Matera 20/05/2013 ore 06:30

Il vecchio Scania 143 correva lungo la S.S. 407 , chiamata anche da tutti i camionisti “ Basentana” trainando il solito “silent” due assi ribassato, con su un container della Hpag-Lloyd high cube ,nel quale , una volta arrivato a destinazione , sarebbero stati poi caricati ,generi alimentari da imbarcare al porto di Napoli per gli Stati Uniti.

Il sole stava sorgendo ad est , nascosto in parte dai monti che circondavano la città di Matera, in un cielo terso di una mattina di Maggio.

La strada correva tranquilla, uscita dopo uscita, cantiere dopo cantiere, in un continuo ed inesorabile avanzare verso la meta di carico.

Ogni tanto l'attenzione di Andrea , così si chiama l' autista del mezzo, si trasferiva dalla strada , al procedere di qualche volpe lungo ciglio della stessa, o sul volo di qualche falco che a volte , volava quasi allineato al finestrino procedendo alla sua stessa velocità.

Andrea era un uomo sulla trentina , indossava una maglietta a mezze maniche grigia, pantaloni da lavoro con bande rifrangenti e scarpe antinfortunistiche.

Il suo colorito era il classico “colorito da camionista” con l'abbronzatura accentuata sul lato sinistro del viso e del braccio, a causa del sole dal finestrino.

Portava un pizzetto curato ed un cappellino di Prada.

Il Venerdì era ormai iniziato , sulle spalle e sul espressione di Andrea ,si potevano notare tutta la stanchezza di una settimana di lavoro, lo sguardo mesto, malgrado il week end fosse ormai alle porte.

Giunto ormai allo svincolo di Matera , condusse il vecchio autoarticolato lungo la stretta curva in salita “menomale che suono vuoto” pensò fra se e se, mentre i quasi 5 chilometri al 7/8 % di salita verso Matera s'avvicinavano velocemente.

Ma in quella insolita atmosfera serena, in cui tutto filava liscio, c'era qualcosa che non andava , qualcosa che faceva stare continuamente Andrea in uno stato di perplessità, di dubbio,“in che cosa avrò mai sbagliato, eppure sono un autista modello” .

Nel rimuginare ciò , con un occhio ai giri del motore , ed alla ormai assillante lancetta della temperatura ,era ormai giunto in cima alla salita, e una volta superata la piccola galleria della SS 7r , stava scollinando lungo l'altro versante di Monte Scaglioso.

Il suo vecchio Scania 143, detto anche modello “Stream Line” era ormai un mezzo antiquato, consumato da chilometri e chilometri di strada , e dagli innumerevoli autisti che si sono avvicendati alla sua guida . Altro che “ linea da sogno” , un mezzo che puntualmente Andrea, era costretto , il sabato mattina ad aggiustare, ingrassare, a raffazzonare ogni sorta di riparazione assurda, malgrado non fosse la sua mansione.

Ma in realtà non era questo il primo camion che Andrea guidava in quella ditta , ce n'era un altro prima, molto più nuovo, un mezzo di cui ne andava fiero e che curava in modo maniacale.

Era un Daf xf 105 di colore bianco euro 5 ,che profumava ancora di nuovo, e che da un giorno al altro, il proprio principale fermò, mettendolo in bella mostra nel piazzale della ditta.

“Ma datemene un altro di pari livello da guidare, in modo che il mio stipendio non vada a diminuire “ disse Andrea al suo principale nel vedersi assegnare il vecchio Stream Line , visto che altri mezzi validi erano presenti nel piazzale accanto al Daf.

Ed e a questo punto che gli fu rivolta la famigerata risposta “Il Daf consuma troppo,questo è il mezzo che t'è stato assegnato, se non ti va bene, la c'è il cancello puoi anche andare”.
A queste parole, Andrea resto a bocca aperta, non potè fare altro che raccogliere le proprie cosa dal Daf per metterle abbordo dello Stream Line.