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Autore: Ghrian    27/03/2016    1 recensioni
Carlotta è una semplicissima ragazza italiana, una come tante: studia, esce con delle amiche incredibilmente più pazze di lei...
Ma nell'università che frequenta stanno organizzando un tirocinio all'estero con un'altro indirizzo, completamente opposto al suo.
Si ritroverà catapultata in un altro mondo, a contatto con una cultura e abitudini enormemente differenti dalle sue e dovrà adattarsi a tutti i costi.
Aggiungiamoci due amici sclerati, lei che non è da meno e l'entrata in campo di dodici ragazzi... l'esplosione è alle porte, io lancio l'avvertimento!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La seguii silenziosamente in cucina, trattenendomi dal farle una miriade di domande a raffica. Odiavo questo comportamento di James, non era da lui starsene buono e zitto. Anzi, era totalmente l'opposto.

La cucina era... enorme. Non mi viene in mente nessun altro aggettivo abbastanza qualificato per descriverla.

L'isola in marmo bianco, sgabelli neri molto moderni sistemati alle sue estremità e l'intera struttura davano un'idea di quanto i proprietari fossero benestanti e aggiornati sulle nuove mode.

In fondo Jenni era una stilista, se non le conosceva lei le nuove tendenze, chi poteva?

-Carl, non so che fare.- sbottò, sedendosi di getto su uno sgabello e coprendosi il viso ben truccato con le mani -Hai visto James? Sembra quasi che... che non sia presente.-

-Sì, l'ho visto. Da quanto va avanti?- chiesi, appoggiandomi con un fianco all'isola.

-Da qualche mese. E' assente, scostante e stanco.- elencò, puntandoli con le dita.

-Quando mi è venuto a prendere qualche giorno fa, sembrava tranquillo. Normale.-

-Ti è venuto a prendere?!?- mi domandò, spalancando gli occhi a mandorla.

-Sì, non lo sapevi? L'università non aveva più camere disponibili, così James mi ha affittato il vostro appartamento.- spiegai, vedendo i suoi occhi aprirsi sempre di più. Se fossi andata avanti a parlare probabilmente i suoi bulbi oculari sarebbero schizzati fuori dalle orbite.

-Non mi ha detto nulla... perché non mi ha detto nulla?-

-Sei d'accordo, vero? Non voglio mettermi in mezzo...- misi le mani avanti.

-Oh, no va benissimo! Sentiti libera di fare come se fossi a casa tua, noi non la utilizziamo più quella casa, come puoi vedere. Mi chiedo solamente perché ha sentito il bisogno di nascondermelo, non avrei detto di no!- affermò, alzandosi di scatto e iniziando a camminare per la stanza come un lupo in gabbia.

-Ascolta, magari aveva davvero paura che tu non fossi d'accordo.- cercai di calmarla, ma anche alle mie stesse orecchie, le parole che stavo dicendo risultavano false e assurde.

Jenni mi lanciò un'occhiata preoccupata, non sapendo come reagire -Cosa faccio ora?-

-Affronta il discorso, è evidente che non sta bene. Qualcosa lo turba, magari sul lavoro.- provai, nel tentativo di trovare una soluzione che non sembrasse drastica. Ma avevo molti dubbi.

Il comportamento di James era identico a quello del mio ex- ragazzo, che mi tradiva con una mia amica. Quando la loro storia era cominciata, lui si comportava allo stesso modo: era scostante e distratto, non prestava attenzione a quello che dicevo. Era sempre attaccato al cellulare, sebbene prima lo detestasse e trovava sempre scuse per non uscire con me.

Non volevo saltare a conclusioni affrettate e non volevo nemmeno far preoccupare Jenni senza motivo. Magari era davvero solo stanco. Magari.

-Non lo so, Carl. Non si confida più con me...- iniziò lei, guardandomi eloquente.

-Ah, no. Assolutamente no. Non mettermi in mezzo, per favore.- ribattei, noncurante del suo sguardo supplicante -E' una cosa che dovete risolvere voi, mi dispiace. Se mi intromettessi, combinerei solo casini e lo sai. Meglio che la gestisci tu.- conclusi, spostandomi verso la porta che dava sul salotto.

-Va bene, hai ragione. Ma promettimi solo una cosa, Carl. Solo una.-

Mi fermai e girai solo il viso, portandolo sopra la spalla -Cosa?-

-Non lasciarmi sola.-




Tornai in sala con il groppo in gola. Aveva capito, aveva capito tutto.

Jenni sapeva a cosa stavo pensando quando mi ha riferito lo strano comportamento di James e sa che ho passato la stessa cosa.

Se mai le mie paure fossero fondate, di certo non l'avrei lasciata a risolvere questo enorme casino da sola. L'avrei aiutata, per quanto potevo.

Ma anche James era mio amico e vedevo che stava male, davvero male. Sam non era così abbattuto quando tornava a casa dal lavoro dopo aver visto la sua “amante”.

Non mi convinceva, proprio per niente.

Posai il vassoio con i calici di vino sul tavolo e ritornai alla mia poltrona, senza però averne preso uno prima.

Avevo bisogno di Alcool, anche se un bicchiere di vino non era niente di abbastanza forte.

-Carlotta, dov'è Jenni?- mi chiese James, riscuotendosi dal suo stato comatoso.

-In cucina.-

-E cosa ci fa in cucina?-

Lo guardai interdetta dopo quella domanda senza senso e dovette accorgersi anche lui della grande cavolata appena detta, perché tossicchiò e si fiondò alla ricerca della fidanzata.

Eravamo messi male, peggio del previsto.

Sorseggiai il vino, sentendomi osservata. E infatti Chanyeol non mi perdeva di vista così come Lay e Baekhyun.

-Ragazzi, che c'è?- chiesi, infastidita da tanta attenzione. Volevo solo un momento per pensare, in pace.

-Niente, è che sei strana.- mi rispose Baekhyun, guardandomi attentamente.

-Strana?- gli feci il verso, appoggiando il bicchiere sulla coscia.

-Sì, sembri scossa. Va tutto bene?- sussurrò Lay, avvicinandosi alla mia poltrona.

-Sto bene... sono solo stanca.- mugugnai, sentendo la bugia nell'aria. Anche gli altri se ne accorsero perché iniziarono a fissarmi.

Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, la scena imbarazzante fu interrotta da un'altra alquanto triste. Delle urla provenivano dalla cucina e si poteva distinguere la voce di James strozzata e Jenni che piangeva.

Non volevo sentire.

-Forse è meglio andare.- si intromise Suho, facendo alzare tutti.

-Già, forse è meglio...- ripetei sottovoce, alzandomi lentamente dalla poltrona.

-Dove state andando?- gridò James, riemergendo dalla cucina.

-E' meglio se torniamo a casa... così potete discutere senza problemi.- rispose Kris, spingendo Kai e Sehun verso la porta.

-No... non andatevene per colpa nostra... io...- balbettò lui, guardandomi perso.

Io scossi solo la testa, prima di avviarmi verso i ragazzi.

-Carlotta... non è come pensi.-

-Lo spero, James, lo spero davvero tanto.- replicai, mettendomi le scarpe e uscendo, verso il freddo venticello che si era alzato nella capitale.



-Non avrei mai pensato ad una cosa del genere.- ruppe il silenzio Tao, sistemandosi la sua giacca di pelle blu. Sì, blu.

-E perché mai? Era scontato che prima o poi accadesse qualcosa.- ribatté Chen, camminando piano.

-Scontato? Ti sembra il giusto modo di esprimerti?- lo rimproverò D.O, dandogli uno scappellotto sulla testa.

-Non ha tutti i torti. Jenni è fantastica ma si vedeva che le cose non andavano bene da un po'.- si intromise Xiumin, lasciando tutti a bocca aperta.

-Forse, in ogni caso non mi sembra giusto parlarne ora.- freddò tutti Luhan, guardandomi mesto.

Io non lo considerai, come non ascoltai i loro discorsi. Ero persa nel mio mondo, ripensando e rimuginando sulla situazione.

Non che fossi impicciona, ma avevo a cuore quei due ragazzi, mi avevano aiutato davvero tanto e gli dovevo praticamente la vita.

Mi sentivo in dovere di fare qualcosa per aiutarli, anche la cosa più stupida, per sdebitarmi almeno un po'.

Camminavo davanti a tutti, senza far caso ai passanti che mi guardavano come se fossi un animale raro ed esotico, senza pensare a quel gruppo di ragazzi coreani dietro di me che si stavano preoccupando per la mia assenza.

I ricordi venivano a galla, pian piano, e sapevo che non mi sarei mai liberata del peso che portavo nella mia vita. Mai avrei perso la mia integrità per qualcuno.

Ma queste erano tutte cose che avevo già deciso anni fa, tutti propositi e limitazioni che mi ero imposta per non soffrire più.

-Carl, stai bene?- mi scrollò Kai, facendomi ritornare nel mondo dei vivi.

-Cos... oh, si sto bene.- mi ripresi, rendendomi conto che eravamo arrivati a casa.

Li salutai brevemente e mi diressi verso la porta d'ingresso, digitando il codice d'accesso.

Avevo davvero sonno, ma in realtà volevo chiamare Lar non appena avessi messo piede in quella casa. Mi mancava e volevo un parere amico, sicuro e senza mezzi termini.

Chiusi la porta senza guardarmi indietro e non appena entrai, mi tolsi i tronchetti gettandoli sul pavimento in legno. Corsi in camera a cambiarmi, cercando il pigiama a tentoni per la stanza realizzando solo dopo averla messa a soqquadro che l'avevo lasciato in bagno la mattina stessa.

Dopo aver inscenato “ Dora l'esploratrice”, indossai il mio caldo pigiamino con i pinguini e ritornai in sala, saltellando per le scale.

Agguantai il mio portatile, lo misi sul tavolino davanti al divano collegandomi subito con Skype e chiamai Larissa, sperando in una sua veloce risposta.

Per fortuna siamo due esseri telepatici, e accettò la mia chiamata in un nanosecondo.

-PER FORTUNA CHE DOVEVI CHIAMARMI SUBITO!- sbraitò, senza lasciarmi il tempo neanche di aprire bocca.

-Ciao anche te.- risposi, incrociando le gambe sui cuscini morbidi del divano.

-Ma che ciao e ciao, ti sembra il modo di trattare la tua più cara amica?- fece lei, portando la mano al cuore in modo molto teatrale.

-Come sei melodrammatica. Dovresti lasciare l'università di Lettere e dedicarti al teatro.- ironizzai, facendola scoppiare in una grossa risata.

Sorrisi sentendomi già più leggera, Lar aveva questo pregio: essere in grado di sollevarti da tutto.

-Ci farò un pensierino. Allora, passiamo a cose serie, come sta andando?-

Sospirai, prendendomi il viso tra le mani e fissando gli occhioni scuri della mia amica -Bene per quanto riguarda l'università, sebbene sia stufa del coreano.-

-Non avevo dubbi, sai? Come si trova Bea?- mi chiese, sempre più curiosa.

-Bene. Osannata da Luca ma bene.-

-Povera, la compatisco. Quel ragazzo dovrebbe farsi ricoverare.- mugugnò, scocciata al solo sentire il nome del ragazzo.

-Già. Tra lui e Andrea non so chi sia peggio. Anche James si è infilato nel limbo.- commentai, sapendo di aver sganciato una bomba.

E infatti...-Cosa?!? Parlamene, ora.- ordinò, al ché non potei far altro che obbedire. Le raccontai del mio lavoro, degli EXO, di Chanyeol, della mia bugia colossale, di Kim Hyun-Su e della situazione tra James e Jenni.

Mi sentii molto meglio dopo anche se Larissa ci mise molto prima di emettere un verdetto.

-Carl... ma quante cose sono successe?- gridò, portando le braccia al cielo.

-Ho una vita piena.- ridacchiai, vedendo l'occhiataccia che mi aveva appena lanciato Lar.

-Ascoltami, dì a Bea chi hai come vicini, è vero scimmiotterà un po' in giro ma vedrai che ti lascerà in pace. Per James e Jenni, non saprei, devono cavarsela da soli. In fondo tu non fai parte della coppia, no? Kim qualcosa... cosa? Perché cavolo hai aspettato così tanto a dirmelo? Mi sento offesa.

Comunque dammi retta, lascia perdere tutti e continua a vivere la tua vita.- concluse il suo discorso, tutto d'un fiato.

Io la guardavo con gli occhi spalancati e completamente sconvolta dalla sua parlantina, ma dopo pochi secondi scoppiai a ridere a crepapelle, trascinandomi dietro anche lei.

Risi fino alle lacrime, sembravamo due disperate.

Dopo aver sorpassato anche la fase isterica del riso, gli chiesi come se la cavasse a Milano tutta sola. Fu così che scoprii che sola non era, ma aveva trovato un bel ragazzo con cui stava uscendo.

-Anche tu non sei da meno. Le novità più succulente non me le dici?- la ripresi, sorridendo felice.

Finalmente aveva trovato qualcuno adatto a tenerle testa. Sì, perché proprio come i suoi capelli, era una vero leoncino.

-Mi mancate, Carl. Come farò senza di voi per un anno?- mi chiese, diventando di colpo seria.

-Anche tu mi manchi e tanto. Forse riusciremo a tornare a Febbraio per il nuovo anno.-

-Speriamo, davvero. Ciao, Carl e chiamami più spesso, chiaro?- mi impose, puntandomi un dito contro. O meglio, contro il monitor.

-Agli ordini, mio capitano!- risposi, facendole un saluto militare.

-Ciao Spongebob!- salutò, chiudendo la chiamata.

Bene, ora dovevo farne subito un'altra. Beatrice la rossa doveva sapere con chi avevo a che fare.

E iniziavo a temere per la mia incolumità. 










NOTA: Buonaseeeeeera!

Ri-eccomi con un capitolo un po' più "serioso" rispetto al solito... però qualcosa deve pur succedere, no?
in ogni caso, spero che vi piaccia, devo ancora ben decidere come far svolgere questa storia tra Jenni e James... MAH
E' tutto un gran MAH.

Okay, BUONA PASQUA RAGAZZOTTI!

Alla prossimaaaaa

   
 
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