sorriso, e Phil notò il modo in
cui Dan sembrava brillare leggermente quando sorrideva. La felicità
era così fluttuante e a volte fin troppo effimera, era strano che
un'emozione così forte potesse andare e venire così facilmente.
'Oh
merda, sono in ritardo.'
Il
viso di Dan si rabbuiò quando guardò l'ora sul telefono, poi il bus
che si stava lentamente avvicinando alla sua fermata.
Iniziò
ad andarsene, per poi fermarsi all'improvviso e girarsi verso Phil,
sorridendo timidamente e spostando il peso prima su una gamba, poi
sull'altra, mentre le sue guance stavano lentamente diventando
rosse.
'Quindi
ci vediamo per un caffè questo pomeriggio?' Chiese.
Phil
sorrise e annuì
'Si,
non vedo l'ora' disse, perché davvero non aspettava altro.
Dan
annuì contento, prima di ricordare il suo bus e imprecare mentre
correva per prenderlo prima che partisse.
'Ci
vediamo dopo Phil!' urlò Dan mentre saliva sugli scalini
dell'autobus.
Dan
guardava in avanti, sorridendo leggermente mentre si sedeva sul bus,
le sue spalle non erano incurvate come il giorno prima, e i suoi
occhi sembravano molto più luminosi. Phil non era sicuro cosa avesse
reso ieri così diverso da quel giorno, ma era grato di qualunque
cosa avesse fatto sentire un po' meglio Dan.
*
Arrivò
al bar due ore prima di quando avrebbe dovuto. Era difficile passare
il tempo quando non dormivi o facevi nulla, e Phil aveva già girato
l'intera città due volte e adesso era così infreddolito che
iniziava a provare dolore.
Il
vento gelido gli era penetrato nelle ossa e gli doleva tutto più del
solito, quindi cercò rifugio nel calore del bar, pensando che
avrebbe potuto aspettare lì Dan invece di girare senza meta.
Il
locare era piuttosto affollato, un mucchio di uomini e donne d'affari
vestiti eleganti sedevano sorseggiando le loro bevande mentre
picchiettavano freneticamente sui loro computer o i loro telefoni.
Phil notò che nessuno stava parlando, tranne che per lo staff che
chiacchierava dietro il bancone, si sentiva solo in picchiettare
delle tastiere, tutti sedevano ai rispettivi tavoli, la maggior parte
di loro da soli, e nessuno aveva alcun contatto visivo con
l'altro.
Si
accigliò leggermente, dirigendosi verso un angolo dove stava un
piccolo divano, e si sedette, fissando il pavimento.
'Sei
arrivato presto, ansioso di vedermi, eh?
Phil
sobbalzò alzando lo sguardo, e vide Dan, aveva un grembiule verde e
teneva un taccuino in mano, mentre sorrideva sornione a Phil.
'N-non
sapevo dove altro andare' mormorò debolmente Phil, iniziando ad
arrossire.
Il
sorriso di Dan scomparve, e sembrava così preoccupato e sul punto di
piangere che Phil cercò velocemente qualcosa da dire perché Dan
smettesse di pensare a qualunque cosa stesse pensando in quel
momento.
"Lavori
qui?" chiese, notando che era vestito come gli altri camerieri,
pensando che potesse essere uno di loro.
"Purtroppo
si, ho bisogno di soldi, e se questo significa servire caffè a
persone pretenziose che pensano di essere più sacre di te perché
bevono Starbucks, allora ok."
Phil
ridacchiò e Dan gli sorrise in risposta.
"Avevo
intenzione di fare un salto a casa e cambiarmi prima che tu
arrivassi, ma se già qui. Finisco il turno tra un'ora, non scappare,
per favore?"
Phil
promise che non l'avrebbe fatto e il sorriso di Dan diventò ancora
più largo. Se ne andò velocemente, per poi ricomparire con una
tazza di qualcosa, che mise di fronte a Phil con un sorriso.
"Credo
che ti piacerà. Niente alcol, e tanto zucchero."
Phil
ringraziò, e annusò il dolce profumo della bevanda davanti a lui,
mentre Dan se ne andava di nuovo.
Bevette
altre due tazze del liquido che gli aveva portato Dan, insieme ad un
muffin al cioccolato, e si sentì strano e iperattivo, ma nel senso
buono. Si sentiva caldo dentro, e il suo cervello stava fremendo di
idee, e quando Dan finalmente finì il turno e si affrettò a
raggiungere Phil, rise.
"Tra
un po' ti metti a saltellare in giro. Hai fatto un'overdose di
caffeina e zucchero."
"Mi
sento benissimo" disse Phil con un sorriso.
"Per
forza" disse Dan, ridendo di nuovo.
"Com'è
andata la giornata?" chiese, mettendo le mani intorno alla sua
tazza di caffè e picchiettando la porcellana con un dito.
Phil
alzò le spalle.
"Per
la maggior parte noiosa. A te, invece?"
"Una
merda, come al solito. Non so perché mi sforzi di andare all'uni, è
una perdita di tempo. Eri a lavoro?"
"Non
oggi. Cosa studi?" Phil stava cercando disperatamente di tenere
lontana la conversazione da lui e la sua vita. Era terribile come
bugiardo, e dire la verità non era decisamente
un'opzione.
"Giurisprudenza.
L'ho scelta perché volevo sembrare intelligente, non è stata una
delle mie idee migliori" disse Dan con una risata forzata e
scosse la testa, prima di prendere un sorso dal suo caffè.
"Quindi
non ti piace?"
"La
odio con tutto il cuore."
Phil
si accigliò.
"Perché
non molli allora?" chiese.
"Perché non voglio essere un fallimento. Anche se potrei finire ad esserlo comunque: ho tutte le materie giù, dato che non ci vado mai, e anche se ci vado non faccio i compiti" rispose Dan, passandosi una mano tra i capelli con un sospiro.
Sembrava triste e infelice, e ancora una volta Phil si ritrovò a sperare di poter fare qualcosa che lo rendesse felice.
"Non ti renderebbe un fallimento, sarebbe solo una cosa che decidi di non fare più perché non ti rendeva felice" disse dolcemente, e la bocca di Dan si arricciò in un sorriso.
"Sei proprio la voce della ragione" il sorriso di Dan divenne molto più sincero, e alzò leggermente la testa, pensando a quello che aveva detto Phil
"Non posso mollare" continuò. "Sono in debito per i prestiti, tutti penserebbero che sono un idiota. E oltretutto, cos'altro potrei fare?"
La domanda era probabilmente retorica, ma Phil decise di rispondere comunque.
"Tutto quello che vuoi. Cosa sceglieresti se potessi fare qualunque cosa?"
Dan tamburellò un dito sul mento e alzò lo sguardo verso il soffitto.
''Ho sempre voluto essere un attore quando ero piccolo, ma è un po' stupida come cosa. Magari cose che ci assomigliano, tipo lavorare nell'industria del cinema, immagino."
"Non deve essere un lavoro, solo qualcosa che hai sempre voluto fare."
Phil guardò Dan, come i suoi occhi si illuminarono mentre pensava, e come si rimise a posto i capelli, sorridendo prima di rispondere.
"Voglio viaggiare. Voglio vedere il mondo e scoprire tutto, provare cose nuove e venire a conoscenza di nuove culture. Mi renderebbe incredibilmente felice"
Phil annuì e ricambiò il sorriso di Dan.
"Ottima scelta. Questo mondo è un posto bellissimo."
Dan si girò con un ghigno e pose a Phil la stessa domanda prima di prendere un sorso della sua bevanda, e Phil non aveva assolutamente idea di come rispondere.
Non aveva scelto la sua vita, non gli era stato permesso di scegliere qualcosa da fare, non aveva nemmeno opzioni. Gli era stato tutto assegnato dal momento in cui era stato creato, ed era quello che avrebbe dovuto fare finché qualcuno più potente di lui avrebbe deciso che sarebbe potuto finalmente andare a casa e riposare.
Iniziò a balbettare, e sentì il viso riscaldarsi mentre cercava di pensare a qualcosa, conosceva le rispose cliché, che cosa avrebbe potuto dire, ma sotto sotto, Phil sapeva quale sarebbe potuta essere la sua risposta.
"Immagino che mi piacerebbe fare più o meno quello che vuoi tu. Ma non voglio viaggiare per vedere il mondo, voglio viaggiare per essere libero, e per trovare quello che mi rende felice. Poi rimarrei lì e lo farei fino alla fine della mia vita, però, ora come ora, non so cosa potrebbe essere."
Dan rimase in silenzio per qualche secondo, con la bocca leggermente socchiusa, finché non rise forte e scosse la testa, ammirato.
"Quando ti ho incontrato per la prima volta ho pensato che fossi un ragazzo imbranato, carino e basta. Lo sei ancora, ma sei molto più intelligente di quanto credessi. Sei profondo."
Phil mise la testa tra le mani per nascondere il fatto che il suo viso stesse andando a fuoco, e Dan rise ancora di più, tirando indietro la testa e tenendosi lo stomaco. Phil sbirciò tra le dita e non riuscì a non sorridere, la felicità di Dan lo raggiungeva ad ondate, e si ritrovò anche lui a ridacchiare mentre lo guardava.
Un'altra cosa strana della felicità che Phil aveva scoperto, era che era decisamente contagiosa.
-Note
Che ritardo assolutamente enorme >\< che poi sto pubblicando nel bel mezzo della notte, proprio un orario ideale. Scusate tantissimo, mi prendo tutta la responsabilità (gas aveva finito di tradurre da un sacco, ma io sono una beta inaffidabile ^^''). Btw ora siamo qui, con questo aggiornamento del sabato-mattina-molto-presto, giuro che dalla prossima settimana gli aggiornamenti riprendono il venerdì, puntuali e ad un orario umano.
Se così non fosse siete autorizzati a venirmi a cercare armati.
LA.