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Autore: piccolimarcoakajohn    27/03/2016    0 recensioni
ciao, quello che ti appresti a leggere, se lo vorrai, è il mio personale rimedio a questa lista di titoli poco interessanti. Sono una persona noiosa, a volte eccedo in pedanteria e quindi l'ultima delle persone da potersi permettere di manifestare con boriosa indignazione il proprio scontento verso l'altrui atteggiamento. A rischio di deludere le aspettative, di essere deriso o di passare inosservato ho ritenuto mio dovere cercare di migliorare almeno in parte il vissuto di chi più si avvicina al mio POV. Per tutti gli altri penso sia già troppo il tempo perso a leggere questa introduzione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si nasce, si cresce, si corre e ad ogni passo della crescita c'è sempre pampers che coccola le uscite del proprio personale, unico, irripetibile corpo fisico. Il quesito dell'uovo e della gallina, le tautologie e i paradossi prima o poi arrivano ad inquietare, a lasciarti sveglio la notte, a farti sudare freddo, a farti contorcere nel letto. Queste domandine ti tolgono l'appetito (ogni possibile appetito a cui è lecito potersi appellare), ti coinvolgono al punto da non vedere altro se non un sistema contorto di insoddifazioni e incomprensioni. Nei novanta, pinocchio e cuore erano scritti di valore, capaci di cristallizare e rendere palese un punto di vista, i suoi modelli, le sue incongruenze, come pure i sottointesi più insospettati e mostruosi. Nei novanta un libro di cucina poteva essere scritto da un colto letterato poco noto ed entrare così nel novero dei fondatori della patria, di una millantata unità nazionale su base culturale. Detto libro poteva permettersi il rischio di illustrare la realtà in luogo d'introduzione. Una realtà questa priva di veli, torbida come una di quelle birre crude non pastorizzate ogm free gluten free biocertified vegan ok che riescono con scaltra furbiza a toglierti ogni senso di colpa verso quei poveri bambini del biafra che il tuo lavoro sottopagato, ottenuto sotto la protezione di quell'influente tizio con cui hai avuto la fortuna di avere legami di sangue, non ti permette di sovvenzionare, nutrire, istruire, vaccinare. Una realtà tanto falsa e incoerente, da permettere ad un Renzo qualsiasi di parlare in un illustre fiorentino altrimenti riservato a quei pochi predestinati a cui era stato inculcato, a beneficio del pubblico ludibrio e con strumenti tanto insoliti quanto efficaci, per dimostrare la Loro impotenza, la Loro inettitudine e la necessità di chiedere la Loro dovuta meritevole punizione. Tutto questo perché, alla fine, altro non si trattava che di una innocua introduzione alla ricetta degli agnolotti che ogni madre avrebbe letto forse per noia forse per distrarsi dei crucci di ogni rispettabile matrimonio ottocentesco.  Eppure quel testo così raffinato, così scaltro, ancora oggi riecheggia e vien ristampato. Il motivo è presto detto. Il segreto di ogni cuoco sta nel dado star, quello che fa star bene in cucina. Da bambino ero affascinato dagli animali. Forse perché molto del mio tempo lo passavo in compagnia dei documentari di Piero Angela e Jacques Cousteau. Forse per semplice reazione alla fobia mista disprezzo verso ogni tipo di forma animale a parte quella umana di mia madre. E in questa passione ovviamente non ero guidato da mano esterna esperta e condiscendente. Questi i motivi per cui non posso esemplificare quanto volevo dire con un simpatico aneddoto della mia infanzia. Posso però immaginare un bambino, una nonna desiderosa di trasmettere le sue scoperte empiriche in campo mistico alchemico e un testo che esemplifichi e dimostri la validità di tali oscure teorie. Unendo i tre punti si ottiene un triangolo e ad una persona bastano tre punti per poter stare in un posto mantenendo indeterminatamente l'equilibrio. Ma tutto questo al più costituisce un pigro divertissment per colui che alzandosi ogni mattina debba confrontarsi con l'insoddisfazione, l'insipido, l'inutile, il dispezzo. Poi ci si accorge con mesta sorpresa di come ci si possa ritenere appagati di un gioco di sguardi, del sondare le più imprendibili emozioni, di tutte le storie che ci si inventa per potersi tenere in equilibrio tra il desiderio di sentirsi desiderate e la inconciliabile evidenza di non sentire alcuna attrazione per l'individuo che più di tutti si è dimostrato sensibile al fatto inequivocabile di essere una, sola, possibile, combinazione casuale e irripetibile di campi di forza. Ci si accorge di come i propri desideri, le proprie aspirazioni, le proprie stringate Cesare Paciotti da cinquecento euri, non siano altro che un immenso punto di domanda non ancora pienamente esaurito, che attende silenzioso, cheto cheto, fino a che il troppo dipendente diviene giusto dipendente, il troppo distante diviene il giusto distante e l'oscuro signore possa finalmente ritornare solo quando ne abbia veramente voglia, senza costrizioni, senza forzature.  270320162241
  
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