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Autore: Fajander    28/03/2016    2 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Luogo: astronave imperiale di Freezer

Epoca: qualche minuto dopo che Freezer ha distrutto la Terra, contemporaneamente Gohan è stato recuperato da Meyra ed entrambi sono ormai lontani

Una volta che lo splendido spettacolo era terminato e i fuochi d'artificio erano cessati dissolvendosi nel vuoto dello spazio, Freezer si diresse verso il suo equipaggio e chiese se l'ultimo Saiyan rimasto fosse stato ucciso come da lui richiesto. A rispondere alla sua domanda furono l'addetto alle comunicazioni, colui che parlò con la misteriosa astronave venuta dal nulla, e il soldato che utilizzò il cannone laser per eliminare l'obiettivo.
Entrambi, estremamente impauriti e intimoriti dal loro sovrano, rimasero in silenzio, tremanti e col capo chinato.
Freezer non era stupido e, visto il loro atteggiamento, capì subito che qualcosa fosse andato storto. Irritato dal loro comportamento ruppe con il proprio pugno il bicchiere di cristallo contenente del vino rosso, mandando in frantumi il primo e inumidendo il pavimento con il secondo.
«Dunque? Se uno dei due non mi spiega immediatamente cosa è successo mentre ero sulla Terra vi ucciderò entrambi sedutastante!» tuonò con tono minaccioso il Demone del Freddo, scrutandoli dall'alto in basso.
Infine, l'addetto alle comunicazioni, presosi di coraggio, fece un passo avanti inginocchiandosi a una decina di centimetri di distanza dal tiranno.
«Mio signore, so-sono m-mo-molto spiacente di quanto s-successo, le cose non sono andate come p-previsto.» inspirò sia per riprendere fiato che per calmarsi, poi proseguì:«Vede, un'astronave è comparsa dal nulla e si è messa in mezzo, inglobando in sè stessa la navicella terrestre. Avremmo voluto inseguirle, ma lei era ancora sulla Terra e quindi non abb...» «Silenzio! Vorresti forse dare la colpa a me per la vostra incompetenza, soldato?» sbottò Freezer, ad un passo dal perdere completamente la pazienza.
Ma dopotutto questi era soltando l'addetto alle comunicazioni, il vero responsabile dell'accaduto era colui che non era riuscito a distruggere il veicolo, pertando si rivolse all'altro:«E tu cos'hai da dire a tua discolpa? Parla in fretta, e forse ti concederò una morte rapida.».
Il soldato, sapendo di essere spacciato, deglutì a fatica, facendo a sua volta un passo avanti ed imitando la posa del compagno.
«Lord Freezer, sono davvero mortificato! È stata tutta colpa del caso! Il primo colpo è andato a vuoto a causa di un asteroide frappostosi davanti al terrestre, pochi istanti dopo è giunta una piccola navicella, sicuramente inviata dall'altra astronave, che ha fatto da scudo impedendomi di completare la missione. Sono desolato, mio sire.» detto ciò l'alieno alzò lo sguardo penetrando col suo sguardo quello del sovrano, che lo scrutava impassibile.
«La prego, mi risparmi la vita! Ho fatto del mio meglio ma il tempo a disposizione era decisamente ridotto!» concluse con un ultimo tentativo disperato di salvarsi la pelle, richinando il capo e aspettando che il giudice emettesse la sua sentenza.
I secondi, che ai due membri dell'equipaggio imperiale sembrarono ore, passavano interminabili ma nessuno dei tre produsse alcun suono.
Finalmente, Freezer prese una decisione.
«D'accordo, accetto le tue scuse, soldato, ma che non si ripeta mai più. Puoi andare.» disse quest'ultimo abbozzando addirittura quello che sembrava un sorriso.
Il soldato, positivamente sorpreso dalla sua decisione, ringraziò molteplici volte il lord e dopodichè voltò le spalle agli altri due e si avvicinò con passo svelto verso l'uscita. Poco prima che la raggiungesse però, sentì un'atroce fitta di dolore provenire dal suo addome.
Nel giro di pochi secondi il suo sangue bluastro imbrattò tutta la sua armatura, facendo crollare al suolo il povero malcapitato.
Con le sue ultime forze si rigirò su sè stesso, guardando per un'ultima volta il suo carnefice. Freezer era esattamente nella stessa posizione di pocanzi, con l'unica differenza che il suo sorriso, evidentemente falso, si era tramutato in un'espressione seria e severa.
«Pensavi veramente che ti avrei concesso il perdono, sciocco insetto? Un soldato che non sa fare il proprio lavoro è un soldato inutile, e un soldato inutile è un soldato che deve morire! Sono certo che d'ora in poi non commetterai MAI più errori di questo genere. Anzi, errori in assoluto!» esclamò Freezer, alzando l'unico braccio che gli era rimasto e puntando l'indice verso il suo sottoposto, terminando le sue sofferenze.

Una volta chiamata una delle guardie della stanza per far ripulire il pavimento dal cadavere del soldato, il tiranno, poco prima di uscire dalla stessa, si voltò un'ultima volta verso l'addetto alle comunicazioni: «Ehi tu, un'ultima cosa: contatta il capitano Igin della squadra Delta e digli di raggiungere questo sistema solare il più velocemente possibile, insieme alla sua squadra.»
«Sissignore!» si affrettò a dire l'alieno, facendo il classico saluto militare estremamente grato che quanto richiesto dal suo monarca fosse una nuova missione: evidentemente non aveva alcuna intenzione di farlo fuori.

Venti minuti più tardi...

Il Demone del Freddo era stato immerso da pochi minuti nella sua personale Vasca Speciale, nella stessa camera di rigenerazione in cui si trovava il padre.
Le condizioni di quest'ultimo erano critiche, sebbene il suo corpo martoriato e gravemente ustionato stesse lentamente guarendo le proprie ferite grazie al liquido miracoloso contenuto all'interno dell'avanzato macchinario.
Tuttavia prima che esso si ristabilisse completamente sarebbero passati diversi giorni e questo perchè il figlio non aveva voluto inserirlo nella vasca più efficiente in cui si trovava egli stesso in quel momento.
Il braccio recentemente amputato dai terrestri qualche ora prima si stava lentamente riformando, mentre diversi tubi iniettanti speciali sostanze erano stati opportunamente collegati ad esso dal team di scienziati dell'astronave.
Freezer, che era rimasto cosciente per tutto il tempo, decise di sfruttare quei lunghi momenti per riflettere su un ricordo che era riaffiorato pochi istanti prima.
"Quella terrestre dai capelli azzurri aveva detto che il Super Saiyan, quel Goku, era morto e che era loro intenzione farlo tornare in vita. Ma chi l'aveva ucciso? Mio padre non di certo, mi stava cercando e comunque non aveva intenzione di eliminarlo. Ricordo chiaramente cosa mi disse dopo che ebbi ripreso conoscenza: il saiyan l'avrebbe pagata cara e sarei stato io stesso a infliggergli il colpo di grazia, dopo ovviamente aver trovato il pianeta in cui viveva.
Inutile supporre che una sua squadra d'èlite abbia arbitrariamente scelto di occuparsi della faccenda, il loro Re incute troppo timore per pensare a un'insubordinazione e comunque non ne avrebbero avuto motivo.
Quindi, se non è stato lui, l'unico rimasto a sapere del Saiyan è... Cooler!" ripensando a suo fratello il Demone bianco come la neve aggrottò la fronte per poi spalancare gli occhi, sentendo il liquido verdastro inondare questi ultimi.
Ripresosi dalla scoperta richiuse gli occhi, ponendo fine al fastidio di un attimo prima. "Dunque, Cooler viene a sapere che sono stato ferito da un Saiyan, lo rintraccia mentre nostro padre è occupato a cercarmi e lo uccide! Quadra tutto perfettamente! Sono certo che quel verme volesse farsi bello dinanzi a mio padre dimostrandogli come lui sia stato capace di ucciderlo mentre io no, oppure voleva semplicemente eliminare quella minaccia per paura che io non potessi riuscirci personalmente... Come si è permesso a pensare a una cosa del genere?! Mi crede un debole!" Freezer serrò il pugno (l'altro non si era ancora rigenerato) mentre tutti i muscoli del suo corpo si misero in tensione, come se il Demone violaceo fosse proprio lì davanti pronto ad affrontarlo in combattimento.
L'alieno si lasciò avvolgere da un'aura che crepò il vetro della vasca e che per poco non ruppe la stessa.
Piccoli flussi di liquido fuoriuscirono da essa andando ad bagnare il pavimento e mettendo in allarme i medici, che pregarono il loro sovrano di calmarsi o il suo braccio non si sarebbe riformato.
Alla fine Freezer ritrovò la calma e diminuì la sua aura, ritornando ai suoi pensieri mentre il cuore rallentava a sua volta.
"Mio fratello si è sempre messo in mezzo tra me e il trono di nostro padre fin da quando siamo nati... È giunto il momento di fargliela pagare amaramente! Ora che sono immortale non ha importanza se è diventanto più forte con i suoi stupidi allenamenti, lo ucciderò ed annetterò i suoi territori ai miei!" e con quest'ultimo pensiero un grande sorriso colmo di soddisfazione, seppur nascosto dalla maschera che indossava in quel momento, deformò il volto del tiranno.

Qualche giorno più tardi...

Uscito finalmente dalla Vasca Speciale con l'arto completamente rigenerato, Freezer si mise a sedere sul suo trono volante nella sala più grande dell'astronave, quella dedicata alle comunicazioni ufficiali, di solito utilizzata da Cold e famiglia per assegnare missioni di estrema delicatezza ed importanza alle squadre di èlite.
Una di esse, la Delta, era giunta qualche ore prima che il Demone del Freddo uscisse dalla vasca e così aveva atteso pazientemente in questa sala che il sovrano facesse la sua comparsa.
Quando ciò avvenne, i sei soldati d'èlite si inchinarono ai due lati del tappeto rosso che collegava l'ingresso a una sorta di piedistallo in marmo al centro dell'enorme aula finchè Freezer non lo raggiunse con il suo piccolo veicolo, guardandoli dall'alto in basso per qualche secondo con un sorrisetto compiaciuto.
«Bene, potete alzarvi. Salve, capitano Igin, sono lieto di constatare che hai fatto in fretta.» disse con tono mellifluo, facendo segno di alzarsi con la mano da poco rigenerata.
I sei guerrieri risposero immediatamente al saluto chinando la testa una volta alzati. La Delta era la squadra d'èlite più debole delle cinque, tuttavia il livello combattivo di ogni suo elemento era decisamente superiore alla media.
Tale livello poteva essere ingigantito ancor di più se si considera che la squadra, grazie alla propria strepitosa coordinazione in combattimento, riusciva a rendere decisamente letale. Le squadre d'èlite erano sei in origine: la squadra Ginew, la squadra Alpha, la squadra Beta, la squadra Gamma e la squadra Delta.
Ognuna di essa disponeva di un numero variabile di soldati, ma solitamente quelle più deboli avevano un numero maggiore di soldati per compensare la debolezza dei singoli elementi.
Ad esempio, la squadra Alpha, attualmente la più potente, era composta da soli tre guerrieri che però avevano una forza formidabile.
L'eccezione di questa regola era proprio l'ormai defunta squadra Ginew, che pur essendo la più forte era composta da cinque soldati: inizialmente essa doveva essere formata solo da Ginew, Butter e Jeeth ma poi vennero inseriti anche Guldo e Rikoom poichè, per puro caso durante una battaglia, si scoprì come i cinque fossero quasi imbattibili insieme.
Il capitano Igin fu il primo a parlare.
Era decisamente più alto di Freezer, almeno un metro e ottanta, con un aspetto molto simile a quello umano fatta eccezione per il colore arancio della pelle caratteristico del suo pianeta di origine, Skahr, la cui atmosfera filtrava soltanto quel colore della luce del sole.
Aveva un corpo agile e tonico, messo in risalto dall'elastica battle suit contrassegnata dal simbolo Delta inciso sul pettorale sinistro, dei capelli biondi corti e gli occhi neri come la pece.

«Salve Lord Freezer! Siamo partiti immediatamente dopo il suo messaggio! Ci dica, cosa possiamo fare stavolta per l'Impero?» domandò il capitano, ansioso di intraprendere una nuova missione.
«La missione è molto semplice: qualche giorno fa una navicella con a bordo l'ultimo saiyan è scappata dal sistema solare in cui vi era un pianeta chiamato Terra, per poi essere inglobata da un'astronave dalle dimensioni maggiori di origini sconosciute. Il vostro compito è quello di rintracciare l'astronave, distruggerla e portarmi il bambino Saiyan, vivo.» concluse tutto d'un fiato il Demone del Freddo, scandendo bene ogni parola per essere sicuro che tutti i presenti recepissero bene quanto detto. Igin si portò la mano al petto, orgoglioso di essere stato scelto per portare a termine la missione.
«Sarà fatto mio signore, io e la mia squadra le porteremo il moccioso! Sarà un gioco da ragazzi, partiamo immediatamente!» esclamò il guerriero, ottenendo con un cenno del capo il consenso del suo sovrano.
Gli altri membri della squadra, Adran, Ollie, Perriot, Vet e Wammer si limitarono al classico inchino per poi lasciare la sala insieme al loro comandante, in silenzio. Essi provenivano tutti dal pianeta Skahr e pertanto avevano un aspetto simile a Igin, sebbene Adran fosse tozzo, basso e pelato, Ollie di altezza media e con i capelli scuri, Perriot un energumeno di due metri ed era il più muscoloso mentre Vet e Wammer erano gemelli, alti circa tre metri ma molto magri e con i capelli lunghi e azzurri. Mentre i sei guerrieri si incamminavano verso la stazione di lancio dove li attendevano le loro navicelle monoposto, Freezer ordinò al pilota dell'astronave imperiale di partire direttamente per Cooler 01, capitale dell'impero del fratello, per infliggere la sua tanto bramata vendetta.

   
 
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