La prima cosa che Silenzio poté dire di aver visto chiaramente al suo risveglio fu una donna dai capelli rossi. Sembrava una versione di Camilla più vecchia e dallo sguardo meno gentile, ma poi si accorse che aveva degli occhi azzurri, glaciali, proprio come i suoi. Era bella, quella donna, ed aveva anche lei quell'aria triste tipica della sua unica amica. Fu proprio nel momento in cui Silenzio notò quell'assurda somiglianza che cominciò a percepire il dolore. Non era come tutto quel che aveva provato fino ad allora: le cadute, le ossa rotte, i pugni, i capelli che vengono strappati. Era tutto insieme e mille volte di più, come se lo stessero lentamente cancellando dal mondo. Non s’era accorto di essere incatenato alla sedia fino a quel momento. Urlò, urlò fino a non aver più fiato in gola, e osservò la donna che piangeva e urlava assieme a lui, come se quella tortura fosse stata simultaneamente inflitta anche a lei. Eppure ad ogni suo movimento corrispondeva una nuova scossa, una nuova parte di lui che si veniva strappata via, fino a sentirsi scivolare lontano, così lontano da non riuscire a fare più ritorno.