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Autore: LanceTheWolf    29/03/2016    2 recensioni
Questa storia è svolta nell'universo di "Avatar: la leggenda di Korra". Si svolge dopo la saga televisiva e comprende personaggi conosciuti e inventati. Il protagonista del primo libro è il Generale Iroh, che incontra su un'isola della Nazione del fuoco una ragazza dolce, ma agguerrita, che dichiara che non sposerà nessuno che non sia in grado di batterla ad Agni Kai.
Ogni libro chiude la trama principale, ma ne introduce un'altra.
Ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta da una mia carissima amica (non è una burla, a breve pubblicherò anche alcune delle mie e noterete la differenza :-D) che per motivi di tempo e disponibilità non ha potuto pubblicarla direttamente.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Iroh, Quasi tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draghi, Metallo e Cavalieri'
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Capitolo 02


 
"Mia adorata Opal,
Mai come in questo momento sento la tua mancanza. Ripartiti dopo quella brutta storia siamo tornati sulla rotta originale ma il mio morale non è dei migliori. Mokuren non è più abituata a parlare con le persone e, seppure troppo beneducata per rifiutarsi di parlare con chi le si avvicina, si vede che sono poche le persone con cui interagisce realmente. Nominalmente per ora solo io ed Iroh. Mi duole il cuore a vederla fissare il mare per lungo tempo persa nei suoi pensieri e con una espressione malinconica sul viso. Io non demordo dalla mia intenzione di farla uscire dal suo guscio e credo anche Iroh si sia prefissato lo stesso obiettivo. Avrei veramente bisogno di averti vicina ma so che quello che stai facendo è importante.
Ti amo tanto,
Bolin"
 
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La luna era alta nel cielo e meravigliosamente piena ad illuminare l'oscurità circostante e mandare bagliori argentei a riflettersi sulla superficie del mare, oscura massa d'acqua appena increspata attorno alla nave. Il ponte era deserto tranne che per una figura che rimaneva quieta ed immobile, persa ad ammirare quello spettacolo posata contro il parapetto della nave. Iroh la osservò a lungo prima di palesare la propria presenza, contento di poterla osservare invisto. Bagnata com'era in quella luce quasi ultraterrena era evidente che i tratti affilati del fuoco fossero in lei ingentiliti dal suo retaggio dell'acqua, complice anche la sua carnagione scura. Seppure alta il suo corpo era decisamente più formoso delle forme slanciate della stirpe del fuoco ed i lunghi capelli nero corvini erano liberi dalla spessa treccia solitamente sfoggiata, ed erano ondulati, quasi ricci. La sua caratteristica più magnetica erano però gli occhi allungati che, invece dei soliti colori tipici, erano di una varietà di ambra gialla appena rosato decisamente insolita ma piacevole, un po’ come alcune varietà del fiore di cui portava il nome. Avanzò per porsi al suo fianco, poggiandosi come lei al parapetto. << Principe Iroh  >> << Lady Mokuren  >> rispose garbatamente al suo saluto << Il sonno stenta ad arrivare?  >> Lei annuì << Piuttosto che rigirarmi nella mia cuccetta ho preferito prendere una boccata d'aria sul ponte.  >> Sembrò esitare un attimo per poi continuare << Avevo perso il conto dei giorni...non ricordavo che stanotte la luna fosse piena. Era da molto tempo che non mi fermavo ad ammirarla.  >> Lui spiò il suo profilo trovandovi l'ombra di un sorriso << Un magnifico spettacolo  >> Assentì << Non mi stanco mai di rimanerne affascinato, anche con i miei anni in marina.  >> Calò di nuovo il silenzio e per alcuni minuti i due rimasero così a contemplare la luna finché la voce di Iroh si udì nuovamente, anche se con tono più sommesso << Perché te ne sei andata?  >> Lei sospirò a quella domanda, quasi come se l'aspettasse << Ti sembra che abbia mancato al mio dovere, vero?  >> << Sono sicuro che tu abbia i tuoi motivi. Vorrei sapere da te quali sono, il tuo punto di vista.  >> Lei esibì un sorriso carico di amarezza abbassando il capo ad osservare l'acqua scura su cui baluginavano i riflessi lunari. << Grazie per la fiducia. Mio padre mi ha cresciuta con la consapevolezza che essere un Daimyo non è un privilegio, ma un dovere. Un daimyo ha sulle proprie spalle la responsabilità delle vite di ogni persona che viva nel suo dominio ed è necessario un delicato ma importante rapporto di fiducia con i propri sudditi. Nel mio caso quel rapporto si è sgretolato. Sono pienamente cosciente che i normali popolani hanno timore dei nobili, ancora di più dei dominatori, ma non riesco ad estinguere dal mio cuore il risentimento che provo nei confronti di coloro che ora dovrei guidare e proteggere. Con questo astio nel cuore io...ho il terrore di trovarmi ad essere ancora peggio di Hideki. Ho pensato sia a me stessa che a loro nel prendere questa mia decisione.  >> Nel dirlo si era voltata a guardarlo per la prima volta da che le si era accostato, sul viso un'espressione che parlava di sofferenza, vulnerabile una volta tanto, invece di sicura. << Tu credi che io mi stia perdendo nell'autoindulgenza? Io non faccio che chiedermi se ho mancato verso la memoria di mio padre.  >> Lui la osservò a lungo in quella luce, conscio di stare reprimendo il desiderio di stringerla al proprio petto e confortarla in qualche modo delle sofferenze di quei 15 anni. La ragazza faceva vibrare qualcosa dentro di lui che dubitava fosse mai esistita prima del suo arrivo nella sua vita. << Io credo che tu sia una donna coraggiosa, che nella sua giovane vita ha subito troppi lutti. Per quel che mi riguarda hai fatto la cosa giusta sia per loro che per te. L'arcipelago verrà governato in tua vece da un rappresentante scelto da mio nonno ed i tuoi figli futuri potranno tornarvi senza il peso dei ricordi della loro madre. Sono sicuro che se tuo padre era almeno un po’ come mio nonno, il Signore del Fuoco Zuko, avrebbe preferito saperti felice piuttosto che miserevole per dovere.  >> Lei non rispose ma una lacrima scintillò sotto la luce della luna mentre rotolava giù lungo la sua guancia riempiendo il petto di Iroh di dolore ed aumentando in lui il desiderio di stringerla forte a se. Lentamente, dandole tutto il tempo e l'opportunità di sottrarsi al suo tocco, le passò un braccio intorno alle spalle non incontrando alcuna resistenza anche quando, volgendosi verso di lei, l'avvolse tra le proprie braccia lasciando che posasse prima le mani e poi il capo sul suo petto a sfogare il suo dolore in un silenzioso pianto liberatorio. L'uomo non seppe dire per quanto tempo rimase vigile sentinella delle sue lacrime ma, quando parve calmarsi, avvertendo la pressione dei suoi palmi contro il proprio petto sciolse immediatamente la sua stretta allontanandosi di un passo. Lei si asciugò gli occhi sorridendo << Sei proprio un Principe, eh?  >> Iroh sollevò un sopracciglio con fare interrogativo a quella frase e lei spiegò divertita ma dolce << Gentile e galante. Non ti imporresti mai con la forza ad una donna.  >> Lui le sorrise a sua volta << E' così che sono stato cresciuto.  >> Il sorriso sulle labbra di lei si allargò e lui si trovò senza fiato perché quella era la prima volta che il sorriso della ragazza splendeva anche nei suoi occhi, enfatizzato dalla luce della luna. << "Il fuoco divora"  >> esordì lei ricordando le lezioni paterne di quando era piccola << "Il fuoco è l'elemento delle passioni e degli appetiti. La disciplina è necessaria per tenerlo a freno e non venirne divorati."  >> Lui sorrise a sua volta ricordando  le medesime parole pronunciate da Zuko quando aveva cominciato il suo addestramento << "Disciplina e dovere imbrigliano il fuoco, lo dirigono dove la volontà del dominatore vuole che vada, ma è l'onore personale del dominatore che rafforza la volontà."  >> Continuò la lezione sentita mille volte e lei continuò a sua volta << "Non negare gli appetiti ma che sia il tuo onore a guidarti nelle tue scelte, non il divoratore."  >>  Fu lui a terminare << "Non essere dominato dal fuoco ma sii il suo dominatore."  >> Rimasero così, a guardarsi sotto la luce della luna con un sorriso fino a che lo sguardo di Iroh si fece serio facendo un passo avanti ad avvicinarsi di nuovo, inclinando il viso verso quello di lei. Mokuren lo fissò in quegli incredibili occhi dorati mentre ripeteva dentro di se il mantra "Non sta per fare quello che penso stia per fare". Quando le loro labbra si sfiorarono appena i loro occhi si chiusero ed ogni pensiero si annullò nella dolcezza di quel bacio che li lasciò entrambi ansanti, nonostante il fatto che si stessero toccando solo con le labbra. Iroh si sentì il calore divampargli dentro come un incendio ed afferrò saldamente il parapetto con una mano come a riprendere controllo su se stesso, mentre la ragazza si era portata la mano al petto come a cercare di calmare i battiti del proprio cuore. Lui le sorrise << Forse è il caso che tu rientri nella tua cabina, Mokuren.  >> Lei annui e dopo un veloce buonanotte si avviò a passo svelto. Quando scivolò tra le coperte improvvisamente troppo fredde persino per quel clima di metà maggio, si sentiva ancora le labbra formicolare. Nonostante l'agitazione riuscì ad addormentarsi ricordando la sensazione di calore e conforto provata tra le braccia di Iroh, ed il modo in cui i raggi di luna si riflettevano nei suoi occhi.
 
 Cucinare era una cosa che a Mokuren era sempre piaciuta, fin dalle prime lezioni con sua madre. Creare qualcosa che altri avrebbero apprezzato era sempre una bella cosa, come diceva sempre la mamma. Si mise a tagliare le verdure che sarebbero servite come contorno per il pasto di quel giorno quando Iroh fece la sua comparsa sulla porta della cambusa. Non si volse a salutarlo, non perché fosse arrabbiata con lui ma perché dopo gli eventi della sera prima non sapeva come affrontarlo...lui e quei suoi dannatissimi occhi d'oro. Uno sguardo e si sentiva preda di mille brividi lungo il corpo e di un dilagante calore in petto. La voce di lui la distolse dal suo imbarazzo. << Ti chiedo scusa per ieri sera. Ho esagerato.  >> Lei non si volse continuando ciò che stava facendo come ad esorcizzare la nuova ondata d'imbarazzo alle parole dell'uomo. << Non ti ho esattamente rifiutato, Iroh.  >> Lui sospirò muovendo un passo appena nella stanza e fermandosi, raccogliendo i propri pensieri prima di parlare ancora. << Mokuren... a me piaci e molto. La tua bellezza va di pari passo al tuo carattere fiero ed abbiamo lo stesso concetto di giustizia ed onore. Più passo tempo con te più la tua compagnia mi risulta gradita. Ma questa notte sono stato invadente. Non fraintendermi: non rimpiango di averti baciata. Mi sto scusando di essere stato indiscreto.  >> A quelle parole finalmente Mokuren interruppe il suo fare e si volse a guardarlo << Mi hai colta di sorpresa, sicuramente, ma non rimpiango neppure io quel bacio. Il mio primo non fu un granché. Avevo 13 anni....ma il ragazzo con cui lo scambiai fu uno dei primi a lasciarsi allontanare da me dalla paura. In altre parole quel ricordo sarà sempre macchiato di amarezza. Quello di ieri sarà sempre un bel ricordo.  >> Disse sorridendo e poi voltandosi a continuare il suo lavoro. Riscaldato dalle sue parole Iroh avanzò verso di lei. Ricordava ancora la sensazione di lei tra le proprie braccia la notte prima e sentì quasi necessario avvicinarsi alla donna, pur riuscendo a trattenersi dall'allungare una mano a sfiorarla. Emise un sospiro quando si rese conto che Mokuren era l'unica donna che gli aveva quasi fatto perdere il controllo senza nemmeno provare, dove in molte avevano tentato e fallito. A quel sospiro la giovane si voltò di scatto, u pugno di fiamma pronto a colpire. Come a ricordare che non era più in un ambiente dove non poteva abbassare la guardia nemmeno un minuto, Mokuren abbassò il braccio lentamente emettendo a sua volta un sospiro e lui aprì bocca per chiederle scusa, soprattutto notando che la giovane si era tagliata con il coltello che stava maneggiando. << Mi dispiace, non volevo coglierti di sorpresa...ti sei tagliata per colpa mia.  >> Le disse contrito mentre lei gli rivolse un sorriso << E' solo un taglietto, Iroh.  >> senza nemmeno un attimo a starci a pensare Mokuren richiamò a se il suo dominio lambendo la ferita che, sotto gli occhi esterrefatti dell'uomo, cominciò a richiudersi per poi scomparire. << Tu...sei una guaritrice della fiamma...  >> Lei parve sorpresa dal suo tono quasi incredulo << Ti sorprende? Mi è stato detto che è un'abilità molto rara ma la tua espressione è quasi comica.  >> Lui si scosse a quelle parole << Non capisci, non è semplicemente rara... è qualcosa di quasi unico. Attualmente c'è solo una guaritrice della fiamma, in età avanzata oltretutto. Sviluppare la spiritualità del fuoco fino a quel livello è oltremodo difficile.  >> Le disse passando dallo stupito all'ammirato. << Come lo hai imparato?  >> Lei lo guardò negli occhi come a decidere se parlarne o meno poi cominciò a raccontare << Fin da quando ero piccola mi resi conto che vedevo cose che gli altri non vedevano.  >> << Gli spiriti.  >> Lei annuì sorridendo << Il mio primo compagno di gioco, il mio insegnante sia prima che dopo la morte di mio padre ed il mio unico amico durante gli anni da sola è stato un uccellodrago. Quando ero molto piccola e manifestai il fuoco i miei genitori festeggiarono perché, contrariamente a tutte le loro previsioni sul loro matrimonio misto, la loro creatura era una dominatrice. Io all'epoca mi lamentai che avrei voluto essere dell'acqua, per essere una guaritrice come mia madre. Il mio amico la prese come un offesa personale. Mi sgridò dicendomi che solo perché gli uomini non riescono a passare l'aspetto del divoratore e vedere cosa c'è oltre nella fiamma, questo non significava assolutamente che fosse tutto quello che il fuoco poteva essere. La fiamma, mi disse, poteva essere molto di più di una mera distruttrice. Si offrì di insegnarmi come poteva essere utilizzata per guarire ed io accettai. Non lo dissi ai miei, non subito...volevo presentarmi ai loro occhi con una certa pratica prima. Non ebbi mai la possibilità di dirlo a mio padre.  >> Iroh le sfiorò il viso per distoglierla dalla piega amara dei suoi ricordi << Sarebbe stato fiero di te. Tu non riesci ancora a capire quanto sia preziosa questa abilità.  >> Lei gli sorrise << Mi è stato mostrato l'equilibrio del fuoco, da un lato il lato distruttivo, il divoratore, ma dall'altro lato c'è l'energia stessa della vita. Non è un caso che il fuoco sia l'unico elemento che nasce, si nutre per crescere e se non trova nutrimento muore.  >> Lui la osservò parlare con un'espressione rapita e le sorrise con una dolcezza da toglierle il fiato. << Sei una continua fonte di piacevoli sorprese.  >> Le disse facendola arrossire. << E tu sei maledettamente affascinante.  >> Il sorriso di Iroh si allargò appena a quelle parole << Lo dici come se fosse una brutta cosa.  >> Lei sbuffò al suo tono divertito << Iroh... sei giovane come dominatore, anche se non sei un ragazzino e sei il principe della Nazione del Fuoco. Mi vuoi veramente dire che non c'è quanto meno una fidanzata ufficiale che attende il tuo ritorno?  >> Lui scosse il capo << I miei nonni furono fidanzati dai loro genitori. Tra mille peripezie si trovarono veramente innamorati ma si resero conto di essere stati veramente fortunati in questo e non mi hanno mai fatto pressioni in merito. Non nego di avere parecchie spasimanti alla corte, giovani che stanno tentando di tutto per attrarre la mia attenzione, ma io non le ho mai degnate di uno sguardo. Non mi attraggono le modelle tutte capricci né le arrampicatrici sociali per cui il fatto che io sia considerato un bell'uomo è solo un bonus. Tutte vogliono il principe, Mokuren, a nessuno interessa l'uomo dietro il titolo.  >> Lei assunse un'espressione cupa << Questo è terribilmente ingiusto...  >> Mormorò e lui ridacchiò << Vero. Sarà anche che dopo mia nonna e mia madre è difficile trovare una futura regina. Mio nonno tremava quando la nonna si arrabbiava, e non era una dominatrice.  >> << Deve essere stata una donna eccezionale.  >> << Molto. Mi dispiace che tu non possa conoscerla...Ti avrebbe adorato.  >> Un attimo di silenzio imbarazzato dopo quella affermazione e Mokuren fissò per un attimo il bancone << Io dovrei continuare a preparare il pranzo...  >> Lui le sorrise << Hai ragione. Solo una cosa... ti stai allenando in questi giorni?  >> << Al mattino, quando il ponte è ancora deserto.  >> << Capisco. Mi faresti il piacere di allenarti con me domattina, diciamo verso le 8?  >> Lei annuì << Al ponte alle 8 allora. A dopo, Mokuren.  >> << A dopo, Iroh.  >> Lui si mosse verso il corridoio mentre lei tornava alle sue verdure ma rimase sulla porta della cambusa ad osservarla per alcuni attimi, come riluttante ad andarsene, finché dei passi lungo il corridoi lo distolsero da quella contemplazione.
 
Il mattino dopo, le 8 in punto, i due si fronteggiarono sul ponte, si salutarono com'era di prassi e la sessione di allenamento ebbe inizio. Il ritmo cominciò lento, a riscaldarsi e saggiarsi l'un l'altra, aumentando la velocità di esecuzione dei kata man mano che procedevano facendola divenire una furiosa danza agli occhi degli astanti. Non notarono la folla che si andava creando intorno a loro e che osservava rapita, primo tra tutti Bolin. Quando i due unirono piccoli sprazzi di fiamma alle loro movenze quella danza divenne ancora più spettacolare e suggestiva, oltre che pericolosa, ma i due non sembravano accorgersi di nulla, concentrati com'erano. Alla fine tornarono nella posizione di saluto mettendo fine a quella intensa sessione tra gli applausi entusiasti dei presenti. Gli occhi dei due dominatori del fuoco erano incatenati gli uni negli altri in uno sguardo intenso quanto l'allenamento appena concluso. Distolsero gli occhi solo quando alcuni dei presenti si avvicinarono per congratularsi della loro abilità. Una dei pochi ufficiali donna si accostò a Mokuren con un sorriso << Complimenti! Tenere il ritmo del generale non è cosa da poco, e sei veramente abile. Sono Bai Mei Lin, dominatrice del metallo ed ufficiale della Forza di Difesa della Repubblica.  >> Si strinsero la mano e Mokuren le sorrise << Piacere mio. Yushoto Mokuren, Daimyo delle Isole del Sud.  >> Il sorriso della dominatrice del metallo si allargò << Sono felice di aver a bordo un'altra donna che sa battersi, spero avremo altre possibilità di parlare in questi giorni. Volevo parlarti da quando sei arrivata.  >> Mokuren la osservò per un attimo << Tu eri nel gruppo di quelli che sono intervenuti quando siete arrivati....ed eri nella scorta di Iroh quando c'è stato l'Agni Kai.  >> La donna annuì << Non sai che soddisfazione ho provato quando quel damerino ha opposto resistenza...  >> Disse con un ghigno ricordando come aveva steso il figlio di Hideki con un pugno e Mokuren ridacchiò al ricordo. << Detto tra noi speravo che qualcuno tentasse qualcosa...  >> << Hei Mei!  >> Le urlò uno degli altri ufficiali << Mi avevi promesso un incontro prima dell'inizio del turno!  >> La donna si volse ad apostrofarlo << Se sei così ansioso di farti calciare ancora nel didietro chi sono io per negartelo? Arrivo!  >> Poi si rivolse di nuovo all'altra ragazza << Più tardi ti presento le altre ragazze a bordo ma ora qualcuno ha deciso che vuole fare il suo turno dolorante e non sarò certo io a negarglielo.  >> Le disse con gioia sadica e le due donne si salutarono. Mokuren raggiunse Iroh vicino al parapetto accettando con un sorriso di ringraziamento la bottiglietta d'acqua che lui le porse. Rimasero per un po’ così a rilassarsi mentre osservavano gli altri sul ponte allenarsi. Mokuren era particolarmente interessata allo scontro di Mei Lin. La donna doveva essere poco più grande di lei, alta anche per gli standard della terra e formosa senza risultare massiccia. I lunghi capelli castano rossi erano raccolti in uno chignon lasciando solo due lunghe ciocche ad incorniciare, insieme all'ordinata frangia, il viso ovale dalla pelle ambrata su cui spiccavano gli occhi del medesimo colore. << E' brava.  >> Commentò dopo un po’ << Un tantino troppo aggressiva, forse.  >> Iroh sorrise << Mei è una dei miei migliori soldati. E' forte come dominatrice, ma anche come artista marziale. Detesta caldamente tutte le signorine di buona famiglia ed è convinta che ogni donna, dominatrice o meno, debba sapersi difendere in qualche maniera. La sua famiglia fa parte della nobiltà della Terra ma lei se ne andata quando aveva 16 anni. Suo padre è un tradizionalista e non ha mai accettato che fosse la sua secondogenita ad essere nata dominatrice e non il primogenito maschio. Se te lo stai chiedendo te lo dico perché non è un segreto. Mei è fiera di essersi rivoltata all'imposizione paterna di fare la brava donnina di casa e dimenticarsi di essere una dominatrice.  >> Mokuren assunse un'espressione orripilata << Ma se non sfoghi il dominio...  >> Iroh era cupo quando le rispose << A lord Bai non interessa. Non tutti sono fortunati ad avere dei genitori che li amino.   >> La ragazza represse un brivido a quelle parole e per alcuni minuti rimasero in silenzio. << Domani attracchiamo ad una delle isole di rotta. Sarebbe solo una fermata di rifornimento ma sull'isola in questo periodo c'è una festività locale in corso. Ci saranno una fiera, una rappresentazione ed uno spettacolo pirotecnico. Mi faresti l'onore di essere la mia accompagnatrice?  >> Lei rimase sorpresa a quella richiesta. << Come un appuntamento?  >> Iroh le rivolse un sorriso dolcissimo << Leva il come, Mokuren. Ti sto chiedendo un appuntamento.  >> Lei rimase a fissarlo inebetita e lui ne sembrò divertito. << Non ti ho chiesto una brutta cosa, vero?  >> << No!  >> Si affrettò a dire lei. << Certo che no.  >> Il sorriso di lui si allargò << Perfetto! Domani mattina alla passerella di sbarco, allora. Buona giornata Mokuren.  >> Prima che lei potesse riprendersi dal suo stupore l'uomo si era allontanato con passo marziale verso l'interno della nave ed era sparito ai suoi occhi. Bolin le si avvicinò ridacchiando con espressione saputa << A quanto pare il nostro aitante generale ti ha fregata, Moku.  >> Le disse con un sorriso negli occhi verdi e la giovane divenne rossa paonazza d'imbarazzo realizzando che l'amico aveva ragione.  
 
   
 
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