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Autore: TheLastAncient    28/03/2016    1 recensioni
[è una Reylo, ma non solo...]
"Sei arrivata qui perché senti che questa è la strada per trovare le risposte sul tuo passato, per scoprire chi erano i tuoi parenti e chi sei tu, per colmare questo vuoto che ti accompagna, per usare le tue parole, da quando hai ricordi."
Rey inizia il suo apprendistato con Luke per imparare le vie della Forza, e per scoprire il suo passato. Ma nel frattempo, altri eventi si intrecciano nella galassia: Kylo Ren si addentra ancor più nel Lato Oscuro, Poe intraprende un viaggio disperato per salvare Finn, da un pianeta all'altro la Resistenza e il Primo Ordine affilano le armi in vista dello scontro finale che determinerà il destino della Galassia.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Luke Skywalker, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It seems I lost my direction

Don’t have the strength to let it slip

Have no desire for the shore

Just let me play here for some time

Spent some quality time

With the demon of mine

He said ‘I like the way you struggle

But you know I’m here to win

 

Kylo Ren si sentiva fluttuare in una nebbia grigia e indistinta, incapace di muoversi, oscillante senza controllo né meta come in assenza di gravità. Non sapeva dove si trovasse, né se lo chiedeva: la sua mente era inerte quasi come il suo corpo, e non desiderava altro che restare così, non perché gli piacesse quel nulla, ma per non affrontare la fatica di svegliarsi, orientarsi, capire.

Ma a impedirgli di restare ulteriormente in quello stato di misteriosa sospensione fu un rumore, un ronzio dapprima quasi impercettibile, poi sempre più forte, che riempì quel grigio trasformandolo in una tormenta di puntini luminosi, mentre allo stesso tempo emergeva e si intensificava una pulsazione continua e dolorosa sulla parte superiore del cranio, così acuta da costringerlo ad aprire gli occhi...

Poco alla volta, la nebbia lasciò posto ad altre immagini, in cui il grigio continuava a essere il tono dominante, ma si distinguevano forme e persone. Kylo Ren, ormai conscio di essersi svegliato da un sonno innaturale e sgradevole, si accorse di essere su una astronave, e osservandone la struttura interna realizzò in pochi secondi che era uno Shuttle dalle fattezze a lui note; allungando lo sguardo, notò soldati con la divisa del Primo Ordine, il che gli confermò l’esattezza delle sue sensazioni.

Era sdraiato su una barella, e cercò di alzarsi, ma appena alzò la testa il dolore pulsante si acuì con una fitta che gli strappò un lamento sordo. Si adagiò di nuovo, cercando di attenuare il male con la più perfetta immobilità, e così fermo sentì che i presenti, accortisi che aveva ripreso i sensi, si stavano muovendo, e chiamavano qualcuno. Pochi istanti dopo, un rumore di passi decisi gli annunciò la visita della persona che si aspettava, ma non desiderava vedere.

“Mi fa piacere vedere che vi siete svegliato, Kylo Ren.”

“Generale Hux” mormorò stancamente il ferito.

“Non fate sforzi. Vi abbiamo trovato sulla superficie esterne della base Starkiller, gravemente ferito e quasi privo di sensi. Vi abbiamo curato, e siete fuor di pericolo, ma avete perso molto sangue.”

Hux era una persona che sopportava così poco che di solito la sua sola voce aveva su di lui un effetto sgradevole. Tuttavia, nello stato in cui si trovava, anche le parole di quel bellimbusto lo aiutavano a schiarirgli la mente, a scuoterlo dal torpore e dargli lucidità. Così, poteva usare la propria concentrazione per resistere al dolore e muoversi. Man mano che sentiva il mal di testa quietarsi, riusciva a percepire le ferite che lo ricoprivano. Più forte sentiva la ferita all’addome, dov’era stato colpito quando

No. Non ora, non qui.

E poi sentiva un dolore caldo sul volto. Alzò un braccio, e si con la mano si toccò tra la guancia destra e il naso, e al tatto sentì la carne viva bruciare e dargli un nuovo brivido di dolore.

Hux sogghignò.

“Abbiamo medicato anche quella ferita, non preoccupatevi. Certo, la cicatrice resterà...”

Il bastardo nemmeno si preoccupava di celare il proprio compiacimento per quello sfregio. Per quanto riguardava lui, un Cavaliere di Ren non poteva preoccuparsi di meno di avere o no un bel viso, fin quando fosse stato in grado di combattere; però sapeva anche che la gioia maligna di Hux non era dovuta solo alle ferite di Kylo, ma anche a ciò che le aveva causate: la sua sconfitta.

Quello era un problema che avrebbe dovuto affrontare, e lo sapeva. Ma per adesso, trovandosi sulla nave di Hux, e per di più così debole, gli sembrava più importante cercare di uscire dalla condizione di svantaggio in cui si trovava nei confronti del rivale.

“Mi fa piacere che siate in grado di sorridere, Generale Hux” disse, mettendo nella voce quanto più forza e asprezza riuscisse in quelle condizioni “Soprattutto se, come credo, mentre noi parliamo la base Starkiller ha subito gravi danni.”

Hux non smise di sorridere.

“Credete bene, ma non abbastanza: la base Starkiller è stata completamente distrutta.”

Kylo Ren spalancò gli occhi.

“Completamente... distrutta?”

“Sì: poco dopo il vostro recupero, mentre eravate svenuto per la perdita di sangue, la base è collassata su se stessa a causa dell’attacco subito dalle forze della Resistenza. Siamo stati fortunati a non restare coinvolti nella distruzione, la nostra nave è stata tra le ultime a evacuare, visto che ci siamo fermati per la nostra, diciamo così, missione di salvataggio.”

Ma sentitelo.

“Avete la mia completa gratitudine, Generale” disse Kylo, sperando che nella voce fioca per la debolezza fosse ben distinguibile il sarcasmo “Spero che questo salvataggio vi sia d’aiuto, quando dovrete spiegare al Leader Supremo questa terribile disfatta.”

Il sorriso di Hux non si incrinò di un millimetro.

“Il Leader Supremo Snoke non mi è sembrato così turbato dalla terribile disfatta quando, nelle fase più concitata dell’evacuazione della Starkiller, mi ha ordinato di recuperarvi.”

Kylo Ren fu preso alla sprovvista da quelle parole. Non disse nulla, ma lo stupore doveva essere trapelato dal suo volto, perché Hux riprese.

“Sì, perché non avrete pensato che il vostro recupero sia stato deciso dal mio buon cuore, spero. Sapete, quando si deve dirigere un’organizzazione destinata a governare la Galassia non ci si può preoccupare troppo delle pedine secondarie... ma il Leader Supremo mi ha chiesto di recuperarvi per portarvi a Lui, che si occuperà di completare il vostro addestramento, così ha detto, e quindi eccoci qua. La missione di estrazione è stata un successo, il che, come speravate, mi aiuterà agli occhi del Supremo, che così potrà dedicarsi a pieno ai piani che ha per voi. Per completare l’opera, devo solo assicurarmi che vi riprendiate alla perfezione: interrompo quindi questa conversazione, per quanto piacevole, e vi lascio al riposo e alla guarigione” e così dicendo, Hux si girò sui tacchi e tornò alla postazione di comando, con lo stesso passo imperioso con cui era giunto.

Kylo Ren, durante quel dialogo, un po’ a fatica si era alzato sui gomiti, per affrontare meglio l’interlocutore, e ora si lasciò cadere a stendersi di nuovo. Il dolore dell’urto fu quasi benvenuto, dopo il confronto con Hux, da cui, inutile nasconderselo, era uscito sconfitto. Prima la mercante di rottami che lo metteva a difficoltà in duello alla spada, ora il generale occhi-di-ghiaccio che lo metteva alle strette a parole... forse aveva davvero bisogno di ulteriore addestramento, per continuare a fregiarsi del titolo di Cavaliere di Ren.

No, non devo lasciarmi abbattere. È vero, sono stato sfregiato da una ragazza priva di esperienza, ma non mi ero già accorto che era in lei la Forza scorre potente e naturale come le cascate su Kiros? E non ero forse già ferito, quando mi sono confrontato con lei e il suo compagno? La mia debolezza di adesso non è che la spossatezza per aver compiuto imprese che mi hanno già reso più forte di quello che ero, ho superato il limite che mi impediva di abbracciare a pieno il Lato Oscuro, io ho... io ho...

Il dolore esplose di nuovo nella sua testa, il ronzio come uno sciame di caccia TIE, la cicatrice bruciante come il marchio dei mercanti di vita sugli schiavi.

Non ancora, non qui. Lo affronterò, lo affronterò, ma non ora...

Niente da fare: più nitido del mal di testa che lo abbagliava era il volto di suo padre, più forte del ronzio era la voce di Han Solo, più bruciante della cicatrice il dolore che lo dilaniava.

Le mascelle aperte e contratte in un grido silenzioso, Kylo Ren iniziò a darsi pugni furiosi sulla ferita all’addome, cercando, come l’acqua l’assetato, una sofferenza fisica così forte da soffocare quella che sentiva ora dentro di sé.

   
 
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