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Autore: Anne Elliot    26/03/2016    0 recensioni
Mr. Holmes, attirò subito l'attenzione della sala per la figura alta e raffinata, i bei lineamenti e il portamento nobile, e la voce, che passò di bocca in bocca nel giro di cinque minuti dal suo ingresso, della sua rendita di diecimila sterline l'anno. I signori lo giudicarono un uomo dall'aspetto raffinato, le signore proclamarono che era molto più attraente di Mr. Watson, e fu oggetto di grande ammirazione per circa metà della serata, fino a quando i suoi modi suscitarono una disapprovazione che rovesciò il corso della sua popolarità; si scoprì infatti che era superbo, che si riteneva al di sopra della compagnia e non faceva nulla per rendersi piacevole, e nemmeno la sua vasta tenuta nel Derbyshire poteva salvarlo dall'avere un volto ostile e antipatico, e di non essere degno di paragone col suo amico.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volume II
Note autore; Salve a tutte/i!
Per prima cosa voglio ringraziare chi ha letto questa storia, come chi l'ha mesa fra le seguite o preferite e chi ha addirittura gentilmente deciso di commentare.
Spero che i vari corrispettivi sherlockiani vi siano sembrati, se non pertinenti, quantomeno passabili. In questo volume ci sarà la comparsa di Lord de Borugh ed il suo corrispettivo, sono proprio curiosa di sapere se ed eventualmente quanto vi piacerà o disgusterà.
Come sempre, a voi l'ardua sentenza e le critiche che sono sempre ben accette.
A presto,
Anne ^^
ps. vi ho aggiunto delle chicche "grafiche" nel primo capitolo ^^ spero rendano il tutto più completo ^^




Orgoglio e Pregiudizio



Volume secondo



24

La lettera di Miss Watson arrivò, e mise fine a ogni dubbio. Già nella prima frase c'era la conferma di come si fossero tutti stabiliti a Londra per l'inverno, e si concludeva con il rammarico del fratello per non aver avuto il tempo di porgere i propri omaggi ai suoi amici nell'Hertfordshire prima di partire dalla campagna.

La speranza era svanita, completamente svanita; e quando Mary riuscì a prestare attenzione al resto della lettera, trovò che le lodi per Miss Holmes ne occupavano gran parte.
Molly, alla quale Mary comunicò molto presto gran parte di tutto ciò, ascoltò in un indignato silenzio. Il suo cuore era diviso tra la preoccupazione per la sorella e il risentimento verso tutti gli altri. Alle affermazioni di Irene sulla predilezione del fratello per Miss Holmes non dava alcun credito.
Mrs. Hooper continuava ancora a meravigliarsi e a lagnarsi di quel mancato ritorno.
Mr. Hooper trattò la faccenda in modo diverso. "E così, Molly", disse un giorno, "vedo che tua sorella ha avuto una delusione d'amore. Mi congratulo con lei. Prima di sposarsi, a una ragazza fa piacere avere di tanto in tanto una delusione d'amore. È qualcosa a cui pensare, e le concede una certa distinzione tra le amiche. Quando verrà il tuo turno? Qui a Meryton ci sono abbastanza ufficiali da deludere tutte le signorine nei dintorni. Moriarty sarebbe perfetto per te. È una persona piacevole, e ti pianterebbe con molto stile."
"Grazie, signore, ma mi andrebbe bene anche un uomo meno simpatico. Non possiamo aspettarci tutte la fortuna di Mary."
La compagnia di Mr. Moriarty fu di concreta utilità per fugare la malinconia nella quale le ultime, sfortunate vicende avevano gettato molti della famiglia di Longbourn. Lo vedevano spesso, e alle sue altre qualità si era adesso aggiunta quella di una completa mancanza di riserbo. L'intera vicenda già esposta a Molly, le sue affermazioni circa Mr. Holmes, e tutto ciò che aveva sofferto a causa sua, furono espresse apertamente e rese di pubblico dominio; e tutti furono soddisfatti pensando a quanto avessero sempre ritenuto antipatico Mr. Holmes prima di venire a conoscenza dell'intera questione.
Miss Hooper era la sola creatura in grado di immaginare che potesse esserci qualche circostanza attenuante nella faccenda, ignota alla società dell'Hertfordshire.

25

Il lunedì successivo, Mrs. Hooper ebbe il piacere di accogliere il fratello e la moglie, che venivano come al solito a passare il Natale a Longbourn. Mr. Hudson era un uomo assennato e distinto, di gran lunga superiore alla sorella tanto per indole quanto per educazione. Mrs. Hudson era una donna amabile, intelligente ed elegante, ed era la preferita da tutte le sue nipoti di Longbourn. Un legame particolare c'era specialmente con le due maggiori, che erano state spesso sue ospiti a Londra.
La prima parte degli impegni di Mrs. Hudson fu di distribuire i regali e descrivere le ultime novità della moda. Una volta fatto questo era il suo turno di ascoltare. Mrs. Hooper aveva molte pene da riferire, e molto da lamentarsi.
Mrs. Hudson, che conosceva già gran parte di queste notizie attraverso la corrispondenza con Mary e Molly, diede una risposta vaga alla cognata e, per compassione verso le nipoti, sviò la conversazione.
Più tardi, da sola con Molly, parlò più diffusamente di quell'argomento. "Sembra che fosse proprio un matrimonio desiderabile per Mary", disse. "Mi dispiace che sia andato a monte. Ma queste cose succedono talmente spesso!"
"Un'ottima consolazione per certi versi", disse Molly, "ma non fa al caso nostro. Non abbiamo sofferto per caso. Non succede spesso che l'ingerenza di amici riesca a convincere un giovanotto economicamente indipendente a non pensare più a una ragazza, della quale si era ardentemente innamorato solo poche settimane prima."
"Povera Mary! Mi dispiace per lei, perché, con il suo carattere, non è in grado di riprendersi subito. Ma non pensi che la si possa convincere a venire con noi? Un cambiamento potrebbe farle bene... e forse allontanarsi un po' dall'ambiente di casa sarebbe la cosa migliore."
Molly fu entusiasta di quella proposta, ed era certa che la sorella avrebbe subito acconsentito.
"Spero", aggiunse Mrs. Hudson, "che non si lasci influenzare da considerazioni riguardanti il giovanotto. Abitiamo in una parte della città così diversa, tutte le nostre relazioni sono così diverse e, come ben sai, noi usciamo così poco, che è molto improbabile che si incontrino, a meno che lui non voglia espressamente farle visita."
"E questo è assolutamente impossibile, perché ora è sotto la tutela del suo amico, e Mr. Holmes non potrebbe certo tollerare di vederlo far visita a Mary in quella parte di Londra!"
"Molto meglio così. Spero che non si incontrino mai. Ma Mary non è in corrispondenza con la sorella? Lei non potrà fare a meno di farle visita."
"Mary troncherà definitivamente la relazione."
Ma nonostante le certezze che Molly fingeva di avere su questo punto sentiva un'ansia sull'argomento che la convinse, riflettendoci su, a non perdere del tutto le speranze. Era possibile che l'affetto di lui potesse riaccendersi, e che l'influenza dei suoi amici potesse essere combattuta con successo dalla più naturale influenza del fascino di Mary.
Miss Hooper accettò con piacere l'invito della zia. Gli Hudson rimasero una settimana a Longbourn, e tra i Phillips, i Lucas e gli ufficiali, non ci fu giorno senza impegni.

26


Mr. Collins tornò nell'Hertfordshire subito dopo la partenza degli Hudson e di Mary, ma dato che aveva preso alloggio dai Lucas, il suo arrivo non arrecò troppo disturbo a Mrs. Hooper. Il giovedì sarebbe stato il giorno delle nozze, e il mercoledì Miss Lucas fece la sua visita di addio, e quando si alzò per prendere congedo Molly, vergognandosi degli auguri sgarbati e stentati della madre, mentre lei era sinceramente commossa, l'accompagnò fuori dalla stanza.
"Conto di avere molto spesso notizie da te, Molly."
"Le riceverai senz'altro."
"E ho un altro favore da chiederti. Verrai a trovarmi?"
Molly non poteva rifiutare, anche se prevedeva che la visita le avrebbe arrecato ben poco piacere.
Le nozze ebbero luogo; la sposa e lo sposo partirono per il Kent direttamente dalla chiesa, e tutti, come al solito, ebbero molto da dire e da ascoltare su quell'argomento. Molly ebbe presto notizie dall'amica, e la loro corrispondenza fu regolare e frequente come prima; che fosse ugualmente confidenziale era impossibile.
Mary aveva già scritto qualche rigo alla sorella per annunciare di essere arrivata sana e salva a Londra; e quando scrisse di nuovo, Molly sperava che sarebbe stata in grado di dire qualcosa dei Watson.
La sua impazienza per la seconda lettera fu ripagata come generalmente avviene con l'impazienza. Mary era da una settimana in città senza aver né visto né sentito Irene. Tuttavia, giustificava la cosa supponendo che la sua ultima lettera da Longbourn all'amica fosse per qualche motivo andata smarrita.
"La zia", proseguiva, "andrà domani in quella zona di Londra, e io coglierò l'occasione per far visita a Grosvenor Street."
Scrisse di nuovo, dopo aver fatto quella visita e aver incontrato Miss Watson. "Non ho trovato Irene di buon umore", furono le sue parole, "ma è stata molto contenta di vedermi. Naturalmente le ho chiesto del fratello. Sta bene, ma è talmente impegnato con Mr. Holmes che, in pratica, non lo vedono mai. Ho scoperto che Miss Holmes era attesa per pranzo. Mi sarebbe piaciuto poterla incontrare. La mia visita non è stata lunga, dato che Irene stava uscendo. Credo proprio che verranno presto a trovarmi."
Molly scosse la testa sulle parole di quella lettera. La convinse che solo per caso Mr. Watson avrebbe potuto sapere della presenza in città della sorella.
Trascorsero quattro settimane, e Mary non seppe nulla di lui. Cercava di convincersi a non provare alcun rammarico, ma non poté più a lungo restare cieca di fronte alla noncuranza di Miss Watson. Dopo averla aspettata ogni mattina per quindici giorni, e aver escogitato ogni pomeriggio una scusa nuova, alla fine l'ospite apparve; ma la brevità della visita e, ancora di più, il cambiamento nei suoi modi, non permisero a Mary di ingannarsi oltre. La lettera che scrisse alla sorella in quell'occasione, era una prova di ciò che sentiva.

"La mia carissima Molly sarebbe incapace, ne sono certa, di esultare a mie spese per aver giudicato meglio, se confesso di essermi completamente ingannata circa il riguardo di Miss Watson verso di me. Irene non ha ricambiato la visita fino a ieri ed era molto evidente come non provasse alcun piacere in quella visita; era sotto tutti gli aspetti una persona talmente diversa, che quando se n'è andata ero già fermamente decisa a non proseguire oltre in questa amicizia. Ma la compatisco, perché deve rendersi conto di come abbia agito male, e perché sono sicurissima che la causa è stata la preoccupazione per il fratello. Non c'è bisogno che mi dilunghi oltre, e anche se noi sappiamo che questa preoccupazione è del tutto superflua, il fatto che lei la provi spiega il suo comportamento nei miei confronti; e lui merita talmente di essere caro a sua sorella che qualunque preoccupazione lei possa provare è naturale e dettata dall'affetto. Non posso che stupirmi, tuttavia, delle sue paure attuali, perché se lui fosse stato davvero interessato a me, ci saremmo dovuti incontrare da molto tempo. Lui sa che sono in città, ne sono certa da delle cose che ha detto lei, eppure mi è sembrato, dal suo modo di esprimersi, come se volesse convincersi che il fratello nutra davvero una predilezione per Miss Holmes. Non riesco a capire. Se non temessi di giudicare in modo affrettato, sarei quasi tentata di dire che in tutto questo c'è un bel po' di apparente doppiezza. Ma devo fare tutto il possibile per bandire ogni pensiero penoso, e pensare solo a ciò che può rendermi felice, il tuo affetto e l'immutabile gentilezza dei miei cari zii. Fatti sentire prestissimo.
Tua, ecc."

Questa lettera rattristò un po' Molly; ma si consolò pensando che Mary non sarebbe stata più ingannata, almeno dalla sorella. Tutte le speranze nei confronti del fratello erano ormai completamente svanite.


27

Con avvenimenti non più significativi di questi, e con non maggiori diversivi delle passeggiate a Meryton, a volte nel fango e a volte nel gelo, la famiglia di Longbourn passò i mesi di gennaio e febbraio. Marzo doveva condurre Molly a Hunsford.
Il viaggio fu stabilito secondo il piano iniziale di Meena e la brillante idea di passare una notte a Londra, per poter vedere Mary, fu aggiunta per tempo.
Era un viaggio di sole ventiquattro miglia, e partì così presto da essere a Gracechurch Street per mezzogiorno. Mentre si avvicinava a casa di Mr. Hudson, Mary era alla finestra del salotto in attesa del suo arrivo; quando entrò nel corridoio era là a darle il benvenuto, e Molly, scrutandola ansiosamente in volto, fu contenta di vederla sana e bella come sempre. Sulle scale c'era una truppa di ragazzini e ragazzine, che erano troppo impazienti di vedere la cugina per starsene ad aspettare in salotto, e troppo timidi, dato che non la vedevano da un anno, per scendere più in basso. Tutto era gioia e tenerezza. La giornata trascorse molto piacevolmente; il mattino tra andirivieni e spese, e la sera in uno dei teatri.
Qui Molly riuscì finalmente a sedersi accanto alla zia. Il primo argomento fu la sorella, e fu più addolorata che stupita nel sentire che sebbene Mary si sforzasse sempre di farsi coraggio, c'erano periodi di depressione. Mrs. Hudson le raccontò anche i particolari della visita di Miss Watson a Gracechurch Street.
Prima di separarsi a conclusione dello spettacolo, Molly ebbe l'inaspettata felicità di un invito ad accompagnare gli zii in un viaggio di piacere che avevano intenzione di fare in estate.
"Non abbiamo ancora deciso del tutto quanto ci porterà lontano, "disse Mrs. Hudson, "ma forse fino alla regione dei laghi."
Nulla poteva essere più gradevole per Molly, che accettò l'invito immediatamente e con molta gratitudine.

28

Il giorno successivo, ogni elemento del viaggio sembrò nuovo e interessante a Molly.
Una volta lasciata la strada principale per quella che portava a Hunsford, tutti gli sguardi erano in cerca della canonica, e a ogni curva ci si aspettava di vederla apparire. La recinzione di Rosings Park faceva da confine da un lato. Molly sorrideva nel rammentarsi di tutto ciò che aveva sentito dei suoi abitanti.
Alla fine la canonica divenne visibile. Mr. Collins e Meena apparvero alla porta, e la carrozza si fermò davanti al cancelletto, che conduceva alla casa attraverso un breve vialetto di ghiaia, tra sorrisi e cenni di saluto da parte di tutti. Vide subito che i modi del cugino non erano stati per nulla modificati dal matrimonio; la sua cortesia formale era esattamente quella di prima, e la trattenne per diversi minuti al cancello ad ascoltare e a soddisfare le sue domande su tutta la famiglia. Fu poi, senza altro indugio se non per farle notare l'aspetto curato dell'ingresso, introdotta in casa, e non appena in salotto, lui le diede il benvenuto nella sua umile dimora per una seconda volta, con ostentata formalità e ripetendo puntualmente tutte le offerte di un rinfresco fatte dalla moglie.
Molly era preparata a vederlo in tutta la sua gloria, e non poté fare a meno di supporre che nel mostrare le giuste proporzioni, l'aspetto e il mobilio della stanza, lui le rivolgesse a lei, come se volesse farle percepire ciò che aveva perduto rifiutandolo. Ma anche se tutto sembrava ordinato e confortevole, lei non ce la fece proprio a gratificarlo con un qualche sospiro di rimpianto, e guardò invece con stupore all'amica, che riusciva ad avere un'aria così allegra con un compagno del genere.
Aveva già saputo che Lord de Bourgh era ancora lì. Se ne parlò di nuovo mentre erano a pranzo, quando Mr. Collins osservò,
"Sì, Miss Molly, avrete l'onore di vedere Lord de Bourgh domenica prossima in chiesa, e non ho bisogno di dire che ne rimarrete incantata. Non esito nemmeno ad affermare che vi includerà in tutti gli inviti dei quali ci onorerà durante la vostra permanenza qui. Il suo comportamento nei confronti della mia Meena è incantevole. Pranziamo a Rosings due volte a settimana, e non ci è mai permesso di tornare a casa a piedi. La carrozza di sua signoria è regolarmente messa a nostra disposizione. Dovrei dire una delle sue carrozze, poiché ne ha diverse."
"Lord de Bourgh è davvero un uomo molto saggio e rispettabile", aggiunse Mena, "e un vicino molto premuroso."
"Verissimo, mia cara, è esattamente quello che dico io."
Verso la metà del giorno successivo, mentre era nella sua stanza a prepararsi per una passeggiata, un rumore improvviso di sotto sembrò gettare tutta la casa nella confusione, e dopo aver ascoltato per un istante, si sentì chiamare.
Scese nella sala da pranzo, che si affacciava sul vialetto; erano due signore in un basso calessino ferme al cancello.
"Tutto qui?" esclamò Molly. "Come minimo mi aspettavo che i maiali si fossero impadroniti del giardino."
"Ma no! mia cara", disse Meena," la signora anziana è Mrs. Jenkinson e l'altra è Miss de Bourgh."
"Il suo aspetto mi piace", disse Molly, colpita da un'altra idea. "Sembra malaticcia e irritabile. Sì, fa proprio al caso suo. Sarà la moglie ideale per lui".
Mr. Collins era in piedi al cancello conversando con le signore.
Alla fine non ci fu più nulla da dire; le signore proseguirono e Mr. Collins rientrò in casa. Non appena vide la cugina iniziò a congratularsi per la fortuna che aveva avuto nell'essere stati tutti invitati a pranzo a Rosings il giorno successivo.

29

A seguito di quell'invito, il trionfo di Mr. Collins fu completo.
"Confesso", disse, "che non sarei stato affatto sorpreso se sua signoria ci avesse invitati domenica per il tè e per passare il pomeriggio a Rosings. Ma chi avrebbe mai potuto prevedere un'attenzione del genere? Chi avrebbe potuto immaginare di ricevere un invito a pranzo così immediatamente a ridosso del vostro arrivo!"
Per l'intera giornata, e il mattino successivo, non si parlò quasi d'altro che della visita a Rosings. Mr. Collins la istruì con cura su ciò che li aspettava, affinché non fosse sopraffatta dalla vista di sale come quelle, dall'abbondanza di domestici e dallo splendore del pranzo.
"Non sentitevi a disagio, mia cara cugina, per il vostro abbigliamento. Lord d Bourgh è ben lungi dal pretendere da noi quell'eleganza nel vestire che appartiene a lui e alla figlia. Vi consiglio solo di mettervi l'abito più bello fra tutti quelli che avete. Lord de Bourgh non avrà meno stima di voi se sarete vestita con semplicità. Gli fa piacere che sia preservata la differenza di rango."
Dato che il tempo era bello, fecero una piacevole passeggiata di mezzo miglio attraverso il parco. Tutti i parchi hanno le loro bellezze e i loro panorami, e Molly vide molte cose che le piacquero, sebbene non con quel rapimento che Mr. Collins si aspettava dovesse suscitare la scena, e fu molto poco colpita dalla sua enumerazione delle finestre sulla facciata della casa e dal resoconto di quanto fossero costate.
Dal salone d'ingresso seguirono i domestici, attraverso un'anticamera, nella sala dove erano Lord de Bourgh, la figlia e Mrs. Jenkinson. Sua signoria, con grande condiscendenza, si alzò per riceverli, e dato che Mrs. Collins aveva concordato con il marito che sarebbe stata lei ad assumersene l'onere, le presentazioni furono eseguite in modo appropriato, senza nessuna di quelle scuse e ringraziamenti che lui avrebbe ritenuto necessari.
Molly si sentiva del tutto all'altezza della situazione, e poté osservare con calma le tre persone di fronte a lei. Lord Mycroft de Bourgh era un uomo alto e ben piantato, con lineamenti molto marcati un tempo belli. Non aveva un'aria conciliante, né il modo di riceverli fu tale da far dimenticare agli ospiti l'inferiorità del loro rango. Non era il silenzio a renderlo temibile, ma il fatto che qualsiasi cosa dicesse la diceva in un tono così autoritario, così marcato dalla presunzione; a Molly venne subito in mente Mr. Moriarty, e da ciò che osservò per tutta quella giornata, si convinse che Lord Mycroft fosse esattamente come lui l'aveva descritto.
Dopo aver esaminato il padre, nel quale trovò una vaga somiglianza con Mr. Holmes nei lineamenti e nel modo di comportarsi, rivolse lo sguardo alla figlia. Non c'era, nell'aspetto e nel volto, nessuna somiglianza tra i due. Miss de Bourgh era pallida e malaticcia; i lineamenti, pur se non brutti, erano insignificanti, e parlava pochissimo, solo a bassa voce e a Mrs. Jenkinson completamente impegnata nell'ascoltare ciò che lei le diceva, e a spostare il parafuoco del camino in modo da proteggerle gli occhi.
Il pranzo fu grandioso, con tutti i servitori e l'argenteria promessi da Mr. Collins e, proprio come aveva predetto, fu messo, per volere di Lord de Bourgh, all'altro capotavola, e aveva l'aria di chi sente di non poter chiedere nulla di più alla vita. Fece le parti, mangiò e lodò con deliziato fervore, e ogni piatto ricevette elogi in un modo che Molly si chiedeva come potesse essere sopportato da Lord Mycroft. Ma Lord de Bourgh sembrava gratificato dalla sua estrema ammirazione, ed elargiva molti graziosi sorrisi, specialmente quando qualche piatto messo in tavola risultava nuovo per loro.
Quando tornarono in salotto, ci fu ben poco da fare se non ascoltare Lord de Bourgh, che parlò senza nessuna pausa fino all'arrivo del caffè, dispensando giudizi su qualsiasi argomento in un modo così deciso da far capire che non era abituato a essere contraddetto. Si informò in modo confidenziale e minuzioso dei problemi domestici di Meena, le diede un bel po' di consigli su come affrontarli tutti, le disse come regolare le cose in una famiglia piccola come la sua, e la istruì su come prendersi cura di mucche e pollame. Molly scoprì che nulla era indegno dell'attenzione di quel gran signore, se era in grado di fornirgli l'opportunità di dettare legge agli altri. Negli intervalli della sua conversazione con Mrs. Collins, le rivolse una serie di domande. Le chiese, in momenti diversi, quante sorelle avesse, se fossero più grandi o più piccole di lei, se ce ne fosse qualcuna in procinto di sposarsi, se fossero belle, dove erano state educate, che tipo di carrozza aveva il padre, e qual era il cognome da ragazza della madre. Molly percepì tutta l'impertinenza di quelle domande, ma rispose con molta compostezza. Poi Lord Mycroft osservò,
"Mi sembra che la proprietà di vostro padre sia vincolata a Mr. Collins. Per quanto vi riguarda", rivolgendosi a Meena, "ne sono lieta, ma in generale non vedo perché sottrarre le proprietà alla discendenza femminile. Nella famiglia di Sir Lewis de Bourgh non era ritenuto necessario. Sapete suonare e cantare, Miss Hooper?"
"Un po'"
"Oh! allora... una volta o l'altra saremo felici di sentirvi. Il nostro strumento è eccellente. Dovete provarlo un giorno o l'altro. Le vostre sorelle sanno suonare e cantare?"
"Una di loro sì."
"Perché non avete imparato tutte? Dovevate imparare tutte. Sapete disegnare?"
"No, per niente."
"Cosa, nessuna di voi?"
"Nessuna."
"È davvero strano. Ma immagino che non ne abbiate avuto l'opportunità. Vostra madre avrebbe dovuto portarvi a Londra ogni primavera per potervi procurare degli insegnanti."
"Mia madre non avrebbe avuto nulla in contrario, ma mio padre detesta Londra."
"La vostra istitutrice vi ha lasciate?"
"Non abbiamo mai avuto un'istitutrice."
"Nessuna istitutrice! Com'è possibile? Cinque figlie cresciute in casa senza un'istitutrice! Non ho mai sentito una cosa del genere. Vostra madre dev'essere stata veramente schiava della vostra educazione."
Molly riuscì a malapena e evitare di sorridere, mentre la assicurava che non era stato così.
"Ma allora, chi vi ha istruite? chi si è preso cura di voi? Senza un'istitutrice dovete essere state trascurate.''
"In confronto a certe famiglie, può essere; ma a quelle di noi che desideravano imparare non sono mancati i mezzi. Siamo state sempre incoraggiate a leggere, e abbiamo avuto tutti gli insegnanti necessari. Quelle che hanno preferito essere pigre, l'hanno potuto fare."
"Certo, senza dubbio; ma è proprio per evitare questo che serve un'istitutrice. Dico sempre che non può esserci educazione senza un insegnamento fisso e regolare, e nessuno se non un'istitutrice può garantirlo. È incredibile quante famiglie ho fatto in modo di aiutare in questo modo. Qualcuna delle vostre sorelle più piccole ha debuttato in società, Miss Hooper?"
"Sì, tutte."
"Tutte! Che cosa, tutte e cinque in una volta? Davvero strano! E voi siete solo la seconda. Le più piccole già in società prima che le maggiori siano sposate! Le vostre sorelle più piccole devono essere molto giovani, no?"
"Sì, la più piccola non ha ancora sedici anni. In realtà, signora, credo che sarebbe molto crudele per le sorelle più piccole non avere la loro parte di vita sociale e di divertimenti, solo perché le più grandi non hanno modo o voglia di sposarsi presto. L'ultima ha diritto agli svaghi della giovinezza quanto la prima. E doverci rinunciare per un motivo del genere! Credo che non sarebbe il modo migliore per promuovere l'affetto e la solidarietà tra sorelle."
"Parola mia", disse sua signoria, "esprimete le vostre opinioni con molta decisione per la vostra età. Scusate, quanti anni avete?"
"Con tre sorelle più piccole già belle che cresciute", replicò Molly con un sorriso, "vostra signoria non può certo aspettarsi che lo confessi."
Lord Mycroft rimase sbalordito per non aver avuto una risposta diretta, e Molly sospettò di essere la prima persona che avesse osato prendersi gioco di una così nobile impertinenza!
Una volta finito di prendere il tè, furono sistemati i tavoli da gioco.
Una volta che Lord Mycroft e la figlia ebbero giocato quanto volevano, i tavoli furono abbandonati, la carrozza fu offerta a Mrs. Collins, accettata con gratitudine e immediatamente ordinata.


30

Si stava avvicinando la Pasqua, e la settimana che la precedeva avrebbe portato un'aggiunta alla famiglia di Rosings. Molly aveva saputo che Mr. Holmes era atteso nel giro di qualche settimana, e sebbene non fossero molti i conoscenti che avrebbe gradito di meno, il suo arrivo avrebbe fornito una relativa novità a cui guardare a Rosings, e le avrebbe dato modo di capire quali speranze ci fossero per Miss Watson, osservando il suo comportamento nei confronti della cugina.
Nella canonica si seppe subito del suo arrivo, poiché Mr. Collins passò l'intera mattina a passeggiare allo scopo di averne conferma il prima possibile; e dopo aver fatto il suo inchino alla carrozza che si dirigeva verso il palazzo, corse a casa con la grande notizia. Il mattino successivo si affrettò a Rosings per porgere i suoi omaggi. C'erano due nipoti di Lord Mycroft a riceverli, poiché Mr. Holmes aveva portato con sé un certo colonnello Greg Lestrade, il figlio minore di un altro suo zio e, con grande sorpresa di tutti, quando Mr. Collins tornò alla canonica era accompagnato dai due gentiluomini. Meena li aveva visti attraversare la strada dalla stanza del marito e, correndo immediatamente nell'altra, informò Molly dell'onore che le aspettava, aggiungendo,
"Devo ringraziare te, Molly, per tanta cortesia. Mr. Holmes non sarebbe mai venuto a trovare me così presto."
Molly aveva avuto appena il tempo di smentire qualsiasi diritto a quel complimento, prima che il loro arrivo fosse annunciato dal campanello, e che i tre gentiluomini entrassero subito dopo nella stanza. Il colonnello Lestrade, che fu il primo a entrare, aveva circa trent'anni, non era bellissimo, ma con una figura e modi da vero gentiluomo. Mr. Holmes sembrava esattamente come era sembrato nell'Hertfordshire; porse i propri omaggi, con il consueto riserbo, a Mrs. Collins e, quali che fossero i suoi sentimenti verso l'amica della padrona di casa, la salutò con molta compostezza. Molly si limitò a fare un inchino senza dire una parola.
Il colonnello Greg diede subito avvio alla conversazione con la prontezza e la disinvoltura di un uomo beneducato, e conversò molto piacevolmente; ma il cugino, dopo essersi rivolto a Mrs. Collins con qualche osservazione di poco conto sulla casa e il giardino, rimase seduto per un po' senza dire una parola. Alla fine, però, la sua educazione si ridestò a tal punto da informarsi con Molly sulla salute della sua famiglia. Lei rispose nei modi dovuti e dopo una breve pausa, aggiunse,
"La mia sorella maggiore è a Londra da tre mesi. Vi è mai capitato di incontrarla?"
Era perfettamente consapevole di no, ma voleva vedere se si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa su quello che era successo tra i Watson e Mary, e ritenne di poter vedere un qualche imbarazzo mentre rispondeva di non essere mai stato così fortunato da incontrare Miss Hooper. L'argomento non proseguì oltre, e subito dopo i due signori se ne andarono.

31

I modi del colonnello Lestrade furono molto apprezzati alla canonica. Passarono alcuni giorni, tuttavia, prima che ricevessero un invito, poiché quando in casa c'erano degli ospiti loro non erano ritenuti necessari; e fu solo il giorno di Pasqua che ebbero l'onore di una tale attenzione, e comunque, all'uscita dalla chiesa, fu chiesto loro solo di andare in serata. Nella settimana appena trascorsa avevano visto molto poco sia Lord de Bourgh che la figlia. Il colonnello Greg era stato in visita alla canonica più di una volta durante quel periodo, ma Mr. Holmes lo avevano visto solo in chiesa.
Sua signoria li accolse in modo garbato, ma era evidente come la loro compagnia non fosse certo ben accetta come quando lui non poteva contare su nessun altro; era infatti quasi completamente assorbito dai nipoti, e parlava con loro, specialmente con Holmes, molto di più che con qualsiasi altra persona presente.
Il colonnello Lestrade sembrò davvero lieto di vederli; a Rosings, qualsiasi cosa era per lui una piacevole distrazione, e la graziosa amica di Mrs. Collins aveva fatto notevolmente colpo su di lui. Si sedette accanto a lei, e chiacchierò così amabilmente che Molly non si era mai divertita così tanto in quella stanza prima di allora, e conversavano con talmente tanto spirito e vivacità da attirare l'attenzione di Lord de Bourgh, oltre a quella di Mr. Holmes. Lo sguardo di lui si era presto, e ripetutamente, rivolto verso di loro con curiosità, e dopo un po' apparve chiaro come sua signoria condividesse quell'impulso, poiché non si fece scrupolo di dire a voce alta,
"Che cosa state dicendo, Greg? Di che cosa state parlando? Che cosa state raccontando a Miss Hooper? Fatelo sentire anche a me."
"Stiamo parlando di musica, signore", disse lui, quando non fu più in grado di evitare una risposta.
"Di musica! Allora parlate a voce alta. Ci sono poche persone in Inghilterra che traggono maggiore godimento di me dalla musica, o che hanno un gusto più innato. Se la sua salute le avesse permesso di applicarsi sono certo che Sarah avrebbe suonato in modo delizioso. E Harriet come procede, Holmes?"
Mr. Holmes fece un elogio affettuoso delle capacità della sorella.
"Sono molto contento di sentire notizie così buone di lei", disse Lord Mycroft; "e vi prego di dirle da parte mia, che non può aspettarsi di eccellere senza fare un bel po' di esercizio."
"Vi assicuro, signora", replicò lui, "che si esercita con molta costanza."
"Tanto meglio. L'esercizio non è mai troppo; e la prossima volta che le scriverò, la esorterò a non trascurarlo per nessun motivo. Lo dico spesso alle signorine, che non può essere acquisita nessuna eccellenza nella musica, senza un costante esercizio. L'ho detto diverse volte anche a Miss Hooper, che non suonerà mai davvero bene, a meno che non si eserciti di più; e anche se Mrs. Collins non ha uno strumento, sarà tutti i giorni la benvenuta a Rosings, come le ho detto spesso, se verrà a suonare il pianoforte nella stanza di Mrs. Jenkinson. Non darà fastidio a nessuno, lo sapete, in quella parte della casa."
Mr. Holmes sembrò un po' imbarazzato dalla maleducazione della zio, e non rispose.
Una volta preso il caffè, il colonnello Lestrade rammentò a Molly la sua promessa di suonare per lui, e lei si sedette subito allo strumento. Lui portò una sedia vicino a lei. Lord Mycroft ascoltò fino a metà di una canzone, e poi si mise a chiacchierare come prima con l'altro nipote, finché quest'ultimo non si allontanò e, dirigendosi con la solita flemma verso il pianoforte, si fermò in un punto che gli avrebbe permesso di avere la visione migliore del volto della bella esecutrice. Molly vide ciò che stava facendo, e alla prima pausa utile si rivolse a lui con un sorriso malizioso, e disse,
"Avete intenzione di mettermi paura, Mr. Holmes, venendo ad ascoltarmi con tutta questa solennità?"
"Non dirò che vi state sbagliando", replicò lui, "perché non potete credere realmente che io abbia una qualche intenzione di intimorirvi; e ho il piacere di conoscervi da abbastanza tempo per sapere quanto vi divertiate a esprimere di tanto in tanto delle opinioni che in realtà non vi appartengono."
Molly rise di cuore a quel ritratto di se stessa, e disse al colonnello Lestrade, "Vostro cugino vi darà davvero un bella immagine di me, e vi insegnerà a non credere una parola di quello che dico. Davvero, Mr. Holmes, è molto ingeneroso da parte vostra menzionare tutto quello che avete appreso a mio discredito nell'Hertfordshire, e, lasciatemelo dire, anche molto incauto, perché mi state facendo venir voglia di vendicarmi, e possono uscir fuori delle cose che scandalizzerebbero i vostri parenti."
"Non ho paura di voi", disse lui, sorridendo.
"Vi prego, fatemi sentire di che cosa lo accusate", esclamò il colonnello Lestrade. "Mi piacerebbe sapere come si comporta in mezzo agli estranei."
"Ppreparatevi a qualcosa di terribile. Dovete sapere che la prima volta che l'ho visto nell'Hertfordshire è stato a un ballo, e a quel ballo ha ballato solo quattro volte! Ha ballato solo quattro volte, sebbene scarseggiassero gli uomini; e, lo so per certo, più di una signorina è dovuta restare seduta per mancanza di cavalieri. Mr. Holmes, non potete negarlo."
"All'epoca non avevo l'onore di conoscere nessuna signora in quella riunione, oltre a quelle che erano con me."
"È vero; e nessuno può mai farsi presentare in una sala da ballo."
"Forse", disse Holmes, "avrei potuto essere giudicato meglio, se avessi chiesto di essere presentato, ma non sono adatto a rendermi ben accetto agli estranei."
"Dobbiamo chiederne la ragione a vostro cugino?" disse Molly, rivolgendosi di nuovo al colonnello Lstrade. "Dobbiamo chiedergli perché un uomo intelligente e istruito, abituato a vivere in società, sia inadatto a rendersi ben accetto agli estranei?"
"Posso rispondere io alla vostra domanda", disse Lestrade, "senza rivolgerla a lui. È perché non vuole prendersene il fastidio."
"Di sicuro non ho il talento che qualcuno ha", disse Holmes "di conversare con facilità con persone che non ho mai visto prima. Non riesco ad afferrare il tono della conversazione, o ad apparire interessato alle loro faccende, come spesso vedo fare."
"Le mie dita", disse Molly, "non si muovono sullo strumento con la stessa maestria che vedo in molte altre donne. Ma l'ho sempre ritenuto un difetto mio, perché non mi sono mai presa il fastidio di esercitarmi. Non perché creda che le mie dita non siano capaci, come quelle di tante altre, di un'esecuzione migliore."
Holmes sorrise e disse, "Avete perfettamente ragione. Avete impiegato molto meglio il vostro tempo. Nessuno che abbia avuto il privilegio di ascoltarvi può pensare che ci sia qualche manchevolezza. Nessuno di noi due si esibisce per gli estranei."
Qui furono interrotti da Lord Mycroft, che intervenne a gran voce per sapere di che cosa stessero parlando. Molly ricominciò subito a suonare.
"Miss Hooper non suonerebbe affatto male, se si esercitasse di più, e potesse avere il vantaggio di un insegnante di Londra. Ha un'ottima diteggiatura, anche se il gusto non è all'altezza di quello di Sarah. Sarah sarebbe stata un'esecutrice deliziosa, se la salute le avesse permesso di studiare."
Molly guardò Holmes, per vedere con quanto entusiasmo avrebbe approvato le lodi verso la cugina; ma né in quel momento né in nessun altro scorse un qualsiasi sintomo di amore; e da tutto il suo comportamento con Miss de Bourgh ne trasse questa consolazione per Miss Watson, che lui avrebbe con altrettanta probabilità sposato lei, se fosse stata una sua parente.

32

Il mattino dopo, Molly era seduta da sola a scrivere a Mary, mentre Mrs. Collins era andata al villaggio per delle commissioni, quando il suono del campanello alla porta la fece sussultare. Dato che non aveva sentito nessuna carrozza, ritenne non improbabile che fosse Lord Mycroft quando si aprì la porta e, con sua grande sorpresa, Mr. Holmes, e Mr. Holmes da solo, entrò nella stanza.
Lui sembrò stupito di trovarla da sola, e si scusò per la sua intrusione, facendole capire di aver creduto che tutte le signore fossero in casa.
Si sedettero, e una volte concluse le domande di lei su Rosings, ci fu il rischio di sprofondare in un totale silenzio. Era quindi assolutamente necessario pensare a qualcosa, e in quell'emergenza, ricordandosi di quando lo aveva visto per l'ultima volta nell'Hertfordshire, e con la curiosità di sapere che cosa avrebbe detto circa la sua frettolosa partenza, lei osservò,
"Con quale rapidità ve ne siete andati tutti da Netherfield nel novembre scorso, Mr. Holmes! Dev'essere stata una sorpresa molto gradevole per Mr. Watson rivedervi tutti così presto, poiché, se mi ricordo bene, lui era partito il giorno prima. Lui e le sue sorelle stavano bene, quando avete lasciato Londra?"
"Benissimo, grazie."
Si rese conto che non avrebbe avuto nessun'altra risposta, e, dopo una breve pausa, aggiunse,
"Credo di aver capito che Mr. Watson non sia molto propenso a tornare a Netherfield."
"Non gliel'ho mai sentito dire in questi termini, ma è probabile che in futuro passi poco tempo là. Ha molti amici, e alla sua età gli amici e gli impegni aumentano di continuo."
"Se intende stare così poco a Netherfield, sarebbe meglio per i vicini che abbandonasse del tutto il posto, poiché così potremmo avere una famiglia che ci risieda in modo stabile. Ma forse Mr. Watson ha preso quella casa non tanto per il vantaggio dei vicini quanto per il suo, e dobbiamo aspettarci che la tenga o la lasci seguendo lo stesso principio."
"Non mi sorprenderei", disse Holmes, "se dovesse lasciarla, non appena gli si presenti una possibilità di acquisto adatta."
Molly non rispose e decise di lasciare a lui il compito di trovare un argomento.
Lui capì al volo, e iniziò subito con, "Questa casa sembra molto comoda. Credo che Lord de Bourgh abbia fatto molto quando Mr. Collins si è stabilito a Hunsford."
"Credo di sì, e sono sicura che non avrebbe potuto concedere la sua benevolenza a un destinatario più grato."
"Mr. Collins sembra essere stato molto fortunato nella scelta di una moglie."
"Sì, certo; i suoi amici possono essere ben lieti che abbia incontrato una delle poche donne intelligenti disposte ad accettarlo, e a renderlo felice accettandolo. La mia amica ha eccellenti facoltà di giudizio, anche se non sono certa di ritenere il suo matrimonio con Mr. Collins come la cosa più saggia che potesse fare. Comunque, sembra perfettamente felice e, guardandola come una scelta oculata, per lei è certamente un ottimo matrimonio."
"Dev'essere molto contenta di essersi sistemata a una distanza così comoda dalla famiglia e dagli amici."
"La chiamate una distanza comoda? Sono quasi cinquanta miglia."
"E che cosa sono cinquanta miglia di strada buona? Poco più di mezza giornata di viaggio."
"Non avrei mai considerato la distanza come uno dei vantaggi del matrimonio", esclamò Molly. "Non l'avrei mai detto che Mrs. Collins si è sistemata vicino alla sua famiglia."
"È una prova del vostro attaccamento all'Hertfordshire. Immagino che qualsiasi posto al di là dei dintorni più prossimi a Longbourn debba sembrarvi lontano."
Mentre lo diceva fece una sorta di sorriso, che Molly credette di capire; stava pensando che lei si riferisse a Mary e a Netherfield, e arrossì mentre rispondeva,
"Non intendo dire che una donna non possa mai sistemarsi troppo vicina alla famiglia. La lontananza e la vicinanza sono relative, e dipendono da molte variabili. Se ci sono i mezzi per rendere trascurabili le spese per viaggiare, la distanza non dà fastidio."
Mr. Holmes spostò la sedia un po' più verso di lei, e disse, "Voi non potete sentirvi davvero così fortemente attaccata a un luogo. Voi non potete voler restare sempre a Longbourn."
Molly sembrava sorpresa. Il gentiluomo subì un certo cambiamento nel suo stato d'animo; tirò indietro la sedia, prese un giornale dal tavolo e, dandogli un'occhiata, disse, con voce più fredda,
"Vi piace il Kent?"
Seguì un breve dialogo su quella contea, calmo e conciso da entrambe le parti, a cui mise subito fine l'ingresso di Meena. Quel tête-a-tête la sorprese. Mr. Holmes le informò dell'errore che aveva causato quell'intrusione nei confronti di Miss Hooper e, dopo essere rimasto ancora per qualche minuto senza dire molto a nessuno, se ne andò.
"Che significherà mai tutto questo?" disse Meena, non appena lui fu uscito. "Mia cara Molly, dev'essersi innamorato di te, altrimenti non ci avrebbe mai fatto visita in maniera tanto familiare."
Ma quando Molly le raccontò del suo silenzio, non sembrò molto probabile che fosse questo il caso, e dopo varie congetture, alla fine poterono solo supporre che la sua visita fosse dovuta alla difficoltà di trovare qualcosa da fare. Fosse per la vicinanza della canonica, per la piacevole passeggiata nel raggiungerla o per la gente che ci abitava, i due cugini in quel periodo cedettero quasi ogni giorno alla tentazione di andarci. Arrivavano in vari momenti della giornata, talvolta separati, talvolta insieme, e di tanto in tanto accompagnati dallo zio.
Risultò chiaro a tutti che il colonnello Lestrade veniva poiché gli faceva piacere stare in loro compagnia. Ma il perché Mr. Holmes venisse così spesso alla canonica era più difficile da capire. Non poteva essere per la compagnia, visto che spesso restava seduto per dieci minuti di fila senza aprire bocca, e quando parlava, sembrava lo facesse più per necessità che per scelta. Mrs. Collins non sapeva come fare con lui. Il fatto che il colonnello Lestrade si burlasse talvolta della sua apatia, dimostrava che il suo comportamento in genere era diverso e dato che le sarebbe piaciuto attribuire questo cambiamento agli effetti dell'amore, e che l'oggetto di quell'amore fosse la sua amica Molly, si mise seriamente all'opera per scoprirlo. Lo osservò ogniqualvolta andassero a Rosings, e ogniqualvolta lui venisse a Hunsford; ma senza molto successo. Di certo guardava spesso la sua amica, ma l'espressione di quello sguardo era controversa. La fissava con insistenza, ma spesso lei dubitava che in quegli sguardi ci fosse molta ammirazione, e talvolta non sembravano altro che un modo di distrarsi. Un paio di volte aveva suggerito a Molly la possibilità che avesse un debole per lei, ma Molly si prendeva sempre gioco di un'idea del genere. Nei suoi affettuosi progetti per Molly, talvolta si figurava un matrimonio con il colonnello Lestrade. Era senz'altro più simpatico, di certo l'ammirava, e la sua posizione sociale era ineccepibile.

33

Più di una volta Molly, nei suoi vagabondaggi nel parco, aveva inaspettatamente incontrato Mr. Holmes. Al primo incontro pensò che fosse proprio un caso sfortunato a condurlo dove nessun altro era condotto, e, per evitare che succedesse di nuovo, si affrettò a informarlo che quello era il suo rifugio preferito. Il fatto che accadesse una seconda volta fu perciò molto strano! Eppure accadde, e persino una terza. Sembrava una malignità premeditata, o una penitenza voluta, poiché in quelle occasioni non ci fu solo qualche domanda formale e un imbarazzato silenzio e poi via, ma Holmes ritenne di fatto necessario tornare indietro e accompagnarla. Non disse mai un granché, né le diede il fastidio di dover parlare o ascoltare troppo; ma nel corso del terzo incontro la colpì il fatto che lui le facesse domande strane e sconclusionate, sul piacere che lei provava a stare a Hunsford, sul suo amore per le passeggiate solitarie e sulla sua opinione circa la felicità di Mr. e Mrs. Collins, e che, parlando di Rosings e della non perfetta conoscenza che lei aveva della casa, sembrava sottintendere che quando sarebbe tornata nel Kent avrebbe abitato anche . Le sue parole sembravano implicare questo. Aveva forse in mente il colonnello Lestrade? Ipotizzò, se c'era realmente qualcosa dietro, che volesse alludere a ciò che avrebbe potuto succedere da quel lato. Si sentì un po' a disagio, e fu molto contenta di ritrovarsi al cancello della staccionata di fronte alla canonica.
Un giorno, mentre passeggiava, era intenta a rileggere con attenzione l'ultima lettera di Mary quando, invece di essere di nuovo sorpresa da Mr. Holmes, vide, alzando lo sguardo, che il colonnello Lestrade le stava venendo incontro. Mise subito via la lettera e, sforzandosi di sorridere, disse,
"Non credevo che sareste mai venuto a passeggiare da queste parti."
"Sto facendo il giro del parco", rispose lui, "come faccio di solito ogni anno, e avevo intenzione di concluderlo con una visita alla canonica. Voi state andando più in là?"
"No, stavo appunto tornando indietro."
E di conseguenza camminarono insieme verso la canonica.
"È deciso che lascerete il Kent sabato?", disse lei.
"Sì, se Holmes non rimanda ancora. Ma io sono a sua disposizione. Lui sistema le cose a suo piacimento."
"E se non è in grado di sentirsi soddisfatto della decisione, è perlomeno soddisfatto di avere il grande potere di scegliere. Non conosco nessuno che sembri apprezzare più di Mr. Holmes il potere di fare come vuole."
"Gli piace moltissimo fare a modo suo", replicò il colonnello Lestrade. "Ma piace a tutti. È solo che lui ha più modo di farlo di molti altri, perché è ricco, e molti altri sono poveri. Parlo con cognizione di causa."
"Immagino che vostro cugino vi porti con sé soprattutto per avere qualcuno a sua disposizione. Mi chiedo perché non si sposi, per garantirsi un vantaggio durevole di questo genere. Ma, forse, per il momento basta la sorella e, dato che è affidata esclusivamente a lui, può fare di lei ciò che vuole."
"No", disse il colonnello Lestrade, "questo è un vantaggio che deve dividere con me. Condivido con lui la tutela di Miss Holmes."
"Davvero? E, vi prego, che genere di tutela mettete in atto? È un impegno gravoso? Le signorine della sua età talvolta sono difficili da gestire, e se ha la stessa indole di Holmes magari le piace fare a modo proprio."
Mentre parlava, notò che lui la osservava con attenzione, e il modo in cui le chiese perché avesse immaginato che Miss Holmes potesse dar loro delle preoccupazioni, la convinse che in un modo o nell'altro era andata vicina alla verità. Lei rispose subito,
"Non dovete spaventarvi. Non ho mai sentito nulla di male su di lei, e credo proprio che sia una delle creature più docili al mondo. Una signora di mia conoscenza, Miss Watson, ha una grande predilezione per lei. Credo di avervi sentito dire che la conoscete."
"Poco. Il fratello è una persona simpatica e distinta; è un grande amico di Holmes."
"Oh! sì", disse Molly con sarcasmo, "Mr. Holmes è insolitamente cortese con Mr. Watson, e si prende cura di lui in modo prodigioso."
"Cura di lui! Sì, credo davvero che Holmes si prenda cura di lui. Da qualcosa che mi ha detto durante il viaggio, ho ragione di credere che Watson abbia un grosso debito nei suoi confronti. Ma forse dovrei chiedergli scusa, perché non ho nessun diritto di supporre che si tratti proprio di Watson. Si tratta solo di ipotesi."
"Che cosa intendete dire?"
"È una circostanza che Holmes non desidera rendere pubblica, poiché se dovesse arrivare alla famiglia della signorina, sarebbe una cosa spiacevole."
"Potete contare sulla mia discrezione."
"Ciò che mi ha detto è semplicemente che è soddisfatto di avere di recente salvato un amico dagli inconvenienti di un matrimonio molto imprudente."
"Mr. Holmes vi ha spiegato i motivi del suo intervento?"
"Da quello che ho capito c'erano delle obiezioni molto forti nei confronti della signorina."
"E quali stratagemmi ha usato per separarli?"
"Non mi ha parlato di stratagemmi", disse Lestrade, sorridendo. "Mi ha solo detto quello che ho detto a voi adesso."
Molly non rispose, e continuò a camminare, con il cuore gonfio di indignazione. Quindi cambiò bruscamente discorso, chiacchierò su altri argomenti finché non arrivarono alla canonica. Lì, chiusasi nella sua stanza non appena l'ospite se ne fu andato, poté riflettere senza essere disturbata su tutto ciò che aveva sentito. Che egli fosse coinvolto nelle misure prese per separare Mr. Watson e Mary non ne aveva mai dubitato, ma aveva sempre attribuito a Miss Watson la parte principale nel concepirle e nel metterle in atto. Tuttavia, se la sua vanità non l'aveva ingannato, lui era stato la causa; il suo orgoglio e il suo capriccio erano stati la causa di tutto quello che Mary aveva sofferto e stava ancora soffrendo.
L'agitazione e le lacrime provocate dalla faccenda le fecero venire il mal di testa; e il dolore peggiorò talmente nel corso della serata che, insieme alla sua riluttanza a incontrare Mr. Holmes, la fece decidere a non accompagnare i cugini a Rosings, dove erano invitati per il tè. Mrs. Collins non insistette per farla andare e, nei limiti del possibile, impedì al marito di farlo; ma Mr. Collins non poté nascondere la sua preoccupazione per l'irritazione che avrebbe provato Lord Mycroft.

34

Una volta andati via gli altri, Molly, come se volesse inasprire il più possibile il proprio risentimento verso Mr. Holmes, si mise a esaminare tutte le lettere che le aveva scritto Mary da quando lei era nel Kent. Notò ogni frase che trasmettesse un senso di disagio, con un'attenzione che non c'era stata alla prima lettura. Le ignobili vanterie di Mr. Holmes per l'infelicità che aveva inflitto le davano una percezione più acuta delle sofferenze della sorella.
Mentre stava riflettendo su questo punto, fu improvvisamente scossa dal suono del campanello alla porta, e si sentì agitata al pensiero che fosse il colonnello Lestrade, che già una volta era venuto in visita nel tardo pomeriggio, e che forse ora veniva a informarsi proprio su di lei. Ma quest'idea fu subito scacciata, e il suo animo subì un turbamento molto diverso, quando, con suo enorme stupore, vide Mr. Holmes entrare nella stanza. Con modi precipitosi lui cominciò chiedendole immediatamente notizie sulla sua salute, giustificando la sua visita con il desiderio di sentire che lei stesse meglio. Lei rispose con fredda cortesia. Lui si sedette per qualche istante, e poi si rialzò e si mise a camminare per la stanza. Molly era sorpresa, ma non disse una parola. Dopo un silenzio di qualche minuto lui le si avvicinò con evidente agitazione, e cominciò così,
"Invano ho lottato. Non è servito. I miei sentimenti non possono essere repressi. Dovete permettermi di dirvi con quanto ardore vi ammiro e vi amo."
Lo stupore di Molly era inesprimibile. Lo fissò, arrossì, dubitò e rimase in silenzio. Fu considerato un incoraggiamento sufficiente, e seguì immediatamente l'ammissione di tutto ciò che lui provava, e aveva a lungo provato, per lei. Parlava bene, ma c'erano da descrivere sentimenti che andavano oltre quelli del cuore, e sull'amore non fu più eloquente di quanto lo fu sull'orgoglio. La consapevolezza dell'inferiorità di lei... il degradarsi che ciò comportava... gli ostacoli familiari che la ragionevolezza aveva sempre opposto ai sentimenti, furono dispiegati con una intensità che sembrava dovuta all'importanza di ciò che stava offendendo, ma che era molto improbabile potesse servire alla sua causa.
Nonostante la sua antipatia profondamente radicata, Molly non poté restare insensibile all'onore derivante dall'affetto di un uomo simile, e sebbene le sue intenzioni non vacillassero nemmeno per un istante, in un primo momento fu dispiaciuta per il colpo che lui avrebbe ricevuto; ma poi, una volta risvegliato il suo risentimento a causa delle parole successive, tutta la compassione si trasformò in collera. Cercò, tuttavia, di ricomporsi per rispondergli con calma, quando lui avesse finito. Lui concluse descrivendole la forza di un affetto che, a dispetto di tutti i suoi sforzi, si era dimostrato impossibile da vincere, ed esprimendo la speranza che sarebbe stato ricompensato dal consenso a concedergli la sua mano. Mentre lo diceva, lei vide con chiarezza che non nutriva alcun dubbio su una risposta favorevole. Parlava di timore e ansia, ma il volto rivelava una totale sicurezza. Questo poteva solo esasperarla ulteriormente, e, una volta che ebbe concluso, le guance di lei si imporporarono, e disse,
"In casi come questi è, credo, prassi consueta esprimere riconoscenza per i sentimenti dichiarati, per quanto possano essere ricambiati in modo diverso. È normale che ci si debba sentire in obbligo, e se potessi provare gratitudine, ora vi ringrazierei. Ma non posso. Non ho mai desiderato la vostra stima, e voi l'avete certamente concessa molto malvolentieri. Mi dispiace aver provocato pena a qualcuno. Comunque, è stata una pena inferta in modo del tutto inconsapevole, e spero che sarà di breve durata. I sentimenti che, mi dite, vi hanno a lungo impedito di rivelare il vostro affetto, avranno ben poche difficoltà a superarlo, dopo questa spiegazione."
Mr. Holmes, che era chino sulla mensola del camino con gli occhi fissi sul volto di lei, sembrò accogliere queste parole con un risentimento non minore della sorpresa. Impallidì per la collera, e ogni lineamento rivelava il tumulto che aveva nell'animo. Stava lottando per mantenere una parvenza di compostezza, e non volle aprire bocca finché non fu certo di esserci riuscito. Quella pausa fu terribile per Molly. Alla fine, con un tono di calma forzata, lui disse,
"E questa è tutta la risposta che avrò l'onore di ricevere! Potrei, forse, avere il desiderio di essere informato del perché, con così poche concessioni alla cortesia, sia stato rifiutato in questo modo."
"Anch'io potrei chiedere", replicò lei, "perché, con un così evidente proposito di offendermi e di insultarmi, avete scelto di dirmi che vi piaccio contro la vostra volontà, contro la vostra ragione, e persino contro il vostro carattere. Non basta questo a giustificare la mia scortesia, se sono stata scortese? Ma ci sono state altre provocazioni. Se i miei sentimenti non fossero stati contro di voi, se fossero stati indifferenti, o persino se fossero stati favorevoli, pensate che qualsiasi cosa mi avrebbe persuasa ad accettare l'uomo che è stato causa della rovina, forse per sempre, della felicità di una sorella amatissima?"
Mentre lei pronunciava queste parole, Mr. Holmes cambiò colore; ma l'emozione fu breve, e la ascoltò senza interrompere mentre proseguiva.
"Ho tutte le ragioni al mondo per pensar male di voi. Nessun motivo può scusare la parte ingiusta e meschina che avete recitato in questa faccenda. Non oserete, non potete negare che siete stato il principale, se non l'unico responsabile della loro separazione, che avete esposto uno al biasimo del mondo intero perché impulsivo e volubile, e l'altra alla derisione per le sue speranze deluse, e che avete coinvolto entrambi in una sofferenza della peggior specie."
Si fermò, e vide con non poca indignazione che lui ascoltava con un'aria che rivelava l'assoluta mancanza di ogni sentimento di rimorso. La guardò persino con un sorriso di ostentata incredulità.
"Potete negare di averlo fatto?" ripeté lei.
Con una calma fittizia lui rispose, "Non ho nessuna intenzione di negare di aver fatto tutto quello che era in mio potere per separare il mio amico da vostra sorella, o che mi rallegro del mio successo. Verso di lui sono stato più benevolo che verso me stesso."
Molly non si degnò di raccogliere la cortesia di quella riflessione, ma il significato non le sfuggì, né era tale da blandirla.
"Ma non è solo su questo," proseguì, "che è basata la mia avversione. Molto prima che ciò avvenisse, la mia opinione su di voi era già decisa. Il vostro carattere mi era stato rivelato da ciò che molti mesi fa avevo appreso da Mr. Moriarty. Su questo che cosa avete da dire? Con quale immaginario atto di amicizia potete difendervi, in questo caso? o con quale mistificazione potete imporvi agli altri?"
"Avete un vivo interesse per quel gentiluomo", disse Holmes con un tono meno tranquillo, e con un colorito più acceso.
"Chi conosce quali sono state le sue disgrazie, può fare a meno di provare interesse per lui?"
""Le sue disgrazie!" ripeté Holmes in modo sprezzante; "sì, le sue disgrazie sono state davvero grandi."
"E provocate da voi", esclamò Molly con forza. "Siete stato voi ad averlo ridotto al suo attuale stato di povertà. Gli avete negato quei vantaggi che sapevate destinati a lui. Lo avete privato degli anni migliori della sua vita, di quell'indipendenza economica tanto dovuta quanto meritata. Avete fatto tutto questo! eppure vi ostinate a parlare delle sue disgrazie con disprezzo e scherno."
"E questa", esclamò Holmes, andando su e giù per la stanza a passi rapidi, "è l'opinione che avete di me! Questa è la stima che nutrite per me! Vi ringrazio per averla descritta in modo così esplicito. Le mie colpe, secondo questi calcoli, sono davvero pesanti! Ma forse", aggiunse, fermandosi e girandosi verso di lei, "queste offese avrebbero potuto essere perdonate, se il vostro orgoglio non fosse stato ferito dalla mia onesta confessione circa gli scrupoli che mi hanno a lungo impedito di sviluppare qualsiasi serio progetto. Queste aspre accuse avrebbero potuto essere represse, se avessi nascosto con maggiore accortezza le mie resistenze, e vi avessi lusingata a credere di essere spronato da un'inclinazione senza riserve, incontaminata; dalla ragione, dalla riflessione, da tutto. Ma la finzione, in qualsiasi forma, mi ripugna. Né mi vergogno dei sentimenti che vi ho riferito. Erano naturali e giusti. Potevate aspettarvi che gioissi dell'inferiorità dei vostri parenti? Che mi sarei congratulato con me stesso pensando a parenti la cui condizione sociale è così nettamente al di sotto della mia?"
Molly sentiva salire la collera istante dopo istante; eppure cercò di parlare con la massima compostezza, quando disse,
"Vi state sbagliando, Mr. Holmes, se immaginate che il modo in cui vi siete dichiarato mi abbia colpito in altro modo, oltre a quello di risparmiarmi il dispiacere che avrei provato nel rifiutarvi, se vi foste comportato più da gentiluomo."
A questo punto lo vide trasalire, ma senza dire nulla, e lei andò avanti,
"Avreste potuto offrimi la vostra mano in qualunque modo, e io non sarei mai stata tentata di accettarla."
Lo stupore fu di nuovo evidente, e lui la guardò con un'espressione insieme di incredulità e umiliazione. Lei proseguì,
"Fin dall'inizio, potrei quasi dire dal primo istante in cui vi ho conosciuto, il vostro comportamento, dandomi la completa certezza della vostra arroganza, della vostra presunzione e del vostro egoistico disprezzo per i sentimenti degli altri, era tale da costituire il fondamento di una disapprovazione che, per gli eventi successivi, si è consolidata in una inalterabile avversione; vi conoscevo da meno di un mese, e già sentivo che sareste stato l'ultimo uomo al mondo che mi sarei lasciata convincere a sposare."
"Avete detto abbastanza, signora. Comprendo perfettamente il vostri sentimenti, e ora devo solo vergognarmi dei miei. Perdonatemi per avervi sottratto così tanto tempo, e accettate i miei migliori auguri per la vostra salute e la vostra felicità."
E con queste parole lasciò in fretta la stanza, e Molly lo sentì dopo un istante aprire la porta d'ingresso e uscire.
In quel momento il tumulto nell'animo era enorme e una concreta debolezza la costrinse a sedersi e a piangere per mezz'ora. Il suo stupore non faceva che aumentare. Ricevere un'offerta di matrimonio da Mr. Holmes! Sapere che era innamorato di lei da così tanti mesi! talmente innamorato da volerla sposare nonostante tutte le obiezioni che gli avevano suggerito di impedire all'amico di sposare la sorella, e che dovevano apparirgli almeno uguali nel suo caso! Ma il suo orgoglio, il suo abominevole orgoglio, la sua vergognosa ammissione di quanto aveva fatto nei confronti di Mary, la sua imperdonabile sfacciataggine nel riconoscerlo, anche se non era riuscito a giustificarsi, e l'insensibilità con la quale aveva parlato di Mr. Moriarty sopravanzarono presto la compassione emersa per un istante pensando all'affetto che aveva provato per lei.
Le sue agitate riflessioni continuarono fino a quando il rumore della carrozza di Lord de Bourgh le fece capire quanto fosse incapace di affrontare i commenti di Meena, e corse in camera sua.

35

Il mattino successivo Molly si svegliò con gli stessi pensieri e le stesse riflessioni di quando aveva finalmente chiuso gli occhi. Totalmente incapace di fare alcunché, decise di concedersi aria aperta ed esercizio. Si stava avviando direttamente verso la sua passeggiata preferita quando, nel rammentarsi che talvolta ci andava anche Mr. Holmes, si fermò, e invece di entrare nel parco, svoltò per il sentiero che si allontanava dalla strada principale.
Era sul punto di proseguire la sua passeggiata, quando colse di sfuggita la figura di un gentiluomo in una specie di boschetto che costeggiava il parco; si stava muovendo verso di lei e, per paura che fosse Mr. Holmes, lei batté subito in ritirata. Ma la persona che avanzava era ormai abbastanza vicina per vederla, e avvicinandosi in fretta, pronunciò il suo nome. Lei si era girata, ma sentendosi chiamare, anche se con una voce che era evidentemente quella di Mr. Holmes, si mosse nuovamente verso l'ingresso. Anche lui lo raggiunse nello stesso momento, e tirando fuori una lettera, che lei prese istintivamente, disse con uno sguardo perfettamente composto, "Ho passeggiato un po' nel boschetto nella speranza di incontrarvi. Volete concedermi l'onore di leggere questa lettera?" E poi, con un lieve inchino, tornò tra gli alberi e scomparve subito alla vista.
Senza aspettarsi nulla di piacevole, ma con enorme curiosità, Molly aprì la lettera.
Proseguendo la passeggiata lungo il sentiero, cominciò a leggerla. Era datata Rosings, alle otto di mattina, e conteneva quanto segue:

Non abbiate timore, Signora, nel ricevere questa lettera, che contenga una qualche ripetizione di quei sentimenti, o un rinnovo di quelle proposte che ieri sera vi sono state così sgradite. Scrivo senza nessuna intenzione di affliggere voi o di umiliare me stesso, insistendo su desideri che, per la felicità di entrambi, non saranno mai troppo in fretta dimenticati.
Ieri sera mi avete mosso due accuse ma dalla severità di quel biasimo che ieri sera mi è stato così largamente elargito spero in futuro di essere sollevato, una volta che avrete letto di seguito il resoconto delle mie azioni e i motivi che le hanno determinate. Se, nel chiarimento che sento mi sia dovuto, sarà necessario riferirsi a sentimenti che potranno essere offensivi per i vostri, posso solo dire che me ne dispiace.
Non ero da molto nell'Hertfordshire, quando mi sono reso conto che Watson preferiva la vostra sorella maggiore a qualsiasi altra signorina nei dintorni. A quel ballo, mentre avevo l'onore di ballare con voi, capii per la prima volta che le attenzioni di Watson verso vostra sorella avevano suscitato l'aspettativa generale di un loro matrimonio. Da quel momento osservai con attenzione il comportamento del mio amico, e mi resi conto che la parzialità verso Miss Hooper andava al di là di quanto mi fosse mai capitato di vedere in lui. Osservai anche vostra sorella. Il suo aspetto e i suoi modi erano aperti, allegri e affascinanti, ma senza nessun sintomo di un riguardo particolare, e dall'esame di quella sera, mi convinsi che, pur accogliendo con piacere le sue attenzioni, non le incoraggiava con sentimenti di pari natura. Se in questo voi non vi siete sbagliata, devo essere stato io a commettere un errore. La maggiore conoscenza che avete di vostra sorella rende probabile quest'ultima ipotesi. Se le ho inflitto una sofferenza perché sviato da un errore del genere, il vostro risentimento non era irragionevole. Ma non ho scrupoli nell'asserire che la serenità del contegno e dell'aspetto di vostra sorella era tale da convincere che, per quanto amabile fosse il suo comportamento, il suo cuore non fosse così facile da conquistare. Le mie obiezioni al matrimonio non erano semplicemente quelle che ieri sera ho confessato di aver messo da parte nel mio caso solo per l'estrema intensità della passione; la mancanza di un'adeguata posizione sociale non poteva essere un ostacolo così grande per il mio amico, così come per me. Ma c'erano altri motivi di incompatibilità. La posizione della famiglia di vostra madre non era nulla in confronto alla totale mancanza di decoro così di frequente dimostrata da lei, dalle vostre tre sorelle minori e talvolta persino da vostro padre. Perdonatemi. Mi fa male offendervi. Ma nella preoccupazione per i difetti dei vostri parenti più stretti fate sì che ci sia la consolazione di considerare che l'esservi comportate in modo tale da evitare qualsiasi coinvolgimento in giudizi simili è un elogio che non è meno universalmente riconosciuto a voi e a vostra sorella, di quanto sia onorare il buonsenso e l'indole di entrambe. Voglio solo aggiungere che, a seguito di quello che accadde quella sera, ebbi la conferma della mia opinione su tutti loro, e fui indotto a intensificare ogni tentativo di preservare il mio amico da quella che giudicavo un'unione molto inopportuna. Lui lasciò Netherfield per Londra il giorno successivo con l'intenzione di tornare presto. Ora resta da spiegare il ruolo che ho avuto io. L'inquietudine della sorella era uguale alla mia e decidemmo in breve tempo di raggiungerlo subito a Londra. Di conseguenza partimmo, e lì mi assunsi subito il compito di rendere evidente al mio amico la certezza dei danni di una scelta del genere. Ma per quanto questa opposizione avrebbe potuto far vacillare o ritardare la sua decisione, immagino che non avrebbe impedito il matrimonio, se non fosse stata appoggiata dall'assicurazione, che non esitai a fornirgli, dell'indifferenza di vostra sorella. Lui era convinto che il suo affetto fosse ricambiato da un sentimento sincero. Ma Watson è per natura molto modesto, e si fida molto più del mio giudizio che del suo. Convincerlo, quindi, che si era ingannato, non fu un'impresa molto difficile. Non posso biasimarmi più di tanto per averlo fatto. C'è però una parte della mia condotta in tutta la faccenda alla quale non penso con soddisfazione; è di essermi abbassato fino a ricorrere allo stratagemma di nascondergli che vostra sorella fosse in città. Io lo sapevo, come lo sapeva Miss Watson, ma il fratello lo ignora ancora adesso. Ma è cosa fatta e su questo non ho altro da dire; nessun'altra giustificazione da offrire. Se ho ferito i sentimenti di vostra sorella, l'ho fatto inconsapevolmente; e sebbene i motivi che mi hanno guidato possono sembrarvi insufficienti, io non mi sento ancora di condannarli.
Riguardo all'altra, più pesante, accusa di aver offeso Mr. Moriarty, posso confutarla soltanto esponendovi per intero i suoi rapporti con la mia famiglia. Mr. Moriarty è il figlio di un uomo che per molti anni ha amministrato tutte le proprietà di Pemberley, e la cui ottima condotta nell'adempiere alle sue funzioni indusse mio padre ad aiutarlo, e nei confronti di Jim Moriarty la sua benevolenza fu perciò concessa generosamente. Mio padre sostenne le spese per la scuola, e poi a Cambridge. Non amava soltanto la compagnia di questo giovanotto, ne aveva anche una grandissima stima e, nella speranza che la chiesa potesse diventare la sua professione, aveva intenzione di provvedere a lui in questo senso. Quanto a me, sono passati moltissimi anni da quando ho cominciato ad avere un'opinione molto diversa su di lui. La propensione al vizio, la mancanza di principi, che ebbe sempre cura di nascondere alla persona che gli era più affezionata, non potevano sfuggire a un giovanotto che aveva quasi la sua stessa età e che aveva l'opportunità di vederlo in momenti di libertà. Il mio eccellente padre morì circa cinque anni fa, e il suo affetto per Mr. Moriarty fu fino alla fine così saldo, che nel suo testamento mi raccomandò di promuoverne la carriera nella sua professione e se avesse preso gli ordini, chiedeva che gli venisse concesso un ricco beneficio ecclesiastico, non appena si fosse reso vacante. C'era anche un lascito di mille sterline. Il padre non sopravvisse a lungo al mio e Mr. Moriarty mi scrisse per informarmi che, avendo alla fine deciso di non prendere gli ordini, sperava che non pensassi che fosse irragionevole da parte sua aspettarsi un qualche vantaggio pecuniario immediato in luogo della nomina. Aveva una vaga intenzione di studiare legge. Io desiderai, più che credere, che fosse sincero; ma a ogni modo fui assolutamente pronto ad aderire alla sua proposta. Lui rinunciò a tutti i diritti di essere aiutato per la carriera ecclesiastica, anche ove si fosse trovato in futuro nella situazione di poterne godere, e accettò in cambio tremila sterline. Tutti i rapporti tra di noi sembravano troncati. Credo che sia vissuto soprattutto a Londra, ma l'intenzione di studiare legge era un mero pretesto, ed essendo ormai libero da ogni costrizione, la sua fu una vita di ozio e dissipazione. Per circa tre anni seppi poco di lui; ma alla morte del titolare del beneficio che era stato assegnato a lui, si rivolse di nuovo a me con una lettera per la nomina. La sua situazione economica era davvero pessima. Aveva scoperto che studiare legge era molto poco redditizio, ed era ormai assolutamente deciso a prendere gli ordini, se gli avessi concesso il beneficio in questione. Non potete certo biasimarmi per aver rifiutato di accettare questa richiesta. Il suo risentimento fu proporzionato alle difficoltà della sua situazione, e fu altrettanto violento nell'ingiuriarmi con gli altri che nel rimproverarmi direttamente. Dopo questo periodo, anche l'apparenza di un rapporto venne a cadere. Come visse non lo so ma l'estate scorsa si impose di nuovo alla mia attenzione. Ora devo menzionare una circostanza che avrei desiderato dimenticare. Mia sorella, circa un anno fa, lasciò la scuola e si stabilì a Londra, e l'estate scorsa si recò, con la signora che si occupava della casa, a Ramsgate; là andò anche Moriarty, senza dubbio intenzionalmente, poiché è stato dimostrato come ci fosse una precedente conoscenza tra lui e Mrs. Younge, sulla cui reputazione eravamo stati ingannati. Con la connivenza e l'aiuto di lei, riuscì a rendersi talmente gradito a Georgiana che lei si lasciò convincere ad acconsentire a una fuga d'amore. Allora era appena quindicenne, il che può giustificarla; e dopo aver esposto la sua imprudenza, sono felice di aggiungere che ne venni a conoscenza proprio da lei. Li raggiunsi inaspettatamente un giorno o due prima della data prevista per la fuga, e allora Georgiana mi mise al corrente di tutto. Potete immaginare quello che provai e in che modo agii. Il riguardo per l'onore e i sentimenti di mia sorella impedirono qualsiasi pubblicità, ma scrissi a Mr. Moriarty, che partì immediatamente, e Mrs. Younge fu rimossa dall'incarico. Il principale obiettivo di Mr. Moriarty era il patrimonio di mia sorella di trentamila sterline.
Questo, signora, è il fedele racconto di ogni evento che ha riguardato entrambi; e se non lo rifiuterete come falso, spero che mi assolviate d'ora in avanti dall'accusa di crudeltà nel confronti di Mr. Moriarty. Potrete forse chiedervi perché non vi abbia detto tutto questo ieri sera. Ma allora non ero padrone a sufficienza delle mie azioni da capire quello che potevo o dovevo rivelare. Per quando riguarda la veridicità di tutto ciò che è qui riportato, posso appellarmi alla testimonianza del colonnello Lestarde. Se la vostra avversione verso di me dovesse farvi ritenere prive di valore le mie asserzioni, lo stesso motivo non dovrebbe impedirvi di avere fiducia in mio cugino; e affinché abbiate la possibilità di consultarlo, farò di tutto per trovare l'occasione di mettere questa lettera nelle vostre mani nel corso della mattinata.
Aggiungerò soltanto, Dio vi benedica.
Sherlock Holmes'”

36

Se Molly, quando Mr. Holmes le aveva dato la lettera, non si aspettava che contenesse un rinnovo delle sue proposte, non aveva nemmeno la più pallida idea di quale ne potesse essere il contenuto.
I suoi sentimenti mentre la leggeva non erano facili da definire. Con stupore apprese all'inizio che lui riteneva di essere in grado di giustificarsi. Con un forte pregiudizio circa tutto quello che avrebbe potuto dire, cominciò il suo resoconto su quanto era successo a Netherfield. Lesse con un fervore che la rendeva incapace di soffermarsi sul significato di quella che aveva di fronte agli occhi. La sua certezza dell'indifferenza della sorella la considerò subito falsa, e quanto diceva sulle reali, sulle più stringenti obiezioni a quel matrimonio, la fece talmente incollerire da non avere alcun desiderio di rendergli giustizia. Per quello che aveva fatto non esprimeva nessun rammarico che potesse darle soddisfazione; lo stile non era certo contrito, ma altero. Era tutto orgoglio e insolenza.
Ma quando a questo argomento seguì la parte riguardante Mr. Moriarty, quando lesse con un'attenzione un po' più netta il racconto di eventi che, se veri, avrebbero rovesciato tutte le opinioni positive che nutriva su di lui i suoi sentimenti diventarono ancora più penosi e da definire. Stupore, inquietudine, persino orrore, la opprimevano. Aveva voglia di mettere tutto in dubbio e una volta finita l'intera lettera, senza però aver compreso quasi nulla dell'ultima pagina, e anche della precedente, la mise frettolosamente da parte, risoluta a non crederci, a non tornarci mai più.
In questo stato d'animo sconvolto continuò a camminare ma non servì a niente; mezzo minuto dopo la lettera fu di nuovo aperta, e cercando come poteva di ritrovare la padronanza di se stessa, ricominciò il mortificante esame di tutto ciò che riguardava Moriarty, e si dominò al punto di analizzare il significato di ogni frase. Il racconto dei suoi rapporti con la famiglia di Pemberley era esattamente ciò che aveva riportato lui stesso, e la benevolenza del defunto Mr. Holmes concordava allo stesso modo con le parole di lui. Fin qui ognuna delle due versioni confermava l'altra; ma quando arrivò al testamento, la differenza era grande. Ciò che Moriarty aveva detto del beneficio ecclesiastico era fresco nella sua memoria ed era impossibile non rendersi conto che doveva esserci una enorme doppiezza da una parte o dall'altra, e, per qualche istante, si illuse di non essersi sbagliata. Ma quando lesse, e rilesse i particolari successivi sulla rinuncia di Moriarty a ogni pretesa sul beneficio, in cambio di una somma così considerevole come tremila sterline, si trovò di nuovo costretta a dubitare. Cercò di ricordare un qualche esempio di bontà, qualche tratto distintivo di integrità o generosità che potesse salvarlo dagli attacchi di Mr. Holmes o, almeno, una qualche virtù predominante che potesse compensare quegli errori occasionali, definizione con la quale lei si sforzava di chiamare ciò che Mr. Holmes aveva descritto come ozio e vizio. Ma non riuscì a rammentare nessun merito più sostanziale di una generale approvazione del vicinato, e della stima che le sue capacità sociali gli avevano procurato tra i suoi colleghi ufficiali. Dopo essersi soffermata un bel po' su questo punto, proseguì ancora una volta nella lettura. Ma, ahimè! la storia che seguiva sul suo intrigo ai danni di Miss Holmes, ricevette una qualche conferma da ciò che era successo tra lei e il colonnello Lestrade il mattino precedente.
Ricordava tutto ciò che era stato detto nella conversazione tra lei e Moriarty nella prima serata dai Phillips. Ora la colpì la sconvenienza di confidenze del genere fatte a una estranea, e si meravigliò di come allora questo le fosse sfuggito. Rammentò che si era vantato di non avere paura di incontrare Mr. Holmes; eppure la settimana successiva aveva evitato il ballo di Netherfield. Rammentò anche che, fino a quando la famiglia di Netherfield non se n'era andata, non aveva raccontato la sua storia a nessuno tranne lei, ma che dopo quella partenza se ne era parlato dappertutto; che non aveva avuto nessuno scrupolo nel denigrare il carattere di Mr. Holmes, sebbene le avesse assicurato che il rispetto per il padre gli avrebbe sempre impedito di parlar male del figlio.
Ogni residuo sforzo a suo favore divenne sempre più fiacco, e a ulteriore discolpa di Holmes non poté non ammettere che Mr. Watson aveva asserito come si fosse comportato in modo irreprensibile nella faccenda; che per quanto orgogliosi e scostanti fossero i suoi modi, lei non aveva mai visto, per tutto il corso della loro conoscenza, una conoscenza che ultimamente li aveva portati a stare molto insieme, nulla che lo rivelasse privo di principi o di rettitudine.
Si vergognò sempre più di se stessa. Non riusciva a pensare a Holmes o a Moriarty senza rendersi conto di essere stata cieca, parziale, prevenuta, priva di logica.
Da lei a Mary, da Mary a Watson, i suoi pensieri seguirono una linea che la condusse subito e rammentare come le spiegazioni di Mr. Holmes su quel punto le fossero apparse insufficienti; e le rilesse. L'effetto del secondo esame fu diverso. Si dichiarava totalmente ignaro dei sentimenti della sorella, e lei non poté fare a meno di ripensare a quale fosse sempre stato il giudizio di Meena.
Quando arrivò alla parte della lettera in cui era menzionata la sua famiglia, con parole di biasimo tanto mortificanti quanto meritate, provò un acuto senso di vergogna. La giustezza dell'accusa l'aveva colpita troppo per negarla, e i fatti a cui lui alludeva in particolare, così come si erano svolti al ballo di Netherfield, e che avevano confermato tutta la sua disapprovazione iniziale, non avrebbero potuto certo colpire meno lui di quanto avessero colpito lei stessa.
Dopo aver vagabondato lungo il sentiero per due ore, la fatica e la consapevolezza della sua lunga assenza la condussero infine verso casa, dove fece il suo ingresso con il desiderio di apparire allegra come al solito.
Le fu immediatamente detto che i due gentiluomini di Rosings erano venuti entrambi in visita durante la sua assenza; Mr. Holmes solo per qualche minuto, allo scopo di prendere congedo, mentre il colonnello Lestrade era rimasto con loro per almeno un'ora, sperando nel suo ritorno, e quasi deciso a mettersi in cammino per cercarla.

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I due gentiluomini lasciarono Rosings il mattino successivo, e Mr. Collins, rimasto in attesa nei pressi degli ingressi del parco, per porgere gli ultimi ossequi, fu in grado di riportare in casa la piacevole notizia che erano sembrati in ottima salute e di umore discreto quanto potevano esserlo dopo la malinconica scena svoltasi poco prima a Rosings. Poi si precipitò a Rosings per consolare Lord de Bourgh e la figlia, e al ritorno riportò un messaggio di sua signoria, che mandava a dire di sentirsi così depressa da desiderare di averli tutti a pranzo da lei.
Il primo argomento fu la riduzione del gruppo di Rosings. "Vi assicuro che ne risento enormemente", disse Lord de Bourgh; "sono affezionato a quei giovanotti, e so quanto siano affezionati a me! Il caro colonnello si è discretamente tenuto su di morale ma Holmes è sembrato risentirne più dell'anno scorso. Il suo attaccamento a Rosings è sempre in aumento.''
Dopo il pranzo, Lord de Bourgh aveva molte altre domande da fare circa il suo viaggio di ritorno, e dato che non a tutte dava la risposta lei stessa, era necessario prestare attenzione, e Molly la considerò una fortuna per lei, o meglio, con la mente così occupata, poteva dimenticare dov'era. Le riflessioni dovevano essere riservate a ore solitarie; ogniqualvolta si trovava da sola, dava loro libero corso con grandissimo sollievo, e non passò un giorno senza una passeggiata solitaria, durante la quale soffermarsi in tutta la delizia di sgradevoli ricordi.
La lettera di Mr. Holmes ormai era sul punto di conoscerla a memoria. Ne studiava ogni frase, e i suoi sentimenti nei confronti dell'estensore erano di volta in volta molto diversi. Quando rammentava il tenore della sua dichiarazione, era piena di indignazione; ma quando rifletteva su quanto l'aveva condannato e biasimato ingiustamente, rivolgeva la collera a se stessa, e i sentimenti delusi di lui diventavano oggetto di compassione.
L'ultima settimana gli impegni a Rosings furono frequenti quanto lo erano stati la prima. L'ultima serata la passarono lì, e sua signoria si informò di nuovo minutamente sui particolari del viaggio e le diede istruzioni sul modo migliore di fare i bagagli.

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Il sabato mattina Molly e Mr. Collins si incontrarono a colazione qualche minuto prima che comparissero gli altri, e lui colse l'occasione per quei convenevoli di addio che riteneva assolutamente necessari.
"Non so, Miss Molly", disse, "se Mrs. Collins abbia già espresso i suoi sentimenti per la gentilezza che ci avete fatto venendoci a trovare, ma sono certo che non lascerete questa casa senza ricevere i suoi ringraziamenti. Il privilegio della vostra visita è stato molto sentito, ve l'assicuro. Sappiamo quanto poco ci sia di attraente per chiunque nella nostra umile dimora ma spero che crediate che da parte nostra abbiamo fatto tutto il possibile per impedire che il vostro tempo trascorresse in modo spiacevole."
Molly fu solerte nei ringraziamenti e nell'assicurargli quanto fosse stata contenta. Mr. Collins ne fu soddisfatto, e con una solennità più sorridente, replicò,
"Potrete, in effetti, fornire un resoconto molto favorevole su di noi nell'Hertfordshire, mia cara cugina. Per lo meno, mi lusingo che sarete in grado di farlo. Delle grandi attenzioni di Lord de Bourgh nei confronti di Mrs. Collins siete stata testimone giornalmente; e tutto sommato confido che non debba sembrarvi che la vostra amica abbia contratto un cattivo... Lasciate solo che vi assicuri, mia cara Miss Molly, che vi auguro di cuore e con la massima cordialità che possiate trovare nel matrimonio la stessa felicità.”
Alla fine giunse la carrozza, i bauli furono legati, i pacchetti sistemati in mezzo, e tutto fu pronto.
Il viaggio si svolse senza nessun inconveniente, e nel giro di tre ore dalla partenza da Hunsford raggiunse la casa di Mr. Hudson, dove sarebbe rimasta per qualche giorno.
Mary sembrava star bene, e Molly ebbe poche opportunità per sondarne l'umore, tra i vari impegni che la gentilezza della zia aveva previsto per loro. Ma Mary sarebbe tornata a casa con lei, e a Longbourn ci sarebbe stato tempo abbastanza per osservarla.

39

A casa furono accolte con molto affetto. Mrs. Hooper si rallegrò nel vedere che la bellezza di Mary non era diminuita, e più di una volta durante il pranzo Mr. Hooper disse spontaneamente a Molly,
"Sono lieto che tu sia tornata, Molly."
Nel pomeriggio Janine insistette affinché andassero a Meryton a vedere come stavano tutti, ma Molly si oppose fermamente al progetto. Non si doveva dire che le signorine Hooper non riuscissero a restarsene a casa per mezza giornata senza correre dietro agli ufficiali. Ma si opponeva anche perché aveva paura di rivedere Moriarty, e aveva deciso di evitarlo il più a lungo possibile. L'approssimarsi della partenza del reggimento era per lei un sollievo inesprimibile. Nel giro di quindici giorni se ne sarebbero andati e, una volta partiti, sperava che non ci fosse più nulla a tormentarla riguardo a lui.
Non erano passate molte ore dal suo arrivo a casa, quando si accorse che il progetto di Brighton, dove si sarebbe trasferito il reggimento, al quale Janine aveva accennato durante il pranzo, era spesso oggetto di discussione tra i genitori. Molly capì subito che il padre non aveva la minima intenzione di cedere, ma le sue risposte erano così vaghe e insieme ambigue che la madre non disperava ancora di avere alla fine partita vinta.

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L'impazienza di Molly di mettere al corrente Mary su ciò che era accaduto non poteva più essere tenuta a freno, e alla fine, avendo deciso di sopprimere tutti i particolari riguardanti la sorella, e avendola preparata a una sorpresa, la informò sulle parti essenziali della scena tra lei e Mr. Holmes.
Lo stupore di Miss Hooper fu presto attenuato dalla grande parzialità verso la sorella, che le faceva apparire perfettamente naturale qualsiasi tipo di ammirazione per Molly, e in breve tempo tutta la sorpresa si trasformò in sensazioni diverse. Le dispiaceva che Mr. Holmes avesse rivelato i propri sentimenti in un modo così poco adatto a raccomandarli, ma ancora di più era addolorata per l'infelicità che il rifiuto della sorella doveva avergli provocato.
"Non mi biasimi, comunque, per averlo rifiutato?"
"Biasimarti! Oh, no."
"Ma mi biasimi per aver parlato con tanto ardore di Moriarty."
"No, non so che cosa ci fosse di sbagliato nel dire quello che hai detto."
"Ma lo saprai, una volta che ti avrò raccontato quello che è successo il giorno dopo."
E quindi le parlò della lettera, riferendole l'intero contenuto della parte che riguardava Jim Moriarty. Che colpo fu per la povera Mary, che da parte sua era convinta di poter attraversare tutto il mondo senza immaginare che nell'intera razza umana esistesse tanta malvagità quanta ne era riunita qui in un solo individuo. Né la riabilitazione di Holmes, pur se benvenuta, poteva consolarla di una scoperta del genere. Col massimo fervore si ingegnò a dimostrare la probabilità di un errore, e a cercare di scagionare l'uno, senza coinvolgere l'altro.
"Questo non è possibile", disse Molly. "Non riuscirai mai a rendere entrambi buoni in tutto e per tutto. Scegli pure, ma ti devi accontentare di salvarne solo uno. Per quanto mi riguarda, sono propensa a crederli tutti dalla parte di Holmes, ma tu puoi fare come vuoi."
"Che peccato che tu abbia usato espressioni così forti nel parlare di Moriarty a Mr. Holmes, visto che adesso appaiono del tutto immeritate."
"Certo. Ma la disgrazia di parlare con asprezza è l'ovvia conseguenza dei pregiudizi che avevo coltivato. C'è un punto sul quale vorrei il tuo consiglio. Voglio chiederti se devo, o non devo, informare i nostri conoscenti del carattere di Moriarty."
Dopo una breve pausa, Miss Hooper rispose, "Sicuramente non c'è nessun motivo per esporlo in modo così terribile. Tu che cosa ne pensi?"
"Che non devo farlo. Mr. Holmes non mi ha autorizzata a rendere pubbliche le sue rivelazioni. Al contrario, era inteso che tutti i particolari relativi alla sorella fossero da tenere il più possibile per me; e se tentassi di disingannare la gente circa il resto della sua condotta, chi mi crederebbe? Il pregiudizio generale verso Mr. Holmes è così violento. Non mi sento all'altezza di farlo. Moriarty se ne andrà presto, e quindi ciò che realmente è non importerà più a nessuno da queste parti."
La conversazione placò il tumulto che Molly aveva nell'animo. Ma c'era ancora qualcosa lasciato da parte, che la prudenza aveva impedito di rivelare. Non aveva osato parlarle dell'altra metà della lettera, né svelato alla sorella quanto fosse stata sinceramente cara al suo amico. Era una consapevolezza che non poteva condividere con nessuno, e si rendeva conto che nulla meno di un completo chiarimento tra le parti potesse fornirle una giustificazione per sbarazzarsi di quell'ultimo mistero così ingombrante. "E allora", si disse, "se mai si verificasse un evento così improbabile, sarò in grado di dire ciò che Watson potrà dire molto meglio da solo. Non potrò essere libera di parlare fino a quando le mie parole non avranno perso tutto il loro valore!"

41

La prima settimana dal loro ritorno era passata in fretta. Cominciò la seconda. Era l'ultima della permanenza del reggimento a Meryton, e l'abbattimento era pressoché universale. Le maggiori delle signorine Hooper erano le uniche ancora in grado di mangiare, bere, dormire e occuparsi dei loro impegni abituali. Molto spesso venivano rimproverate per questa insensibilità da Philippa e Janine, la cui infelicità era estrema.
"Sono sicura che il mio cuore si spezzerà", disse Janine.
"Se si potesse andare a Brighton!" osservò Mrs. Hooper.
"Oh, sì! se si potesse andare a Brighton! Ma papà è così contrario."
"Un po' di bagni di mare mi rimetterebbero in sesto per sempre."
"E la zia Phillips è sicura che a me farebbe un sacco bene", aggiunse Philippa.
Era questo il genere di lamenti che risuonava in perpetuo per tutta Longbourn House. Molly cercò di trovarli divertenti, ma tutto il piacere si perdeva nella vergogna. Si rendeva nuovamente conto di quanto fossero giuste le obiezioni di Mr. Holmes, e non era mai stata così ben disposta a perdonare la sua intromissione nei progetti dell'amico.
Ma le cupe prospettive di Janine vennero presto spazzate via, poiché ricevette un invito da Mrs. Forster, la moglie del colonnello del reggimento, ad accompagnarla a Brighton.
Il rapimento di Janine in questa occasione, la sua adorazione per Mrs. Forster, la gioia di Mrs. Hooper, e la mortificazione di Philippa, possono a malapena essere descritte.
Quanto a Molly, non poté fare a meno di consigliare a quattrocchi al padre di non lasciarla andare.
"Janine non avrà pace fino a quando non avrà fatto mostra di sé in pubblico, e non potremo mai sperare che lo faccia con meno spesa o disturbo per la sua famiglia come in questa circostanza."
"Se foste consapevole", disse Molly, "dell'enorme svantaggio per tutte noi che può derivare dall'esibizione in pubblico del comportamento sconsiderato e imprudente di Janine. Se voi, mio caro padre, non vi prenderete il disturbo di frenare il suo spirito esuberante, e di insegnarle che i suoi attuali passatempi non potranno essere lo scopo della sua vita, presto non ci sarà più modo di farla cambiare."
Mr. Hooper si rese conto di quanto quell'argomento le stesse a cuore, e, prendendole affettuosamente la mano, rispose,
"Non essere così agitata, tesoro mio. Dovunque si sappia chi siete tu e Mary sarete rispettate e apprezzate; e non sarete mai sminuite dall'avere un paio... o potrei dire tre, sorelle molto sciocche. Non avremo pace a Longbourn se Janine non andrà a Brighton. Il colonnello Forster è un uomo assennato, e la terrà lontana da qualsiasi pericolo reale; e per fortuna è troppo povera perché qualcuno la consideri una preda. A Brighton avrà meno importanza di quanta ne ha avuta qui. Gli ufficiali troveranno donne più degne della loro attenzione. Speriamo, perciò, che il suo soggiorno là possa insegnarle quanto sia insignificante. "
Molly fu costretta ad accontentarsi di questa risposta, ma rimase della stessa opinione, e lasciò il padre delusa e dispiaciuta.
Ora Molly avrebbe incontrato per l'ultima volta Moriarty. Essendo stata spesso in sua compagnia da quando era tornata, l'agitazione era quasi scomparsa. Aveva persino imparato a percepire, nella stessa gentilezza che all'inizio l'aveva deliziata, una ostentazione e una monotonia nauseanti e noiose.
L'ultimo giorno di permanenza del reggimento a Meryton, lui pranzò con altri ufficiali a Longbourn, e Molly era così poco disposta a separarsi da lui in buoni rapporti che, quando lui fece qualche domanda sul modo in cui aveva trascorso il tempo a Hunsford, accennò al fatto che il colonnello Lestrade e Mr. Holmes erano stati a Rosings, e gli chiese se conoscesse il primo dei due.
Lui sembrò sorpreso, contrariato, preoccupato; ma riprendendosi subito, rispose che in passato l'aveva incontrato spesso, e dopo aver affermato come fosse una persona molto distinta, le chiese se a lei fosse rimasto simpatico. La risposta fu calorosamente a favore del colonnello. Con aria indifferente lui aggiunse subito dopo, "Quanto avete detto che sono fermati a Rosings?"
"Quasi tre settimane."
"E li avete visti spesso?"
"Sì, quasi tutti i giorni."
"I suoi modi sono molto diversi da quelli del cugino."
"Sì, molto diversi. Ma credo che Mr. Holmes migliori conoscendolo"
"Davvero!" esclamò Mr. Moriarty con uno sguardo che non le sfuggì. Ma, controllandosi, aggiunse, in tono più allegro, "Migliora nel modo di fare? Si è degnato di aggiungere un po' di cortesia al suo solito stile? perché non oso sperare", proseguì con un tono di voce più basso e più serio, "che sia migliorato nella sostanza."
"Oh, no!" disse Molly. "Nella sostanza credo che sia esattamente ciò che è sempre stato."
Mentre lei parlava, Moriarty la guardava come se non riuscisse a capire se rallegrarsi delle sue parole o diffidare del loro significato. C'era qualcosa nel suo volto che lo induceva ad ascoltarla con un misto di timore e di ansia, mentre aggiungeva,
"Quando ho detto che è migliorato conoscendolo, non intendevo dire che ci fosse un miglioramento nelle sue idee o nel suo modo di fare, ma che conoscendolo meglio, si può capire meglio il suo carattere."
La preoccupazione di Moriarty ora appariva palese dal colorito più acceso e dallo sguardo inquieto; per qualche istante rimase in silenzio, poi, scuotendosi dall'imbarazzo, si volse di nuovo verso di lei e disse, con tono estremamente garbato,
"Voi, che conoscete così bene i miei sentimenti nei confronti di Mr. Holmes, capirete facilmente con quanta sincerità io mi rallegri del fatto che sia saggio abbastanza da assumere almeno una parvenza di correttezza. Ho solo il timore che quella sorta di cautela alla quale voi abbiate alluso, sia adottata solo durante le sue visite allo zio. Il timore che ha di lui so che ha sempre funzionato e molto è da imputare al desiderio che lui ha di promuovere il matrimonio con Miss de Bourgh, che di sicuro gli sta molto a cuore."
Molly non poté reprimere un sorriso a quelle parole, ma rispose solo con un lieve cenno della testa. Si rendeva conto che voleva riportarla al vecchio argomento delle sue lagnanze, e non era dell'umore giusto per assecondarlo. Il resto della serata trascorse con la parvenza, da parte di Moriarty, della solita allegria, ma senza ulteriori tentativi di avere un occhio di riguardo per Molly, e alla fine si separarono con reciproca cortesia, e probabilmente col reciproco desiderio di non incontrarsi mai più.
Quando la compagnia si sciolse, Janine tornò con Mrs. Forster a Meryton, da dove sarebbero partite nelle prime ore del mattino successivo.

42

Dopo essersi rallegrata per la partenza di Moriarty, Molly trovò ben pochi altri motivi di soddisfazione dall'assenza del reggimento. I ricevimenti fuori casa erano meno vari di prima, e a casa aveva una madre e una sorella i cui costanti lamenti sulla noia di tutto quello che le circondava spargevano una concreta tristezza nella cerchia familiare. Di conseguenza, fu necessario stabilire un altro momento da cui far iniziare una effettiva felicità e il giro dei laghi era in quel momento l'obiettivo dei suoi pensieri più allegri.
La data fissata per l'inizio del loro giro nel nord si avvicinava rapidamente quando arrivò una lettera da Mrs. Hudson, che ne ritardava l'inizio e ne riduceva la durata. Mr. Hudson aveva degli affari che gli avrebbero impedito di partire prima e doveva tornare a Londra entro un mese, e dato che restava a disposizione un periodo troppo breve per andare così lontano erano costretti a rinunciare alla regione dei laghi e a sostituirla con un giro più ristretto e non sarebbero andati più in là del Derbyshire. In quella contea c'era abbastanza da vedere per occupare la maggior parte delle tre settimane previste, e per Mrs. Hudson c'era un'attrattiva forte e particolare. La città dove aveva in passato trascorso alcuni anni della sua vita, e dove sarebbero rimasti per alcuni giorni.
Molly rimase estremamente delusa ma era suo dovere mostrarsi soddisfatta, e nel suo carattere stare allegra; e presto tutto fu di nuovo a posto.
Nominare il Derbyshire suscitava molte riflessioni. Per lei era impossibile leggere quella parola senza pensare a Pemberley e al suo proprietario. "Ma sicuramente", si disse, "posso andare in quella contea senza che lui se ne accorga."
Mr. e Mrs. Hudson, con i loro quattro figli, alla fine fecero la loro comparsa a Longbourn. I bambini sarebbero stati affidati alle cure della cugina Mary, che era la preferita di tutti, e il cui fermo buonsenso e la dolcezza di carattere rendevano perfetta per occuparsene in ogni senso.
Gli Hudon si fermarono solo una notte a Longbourn, e si misero in viaggio il mattino dopo con Molly in cerca di novità e svaghi. Verso la cittadina di Lambton, il luogo in cui era vissuta in passato Mrs. Hudson, e dove aveva saputo che abitava ancora qualche vecchia conoscenza, diressero i loro passi, dopo aver visto tutte le principali meraviglie della regione; e a meno di cinque miglia da Lambton, così Molly apprese dalla zia, era situata Pemberley. Non era proprio di strada, ma la deviazione non era di più di un miglio o due. Parlando dell'itinerario la sera prima, Mrs. Hudson espresse il desiderio di rivedere il luogo. Mr. Hudson dichiarò la propria disponibilità, e fu chiesto l'assenso di Molly.
Molly era turbata. Sentiva di non aver nulla a che spartire con Pemberley, e fu costretta a mostrarsi riluttante ad andarci. Doveva riconoscere di essere stanca di vedere dimore signorili; dopo averne viste così tante, non provava più alcun piacere nei tappeti pregiati o nelle tende di raso.
Mrs. Hudson le giudicò sciocchezze. "Se fosse solo una casa elegante, ammobiliata sfarzosamente", disse, "non me ne importerebbe nemmeno a me; ma i terreni sono deliziosi. Ci sono alcuni dei più bei boschi della regione."
Molly non disse altro, ma non riusciva a convincersi. Le venne subito in mente la possibilità, mentre visitava il luogo, di incontrare Mr. Holmes. La sola idea la faceva arrossire, e pensò che sarebbe stato meglio parlarne apertamente alla zia, piuttosto che correre un rischio del genere. Ma anche su questo c'erano delle obiezioni, e alla fine decise che sarebbe stata l'ultima risorsa, se le sue indagini personali sull'assenza della famiglia avessero avuto una risposta sfavorevole.
Di conseguenza, quando si ritirò per la notte, chiese alla cameriera se Pemberley fosse davvero un bel posto, quale fosse il nome del proprietario e se la famiglia fosse a casa per l'estate. Un assai benvenuto diniego fece seguito all'ultima domanda, e i suoi allarmi furono allora rimossi; e quando l'argomento fu ripreso il mattino dopo, e lei fu di nuovo chiamata in causa, fu in grado di rispondere prontamente, e con un'appropriata aria indifferente, che non aveva nulla in contrario.




Note autore;
Allora, vi piace il nostro caro Lord de Bourgh? ^^ Credo di aver dato al nostro povero Mycroft un ruolo troppo cattivo e non particolarmente vicino al personaggio originale ma la mia vena sadica non ha saputo resistere.
Se siete arrivate/i fino a qui, grazie infinite e spero che questo piccolo lavoro vi stia intrattenendo e divertendo.
Nel mentre io mi sto impegnando per finire l'altra storia e spero di riuscire a ricominciare a pubblicare ad una settimana dalla conclusione di questa.
A presto,
Anne ^^


  
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