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Autore: madataraxy    26/03/2016    0 recensioni
Caro A.I.
Ho deciso di scriverti.
Ho deciso di scriverti per parlarti di tutto, di niente, di ieri, di domani, del cielo, dei palazzi, della scuola.
Ti prego, se mai leggerai queste lettere, promettimi che non ti annoierai, che non sembrerò ridicola ai tuoi occhi - quei due occhi che ancora si mostrano come un enigma, ti prego, spiegameli -.
Perché ho deciso di scriverti, e di occupare questi attimi di sobrietà mentale, per dedicarti parole incise su un vecchio diario che, probabilmente, appena concluso, brucerò o farò in mille pezzi.
Però ho deciso di scriverti.
Quindi ciao,
Me.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Caro A.I.,

è tanto che non ti scrivo.

Sembra tanto ma in realtà è solo una settimana.

Una settimana precisa.

Solo un'altra sigaretta.

Ho sempre detestato il fatto che tu fumassi, ma adesso ti capisco, e mi detesto mentre aspiro.

Sto ascoltando Jovanotti a manetta. Tu odiavi Jovanotti. Tu odiavi la musica italiana, la odi ancora, e io amo Tiziano Ferro. Penso si chiami incompatibilità.

"E lo ridico ancora

per impararlo a memoria

in questi giorni impazziti

di polvere di gloria

e lo ripeto ancora

fino a strapparmi le corde vocali

ora che siamo qui

Noi Siamo Gli Immortali"

Eravamo gli immortali. Noi due eravamo gli immortali, con il nostro amore. E te lo urlerei nell'orecchio, quasi a volerti distruggere i timpani. Eravamo tutto. E niente. Ora non siamo più niente.

Che cosa triste.

Lo sai cosa altro è triste?

Io sono triste, che tengo nella cover del telefono, rigorosamente trasparente, due bigliettini di quei due baci perugina che mi avevi regalato.

"Un amore unico arriva fino al cielo"

E noi volavamo, più in alto degli aerei, sfioravamo le nuvole.

"Esiste nella vita una sola felicità: amare ed essere amati"

Lo so che dovresti essere ogni mio primo pensiero, in ogni luogo, in ogni momento ed in ogni lettera che compone l'alfabeto, ma questa frase mi ricorda più che altro Anna Karenina. Vronskij diceva qualcosa di simile ad Anna per farle capire che la sua unica gioia era poterla amare, e continuava chiedendole se avesse dovuto andarsene, sparire, e lei con l'affanno e la paura, che gli diceva di no - certo che non se ne sarebbe dovuto andare via -.

Se solo tu me l'avessi chiesto.

Ma quanto mi piace il sole.

Mi fa venire voglia di comprare e leggere quei romanzi che io riconosco come "i romanzi dei tramonti", quindi ieri, prima che il cielo diventasse troppo scuro, buio e cattivo, ho preso e mi sono diretta al libraccio, te lo ricordi, no? La libreria verde vicino casa mia.

Non ti nascondo il fatto che sono rimasta una quantità indefinita di minuti a guardare tra gli scaffali.

Non sentivo niente, e come ben sai, ho bisogno che i libri mi chiamino per far si che io li scelga.

Alla fine ho preso La Ragazza Del Buio. Mi piace, è diverso.

Come te.

Ed ecco. Ti prego esci dalla mia testa.

L'altra sera ho sognato un ragazzo, biondo, e mi sono accorta che l'avevo già visto da qualche parte. Bello, troppo bello. E mi amava. Tu non c'eri.

Mi sono svegliata, e mi sono sentita terribilmente in colpa. Fa così male superarti?

Se la risposta è sì, allora ti tengono in uno dei cassetti della mente, soffro meno, o questo è quello che spero.

Perché, sì, non ce la faccio più a soffrire per te, ma non riesco a farne a meno.

O ti amo, o non ti dimentico.

Vorrei finire questa lettera qua, e mandarti al diavolo.

Adesso ti odio.

Smettila. Preferirei che tu mi odiassi, piuttosto che vederti amare qualcuna che non sono io.

Sono solo una bimba egoista.

Quel ragazzo biondo mi ha sorriso. Che dici, è un buon segnale?

Oggi sono rimasta a scuola di più, avevo inglese durante l'orario pomeridiano, e c'era anche lui. Mi piace la sua voce.

Voglio andare al mare.

Ci sono stata mercoledì, giovedì e venerdì, ma già mi manca.

L'odore della salsedine, il rumore delle onde, le meduse.

Mi piacciono le meduse.

Ti dico cose senza senso.

Il mondo di oggi non ha senso, perché dovrei dipingere quadri che ne hanno?

E io perché dovrei scrivere parole che ne hanno?

Okay, ti racconto.

Oggi, come sempre, sono andata a scuola. Mi sono vestita con vestiti che mi piacciono, e sono uscita con un sorriso che mi piace.

A scuola abbiamo fatto la foto di classe, così poi quando ci daranno l'annuario vedrò quanto sono venuta male, e così farà anche il resto della scuola.

Edoardo mi ha parlato degli skater, ha detto che li sponsorizzano, mi veniva da dirgli che mi piace uscire con gli skater. A volte sono anche divertente.

Abbiamo parlato di Trieste, quella città mi incanta.

Noemi ha fatto il programma per sabato, mangiamo sushi, andiamo alla fondazione Prada e rimaniamo a dormire da lei. Adoro dormire e cenare da Noemi, cucina lei e mi piace, e mettiamo la musica dalle casse, e disegniamo sulle finestre, e usciamo, e corriamo ai semafori, e ci stendiamo sul letto, e combattiamo contro il suo cane, e tanto ci siamo solo noi in quella casa.

Mi piace anche andare al sushi con Noemi, ordina lei e non si finisce più di mangiare.

Te lo posso dire? Che palle, sono già le dieci di sera.

Vorrei che ci fosse il sole, e invece è quasi notte, e quasi si dorme.

Odio la notte. Ho voglia del giorno e di uscire. E ho voglia anche di un nuovo anello.

Avrei anche voglia di un tuo bacio.

Edoardo ascolta Bowie, e abbiamo parlato di quello durante l'ora di latino qualche giorno fa.

Mentre Paola spacciava caramelle per la classe.

Mentre Luca faceva battute indecenti.

Mentre Giacomo faceva partire gli schiaffi.

Mentre la professoressa spiegava.


"Ma come parli bene".

Me lo dice la professoressa di italiano.


"Bah, ho solo utilizzato il congiuntivo, se vuole le posso anche dire i numeri da uno a dieci all'incontrario."


E detesto John Cage. Pensare che c'erano pure persone che pagavano per andare ad "ascoltarlo", e specifico il fatto di aver messo le virgolette agli estremi della parola ascoltarlo.

Domani abbiamo il tema e spero di poter parlare di Miramare.

O di te.

O del ragazzo biondo.

O dei tramonti.

Perché mi piacciono così tanto i tramonti?

Sembra quasi una sottospecie di ossessione.

Ce la sto mettendo tutta per scriverti queste mille parole contate.

Di cosa altro vuoi che ti parli?

Hanno ridipinto le aule della scuola e ci hanno trasferiti per un giorno in aula di arte, quell'aula puzza, la detesto, però almeno è vicina alle macchinette.

Al ritorno da Trieste - cinque ore di viaggio - abbiamo cantato cori da stadio.

Specifico, gli altri hanno cantato cori da stadio, io tentavo di dormire.

Abbiamo avuto mezz'ora di pausa all'autogrill.

Non ti dico.

Avvia il cronometro.

Vai in bagno.

"Aspettami, devo lavarmi le mani".

"Vorrei un trancio di pizza".

"Mi vai a comprare una bottiglietta d'acqua? Ti do i soldi."

"Merda mancano quattro minuti e la pizza è ancora troppo bollente per mangiarla".

"Corri che ci lasciano qui".

"Ma dov'è l'uscita di sto posto?"

"Perché devono farmi fare tutto il giro? Non voglio comprare niente, cazzo."

"No, no, no, no, no, dimmi il pullman che è appena partito non era il nostro."

"Corri."

"Ma il tramonto è così bello."

"Ho detto corri."

Con affetto,

Me.

   
 
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