La
prima cosa che vide quando riaprì gli occhi fu il suo amico
con la testa
sanguinante che ancora gli penzolava accanto.
Dovevano
aver preso una buca o roba simile dal momento che erano capottati in
una
scarpata, cercando di muoversi per slacciarsi la cintura Jason fu colto
da un
tremendo dolore al braccio e alla spalla destri, guardando poi la
posizione
innaturale del suo gomito capì di esserselo rotto.
<<
Deus…Deus… >> e scuotendo
l’amico cercò di farlo rinvenire, ma il suo
corpo ormai senza vita si muoveva come quello di un fantoccio di
pezza:<<
Maledizione Deus! >> poi sapendo bene che cosa sarebbe
successo se
qualcuno avesse scoperto dei problemi di droga del suo amico Jason
toccò nelle
tasche della sua tuta con la mano sana alla ricerca di un accendino;
Amadeus
fumava e aveva sempre un accendino con sé, c’era
una sola cosa che poteva fare
per preservare la sua memoria proprio come lui avrebbe voluto.
Allontanandosi
il più possibile dall’auto accese la fiamma
dell’accendino e avvicinandola ad
una piccola pozza di benzina lì accanto rimase a guardare
mentre il fuoco
divampava e l’auto bruciava, poi infilandosi
l’accendino nero nella tasca della
giacca si sdraiò a terra fingendosi privo di sensi mentre
attendeva l’arrivo
dei soccorsi.
Charlton, una settimana
dopo
<<
Oggi siamo qui riuniti per commemorare la scomparsa di Amadeus Kyle, un
ragazzo
che ci ha lasciato troppo presto, ma che ci ha lasciato facendo quello
che
amava. Le corse erano la sua vita come lo erano la sua famiglia e i
suoi amici…
>> le parole del pastore erano esattamente quelle che
Jason si era
aspettato, la sua piccola messinscena aveva retto alla grande e lui era
stato
visto solo come il fortunato superstite di quella tragedia.
Non
aveva dovuto sforzarsi nemmeno troppo per spiegare com’era
uscito dall’auto,
aveva dato la colpa allo shock e all’adrenalina e quindi se
l’era cavata alla
grande.
La
sola cosa che gli spezzava il cuore era vedere sua sorella e la sorella
di
Amadeus piangere per quella morte ingiusta.
Soffermandosi
più del dovuto a guardare Trish Jason si trovò a
desiderare di essere accanto a
lei per poterla stringere tra le braccia e asciugare le sue lacrime,
detestava
vederla soffrire e ora ad appena diciassette anni era totalmente sola,
Amadeus
era la sua sola famiglia se non si contava l’anziana zia che
li aveva
cresciuti, ma che ora era troppo vecchia per prendersi cura di una
ragazza alle
soglie della maturità.
<<
Jason…Jason stai bene? >> e la voce di Gwen lo
fece voltare verso sua
sorella che si era rannicchiata accanto a lui cercando di non
piangere:<<
Sì, sto bene. Stavo solo pensando a Trish >>
Gwen alzò gli occhi sulla
giovane che sedeva sulla panchina davanti a loro:<<
Sì, non oso
immaginare come possa stare >> buttò
lì lei fingendo una calma che lui
sapeva bene sua sorella non provava.
Gwen
era innamorata di Deus, pazzamente innamorata e sebbene lui
all’inizio non
avesse accettato quell’unione conoscendo il carattere
volubile dell’amico alla
fine era stato costretto ad ammettere che con lui Guinevere sembrava
davvero
felice; se solo Deus non fosse stato così idiota da
lasciarsi tentare dalla
dipendenza da oppiacei forse le cose sarebbero andate diversamente.
Poi
ricordandosi che era stato lui a lasciarlo guidare quel giorno,
nonostante
sapesse che l’amico non era del tutto lucido, Jason
rammentò nuovamente a sé
stesso la sua colpa e zitto nel suo dolore si punì per
quello a cui mai avrebbe
potuto porre rimedio.
Ranch degli
Anderson, presente
<<
Jason Charles Anderson ti sembra questo il modo di presentarti qui?
>> e
suo padre lo guardò con le braccia incrociate sul
petto:<< Che cosa c’è?
Sono qui, non era quello che volevate? >>
commentò lui biascicando piano
e sfidando apertamente Rylan:<< Jas ma che ti succede?
Sei ubriaco…
>> e sua madre lo guardò con gli occhi pieni
di preoccupazione:<<
Sto bene mamma, ho solo bevuto qualche goccetto durante
l’aperitivo >>
<< Sei sbronzo razza di imbecille! >> e Ray
prese il figlio per un
braccio trascinandolo nella camera di Jason di quando era
bambino:<<
Lasciami! Non ho dieci anni, non puoi dirmi cosa fare >>
suo padre lo
guardò rabbioso e trattenendosi a stento dalla voglia di
strangolare
quell’idiota di suo figlio:<< Solo
perché hai l’età per bere non vuol
dire che tu debba ubriacarti sistematicamente ogni volta
>> << Io
non mi ubriaco ogni volta paparino…e sono comunque lucido,
ho solo bevuto un
paio di birre con gli amici >> << Non ti
muovere da qui, non osare
venire di là conciato così, è il
compleanno di tua madre e vorrei che tu fossi
sobrio e lucido quando le farai gli auguri e l’abbraccerai,
quindi fattela
passare! >> poi proprio come se suo figlio fosse tornato
adolescente
Rylan si avvicinò alla porta chiudendosela dietro
lasciandolo solo.
Mentre
se ne stava solo seduto sul letto Jason ripensò alla sera
prima, era andato al
party della sua scuderia…non ne aveva molta voglia, ma
sarebbe sembrato strano
se il primo pilota non avesse fatto almeno una comparsa per il bene
degli
investitori che amavano sentirlo parlare dell’adrenalina che
ti sale quando
prendi una curva a 300 all’ora o di cosa si prova a tagliare
per primi il
traguardo.
La
serata era stata noiosa come ogni altra, ma lui ormai ci aveva fatto
l’abitudine; sorrideva, salutava, conversava un po’
e appena possibile spariva
solo o in compagnia per tornarsene nel suo buco di periferia.
<<
Jas va tutto bene? >> sentendo la timida voce di sua
sorella lui alzò gli
occhi:<< Ciao Gwenny…sto bene >>
lei fece una smorfia al nomignolo
con cui lui la chiamava fin da piccoli, poi avvicinandosi si sedette
sul letto
accanto a lui:<< Hai bevuto di nuovo? >>
lui guardò la sorella
esasperato:<< Non ho problemi con l’alcol, sto
bene >> << È
il compleanno di mamma e tu sei ubriaco, ho sentito papà che
urlava >>
<< Papà esagera >> lei gli
strinse la mano guardandolo negli
occhi:<< Si preoccupa per te…esattamente come
tutti noi >> vedendo
la sorella che lo guardava con tanto affetto lui si sentì
tremendamente in
colpa, in parte era colpa sua se Amadeus non c’era
più e sua sorella era sola e
senza l’uomo che l’amava al suo
fianco:<< Perché ti preoccupi per me?
>> a quella domanda assurda lei lo guardò come
se fosse pazzo:<<
Sei mio fratello, ti voglio bene >> Jason
restò in silenzio per un
istante, poi forse a causa delle cinque birre che aveva in corpo diede
voce ai demoni
che lo tormentavano:<< Hai mai pensato che sarei dovuto
morire io al
posto di Deus? >> << Che cosa?
>> e gli occhi di Gwen
espressero in un attimo tutta l’angoscia che avrebbe provato
se lui fosse
morto:<< Hai mai desiderato che fosse stato Deus a
salvarsi? >> lei
lo abbracciò stretto passandogli una mano nei capelli biondo
scuro:<< Ho
sempre voluto che vi salvaste entrambi, non avrei mai barattato la sua
vita con
la tua, non posso pensare che avrei potuto perdere anche te, non
l’avrei mai
sopportato >> << Mi dispiace
Gwenny…davvero mi dispiace…tu e lui…
>> lei si asciugò in fretta le lacrime
accarezzando la guancia del
fratello:<< Non ci pensare più ok. Ormai
è passato tanto tempo, dobbiamo
andare avanti e qualsiasi cosa succeda io ti vorrò sempre
bene, hai capito?
>> poi alzandosi in piedi e porgendo la mano al gemello
aggiunse:<<
Andiamo di là? Mamma ti aspetta per pranzare
>> Jason fece
spallucce:<< Papà mi ha messo in castigo
>> lei gli strinse la
mano:<< Sai controllarti benissimo, dai vieni
>>
Di
nuovo solo al volante della sua Grancabrio quella sera Jason si
ritrovò a
pensare a com’era cambiata la sua vita in quegli anni: dopo
l’incidente la
scuderia gli aveva proposto di prendere il posto di Deus come pilota,
ma deciso
ad allontanarsi il più possibile dall’ombra
ingombrante del suo amico lui aveva
rifiutato entrando nel circuito della Formula 1.
A
sua madre era venuto un colpo quando glielo aveva detto, ma quella era
la sola
cosa che aveva trovato per stare bene, sentire la velocità e
il rischio erano
il solo modo in cui poteva tenere sotto controllo la paura e i ricordi.
Una
volta di nuovo nel soggiorno di casa lui fissò la bottiglia
di whisky che
campeggiava sul tavolo del soggiorno, era già a
metà e probabilmente prima
della fine della serata l’avrebbe finita.
Alzando
poi gli occhi sulla foto di lui e Amadeus alla loro prima vittoria
prese un
bicchiere e versandosi una generosa dose di liquore
aggiunse:<< Alla tua
vecchio bastardo >> ed ingollando il superalcolico in
poco più di un
sorso prese di nuovo la bottiglia in mano.