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Autore: Robigna88    28/03/2016    1 recensioni
Elijah Mikaelson ha deciso di rimanere a New Orleans per occuparsi di quella che per lui è da sempre una missione: la redenzione di suo fratello Niklaus. E anche perchè presto Klaus avrà una figlia.
Una figlia da quella lupa che lui trova estremamente affascinante e che in qualche modo gli fa venire voglia di aprire il suo cuore come non gli era mai successo prima.
Mai, eccetto una volta.
Quando quella volta torna nella sua vita, questo tuffo nel passato cambia tutto e lo cambia in un modo che lo sconvolgerà nel profondo.
DAL PRIMO CAPITOLO:
-"Ti chiederei che cosa ci fai qui, ad aiutare quel fratello che speri ardentemente di poter cambiare anche se è ovvio che Klaus non vuole essere aiutato, ma conosco già la risposta."
"E quale sarebbe?"
"Smetterai di cercare la sua redenzione solo quando crederai che non sia rimasto nulla da trovare. Giusto?"-
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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NDA: Buona lettura e lasciatemi un pensiero :D e BUONA PASQUA anche se in ritardo <3

bfp

-CAPITOLO 18-

 

 

 

 

 

La macchina collegata al corpo di Allison iniziò ad emettere un segnale che Elijah non conosceva ma che non gli piaceva affatto.

Le stringeva la mano da circa un’ora, seduto su una sedia accanto al suo letto dopo che i dottori avevano detto chiaro e tondo di non avere idea di cosa avesse, di non sapere cosa fare per aiutarla perché clinicamente parlando, a parte un po’ di pressione alta, non aveva niente che non andasse.

L’Originale li aveva fissati perplesso, poi aveva preso posto accanto a lei e non si era mosso di un solo millimetro. Che stupido era stato a non dirle come si sentiva, ora correva il rischio di non poterlo fare mai più.

Era stato tentato di darle un po’ del suo sangue, giusto per essere certi che anche nel peggiore dei casi, e anche se diversa, avrebbe riaperto gli occhi prima o poi. Ma poi aveva pensato che sicuramente Allison non avrebbe gradito; non aveva niente contro i vampiri ma non voleva essere uno di loro.

Mi piacerebbe morire un giorno, anziana e nel caldo di un letto. Possibilmente circondata da amore, gli aveva detto una volta. E lui capiva perfettamente.

Solo che l’idea di perderla gli faceva paura.

“Che sta succedendo?” chiese allarmato all’infermiera che era entrata non appena il bip di quella macchina era iniziato.

“È in arresto cardiaco!” fu la risposta, terrificante, che ricevette.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison pensò che sarebbe svenuta. Di sicuro il suo corpo avrebbe ceduto, crollando dopo settimane di tortura come quella.

La sua aguzzina, Mina, faceva le stesse cose ogni giorno; le portava un po’ d’acqua, qualcosa da mangiare e poi le faceva male fin quando non era soddisfatta. Infine guariva alcune delle sue ferite e la lasciava sola, al buio e al freddo, in quella specie di stanza fino al mattino dopo.

Non sapeva precisamente quanto fosse passato da quando era stata presa, costretta a seguirla per salvare la vita di Elijah e di Hayley. Aveva perso il conto dopo le prime due settimane ma era sicura che fossero molte molte di più.

O forse le sembravano tante solo perché soffriva, barbarizzata da quella strega che non l’aveva mai portata da Iris, che l’aveva tenuta con sé, come un giocattolo con cui fare ciò che voleva, per fare pratica di quella magia oscura che sembrava controllare maledettamente bene.

“Non capisco” mormorò cercando di sollevare la testa. “Credevo che volessi consegnarmi a Iris così da avere la tua ricompensa. Eppure di lei non c’è traccia e sono qui da quanto? Tre settimane?”

La buttò lì, sperando che la donna ci cascasse e le dicesse esattamente quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva visto i suoi amici e con suo stupore lei glielo disse.

“Sei qui da tre mesi” le rivelò facendole sgranare gli occhi. “E sì, hai ragione; volevo consegnarti ad Iris ma questo era il piano prima di scoprire che fai comunella con i Mikaelson. Ti stanno cercando in lungo e in largo sai? Soprattutto il nobile Elijah che non ha perso la speranza, che non demorde. Peccato che non ti troveranno, almeno non fino a quando io deciderò che è il momento.”

Allison lasciò cadere il capo in avanti, le braccia legate in alto con delle catene le facevano terribilmente male ma pensò che il fatto che riuscisse ancora a sentirle dopo tre mesi di agonia era un buon segno.

“Senti,” le disse faticando a tenere gli occhi aperti. “Io e i Mikaelson abbiamo molti trascorsi quindi puoi fidarti di me se ti dico che è meglio non averci niente a che fare. Qualunque cosa tu stia programmando di fare, qualunque ricatto tu stia architettando… finirà con te morta.”

“Oh ma io voglio morire” disse Mina girandosi per guardarla, passandole la punta di un dito su una ferita ancora sanguinante sul braccio. “E rinascere…”

La cacciatrice trattenne un gemito di dolore. “Vuoi che ti trasformino in un vampiro?”

“Voglio che Klaus Mikaelson mi trasformi in un ibrido e lo farà se userò te come merce di scambio” fantasticò la strega. “Vedi, volevo consegnarti a Iris e avere la mia immortalità ma di quella puttana non ci si può fidare e che tu viva o muoia per lei non fa nessuna differenza in fondo. Avrebbe ucciso te e forse anche me quindi la tua improbabile amicizia con gli Originali mi ha aperto la strada a nuove possibilità. Capisci quello che intendo?”

“Capisco che sei una pazza se credi che il tuo piano funzionerà. Io e Klaus Mikaelson siamo amici, è vero, ma non cederà mai al ricatto di qualcuno. Neppure se la mia vita è in pericolo.”

“E che mi dici di Elijah? Io credo che a lui importi. Sono certa che saprà persuadere il suo bastardo fratello ad esaudire ogni mia richiesta. Per salvarti la vita.”

Allison rise e facendolo scoprì che il petto le faceva male. “Credi che solo perché Elijah è un uomo nobile e di parola che tiene a me si metterà a fare la lezione a suo fratello dopo le tue folli richieste? Sai, è un malinteso comune credere che tutta la forza degli Originali risieda in Niklaus… quello che molti non sanno o fingono di non sapere, è che in realtà Elijah Mikaelson è il più forte tra loro, anche se il più ragionevole. Non sfidarlo stupida che non sei altro o…”

 

 

La cacciatrice aprì gli occhi di improvviso, reclinandosi all’indietro e infine tornando dritta. Il cuore le batteva all’impazzata, Elijah poteva sentirlo, la macchina che prima suonava in modo strano lo segnalava a tutti gli altri.

“Signorina Morgan” la chiamò il dottore. Ed Elijah si rese conto che non si era neppure accorto di lui. “Si calmi, va tutto bene.”

Lei lo fece, si guardò intorno e poi si calmò chiudendo gli occhi per un attimo.

“Riesce a sentirmi?” le chiese il dottore.

“Sì” replicò lei in tono rauco. Riaprì gli occhi, colmi di lacrime, e girò poco il capo posando lo sguardo dentro quello di Elijah.

Lui deglutì a vuoto, poi si mise a sedere su una sedia passandosi una mano tra i capelli.

“Cosa ricorda?” chiese ancora il dottore accendendo una piccola lucina. “Segua la luce.”

“Vuole che segua la luce o che risponda alle sue domande?” sbottò Allison infastidita da tutta quell’ansia che percepiva intorno.

“Entrambe le cose, se ci riesce.”

Lei seguì la lucina con lo sguardo mentre rispondeva. “Ricordo che ero insieme ad alcuni amici, in una palestra e poi ho avuto un terribile mal di testa, la vista mi si è annebbiata e… e basta. Non ricordo altro. Può smetterla con quella luce? Mi fanno male gli occhi.”

“Visto che sembra star bene” il dottore annuì sorridendo e appuntando qualcosa sulla cartella, poi la guardò. “la lascio col suo fidanzato per un attimo e vado a prenotarle alcuni esami, torno subito.”

L’uomo lasciò la stanza seguito dall’infermiera e solo allora Elijah le si avvicinò.

“Stai bene?” le chiese cercando di apparire calmo.

“Sto bene” confermò lei con un gesto del capo. “Tu stai bene? Sei pallido… non sapevo neppure che i vampiri potessero impallidire.”

L’Originale fece un grosso respiro, poi le prese il viso tra le mani e la baciò con dolcezza.

“Mi hai spaventato” le sussurrò staccandosi solo per un attimo. Per poi baciarla di nuovo. “Stai davvero bene?”

Allison annuì poggiando le mani sulle sue. “Lo giuro” gli disse. “Ora puoi portarmi via da questo posto? Non ho bisogno di altri esami, mi sento bene.”

“Non se ne parla” le fece sapere lui quanto più risoluto poteva. “Lascerai questo posto solo quando il dottore dirà che puoi.”

La donna sospirò amareggiata. “Elijah…”

“Allison…”

“E va bene!” esclamò lei. “Posso almeno avere dell’acqua?”

L’Originale le sorrise allungando la mano per afferrare il bicchiere, quando glielo diede lei gli sfiorò le dita con le proprie e cercò il suo sguardo.

“Sto bene, davvero” mormorò piegando la bocca in un sorriso. “Te l’ho detto, non vado da nessuna parte.”

Elijah avvicinò il viso al suo per baciarla di nuovo, quando le loro labbra si staccarono fece un grosso respiro guardandola negli occhi. “Ti amo, Allison.”

Allison lo fissò sorpresa, poi lo baciò di nuovo.

   
 
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