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Autore: Tefnuth    27/03/2016    1 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Come va?” sentì dire il telecineta da una voce estranea, gli sembrava quella di Gustav ma non poteva essere la sua perché il biondo era rimasto a casa
“La scarica lo ha solo messo temporaneamente k.o.; non aveva lo scopo di provocargli danni permanenti” una seconda voce, femminile, gli era arrivata all’orecchio; anche quel suono non gli era del tutto sconosciuto, ma la persona che lo rievocava non poteva essere lì con lui in quel cimitero. Anche la sensazione che percepiva sotto la schiena era insolita: non gli sembrava la fredda e putrida terra del cimitero, piuttosto sentiva qualcosa di morbido e caldo il cui profumo gli riempiva le narici. Fu il ricordo del bastardo che li aveva aggrediti a farlo capire: la mano lercia che gli attivava il localizzatore, la sensazione di vuoto e ora questo. Qualcuno lo aveva trovato e portato a casa.
Un secondo flash gli attraversò la testa: Bill, immobile su di lui, che incassa il colpo al posto suo; le lance che gli perforano il fianco e la spalla e lui che ricade sul fianco come una bambola. Poi…niente. Dov’era Bill?
“Bill!” Georg si risvegliò gridando il nome del fratellastro, con gli occhi e la mente lo cercò  ma lui non c’era; al suo posto, nella stanza dell’infermeria, c’erano Gustav, Johann, Nahila, Abraham e i suoi genitori adottivi (Red aveva la testa fasciata)
“Che è successo?” domandò il telecineta
“Vi abbiamo trovato svenuti al cimitero” rispose Nahila, accanto a lei c’era Elizabeth con le lacrime agli occhi
“Bill dov’è? E’ stato ferito…” balbettò il moro rimettendo ordine nella sua testa
“Lui non c’era. Abbiamo cercato dappertutto ma di lui è rimasto solo il sangue su quelle dannate lance” disse Hellboy triste. Georg si sentì sprofondare nel letto e non riuscì a dire niente
“Devo parlare con Tom, gli devo…” iniziò Georg
“E’ meglio che tu non parli con lui, per ora – disse Abraham interrompendolo - . Non è dell’umore adatto”
“Ma io…” provò a ribattere il moro
“Nein, non ora. E’ rimasto scioccato dalla cosa: ha percepito il colpo subito dal fratello e poi ha perso i contatti; ha avuto un attacco di panico” spiegò Johann
“Non è stato un bello spettacolo” aggiunse Gustav che aveva visto la scena in prima linea
“Manning e Abe stanno facendo di tutto per trovare Bill, ma fino ad ora tieniti alla larga da lui. E’ pur sempre un demone” ordinò Hellboy.
 
Per due giorni il team si impegnò, anima e corpo, nelle ricerche del criocineta. Anche Georg, appena potè rimettersi in piedi, partecipò combattendo ogni minuto con il mal di testa che gli aveva regalato il congegno che lo aveva paralizzato. L’unico che non partecipò attivamente fu Tom, che si era rinchiuso nella sua camera; non mangiava, a malapena beveva (solo perché costretto dalla madre, l’unica che poteva scambiare un paio di parole con lui), e forse nemmeno dormiva.
​Alla fine del secondo giorno, stufo dell’ordine impostogli da Hellboy, Georg rientrò nei suoi alloggi senza essere visto dagli altri colleghi ed entrò nella camera dei gemelli. Il pirocineta era seduto ai piedi del suo letto con il cuscino del fratello premuto forte sul naso. Aveva pianto tanto, e sul volto si vedevano i segni del digiuno; una visione straziante per il moro.
“Tom, io…” sussurrò il telecineta, talmente piano che il fratellastro non lo sentì.
Il telepate si avvicinò, mantenendo sempre un po’ di cautela, si inginocchiò e pose una mano sulla spalla di Tom che continuava a dondolarsi avanti e indietro inspirando l’odore del gemello
“Perdonami, ho cercato di fare il possibile” gli sussurrò all’orecchio. Sulle prime il pirocineta non rispose, smise solo di dondolarsi per segnalare che lo aveva sentito, tuttavia Georg era così concentrato sul dolore del fratellastro che non percepiva quello che gli stava frullando in testa
“Mi avevi promesso che lo avresti protetto” disse Tom alzando lo sguardo, i suoi occhi erano iniettati di sangue.
“Mi dispiace” ripetè il moro che non sapeva cosa dire
“Me lo avevi giurato” la voce del pirocineta era diventata minacciosa, un segnale di pericolo che il telecineta non colse nemmeno quando arrivò Gustav che, potendo leggere le attività cerebrali altrui e avendo intuito il pericolo imminente, gli aveva intimato di allontanarsi
“Ho tentato di tutto” provò a spiegare il moro
“SULLA TUA VITA!” un’ondata di aria bollente fece si che Georg sbattesse contro il muro. Il demone si era rivelato.
Gustav corse in aiuto del fratello in tempo per difenderlo da una pirosfera con una barriera. Dal livello del pavimento Tom sembrava ancora più imponente di quanto già non fosse: le fiamme, ora nera, ne circondavano il corpo che stava letteralmente bruciando da dentro; gli occhi scintillavano di un rosso scarlatto come i glifi mentre sotto il torace pulsava il cuore evidenziato di azzurro; inoltre, ad uno sguardo più attento, tra le fiamme si potevano scorgere le ombre delle corna e della coda
“Merda!” Georg si era reso conto solo in quel momento del guaio in cui si era cacciato
“Fermo Tom !” ordinò la voce imperiosa di Hellboy, arrivato assieme ad Elizabeth
“No, lui…” ringhiò Tom, la sua voce alterata somigliava al ruggito di un drago e faceva tremare le pareti
“Non è colpa sua, sistemeremo la situazione; riporteremo a casa Bill” disse il gigante rosso al figlio avvicinandosi con cautela; gli occhi di lava del pirocineta si posarono torvi sul padre
“Ti prego tesoro” la dolce voce di Lyz bilanciava il tono più rude del compagno.
“No! Lui deve pagare per quello che ha fatto; ha permesso che lo portassero via” mentre parlava il pirocineta continuava a tenere gli occhi fissi sul telepate; tra loro due Gustav era pronto a bloccare ogni nuovo assalto
“Ora basta, stai esagerando” gridò Hellboy, pur essendo molto vicino al figlio non sembrava aver l’intenzione di fermarlo; anche Elizabeth stava tergiversando e ogni tanto dava un’occhiata alla porta, rimasta aperta, come se stesse aspettando qualcuno.
Poco dopo infatti arrivò Abraham. In mano aveva una siringa con dentro un vischioso liquido bluastro, sicuramente era un sedativo per Tom. Con una mossa veloce il gigante rosso bloccò il figlio con una mossa a tenaglia e Lyz, l’unica che si poteva avvicinare senza ustionarsi, prese la siringa dalle mani dell’uomo-pesce e iniettò il liquido nel collo del figlio. Il respiro del ragazzo si regolarizzò man mano che il liquido si spandeva nel corpo del pirocineta, evidenziando le vene che attraversava; le fiamme si spensero. Tom si inginocchiò, inerte, ancora abbracciato dalle poderose braccia del padre e poi da quelle esili della madre.

 ------(Cambio scena)------
Gli aculei sulla coda della bestia si erano piantati con forza nel cemento, a poca distanza dal braccio sinistro di Bill; se il ragazzo non si fosse spostato si sarebbe ritrovato un colapasta al posto dell’arto. Le ferite che aveva riportato per salvare Georg ancora gli lanciavano delle fitte lancinanti al cervello offuscandogli la vista; attimi pericolosi in cui il suo corpo non rispondeva  a dovere e prendere un pugno o un calcio diventava molto più facile. Se Bill non fosse stato un demone le sue ossa e gli organi interni avrebbero già ceduto.
Avrebbe potuto facilmente uccidere il lupo istrice congelandolo con un respiro, ma quando era svenuto lo avevano incatenato e messo delle manette con su incisa una formula per bloccarne temporaneamente i poteri; anche il contatto mentale col fratello gli era precluso. Nonostante non fosse in una bella situazione i suoi pensieri continuavano ad andare a Georg e Hellboy; l’ultima volta che li aveva visti erano svenuti al cimitero e non in buone condizioni. Aveva cercato di impedire all’ibrido, che aveva solo fatto finta di essere morto, di sollevarlo da terra e portarlo via; aveva scalciato, tirato pugni e anche congelato parte della schiena ispida e pelosa dell’essere. Era stato l’uomo dal mantello nero a costringerlo a perdere i sensi, chissà per quanto.


“Ben svegliato” gli disse l’individuo non appena arrivò, si era messo in controluce in modo da non farsi riconoscere (anche se la voce tradiva la sua natura demoniaca)
“Grazie, ma avrei preferito una più piacevole compagnia. Magari una bella ragazza” rispose il criocineta tenendo d’occhio il lupo, fermatosi all’arrivo del padrone; il ragazzo provò ancora a strattonare un paio di volte le manette ma niente da fare.
“Non sprecare le tue forze, solo io posso togliere quei sigilli” proferì lo sconosciuto
“Chi sei tu?” domandò Bill, se doveva morire voleva avere più informazioni possibili da poter passare al fratello (se mai ci fosse riuscito)
“Hans Listing, il padre di Georg e Gustav” affermò l’estraneo, sembrava esserne molto orgoglioso
“E’ impossibile! Lui è morto con la moglie, la sera in cui la Chimera ha attaccato in casa loro. C’erano i cadaveri” replicò il ragazzo
“E’ facile scambiare un corpo per un altro quando non se ne vede la testa” ridacchiò Hans
“E tua moglie? L’hai uccisa tu?” chiese ancora il criocineta
“E’ stata una sofferenza, ma il suo corpo mi serviva per un esperimento” spiegò l’aggressore
“Come me? Anche io sarò una tua cavia? Non credo ti poterti dare molto su cui lavorare” disse Bill guardando le numerose gabbie vuote dietro ad Hans e gli strumenti sul tavolo da chirurgo
“Per la riuscita del piano è necessario che tu sia vivo, anche se avrei preferito tuo fratello” Hans stava armeggiando con qualcosa
“Come sono stato cattivo: ti ho rovinato il piano” almeno Bill aveva una cosa si cui essere felice
 “In realtà non troppo. Invece del demone di fuoco, mi servirò del fantasma di ghiaccio” Hans si girò, tra le mani aveva un collare di metallo con delle incisioni che fecero venire la pelle d’oca a Bill. Il criocineta conosceva quei simboli, rune antiche e oscure che non avrebbe mai voluto avere davanti agli occhi.

 -------(Cambio scena)------
Dopo quello che era successo, Tom era stato isolato in una stanza speciale in cui si poteva regolare il livello d’ossigeno; era stata costruita appositamente per i demoni di fuoco troppo irruenti: un basso livello d’aria negava loro la possibilità di creare le fiamme. Per il ragazzo avevano azzerato la circolazione di ossigeno così, al suo risveglio, il pirocineta si era ritrovato con una maschera per l’ossigeno sulla bocca; non era collegata ad alcun tubo (per evitare che il ragazzo ne sfruttasse l’aria) e l’unica fonte di alimentazione erano delle capsule da sostituire a intervalli regolari
“E’ una cosa da barbari” commentò Gustav davanti al grande vetro che lo separava dal fratellastro
“Non c’è stata altra scelta, ha rischiato di incendiare l’intero edificio” replicò Manning mentre leggeva la cartella che gli aveva consegnato un agente; l’espressione sul suo volto non aveva niente di rassicurante
“Che succede?” domandò Hellboy, aveva appena dato uno sguardo al pelato ed era ritornato subito a guardare il figlio
“Il nostro nemico non si ferma mai: ha attaccato di nuovo, e questa volta sono dei civili” Manning sospirò e si sedette sulla sedia, lasciando che le foto scivolassero dal plico e appoggiò la testa alla mano prima di riferire cos’altro aveva letto
“Forse c’è anche Bill con lui, il trasmettitore è attivo”
“Potrebbe essere una trappola” ipotizzò Elizabeth
“O forse no- esordì Georg -. Quello vuole lo scontro finale, ci sta invitando ad uscire allo scoperto”
“Vuoi dire che è così scemo da tirarsi la zappa sui piedi da solo? Vuol farci vedere Bill dopo averlo torturato?” domandò Gustav
“E’ molto sicuro di sé. Voleva sfruttare il legame tra i gemelli per far si che Tom ci si rivolgesse contro, ma se riusciamo a far capire a nostro fratello chi è il burattinaio dietro tutto questo avremo un’arma distruttiva pronta a sfogarsi su di lui. Tom deve venire con noi” ordinò il moro
“Ti ammazzerà appena varcherai la porta; non può usare le fiamme ma le mani si” commentò Manning
“Se riesco a farlo ragionare no” ripetè il telecineta
“Alzare il livello d’ossigeno per far entrare anche solo una persona è pericoloso, Tom potrebbe approfittarne” ribattè Abe
“Ci parlo io, non ho bisogno di aria” si propose Johann, in certi casi la sua condizione era utile
“D’accordo, ma fai attenzione; non si sa mai cosa potrebbe combinare. Per quello che sappiamo sarebbe capace di usare l’ossigeno nel suo corpo pur di uscire da qui” lo avvertì il pelato.
Come concordato, Johann entrò nella cella in cui era rinchiuso Tom.
“Salve ragazzo, posso stare con te?” domandò il medium senza ricevere risposta
“Lo prendo per un si – il tedesco si sedette - . Non male il posto, manca giusto una finestra” osservò, la sola risposta che ricevette fu uno sbuffo contrariato
“Capisco ciò che provi, però potresti pensare che non è colpa di Georg: il nemico ha attaccato loro e ha portato via Bill; se avesse potuto far qualcosa tuo fratello non lo avrebbe mai permesso. Ti dirò che sta già pensando ad un piano per salvarlo. Certo che sarebbe un peccato se, tra tutti, mancassi proprio tu; oh è un vero peccato che tu non possa uscire da qui” disse Johann
“Certo che voglio andare a salvarlo, ma dove? Io non lo sento più, ho solo il vuoto in testa” rispose finalmente Tom lasciando scorrere una lacrima sul viso
“E se ti dicessi che lo abbiamo localizzato? Il suo trasmettitore è ancora attivo. Di certo è una trappola del nostro avversario per portarci da lui, ma possiamo sfruttare la cosa a  nostro vantaggio” affermò il medium
“Non mi prendi in giro?” chiese Tom con una voce da bambino
“Nein, è la pura verità: c’è stato un altro attacco e abbiamo avuto conferma che tuo fratello è con lui” disse Johann
“Portami da lui, ti prego. Se passo ancora un giorno senza vederlo o sentirlo, esploderò” lo pregò il pirocineta
“Non farai del male a Georg, vero?” domandò il medium, era la sua prova del nove
“Sfogherò tutta la mia ira contro colui che ha osato portar via l’altra parte della mia anima!”
 
  
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