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Autore: Sylvie91    26/03/2016    3 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Un flebile raggio di sole entra teneramente nella stanza svegliandomi, mi stropiccio stancamente gli occhi con l’avambraccio per poi accorgermi che sono ancora vestita come ieri e che Fili dietro di me stringe possessivamente la mia vita.
Cerco di muovermi per uscire dal letto quando sento Fili stringere ancor di più la presa costringendomi a distendere –Dove credi di andare?- mi saluta baciandomi la schiena, mentre io tremo a questo piccolo e tenero contatto.
Sorrido intenerita e mi volto verso di lui, ha ancora gli occhi chiusi ma sorride come un bimbo a cui gli è stato appena fatto un regalo, mi chino e gli do un paio di schiaffetti delicati sulle guance –Buongiorno! Non dovresti essere da tuo fratello?-
-Mmmm… sì, dovrei.- afferma facendo una smorfia strana per poi aprire i suoi occhioni azzurri.
Mi rimetto al suo fianco appoggiandomi al suo petto, so che non dovrei farlo, ma la sensazione di sentire il suo respiro e di stargli così vicino è troppo forte  –Dovresti andare da Kili invece, sono molto preoccupata per lui.-
-Anch’io, è la prima volta che l’ho vedo così per una ferita.- afferma triste accarezzandomi piano i capelli.
-Vai allora, sarei più tranquilla se tu stai con lui.- ribatto alzandomi appena da lui, per guardarlo negli occhi.
-Sei proprio simile a nostra madre…- sussurra, giocando con una ciocca dei miei capelli girandola tra le dita.
-Spero che sia un complimento...-
-E’ la seconda donna della mia vita con te; comunque non potrei sopportare che succeda qualcosa a Kili, mi sento responsabile per la sua incolumità; non potrei sopportare di perderlo e poi ho promesso alla mamma e a me stesso di proteggerlo.-
-Siete straordinariamente uniti. Il vostro rapporto è così profondo; ma adesso va da lui, ti starà aspettando.-
-Ci  vediamo dopo.- mi dice scostandosi da me e rilasciandomi dal suo abbraccio –Ma prima…- si riavvicina e mi bacia appassionatamente, tanto che facciamo fatica a staccarci.
Lo guardo un attimo e lo trovo davvero irresistibile con il suo sorriso sornione, oltre ai suoi occhi sorridenti e quasi più chiari di prima –Vai!- lo spingo, infine, via delicatamente e sorridendogli.
Fili si mette la casacca di corsa, non posso far a meno di rimpiangere che il suo ampio e virile petto vengono coperti davanti ai miei occhi;  avrei un po’ la tentazione di trascinarmelo qui con me; ma il pensiero di Kili mi fa stringere il cuore.
Suo fratello ha bisogno di lui e non sarò di certo io a separarli, considero anch’io Kili come mio fratello ed ho paura per la sua incolumità.
Mi guardo intorno nella stanza, ero talmente persa nei miei pensieri che non mi sono resa conto che Fili è già uscito; esco dal letto, rabbrividendo un po’ per il freddo derivante dalla mattina autunnale e mi avvicino all’armadio per recuperare degli abiti più consoni per riprendere il viaggio.
Sono davanti allo specchio e studio accigliata il mio fisico, non sono mai stata magra, ma neanche grassa; ma oggi vedo il mio corpo un po’ più asciutto e muscoloso, soprattutto le gambe che per me sono sempre state un grande dilemma.
Il mio viso è un po’ più magro di quello che mi ricordavo e la mia pelle ha assunto un colore diverso dal rosa pallido ad uno un po’ più vivace; era da tanto che non mi guardavo così accuratamente; diciamo pure che in questi mesi non mi sono data proprio pena di cercare uno specchio, nemmeno a Gran Burrone dove magari uno specchio vero e proprio c’era.
Guardo anche i capelli, il mio color mogano con cui li avevo tinti parecchio tempo fa ora sta lasciando il posto ad un castano scuro, quasi ebano; adesso che guardo meglio anche i miei occhi sono cambiati il verde, che talvolta si scurisce diventando marroncino, è più brillante.
Basta Anaïs ti devi cambiare ora! Thorin odia i ritardatari!
Mi vesto di corsa, nascondo come al solito la borsa e indosso il mio affezionato mantello ormai lacero, esco e trovo Bifur che sta andando verso il salone d’ingresso, lo seguo silenziosamente; provo una sorte di compassione per questo nano, la sua ascia conficcata in testa mi dà sempre una certa impressione e trovo davvero triste che abbia perso la possibilità di parlare correttamente.
Arriviamo al salone di ingresso e ringrazio Bifur con una carezza sul braccio e un sorriso, lui ricambia ed annuisce con la testa; al salone c’è anche il resto della compagnia e sono state portate diverse armi che possiamo scegliere.
Maneggio un paio di spade per poi optare per una di lunghezza e peso simile a quella trovata alla grotta dei troll, a parte il fatto che è meno elegante e senza orpelli, ma con un impugnatura classica a “T”; riesco a trovare anche i pugnali da inserire nella mia cintura ed infine un arco completamente nero completo di faretra.
Usciamo dal salone muniti anche di provviste, gentilmente offerte dal Governatore che per inciso non vede l’ora di mettere le mani sulla sua parte di tesoro; fuori dal portone una folla di gente ci acclama lasciando quello che è uno stretto varco per arrivare ad una stalla sulla terra ferma dove ci sono dei cavalli e pony già sellati.
Mi guardo intorno alla ricerca di Kili e Fili, sono parecchio dietro a me ed il moro è poggiato a suo fratello, purtroppo ha riassunto il colore pallido che lo contrassegnava i giorni precedenti al nostro arrivo dal Governatore.
Guarda un attimo il mio cavallo, un magnifico animale di colore nero, ma la mia attenzione viene catturata quando noto che Thorin ha bloccato Kili –Tu no, dobbiamo andare veloci ci rallenteresti.-
-Ma che parli io vengo con voi!- risponde il nipote sorridendo pensando evidentemente ad uno scherzo.
-Non ora…- ribatte Thorin, caricando sul suo pony un sacco che non sembra per niente leggero.
Anche Fili si volta sentendo la discussione e guardando incredulo suo zio.
-Io ci sarò quando quella porta sarà aperta, quando scorgeremo le sale dei nostri padri, Thorin.- insiste Kili, mostrando quanto può essere distratto.
-Kili, resta qui e intanto riposati ci raggiungi quando guarisci.-  afferma Thorin mostrando un sorriso premuroso nei confronti del nipote, anche lui è preoccupato: temo di aver innestato io questa sua preoccupazione nelle sale delle armi, ma parlavo per il bene del nano ed un certo senso appoggio la scelta di Thorin: è difficile che una montagna scappi ed è più importante che la ferita si cicatrizzi, prima di fare ulteriori fatiche.
Ma capisco anche Kili per lui è un sogno entrare ad Erebor, ha faticato tanto come tutti e si è preso anche una freccia per permetterci di continuare assieme il nostro viaggio.
Oin scende velocemente dal suo pony –Io sto con il ragazzo, il mio dovere è stare con i feriti.- afferma a Thorin, che annuisce al medico.
-Zio, siamo cresciuti con le storie della Montagna; storie che tu ci hai raccontato, non puoi toglierli questo… lo porterò in braccio se devo!- interviene irritato Fili.
-Un giorno diventerai Re e capirai, non possiamo rischiare la riuscita di questa impresa per un solo nano, anche se un parente.- afferma fermo Thorin poggiando una mano sulla spalla del suo erede, mentre questi guarda un attimo suo fratello appoggiato ad un palo immobile e scioccato per il rifiuto dello zio.
Fili deciso scende anche lui dal pony andando verso Kili, ma viene quasi subito bloccato da Thorin –Fili non essere sciocco, il tuo posto è nella compagnia.- afferma serio, per poi venire scostato dal nipote -Il mio posto è con mio fratello.-
Io, non so neanche il perché, lascio le redini del mio cavallo e seguo Fili, ma, come per il nipote, Thorin mi blocca –Anche tu, Anaïs?-
-Thorin, dammi cinque minuti, voglio parlare con loro…- supplico guardando negli occhi il nano, che fa un cenno di assenso –Cinque minuti siano.-
Mi avvino ai fratelli, alzo il viso dolorante di Kili che sta stringendo i denti dal dolore e trattenendo le lacrime dallo sconforto di non poter venire con noi, e poi prendo in disparte Fili e lo porto in un posto coperto e nascosto, fortunatamente la gente sembra tutta concentrata sul resto della compagnia.
-Io rimango con te e Kili!- esclamo decisa.
-No, tu andrai con lo zio, hai una missione!- ribatte convinto il nano, senza voler ammettere discussioni a riguardo.
-La mia missione può aspettare, sono preoccupata per Kili e per te.- affermo, cercando di trattenere le lacrime che stanno insistentemente premendo per uscire.
-Io ci sarò appena Kili starà meglio, ma tu devi andare.- insiste il nano.
-Voglio stare con te! E con Kili!- gli dico prendendogli le mani e accarezzandole, mentre lui guarda un attimo basito il mio gesto..
-Anaïs, ti prego torneremo presto… segui Thorin.-
Chiudo gli occhi per ricacciare indietro le lacrime che vogliono uscire prepotentemente, lo guardo negli occhi e li vedo tristi e malinconici; non voglio vederli così i suoi occhi devono portare solo gioia nei miei, appoggio la mia fronte alla sua e respiro profondamente.
-Se non vedo tornare te, Kili e Oin entro tre giorni vi verrò a cercare.- sussurro decisa senza staccarmi da lui.
-No, te lo proibisco di fare tutta quella strada da sola.-
-No…-
-Anaïs a Gran Burrone mi avevi promesso di non utilizzare armi se non necessario e non l’hai proprio mantenuta, ora ti chiedo di andare con Thorin e basta!-
Detto questo mi prende il viso tra le sue mani e mi bacia senza darmi il tempo di rispondere, non voglio nemmeno rispondere la mia voce ne risulterebbe rotta e le lacrime scendono incontrollate, ma vengono raccolte dai pollici carezzevoli di Fili.
-Beh ho capito come farti tacere, mi chiedo perché non ci abbia pensato prima.- sorride dandomi un bacio sul naso alzandosi quasi sulle punte, scena che mi fa un po’ ridere; poi mi prende una mano e ne bacia il palmo –Vai! Thorin ti aspetta.-
Una musica solenne di strumenti a fiato si alza e vedo su un piedistallo il Governatore, guardo Fili –Se non torni, prometto che mi faccio il lago a nuoto pur di cercarti, hai capito?- prometto lasciando le sue mani, per poi raggiungere di corsa Kili ancora vicino al molo.
-Ci vedremo presto, vero?- chiedo a Kili che mi fa un sorriso stiracchiato, mentre Oin mi fa un cenno con la mano di andare.
Il governatore, intanto, parla assistito da quel viscido di Mr. Monociglio, sembra che stia per benedire la missione  e i miei compagni si stanno muovendo, corro sulla corro tra la gente per poi saltare in groppa al mio cavallo, raggiungendoli quasi subito.
Balin si volta verso di me, con il suo solito sorriso paterno –Sapevo che saresti venuta.-
-Tu sai sempre tutto o troppo.- rispondo sorridendo, mentre il vecchio nano fa una piccola risata per poi guardare davanti a sé verso la Montagna Solitaria.
 
La compagnia si è spaccata, i nani rimasti trottano velocemente avvicinandoci sempre di più alla Montagna, Thorin sta davanti e non l’ho mai visto girare la testa verso Pontelagolungo, verso i suoi nipoti; io contrariamente sono indietro e non riesco a resistere alla tentazione di guardare dietro le mie spalle.
Non riesco neanche a godermi il particolare paesaggio che mi si profila: il lago ghiacciato riflette dei freddi raggi privi di vera luce, intorno al lago dure rocce segnate dalla rada neve, c’è anche un freddo vento che mi sferza il viso come schiaffi.
Come sono contrastanti i miei sentimenti rispetto ai miei compagni, loro vanno avanti felici ed eccitati di rivedere la loro casa; io temo invece di aver smarrito la mia seconda casa e mi sento stupida a non aver capito ciò prima, si perché ormai la mia casa è dov’è Fili e ne sento già la mancanza.
Tuttavia più vado avanti in quest’avventura maggiormente mi allontano da lui e ne è consapevole; fra poco tutto questo sarà finito, tuttavia il mio mistero è ancora in piedi senza alcuna sbavatura, senza essere riuscita a scoprire niente.
Quanto vorrei mandare al diavolo questo libro e tutto ciò che riguarda esso; magari ritararmi in quel bel casolare della Contea che ho visto in quel strano giorno di inizio primavera, col mulino che accarezzava mogio l’acqua, col grano e i girasoli, chissà cosa sarebbe successo se mi fossi addormentata per un tempo più lungo in quel campo.
-Forza! Dobbiamo arrivare alla porta prima del tramonto.- esclama Thorin aumentando di poco il passo, mentre io rimango sempre a chiudere la fila,  sembra quasi un dejà-vu del primo giorno di marcia: quando aspettavo di vedere dietro di me un Hobbit ansioso e di corsa; adesso mi aspetto di vedere quattro nani: uno col capello strano, uno con la trombetta all’orecchio e i due principi.
Stiamo camminando su rocce e sassi che sono appoggiati l’uno sopra all’altro, un paesaggio che se non fosse per il cielo sarebbe desolante.
-Che cos’hai figliola?- mi distrae Balin, avvicinandosi piano a me.
-Niente, Balin… sono solo un po’ stanca.- affermo accennando un timido sorriso.
-Sei sicura? A momenti ti storcerai il collo a forza di guardare indietro.- ridacchia il nano, facendomi l’occhiolino.
Arrossisco senza neanche rendermene conto –Mi mancano.-
-Torneranno presto, non ti devi preoccupare. Non si vorranno perdere per nulla al mondo Erebor.- mi rassicura sorridendo.
-E’ così bella?- chiedo, non preoccupando troppo di essere indiscreta.
-Non so per canoni umani, ma per noi è casa.-
-Capisco cosa vuoi dire…- sussurro abbassando la testa e rendendomi conto che sto pensando a Fili, e non alla mia casa in Bretagna.
-Quando siamo partiti Gandalf disse che anche tu cercavi la tua casa, l’hai trovata?- mi chiede il nano, guardandomi con i suoi limpidi occhi chiari.
-Io, non lo so ancora. Balin, per te cosa vuol dire casa?-
-E’ un concetto particolare che va al di là del focolare, noi cerchiamo la nostra vecchia patria pur essendo riusciti a trovare, grazie a Thorin, quella che si potrebbe chiamare casa.- risponde onestamente il nano, accarezzando la criniera del suo pony.
-Quindi non dove ci sono le persone che vi amano; avete lasciato famiglie per questa impresa o persone a cui volete bene.-
-Proprio perché li vogliamo bene facciamo ciò; regaliamo la nostra vecchia patria ai nostri futuri figli… pensa ad un Gimli che corre per le stanze di Erebor dove una volta giocava suo padre o suo nonno.-
-Voi nani, fate tanto i duri- sbuffo divertita -… invece siete molto teneri, sai?- affermo facendolo arrossire un po’.
-Non dirlo a Dwalin.- sussurra lui scherzando.
-Non lo dirò ci tengo alla pelle.- rido coprendomi la bocca per non farmi troppo sentire.
Dwalin si volta verso di me con aria piuttosto truce una volta sentita la mia risata, e ringrazio che non abbia ascoltato l’ultima parte della conversazione tra me e il suo fratello… mi gira le spalle e supera l’ennesima roccia, che si profila sul nostro cammino.
Sotto gli zoccoli dei nostri animali permane un tappeto di rocce grigie di dimensioni diverse, e l’ambiente è disturbato solo dal rumore ritmato del trotto dei cavalli, se non fosse per quelli non ci sarebbe niente… neanche il fischio del vento bloccato dall’alta montagna.
-Che silenzio.- afferma fermandosi Bilbo.
Io e Balin lo raggiungiamo, ed il nano comincia –Non è stato sempre così. Una volta quelle colline erano ricoperte di boschi, gli alberi erano pieni di canti di uccelli.-
-Tranquillo Mastro Baggins, abbiamo cibo, arnesi; siamo orami a buon punto.- interviene Thorin per poi scattare sopra una roccia, la quale si affaccia innanzi a una città distrutta coperta dalla neve: i tetti scoperti, le mura rotte ricoperte di bianco.
Bianco che simboleggia la purezza in questo caso vuol dire morte, che è stata distribuita gratuitamente dalla bestia della montagna.
-Era la città di Dale.- indica Balin.
-Ora è una rovina.- continua il fratello.
-La desolazione di Smaug.-
-Domani dobbiamo essere alla porta per mezzodì, fermiamoci qui a dormire.- ordina Thorin.
-E’ questo lo spiazzo? Gandalf ci ha detto di aspettarlo qui! A nessun costo dovevamo…- lo ferma Bilbo
-Tu lo vedi? Non abbiamo tempo per aspettare lo stregone. Se arriva domani bene altrimenti, siamo da soli.- ribatte Thorin ritornando a guardare la Montagna che sembra sempre più appropinquarsi, sempre più alta e temibile, con una sorpresa non da poco dentro.
   
 
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