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Autore: Lady Vel    27/03/2016    2 recensioni
Cos’accadrebbe se i personaggi fossero in un mondo, in un’epoca, diversa? Come gestiranno gli avvenimenti? Diventeranno re e regine, o finiranno nella polvere?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 1: La regina del mare

Il vento gonfiava le vele della Serpeverde quella mattina, il viaggio sarebbe durato ancora poco, il porto della capitale si vedeva già in lontananza. La ciurma cominciò i preparativi per passare alla navigazione a vela, mentre il capitano veniva svegliato da uno dei mozzi.
“Capitano, se i venti non cambiano saremo ad Hogsmade prima di pranzo” ad informare il capitano era stato Severus Piton, il suo secondo, l’unico che potesse rivolgere la parola al capitano senza rischiare di ritrovarsi con la lingua mozzata.
“Davvero Piton? Non me ne sarei mai accorta senza il tuo prezioso aiuto”.
Tuttavia, non era per fiducia che aveva un ruolo tanto importante a bordo, era stata costretta ad avere a bordo quell’uomo, perché Sua Maestà Riddle aveva deciso così. Aveva bisogno di qualcuno che potesse fare da spia, qualcuno che lo informasse di ogni sua mossa e che non avesse paura di lei. Re Riddle II non amava le donne, affatto, averne una a capo della flotta più grande del regno, lo faceva infuriare.
‘Dubita di me solo perché sono nata nel corpo sbagliato. Aye che mi metta pure tutti i suoi servitori sul ponte, che ne metta uno anche nel mio letto se lo aggrada, scoprirà ben presto che sono l’unica di cui può fidarsi…’ sulla scia di questi pensieri Bellatrix Black osservava il porto avvicinarsi, quando vide, con la coda dell’occhio, un’altra imbarcazione.
“Fenrir! Ti va un po’ di sangue?” gridò al suo tagliagole preferito.
“Aye capitano! Dopo averne preso il possesso, la facciamo affondare? Io ci lascerei anche gli ostaggi, sono solo bocche in più da sfamare, nonché nemici di Sua Maestà. Potrebbe anche ringraziarci”
“Sei più stupido di quanto pensassi e ti chiedi ancora come mai non hai una tua flotta… vira e chiudi quella latrina che hai al posto della bocca.”
La ciurma rise, per non rischiare di scatenare la furia del capitano, specialmente prima di un abbordaggio, molti erano stranamente morti durante gli assalti, sempre dopo averla fatta infuriare. Ci misero poco ad avvicinarsi alla nave, e ancora meno per cominciare a spargere sangue.

L’ascia di Bellatrix mieteva vittime, chiunque provasse ad affrontarla non aveva possibilità di sopravvivere già normalmente, in più era una donna e quindi quasi nessuno si aspettava una tale grinta nella lotta. Poche vittorie erano facili, quella fu fin troppo facile e decisamente troppo breve, la sete di sangue delle persone sulla Serpeverde non si era placata. L’unica soddisfazione fu trovare nella stiva oro, tessuti e molto rum, oltre ad aver accresciuto il numero della sua flotta di uno, con la nuova nave Follia della fanciulla, arrivando ad un totale di 297 navi, navi sulla quale sventolava fiera la bandiera dei Black, ufficialmente comandate dallo zio Orion Black, ma senza un comando da Bellatrix soltanto una decina osavano levare l’ancora. Quasi tutte le navi tornarono al porto ma la Serpeverde e la Signore Oscuro rimasero in mare, alla ricerca di altre navi da assalire. Bellatrix avrebbe lasciato andare anche l’altra nave al porto, ma Severus le aveva ricordato che era una nave del re, e finché non fosse rientrata anche la Serpeverde, per decreto reale, non poteva rientrare nemmeno la Signore Oscuro, pena la morte. Quando il cielo cominciava a scurirsi, Severus Piton andò dal capitano.
“Bellatrix se tu lasc…”
“SONO IL CAPITANO, MOZZO!” urlò il capitano puntando un pugnale alla gola dell’uomo.
“Ed io sono il tuo secondo. Uccidimi Black e il re farà mettere la tua testa su una picca” disse Piton, il viso impassibile come una maschera, come sempre.
“Aye… probabilmente lo farebbe, se vuoi, possiamo scoprirlo. Non vuoi raggiungere la tua servetta sul fondo del mare? Se temi che i pesci ti divorino rilassati, fai ribrezzo anche a loro.”
“Nonostante trovi alquanto inutile cercare di ragionare con te, sei la più intelligente in questo covo di reietti. Ho ricevuto un corvo, Minus diceva che su una nave da carico ci sarebbero stati i tuoi cari grifoni, tra cui il tuo amato cugino. Mandagli contro la Serpeverde e fuggiranno con una scialuppa prima ancora che tu possa far suonare il corno da guerra, fortunatamente per te, non hanno la minima idea della lealtà della Signore Oscuro. Mandala ad est, entro l’alba di domani, potresti avere il Reietto tra le tue mani”
Bellatrix lasciò andare Severus, non senza prima averlo ferito ad una guancia con un pugnale.
“Prendilo come un avviso Piton. Parlami ancora con quel tono, osa ancora rispondere a me, e avrai ben più di un graffietto rosso.”
Suo malgrado, dovette ammettere che l’idea di Piton fosse buona e nel giro di pochi minuti la Signore Oscuro aveva cambiato la sua rotta.

Il sole stava ormai calando quando le due navi furono nuovamente l’una affianco all’altra. Abbassati i ponti, la prima a salire sulla Signore Oscuro fu Bellatrix, seguita poi da Piton e Greyback. Bellatrix e Piton furono portati sottocoperta dal capitano della nave, Rabastan Lestrange, per vedere i prigionieri.

“Capitano, questi sono i tre prigionieri. Non hanno voluto dirci i nomi, se lo desidera, posso chiamare uno dei due Corrow o anche entrambi. Non reggeranno a lungo nelle loro mani” spiegò Rabastan alla Black.
“Non sarà necessario. Posso farli parlare io. Piton, tu resta fuori, non vorrei che ti sporcassi col loro sangue.”
Severus non se lo fece ripetere, il lezzo in quella cabina era orribile, aspettare sul ponte sarebbe stato sicuramente più piacevole ed utile, una ciurma ancora sotto gli effetti di un arrembaggio era davvero molto propensa a condividere preziose informazioni.

“Bene bene… chi abbiamo qui? Non volete dirci i vostri bei nomi? Non vi faremo assolutamente niente, lo prometto. Mi basta che mi diciate per chi lavorate… vuoi iniziare te, piccolina?”.
Bellatrix si avvicinò all’unica ragazza tra i tre ostaggi. Aveva già cominciato a tentare di parlare, ma la benda sulla bocca non faceva capire il significato delle parole.
“Prima però ti togliamo quel brutto, brutto cappello dalla testa no? E’ troppo grande per una fanciulla come te. Dai fammi vedere che begli occhioni che hai… ”.
Bellatrix le tolse il cappello, liberando un mare di capelli biondi, quasi bianchi, ed un volto troppo familiare.
Narcissa!? Cosa ci facevi a bordo di quella nave? Non dovevi restare al castello con nostra madre?”.
Lo stupore iniziare della mora era svanito, per essere rimpiazzato dalla rabbia, causata dall’avere un’altra sorella tanto ribelle.
“Ho detto io, a Minus, di quella nave. L’ho saputo dal vecchio Olivander, il costruttore di navi, non sapevo quanto potesse essere affidabile, però avevo fatto sì che bevesse ben quattro bottiglie di rum prima di interrogarlo. Ho preso la prima nave che ho trovato e l’ho fatta dirottare. Ah… il potere del denaro…comunque, sarai felice di sapere che il caro rematore lì, in ginocchio, altri non è che il Reietto. L’altro è un misero mercante, per quanto mi riguarda, potete lasciarlo affogare.”
Vestita da servetta, con un taglio sulla fronte ed un altro sul labbro, Narcissa Black poteva apparire la dama di compagnia di una perfetta lady di un castello, a cui avevano usato violenza, a chi non la conoscesse, ma la sua fama da Angelo Nero la precedeva. Bellatrix sorrise alla sorella e s’impossessò della spada corta di Rabastan, dopodiché rivolse la sua attenzione al cugino ancora imbavagliato. Le sue grida si sentirono fino alla stiva della Serpeverde, finché Bellatrix non decise di avvolgere la sua testa in un panno, per attutirne il suono e per non vedere più quella faccia sanguinante e ricoperta da lividi.

Al mezzogiorno seguente i cinque uscirono sul ponte. Come volere dell’Angelo nero, il mercante venne gettato in mare, ancora vivo, con mani e piedi legati a sacchi contenenti pietre.
“A tutti voi membri dell’equipaggio, sia della mia nave che della nave del re. Ascoltate ed osservate bene! Questa è la punizione per chi disubbidirà ad un ordine, o complotterà contro il bene del regno! O per chi oserà sfidarmi, come il mio amato cugino.”
Avvolto da degli stracci il cadavere venne sollevato, dal busto, fino ad essere a due metri di altezza. Dei mozzi tagliarono le funi che tenevano legati assieme gli stracci, scoprendo un uomo nudo a cui mancavano le dita delle mani e dei piedi. I muscoli di quello che era stato un corpo giovane e tonico era ora alla vista di tutti. La pelle dell’uomo, fino alle spalle, era a terra e si vedeva a malapena tra gli stracci, la testa ancora da qualche parte tra gli stracci della stiva.
“Bella prova, capitano Bellatrix, ho solo una domanda. Hai intenzione di fare lo stesso a tuo cugino, quando lo riuscirai a prendere?” chiese Piton facendosi avanti tra la folla.
“Piton carissimo. E’ lui il Reietto. E’ morto!” la risata isterica di Bellatrix fece rabbrividire tutti gli uomini sulle navi.
“Black… tuo cugino ha più tatuaggi che pelle, quella di quell’uomo è intatta, o meglio… era. Re Riddle non sarà felice di sapere che non sai nemmeno riconoscere tuo cugino.”
Bellatrix si avvicinò a Piton con gli occhi che bruciavano di rabbia.
“Tu. Non. Dirai. Assolutamente. Niente. Al. Tuo. Amato. Capo. Questa è la MIA nave e faccio ciò che voglio… forse quello non sarà il mio cuginetto, ma certamente mandare la pelle di un innocente ai suoi amichetti lo farà uscire allo scoperto. Si considera troppo nobile per lasciare impunito un simile atto. Lo attenderò a terra.”
Dopodiché tornò al centro del ponte per ordinare ai marinai di fare rotta verso terra.

---------

Bellatrix, assieme a Severus, camminava per la piazza di Hogsmade diretta verso il palazzo del re. Erano stati convocati il giorno dopo l’arrivo in città, per presentare un rapporto sugli avvenimenti accaduti in mare. Piton fece strada alla donna attraverso i cunicoli della città e successivamente tra le stanze del Palazzo Nero. Arrivarono nella sala delle udienze che il sole era già alto nel cielo. Nonostante il giorno fosse soleggiato, dentro la fortezza vi era ben poca la luce, solo quella necessaria per intravedere gli oggetti e le pareti. Tra il popolo si diceva che l’oscurità del luogo era causata dall’anima nera del re, i cui delitti erano più che famosi, non solo nel regno di Notturn, ma in tutto il continente. Alcuni sostenevano addirittura che fosse un sortilegio evocato dal regno vicino nel precedente conflitto, lanciato a causa della sconfitta subita. A Bellatrix non potevano interessare di meno certe superstizioni, che la fortezza fosse oscura per gli omicidi o perché re Silente non era capace di accettare una sconfitta, non era una cosa che le importasse. Fu distratta dai suoi pensieri dal rumore di passi in avvicinamento. Da una porta dall’altro lato della stanza entrarono alcuni uomini: il re si andò a sedere sul trono, a malapena visibile, mentre gli altri andarono ad accendere le torce lungo le pareti. La stanza fu rischiarata da una luce giallognola, illuminando il re.
Bellatrix smise per un momento di respirare.
Tom Riddle II non era minimamente lo aveva immaginato, pallido quasi come un morto, l’unico tocco di colore erano i capelli corti neri e gli occhi, anch’essi scuri, si vociferava, erano nascosti dall’ombra della corona dorata sulla testa dell’uomo. Il nuovo stemma creato per il casato Riddle, un serpente argento su sfondo verde, era rappresentato sul mantello del re e richiamato nei toni delle vesti. L’unico ornamento, oltre alla corona, era un anello alla mano sinistra che, illuminato dalla luce delle torce, sembrava contenere una sfera di fuoco. Severus era inginocchiato da quando il re, con le sue guardie, era entrato, mentre Bellatrix era rimasta ritta davanti alla figura imponente sul trono.
“Alzati mio caro Severus… e comincia a raccontarmi del vostro fallimento.”
La voce di Riddle era poco più che un sussurro. Piton stava per iniziare a parlare, ma Bellatrix fu più veloce. 
Fallimento? Abbiamo riportato le stive di tutte le navi che straboccavano, abbiamo perso pochissimi uomini, ed ammetto che per la maggior parte ad ucciderli sono stata io, rallentavano l’equipaggio e basta. Abbiamo catturato un uomo di Silente e lo abbiamo ucciso, non aveva informazioni importanti da riferire, ucciderlo è stata la cosa migliore. In più, vostra grazia, ho anche salvato mia sorella dai vostri uomini. Non voglio nemmeno pensare a cosa le avrebbero fatto… sicuro niente di lontanamente simile rispetto a quello che io avrei fatto a loro, se avessero osato toccarla… inoltre -”
“Lady Black, taccia. Può elencare i suoi meriti anche per il resto della sua vita. Severus mi ha mandato un accurato resoconto di ciò che ha fatto mentre era in mare, e sul suo comportamento non ho nulla da rimproverarle. Il problema non è lei, ma la sua ciurma. Mi sono giunte voci che fanno sospettare che alcuni uomini siano fedeli al re vecchio… non vorrei smantellare la flotta dei Black, ma lo farò se sarà necessario. Manderò sulle vostre navi degli uomini del re, a controllare la loro assoluta fedeltà”.
“No” disse Bellatrix con voce ferma.
“No? Lei osa dire a me no?”
Tom si alzò dal suo scranno, circondato dai riflessi delle torce, sembrava avvolto dalle fiamme.
“Esattamente vostra maestà. Se ho un traditore a bordo, voglio essere io a trovarlo… e ad occuparmene.”
“Così come si è occupata del suo presunto cugino? Vuole sapere dove si trova? E’ sull’isola di Godric’s Hollow. I suoi stessi concittadini gli stanno dando la caccia come traditore. Per averlo morto le basterà attendere che lo trovino.”
“Vostra maestà, impeditegli di ucciderlo! Sono io a doverlo fare! Deve essere giustiziato da un Black, è la tradizione di famiglia!”
“Tradizione particolare… sebbene mi piacerebbe lasciarvela continuare, l’isola non è sotto il mio dominio. E’ sotto il regno di Malocchio Moody, e il suo esercito è ancora più forte del nostro. Ma presto la situazione cambierà… ”
Bellatrix era troppo furiosa, persino per parlare. Ma Severus era intrigato delle parole del re.
“Vostra grazia… non intenderete muovere guerra a Malocchio? Addestra gli uomini a combattere dalla nascita, nessun esercito può reggere il suo confronto!”
Riddle si avvicinò alla sua spia, tanto da rendere quasi inudibili le parole che pronunciò.
“Il mio piano è già in atto… presto governeremo su tutti i regni esistenti”

Note dell'autrice:

Wow... non pensavo avrei avuto il coraggio di pubblicarlo...
Invece eccomi qui... che dire, è un po' incasinato no?
Per questo sto lavorando ad una mini-mappa da aggiungere in un capitolo 0 precedente a questo.
Magari con anche la descrizione dei personaggi... Spero mi farete sapere cosa ne pensate!

Kiss

   
 
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