Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: DarkRose86    31/03/2009    5 recensioni
Lasciandoci alle spalle il passato abbiamo intrapreso questo cammino,
certi di riuscire nel nostro intento: dimostrare chi siamo.
Io come loro, loro come me.
Insieme e in solitudine.
Con le mani sporche di sangue e lo sguardo perso.
Siamo super eroi.
" E noi non piangiamo mai per amore, siamo super eroi; e noi non piangiamo mai per dolore, siamo super eroi. "
II° classificata al Contest "Dalla Musica alla Prosa", indetto da Behind Infinity, storie valutate da Happy_Pumpkin e Kla81
.SasoDei, leggero Nonsense.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Finalmente, dopo tanto tempo, posso pubblicare questa storia partorita con fatica, fretta, ma anche con l'anima.
La seguente storia si è classificata II° al Contest "Dalla Musica alla Prosa" , indetto da Behind Infinity ( le storie sono state poi giudicate da Happy_Pumpkin e Kla81 ) sul Forum di EFP.
Personalmente sono felicissima del risultato ottenuto, non me l'aspettavo proprio, considerando che non sono mai stata convinta di quel che ho scritto. Inoltre, a un giorno dalla scadenza, mi accorsi che il limite minimo non era 2 pagine di Word come avevo erroneamente letto, ma 3... mi sono ritrovata a scrivere una pagina intera in mezz'ora, senza neanche avere tempo per rileggere e correggere il tutto. Perciò... sono soddisfatta, sì. 
E poi, una SasoDei ci vuole, ogni tanto. 
Attendo le vostre impressioni... buona lettura!

Photobucket

E noi non piangiamo mai per amore, siamo super eroi; e non piangiamo mai per dolore, siamo super eroi.
from "Superheroes", Edguy

Heroes can Fall

Lacrime.
Che cosa sono?
Non lo ricordo più.

Un giorno piansi, lo rimembro; il mio piccolo e fragile corpo tremava, scosso dai singhiozzi e dalla paura di rimaner solo. Ma solo, lo ero già. Avvolto nelle candide lenzuola di quel letto troppo grande, allungavo le braccia a toccare un'illusione; dentro di me lo sapevo, ma i lucidi occhi nocciola non volevano starmi a sentire. Si bagnarono inevitabilmente le mie guance, e il cuscino sotto la mia testa; i capelli cremisi sparsi su di esso vennero tirati con forza, a cercar di non pensare a quel lancinante dolore che mi attanagliava il cuore.
Un altro giorno, poi, costruii qualcosa che somigliava loro, e quasi mi meravigliai del mio capolavoro; e allora capii. Perché piangere, se si può continuare a vivere anche quando chi ci ama ci lascia per sempre? Per quale motivo farlo, se si può essere artefici del proprio destino?
Siamo super eroi.

Non abbiam paura di nessuno, abbandonata la nostra umanità.
Viaggiamo per villaggi e foreste, incuranti di chi c'infligge ferite.

Siamo forti.

Che cos'è il timore? Che s'intende per rassegnazione?

Siamo assassini.

Lasciandoci alle spalle il passato abbiamo intrapreso questo cammino, certi di riuscire nel nostro intento: dimostrare chi siamo.
Io come loro, loro come me.
Insieme e in solitudine.
Con le mani sporche di sangue e lo sguardo perso.

Siamo super eroi.

Anche quando stringo fra le mie braccia inumane quel corpo del qual non posso testare la sicura morbidezza, mi sento così; il mio non provare sensazioni lo dimostra: sono eterno. Un eroe che, come tale, non lo lascerà mai solo a vagare nel buio e nelle incertezze.
Una cascata di biondi e fluenti capelli, due occhi di cielo; la creatura che mi abbraccia ha fattezze talmente belle da parer sovrannaturali. Si muove sul mio corpo con sensuale eleganza, cercando quel calore che non posso regalargli; che importa, pero' ? Un super eroe non necessita di una pelle soffice e rosea. Il mio corpo non può sanguinare, nessuno stolto può scalfirmi.
< Danna, a che stai pensando? > mi domanda curioso, ogni volta che mi mostro assorto ai suoi occhi.
Ed io non rispondo mai, mi limito ad avvolgerlo nel mio silenzio, accarezzando lentamente i filamenti dorati e la schiena sinuosa; chissà che cosa direbbe, se veramente venisse a conoscenza dei miei più intimi pensieri.
Non chiamateli paura o pianto; essi non possono più toccarmi.
Chiamateli considerazioni d'un novello eroe alla ricerca di sé stesso.
O di lui?

Di lui che è vicino ma lontano, lui che è dolce ma scostante, lui che amo eppure odio.
Perché, a contatto con quello sguardo, la mia mente vaga alla ricerca di risposte di cui non dovrei aver bisogno.
< Danna, secondo te perché viviamo? >
Basta con queste domande, le eludo con baci e carezze furtive, non voglio riflettere, non voglio lasciar vagare la mente in lidi che non ancora conosco.
Uno come me non necessita di chiedersi certe cose.
Oppure sì?

Perché, perché sto abbandonando i suoi occhi speranzosi?
Lo lascio andare, apparentemente privo di rimpianti; lui si allontana salutandomi con la mano, e rivolgendomi un sorriso.

Bello, come il sole. Forse troppo, per un super eroe impossibilitato ad apprezzarlo in pieno.
Quali sono i miei poteri, infine?
Non so rispondergli,
non so aspettare,
non so ricambiare i suoi sentimenti,
travolgenti come una tempesta, come un fiume in piena.
Non piango mai per amore, né per dolore.
Un potere di cui un essere umano non dovrebbe potersi vantare.
Il mio corpo di marionetta non può versare lacrime, né mostrare un'espressione dispiaciuta.

< Sei fortunato, Danna, anche se non condivido il tuo modo di pensare. >
Fortunato. Dicevi sul serio, quella volta, Deidara?
E a cosa stai pensando adesso, mentre ti allontani?
Io sto guardando dritto davanti a me, lo sguardo fisso sui miei nemici, ed ho un brutto presentimento.

Perché vengo assalito dalle insicurezze, io che sono eterno?
Anche ora che dovrei pensare unicamente a combattere, ad ampliare la mia collezione... un'immagine continua a tormentarmi, mentre affronto il mio destino.
Maledetto, sia maledetto colui che ha fatto vacillare il super eroe, con i suoi sorrisi e le frasi di circostanza.
< Mi piaci tanto, Sasori no Danna. >
Maledetti i suoi occhi e il suo corpo perfetto, e quelle mani audaci.
Vorrei rapirlo, portarlo via, fare di lui il mio più bel capolavoro.
Custodirlo gelosamente per sempre, come una splendida bambola immortale.
Lo odio, profondamente, perché ogni volta che lo penso mi sento dannatamente umano, debole, vulnerabile.
Ma quel che provo è ancor più complesso, impossibile da spiegare con mere parole.

Rabbia.
Follia.
Odio.
...amore?

Si può aver paura di una così piccola parola?
Di cinque semplici lettere, messe l'una accanto all'altra?

Attacco, schivo, osservo i movimenti dei miei avversari, ma la mente mi tradisce, secondo dopo secondo, mi tortura.
Non dovrei provare tutto ciò.

Non voglio sentirlo.
Mi sento patetico. Io che sono crudele e spietato, tentenno. Vuoto, ecco quel che avverto dentro di me; ma non chiederò mai aiuto.
Poi, li rivedo. Sono ancora come un tempo, come quando dormivano assieme a me, ma impossibilitati a regalarmi il calore che desideravo. Come quando ancora sapevo cosa significava piangere.
E mi rendo conto che sono stanco di essere solo.
< Noi staremo sempre insieme, uhn! >
Quando mai siamo stati assieme, Deidara?
Nei momenti in cui giacevamo abbracciati osservando l'alba, io non ero lì con te.
E quando mi sussurravi all'orecchio mettendo a nudo i tuoi sentimenti, non c'ero.
Non ci sono mai stato.
Dov'ero?
Dove sono?

D'improvviso, qualcosa mi blocca; com'è possibile che io riesca a sentire dolore?
< Non metterci troppo a far fuori quelle due, Danna! >
Sanguino, l'unica mia parte umana piange, al posto dei miei occhi inespressivi.
E lo rivedo, chissà perché in questo momento penso che è stranamente adorabile, il suo fastidioso modo di fare.
La sua testardaggine, quel suo totalmente assurdo concetto di arte... per quale motivo, adesso, mi mancano?
E il tepore di cui non posso godere, perfino quello mi manca.

Dov'ero?
Dove sono?

Chi sono? Infine, non l'ho mai capito neanche io.
Ho perso, fallito, il gioco è finito.
Allungo il braccio verso un'illusione, tentando di afferrarla.
E' così bella e luminosa... mi sta chiamando a gran voce.

Fa male, da impazzire, mi sento come se stessi cadendo in pezzi.
La bambola si sgretola; l'eternità non esiste, dunque?
Eppure non verso lacrime, non posso.
Non per il dolore che sento, né per il sentimento che provo, che mi ha ucciso lentamente, senza che me ne accorgessi.
E che ora mi ha dato il colpo di grazia.

E noi non piangiamo mai per amore, siamo super eroi; e non piangiamo mai per dolore, siamo super eroi.

Deidara, promettimi che neanche tu piangerai.
In fondo, un eroe può cadere; e se non v'è il suo sostegno accanto a lui, non è detto che riesca sempre a rialzarsi in piedi.

Lacrime.
Ora ricordo che cosa sono.
E mi spaventano.

Perché?

Eppure, siamo super eroi.


The End

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: DarkRose86