It seems I lost my direction
Don’t have
the strength to let it slip
Have no desire
for the shore
Just let
me play here for some time
Spent some quality
time
With the demon
of mine
He said ‘I like the way you struggle
But you know I’m here to
win’
Kylo
Ren si sentiva fluttuare in una nebbia grigia e
indistinta, incapace di muoversi, oscillante senza controllo né meta come in
assenza di gravità. Non sapeva dove si trovasse, né se lo chiedeva: la sua
mente era inerte quasi come il suo corpo, e non desiderava altro che restare
così, non perché gli piacesse quel nulla, ma per non affrontare la fatica di
svegliarsi, orientarsi, capire.
Ma
a impedirgli di restare ulteriormente in quello stato di misteriosa sospensione
fu un rumore, un ronzio dapprima quasi impercettibile, poi sempre più forte,
che riempì quel grigio trasformandolo in una tormenta di puntini luminosi, mentre
allo stesso tempo emergeva e si intensificava una pulsazione continua e
dolorosa sulla parte superiore del cranio, così acuta da costringerlo ad aprire
gli occhi...
Poco
alla volta, la nebbia lasciò posto ad altre immagini, in cui il grigio
continuava a essere il tono dominante, ma si distinguevano forme e persone. Kylo Ren, ormai conscio di
essersi svegliato da un sonno innaturale e sgradevole, si accorse di essere su
una astronave, e osservandone la struttura interna realizzò in pochi secondi
che era uno Shuttle dalle fattezze a lui note; allungando lo sguardo, notò
soldati con la divisa del Primo Ordine, il che gli confermò l’esattezza delle
sue sensazioni.
Era
sdraiato su una barella, e cercò di alzarsi, ma appena alzò la testa il dolore
pulsante si acuì con una fitta che gli strappò un lamento sordo. Si adagiò di
nuovo, cercando di attenuare il male con la più perfetta immobilità, e così
fermo sentì che i presenti, accortisi che aveva ripreso i sensi, si stavano
muovendo, e chiamavano qualcuno. Pochi istanti dopo, un rumore di passi decisi
gli annunciò la visita della persona che si aspettava, ma non desiderava
vedere.
“Mi
fa piacere vedere che vi siete svegliato, Kylo Ren.”
“Generale
Hux” mormorò stancamente il ferito.
“Non
fate sforzi. Vi abbiamo trovato sulla superficie esterne della base Starkiller, gravemente ferito e quasi privo di sensi. Vi
abbiamo curato, e siete fuor di pericolo, ma avete perso molto sangue.”
Hux
era una persona che sopportava così poco che di solito la sua sola voce aveva
su di lui un effetto sgradevole. Tuttavia, nello stato in cui si trovava, anche
le parole di quel bellimbusto lo aiutavano a schiarirgli la mente, a scuoterlo
dal torpore e dargli lucidità. Così, poteva usare la propria concentrazione per
resistere al dolore e muoversi. Man mano che sentiva il mal di testa quietarsi,
riusciva a percepire le ferite che lo ricoprivano. Più forte sentiva la ferita
all’addome, dov’era stato colpito quando
No. Non ora, non qui.
E
poi sentiva un dolore caldo sul volto. Alzò un braccio, e si con la mano si
toccò tra la guancia destra e il naso, e al tatto sentì la carne viva bruciare
e dargli un nuovo brivido di dolore.
Hux
sogghignò.
“Abbiamo
medicato anche quella ferita, non preoccupatevi. Certo, la cicatrice resterà...”
Il
bastardo nemmeno si preoccupava di celare il proprio compiacimento per quello
sfregio. Per quanto riguardava lui, un Cavaliere di Ren
non poteva preoccuparsi di meno di avere o no un bel viso, fin quando fosse
stato in grado di combattere; però sapeva anche che la gioia maligna di Hux non era dovuta solo alle ferite di Kylo,
ma anche a ciò che le aveva causate: la sua sconfitta.
Quello
era un problema che avrebbe dovuto affrontare, e lo sapeva. Ma per adesso,
trovandosi sulla nave di Hux, e per di più così
debole, gli sembrava più importante cercare di uscire dalla condizione di
svantaggio in cui si trovava nei confronti del rivale.
“Mi
fa piacere che siate in grado di sorridere, Generale Hux”
disse, mettendo nella voce quanto più forza e asprezza riuscisse in quelle
condizioni “Soprattutto se, come credo, mentre noi parliamo la base Starkiller ha subito gravi danni.”
Hux
non smise di sorridere.
“Credete
bene, ma non abbastanza: la base Starkiller è stata
completamente distrutta.”
Kylo
Ren spalancò gli occhi.
“Completamente...
distrutta?”
“Sì:
poco dopo il vostro recupero, mentre eravate svenuto per la perdita di sangue,
la base è collassata su se stessa a causa dell’attacco subito dalle forze della
Resistenza. Siamo stati fortunati a non restare coinvolti nella distruzione, la
nostra nave è stata tra le ultime a evacuare, visto che ci siamo fermati per la
nostra, diciamo così, missione di salvataggio.”
Ma sentitelo.
“Avete
la mia completa gratitudine, Generale” disse Kylo,
sperando che nella voce fioca per la debolezza fosse ben distinguibile il
sarcasmo “Spero che questo salvataggio vi sia d’aiuto, quando dovrete spiegare
al Leader Supremo questa terribile disfatta.”
Il
sorriso di Hux non si incrinò di un millimetro.
“Il
Leader Supremo Snoke non mi è sembrato così turbato
dalla terribile disfatta quando, nelle fase più concitata dell’evacuazione
della Starkiller, mi ha ordinato di recuperarvi.”
Kylo
Ren fu preso alla sprovvista da quelle parole. Non
disse nulla, ma lo stupore doveva essere trapelato dal suo volto, perché Hux riprese.
“Sì,
perché non avrete pensato che il vostro recupero sia stato deciso dal mio buon
cuore, spero. Sapete, quando si deve dirigere un’organizzazione destinata a
governare la Galassia non ci si può preoccupare troppo delle pedine
secondarie... ma il Leader Supremo mi ha chiesto di recuperarvi per portarvi a
Lui, che si occuperà di completare il vostro addestramento, così ha detto, e
quindi eccoci qua. La missione di estrazione è stata un successo, il che, come
speravate, mi aiuterà agli occhi del Supremo, che così potrà dedicarsi a pieno
ai piani che ha per voi. Per completare l’opera, devo solo assicurarmi che vi
riprendiate alla perfezione: interrompo quindi questa conversazione, per quanto
piacevole, e vi lascio al riposo e alla guarigione” e così dicendo, Hux si girò sui tacchi e tornò alla postazione di comando,
con lo stesso passo imperioso con cui era giunto.
Kylo
Ren, durante quel dialogo, un po’ a fatica si era
alzato sui gomiti, per affrontare meglio l’interlocutore, e ora si lasciò
cadere a stendersi di nuovo. Il dolore dell’urto fu quasi benvenuto, dopo il
confronto con Hux, da cui, inutile nasconderselo, era
uscito sconfitto. Prima la mercante di rottami che lo metteva a difficoltà in
duello alla spada, ora il generale occhi-di-ghiaccio
che lo metteva alle strette a parole... forse aveva davvero bisogno di
ulteriore addestramento, per continuare a fregiarsi del titolo di Cavaliere di Ren.
No, non devo lasciarmi abbattere. È
vero, sono stato sfregiato da una ragazza priva di esperienza, ma non mi ero
già accorto che era in lei la Forza scorre potente e naturale come le cascate su
Kiros? E non ero forse già ferito, quando mi sono
confrontato con lei e il suo compagno? La mia debolezza di adesso non è che la
spossatezza per aver compiuto imprese che mi hanno già reso più forte di quello
che ero, ho superato il limite che mi impediva di abbracciare a pieno il Lato
Oscuro, io ho... io ho...
Il
dolore esplose di nuovo nella sua testa, il ronzio come uno sciame di caccia TIE,
la cicatrice bruciante come il marchio dei mercanti di vita sugli schiavi.
Non ancora, non qui. Lo affronterò,
lo affronterò, ma non ora...
Niente
da fare: più nitido del mal di testa che lo abbagliava era il volto di suo
padre, più forte del ronzio era la voce di Han Solo, più bruciante della
cicatrice il dolore che lo dilaniava.
Le mascelle aperte e contratte in un grido silenzioso, Kylo Ren iniziò a darsi pugni furiosi sulla ferita all’addome, cercando, come l’acqua l’assetato, una sofferenza fisica così forte da soffocare quella che sentiva ora dentro di sé.