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Autore: bluemermaid1999    29/03/2016    0 recensioni
L'Istituto è quello di sempre: statuario e magnifico, con il suo via vai di Cacciatori da tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se i ruoli fossero invertiti? Se Clary e Simon fossero i cacciatori e i Lightwood e Jace i mondani? Scopriamolo...
Buona lettura
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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< Wow, Simon sei uno schianto! >. Lui la guardò nel riflesso dello specchio mentre si sistemava il colletto della camicia bianca. 

< Neanche tu sei tanto male Clary, ma vestita così dovrai preoccuparti più dei mondani che dei demoni >. Una risatina le uscì dalla bocca. Forse aveva un po’ esagerato ma non uscivano spesso e le era sembrato normale mettersi in tiro, anche se i suoi vestiti erano comunque comodi per il combattimento. Una giacca di pelle copriva il corsetto nero con inserti argentati, un pantalone nero aderente con segni rossi fasciava perfettamente le sue gambe e un paio di stivaletti con tacco rossi e neri completavano l’opera. I capelli rossi le cadevano sulle spalle in ricci scomposti, la pelle chiara era coperta di rune che quella sera sarebbero state utili. 

Simon si accorse che la stava osservando insistentemente da quando era entrata. Se fosse stato anni fa, magari i suoi occhi sarebbero stati a cuoricino, ma ora aveva passato quella fase adolescenziale. Si era preso una cotta per lei in passato? Ovviamente si, anche perché si trattava di Clary. Per quanto quella ragazza poteva essere testarda e impertinente era anche la più grande combattente che avesse mai conosciuto e la più importante persona della sua vita. Entrambi non avevano avuto una vita facile. E lei gli era stata vicino durante la trasformazione, quando tutti gli altri cacciatori erano spaventati da lui, quando aveva provato a morderla in preda agli istinti, lei non si era spaventata ma gli era stata accanto. Non l’avrebbe mai ripagata abbastanza per questo. In più erano parabatai. L’uno non poteva stare senza l’altro, erano legati per la vita. Si ricordava ancora il giorno del giuramento.

 “ Dove andrai tu, andrò anch’io. Dove morirai tu morirò anch’io, e vi verrò sepolto. L’angelo faccia a me questo e anche di peggio se altra cosa che la morte mi separerà da te ”.

< Ehi sei ancora tra noi? Qualche alieno ti sta leggendo la mente? >. Clary gli stava sventolando la mano davanti alla faccia. 

< Nono sono qui, ero solo… >.

< Perso nei tuoi pensieri >, lo interruppe lei. < Me ne sono accorta, comunque è ora di andare se no ci perdiamo tutto il divertimento >. Simon guardandola la paragonò nella sua mente ad una bambina contenta di andare al parco a giocare, solo una bambina sexy e seducente. Dettagli.

< Magnus dovrebbe essere qui a momenti, è in ritardo >, disse Clary. Tornando in camera dopo gli allenamenti e aveva immediatamente capito che il biglietto era suo. Chi altro poteva scrivere con inchiostro giallo glitterato se non il Sommo Stregone di Brooklyn. Quando lo avevano incontrato per la prima volta pensavano entrambi che fosse uno di quei Nascosti pieni di sé, e in effetti non si erano sbagliati più di tanto. Ma la verità è che era anche un ragazzo solo da troppo tempo e che, per quanto volesse negarlo, i due cacciatori non gli erano antipatici. Anzi trovava la Rossa in particolare molto interessante. Una cacciatrice con un certo numero di doti speciali e uniche , e capacità combattive impressionanti per una ragazza. Da allora si davano una mano spesso. Lui era solitario, non doveva rendere conto a nessuno, quindi nessuno aveva protestato o osato dire qualcosa quando aveva iniziato ad uscire con loro o li aveva aiutati a tenere a bada i demoni. La cosa poteva sembrare inusuale, ma la stravaganza era parte della sua vita in fondo.

< Stavate parlando di me? >, disse Magnus comparendo da un portale che si era creato su una parete della stanza. 

< Magnus, sempre entrate ad effetto vedo >, disse Clary, la sua voce chiaramente sarcastica.

< E come al solito in ritardo. Perché la cosa non mi stupisce per niente? >, continuò Simon. 

< Ragazzi, quante volte ve lo devo dire che per essere me ci vuole tempo >, disse solennemente lo stregone, squadrandoli con i suoi occhi gialli da gatto. 

< Tesoro tu sei uno schianto, perché non insegni anche al sanguefreddo che c’è qua a mostrare un po di più il bel corpo che si ritrova? >, disse riferendosi a Simon, che subito gli lanciò un’occhiataccia. Effettivamente i due comparati erano ai poli opposti. L’uno indossava una camicia bianca leggermente aperta, un jeans blu scuro e delle scarpe eleganti blu scuro di camoscio; l’altro era uno scoppio di colori: pantaloni viola acceso con delle paiettes argentate sulle tasche posteriori, una maglia giallo canarino con un gatto stilizzato blu al centro e delle scarpe gialle, trucco blu intorno agli occhi e trenta chili di eyeliner che sottolineavano il suo sguardo particolare.

< Sempre la stessa storia voi due eh, proprio bambini. Forza ora andiamo, voglio godermi a pieno la serata. Magnus, apri tu il portale per favore? >, disse la ragazza, mettendosi lo stilo nella tasca dei pantaloni e un paio di spade nella tasca interna della giacca di pelle e negli stivaletti, lanciando successivamente anche due pugnali a Simon. 

Intanto Magnus annuì e si posizionò di fronte alla parete, iniziando a far vorticare le braccia creando il portale che li avrebbe portati di fronte al locale più demoniaco di New York.

Il PanDEMONium.

   
 
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