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Autore: Lachiaretta    26/03/2016    9 recensioni
Amelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi però questo passato tornerà a bussare alla sua porta, inghiottendola completamente.
Cattivi ragazzi, corse illegali, auto illegali, scommesse, sesso, droga e alcol.. ma soprattutto lui, Jake Haiden.
QUESTA STORIA PRENDE SPUNTO DALLA TRAMA DI GOSSIP GIRL, IN PARTICOLARE I PRIMI EPISODI, E DA FAST AND FURIOS. LEGGETE L'AVVISO IN APPENDICE AL PRIMO CAPITOLO PER TUTTE LE INFORMAZIONI AL RIGUARDO.
PRIMI CAPITOLI IN REVISIONE.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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La storia riprende esattamente dall’ultimo capitolo, dopo che Mia scoperta la verità su quanto successo quella famosa notte e decide di dare un’altra possibilità a Jake.
Spero di non deludervi.
 
 
JAKE’S POV
 
Con la coda dell’occhio fisso la ragazza seduta al mio fianco. Il morbido vestito giallo le stringe dolcemente i fianchi lasciandole scoperte le bellissime gambe. Sta giocando con il bordo del gesso segno che è imbarazzata.
Non posso credere che abbiamo perso tutto questo tempo, siamo stati lontani tutto questo tempo per un’incomprensione. Se solo mi avesse detto di avermi visto con Hanna le avrei potuto spiegare la verità, forse non mi avrebbe creduto subito ma avrei lottato fino a convincerla di non poter amare un’altra donna al mondo. Se Josh invece di nasconderla, difenderla, avesse vuotato il sacco… Se… troppi se.
Ora però siamo qui, insieme.
Mia si volta incerta verso di me, abbozzando un timido sorriso. Riusciremo a superare questo momento, a tornare Jake e Mia di una volta?
Ne sono certo.
 
 
“Vuoi salire? Ordiniamo una pizza e parliamo un po’?” Mi domanda appena la mia auto rallenta sotto il suo palazzo. Le trema leggermente la voce e non riesce a guardarmi in faccia mentre io sento il bisogno di annegarmi nei suoi splendidi occhi.
 
Annuisco affrettandomi a scendere dalla macchina, recuperare dal sedile posteriore le sue stampelle e aprirle lo sportello per aiutarla a rimettersi in piedi.
Stringo le sue spalle beandomi del contatto tra le mie dita e la sua pelle morbida. È così soffice e delicata, e indifesa. Guardo la sua gamba ferita mentre fatica a tornare in equilibrio sul piede sinistro, stringo i denti per reprimere il senso di colpa. “Tra poco più di dieci giorni te lo toglieranno.” La rassicuro mentre le mie mani abbandonano a malincuore la presa sul suo corpo.
 
“E tu come lo sai?” Mia sgrana gli occhi voltandosi finalmente verso di me, sta sorridendo segno che conosce già la risposta.
 
Scuoto il capo vergognandomi di quello che sto per dirle. “Credi veramente che in queste sette settimane io non ti abbia controllata? Non ho mai smesso di guardare le tue cartelle cliniche, di parlare insieme al tuo fisioterapista reprimendo ogni volta la rabbia all’idea che quel ragazzotto tutto brufoli poteva toccarti, a differenza mia.” Sbotto d’un fiato fissando gli occhi nei suoi sperando che vi legga tutto l’amore che non ho mai smesso di provare per lei. Ed è lei a fare il primo passo.
Si inclina in avanti rischiando di perdere l’equilibrio fin troppo instabile e io mi trovo costretto ad afferrarla tra le mie braccia per non farla cadere. Lascia andare le stampelle che le avevo appena passato e allaccia le mani dietro la mia testa costringendomi ad avvicinare il volto al suo. È tutto talmente veloce che non mi ci vogliono qualche secondo per rendermi conto che le sue labbra sono sulle mie, mi sta baciando.
Prendo immediatamente il controllo sollevandola da terra e appoggiandola delicatamente, o almeno così credo di fare, alla fiancata della mia auto. Schiudo le labbra reprimendo un gemito nel sentire fare altrettanto da lei e le nostre lingue si incontrano, accarezzandosi, scontrandosi, stuzzicandosi. Un’ondata di emozioni prendono possesso del mio corpo facendolo fremere, nessuna ragazza è mai riuscita con un solo bacio a scuotermi così. È lei la donna della mia vita e non me la lascerò scappare mai più.
Dopo una manciata di interminabili secondi mi costringo a staccarmi da lei per permetterle di respirare e mi perdo nei suoi grandi occhi marroni illuminati da centinaia di pagliuzze dorate, le guance arrossate, le labbra gonfie a causa del bacio troppo prolungato. È così maledettamente bella.
 
“Ti prego saliamo.” Ansima, ha ancora il fiato corto e il pensiero di poter stare da solo con lei nel suo appartamento mi manda in estasi. Ed è più forte di me. Le porto la mano destra dietro la schiena e la sinistra scende dietro le ginocchia, la attiro tra le mie braccia stringendola al mio corpo e avanzo a grandi passi verso il portone d’ingresso. Mia ride sonoramente e la sua risata è così cristallina che mi rincuora dandomi la forza di procedere verso l’ascensore ignorando lo sguardo indagatore del portiere che ci segue fino alla chiusura delle porte.
“Terzo piano.” Sussurra baciandomi ancora e ancora, con avarizia e una fame che sembrava sopita da tempo.
Appena le porte si aprono esco nel corridoio e svolto immediatamente a destra, non so nemmeno io per quale motivo, facendo scoppiare nuovamente a ridere la ragazza che stringo tra le mie braccia. “A sinistra Jake, a sinistra. Interno 107.” Sentire nuovamente la sua candida voce pronunciare il mio nome, senza rabbia o dolore, è come una boccata d’aria fresca dopo anni rinchiuso in una bolla. Siamo di nuovo noi due, Mia e Jake.
Tira fuori dalla borsa la chiave e cerca di infilarla nella toppa mentre la fretta le causa non poche difficoltà. Mi vuole anche lei, vuole stare con me.
Entriamo all’interno del suo appartamento e mi guardo intorno per riuscire a cogliere tutto di lei. Piccolo e coccolo, esattamente come me l’aspettavo. L’angolo cottura è pulito ed ordinato, in effetti credo che non l’abbia utilizzato una sola volta in tutto il tempo trascorso qua dentro, non ha mai amato cucinare.
Il salotto invece è il completo opposto. Una coperta buttata sul divano, un avanzo di cibo cinese sul piccolo tavolino accanto alla abatjour, cinque o sei fascicoli abbandonati sul tavolo. Reprimo un sorriso nel notare come lei sia rimasta la solita disordinata Mia.
 
“Scusa il casino, sai faccio fatica a sistemare nella mia condizione.” Si giustifica, come se prima non fosse diverso. Sorrido annuendo e fingendo di assecondarla, è troppo orgogliosa e farle notare il contrario significherebbe rovinare la magia del momento.
 
“Ti aiuto domani a mettere in ordine.” Sussurro sollevandola ancora una volta e avanzando verso la porta della camera da letto, fortunatamente aperta. Il letto è ancora sfatto e alcuni vestiti buttati su una sedia poco distante dall’armadio. Mi lascio cadere sul morbido materasso tirandola sopra di me e facendo unire ancora una volta le nostre braccia. Mia non riesce a muoversi liberamente a causa del gesso che le inchioda la gamba al materasso. Con estrema delicatezza inverto le nostre posizioni portandomi sopra di lei mentre la costringo ad ansimare scendendo verso il collo scoperto e risucchiando quella porzione candida e tenera di pelle che tanto adoro. So bene cosa le piace e sono pronto a farla impazzire. Voglio sentirla urlare il mio nome, riempirmi le orecchie con i suoi gemiti, voglio sentirmi ancora una volta parte di lei, dell’unica donna che io abbia mai amato, la mia migliore amica, la mia Mia.
Punto entrambe le ginocchia sul letto staccandomi da lei il tempo necessario per disfarmi della camicia. Vedo i suoi occhi famelici perdersi lungo la linea dei miei addominali, mi strappa un sospiro sfiorandomi il torace con le sue dita delicate fino alla cintura dei pantaloni e le mie mani fremono all’idea di poter vedere e toccare ancora una volta il suo meraviglioso corpo. “Spogliati.” La voce più roca di quanto potessi anche solo immaginare.
 
“Devi aiutarmi. Non posso farlo da sola.” Mi risponde con voce tremante sollevandosi dal materasso e unendo di nuovo le nostre labbra come se i miei baci fossero il suo ossigeno.
 
L’aiuto a rimettersi in equilibrio sulla sola gamba sinistra, Mia mi volta le spalle e solleva i capelli scoprendo la candida pelle delle spalle. Con entrambe le mani stringo la carne morbida scendendo forse troppo lentamente verso l’orlo dell’abito giallo e la fredda chiusura lampo, beandomi del fremito che la percuote al mio tocco. Siamo entrambi molto tesi ed emozionati.
La abbasso con calma, senza fretta, sentendo cavallo dei miei pantaloni stringersi sempre di più man mano che la sua schiena nuda si mostra ai miei occhi. Adoro quando non porta il reggiseno.
Inspiro più volte alla ricerca dell’ultima briciola di controllo che mi permette di non saltarle addosso.
 
“Come avresti fatto senza di me?” Continuo malizioso cercando di distogliere l’attenzione dal mio respiro pesante.  “Come fai a cambiarti ogni giorno?” Le domando senza riflettere notando come lei debba utilizzare la mano sinistra per sorreggersi al muro e non cadere a terra.
 
“Mi aiuta Josh.” Le parole le escono dalla bocca con tanta velocità e naturalezza da lasciarmi intuire che non deve essersi accorta del reale significato di ciò che ha detto. Il morbido tessuto giallo scivola lungo il suo corpo magro fino a raggiungere il suolo, lasciando il suo corpo coperto unicamente dalla brasiliana nera di pizzo. Sento la testa girarmi per il desiderio mentre le sue parole mi rimbombano nelle orecchie.
 
“JOSH?” Domando titubante scandendo ogni singola lettera del nome del suo migliore amico. So bene quanto fossero vicini all’università, tanto da indurla a confidarsi solo con lui, e sono consapevole di quanto il loro rapporto si sia stretto dopo l’incomprensione, ma non credevo fossero addirittura così intimi. In effetti Josh aveva una fidanzata prima, Greta. Che l’abbia lasciata per Mia?
Anche quella sera in ospedale ho creduto che lui fosse innamorato di lei, probabilmente i miei sospetti sono reali e loro… Non riesco a terminare la frase nemmeno nei miei pensieri mentre il mio cuore accelera pericolosamente.
“Lui ti ha messo lui questo vestito?” Continuo perdendomi sulla linea perfetta della sua schiena nuda. “CAZZO MIA, VUOI DIRMI CHE LUI TI HA VISTA COSI’? INDOSSI SOLO UN MALEDETTISSIMO PERIZOMA. SIETE STATI INSIEME PER CASO?” Mi allontano da lei di un passo stringendo i pugni e cercando di controllare la rabbia.
 
“NO!” Grida in risposta. Si volta verso di me lasciando andare i lunghi capelli che le ricadono morbidi sulle spalle e utilizzando il braccio destro per coprire alla mia vita il seno libero. Gli occhi sgranati per lo stupore. Come può meravigliarsi della mia reazione? Non so cosa mi freni dall’uscire da questa stanza, montare sulla mia auto e spaccargli quella faccia da damerino. Un occhio nero non è stato sufficiente. 
 
“Jake calmati, non è come pensi.” Si avvicina a me sorridente, come se ci fosse qualcosa di cui poter essere felici. La mia ragazza è stata a letto con uno dei miei migliori amici e lei sorride. “Jake, tra me e Josh non c’è mai stato nulla e mai ci sarà. Io non sono esattamente il suo tipo.”
 
“Come puoi non esserlo? Sei bellissima e lui ti ha vista così!”
 
Mia solleva gli occhi al cielo di fronte alla mia reazione rischiando di farmi perdere ancora di più una calma ormai inesistente. “Io e Josh siamo solo amici, è come un fratello per me. Sei mancato troppo tempo da New York e sono successe delle cose si cui non hai idea.”
 
“E questo cosa significa? Cosa potrebbe mai essere successo di così eclatante da permettergli di toccarti, guardarti così.” Alzo la mano indicando il suo corpo nudo. Vorrei stringerla a me ma questa novità mi blocca al suolo impedendomi di avanzare di un solo passo verso di lei.
 
“Jake calmati.” Mia cerca inutilmente di reprimere un sorriso, sta ridendo di me. “Josh è gay!” Termina togliendomi il respiro e lasciandomi senza parole. Mia si lascia cadere di lato, tornando sul letto morbido e io mi siedo al suo fianco incapace di parlare. Josh è gay? Da quando? Aveva una fidanzata.
 
“Nessuno mi ha detto niente…” Continuo imbarazzato e sconvolto dalla rivelazione.
 
“Ti prego non dirlo a nessuno, gli altri ancora non lo sanno. Per ora non vuole farne grossa pubblicità.”
 
“Quando?” Continuo curioso ma soprattutto sollevato, non che non mi dia fastidio che l’abbia vista così ma almeno so che non l’ha toccata.
 
“Dobbiamo sul serio continuare a parlare di Josh?” Mi domanda sollevando entrambe le sopracciglia.
 
Mia riporta il braccio destro lungo i fianchi mostrandosi a me in tutto il suo splendore. Sgrano gli occhi alla vista del suo generoso seno mentre la voglia di lei prende di nuovo possesso del mio corpo.
Apro la bocca in cerca di una risposta da darle ma ciò che ne esce è solo un ansimo roco. Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sento di aver perso il controllo di me stesso mentre l’aiuto a stendersi e mi riporto ancora una volta sopra di lei, accarezzo il suo intero corpo strappandole numerosi gemiti. Bacio ogni lembo di pelle scoperta fino a raggiungere il pizzo nero e strappandole un sospiro profondo.
Si lamenta appena mi allontano da lei, non lo farei mai se non fosse che indosso ancora i pantaloni che ormai stringono talmente tanto da farmi impazzire. Allarga le braccia le braccia nell’istante in cui torno da lei e mi stringe al suo corpo baciandomi con tanta passione che sento il mio cuore fermarsi prima di riprendere a battere talmente velocemente da convincermi che rischio un attacco di cuore.
Ed è così che mi perdo in lei, come abbiamo già fatto molte altre volte in passato ma aumentata da quel desiderio che entrambi abbiamo accumulato in questi anni di lontananza. Riusciamo ad amarci esattamente come la prima volta, perché nessuno si è mai amato tanto quanto noi, così tanto da superare tutto e tornare insieme.
 
“Sei mia.”
 
“Per sempre.”
 
 
 
 
 
Tre ore dopo.
 
 
Vengo svegliati da furiosi colpi alla porta. Qualcuno grida ma non sono in grado di riconoscere la voce né tantomeno di cogliere le parole.  
Mia siede sul letto, gli occhi sgranati, la faccia sconvolta.
Mi ci vuole qualche secondo per capire cosa sta succedendo.
 
 
“MIA APRI QUESTA PORTA. SO CHE SIETE INSIEME.” Qualcuno bussa con talmente tanta violenza che temo che la porta potrebbe cedere da un momento all’altro. “AVEVI PROMESSO. ME LO DOVEVI E INVECE TE LO SEI PORTATO A CASA. APRI QUESTA PORTA O GIURO CHE LA SFONDO  E VI AMMAZZO ENTRAMBI.”
 
“Cosa sta succedendo?” Le domando vedendola guardare imbambolata il telefono. Glielo strappo dalle mani e fisso lo schermo alla ricerca di una risposta, il New Yorker.
 
Al centro della pagina due foto di lei e Ryan Bass, sotto io e lei che ci baciamo con passione appoggiati alla fiancata della mia auto.
 
 
LA BELLA PROCURATRICE AMELIA RIVER TRADISCE IL FIDANZATO RYAN BASS. COME PREDERA’ LA NOTIZIA IL CANDIDATO SINDACO A SOLI TRE GIORNI DAI SEGGI.
 
 
 
“AMELIA APRI QUESTA PORTA O GIURO CHE LA SFONDO.”
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
 
So che non se lo aspettava nessuno ma sentivo di avere ancora qualcosa da dire sulla mia combriccola preferita :)
In questo capitolo ho voluto far riavvicinare Mia e Jake FINALMENTE… Ma lo sapete bene che ci sarà qualche problema in attesa.. esattamente dietro la porta.
Vi prego fatemi sapere se vi piace l’idea di continuare la storia.. Ho bisogno di voi per continuare a scrivere :)
Lachiaretta.
 
   
 
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