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Autore: LanceTheWolf    29/03/2016    1 recensioni
Questa storia è svolta nell'universo di "Avatar: la leggenda di Korra". Si svolge dopo la saga televisiva e comprende personaggi conosciuti e inventati. Il protagonista del secondo libro è Wei, che decide di trarre di impiccio una ragazza conosciuta da poco, ma che sembra apprezzare particolarmente, soprattutto per il suo carattere forte e determinato.
Ogni libro chiude la trama principale, ma ne introduce un'altra.
Come per il primo libro ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta da una mia carissima amica (Mokuren, della quale pubblicherò anche altre storie. In pratica siamo in due sotto questo profilo ;-).) che per motivi di tempo e disponibilità non ha potuto pubblicarla direttamente.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Suyin Beifong
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draghi, Metallo e Cavalieri'
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Capitolo 01


 
Wei Beifong non si era mai considerato una persona nervosa. Chi lo conosceva, o credeva di conoscerlo, avrebbe detto di lui e del suo gemello Wing, tutto il contrario. Sapeva cosa dicevano di loro. I gemelli, superficiali ed irresponsabili, i figli scapestrati della signora del metallo. Perfino i fratelli avevano questa idea di loro. L'unica a conoscerli bene era la loro madre che, più che cosciente delle reali capacità dei figli, ne aveva fatto le sue guardie del corpo. Ai due andava bene anche così: se la gente continuava a sottovalutarli perché non usare questo fatto come una maschera dietro cui nascondersi? Nessuno sospettava che dietro a quelle identiche facce da giocherelloni ci fossero le due menti più strategiche e politiche di tutta la nuova generazione di Beifong. Eppure oggi Wei si sentiva fortemente agitato. Andò con il pensiero a quasi 10 giorni prima, quando era cominciata quella situazione, ad un fatto che l'aveva scosso non poco. Si ricordava ancora quando era arrivata quella maledetta lettera che aveva fatto impallidire Mei, in una maniera di cui lui non avrebbe mai ritenuto capace la donna. In quei due mesi in cui aveva frequentato la corte del fuoco, al seguito di Bolin ed Opal, aveva avuto modo di conoscere la guardia del corpo e migliore amica di Mokuren. Diavoli! Ci si era scontrato più di una volta, incaponito a sfidarla dall'atteggiamento aggressivo e strafottente della donna, nonché dalla sua abilità di dominatrice. Vedere quell'esempio di indipendenza femminile andare in pezzi per un semplice pezzo di carta l'aveva scosso. Ricordava di essere riuscito a leggerla quando la lettera venne temporaneamente abbandonata in terra e di essersi sentito la furia montare dentro ad ogni parola. Han, il fratello della ragazza, aveva messo in guardia la sorella minore che suo padre stava considerando seriamente un'offerta di matrimonio per lei, con delle clausole assurdamente restrittive che l'avrebbero messa in sudditanza assoluta al futuro marito, Lord Cho, un nobile non dominatore famoso per essere una creatura oltremodo crudele e per aver già dilapidato il proprio patrimonio, ed in cerca quindi di una ricca dote. Han aveva cercato di protestare ma si era sentito rispondere che non si poteva fare altro per una figlia ingrata ed irrispettosa che aveva condotto per anni una vita licenziosa ed era ormai la vergogna della famiglia. Wei aveva tremato di rabbia, una furia cieca contro quel padre che non voleva ammettere i pregi di sua figlia, e quello che doveva divenire di fatto il padrone della ragazza. In un attimo si era formata nella sua mente un'idea che aveva immediatamente proposto a sua madre.  Suyin aveva ascoltato le sue argomentazioni ed aveva dato il suo assenso. Quando era arrivata quella stessa mattina aveva consegnato a suo figlio, con il sorriso soddisfatto sulle labbra, il contratto matrimoniale firmato da lei e dal padre di Mei, Lord Bai. Meno di due ore fa aveva chiesto ad un servitore di palazzo di portare alla ragazza la sua copia del contratto ed ora era lì, agitato, sperando che sua moglie non lo uccidesse per aver osato tanto senza consultarla.  Perché per contratto erano sposati dal momento preciso in cui quelle firme erano state apposte. Un contratto di fidanzamento comprendeva troppe clausole che sarebbero potute essere revocate, ma uno matrimoniale era definitivo. Lord Cho si sarebbe trovato un'altra sposa danarosa. Sospirò mentre giocherellava con il cibo del suo pranzo, consumato in compagnia della madre e del gemello nei loro appartamenti a palazzo. Di colpo la porta si aprì con un tonfo secco a lasciare entrare la forma seria ed adombrata di sua moglie che lo fissò scura per poi rivolgersi a sua madre. << Lady Beifong...credo che io e suo figlio dobbiamo parlare. >> Disse solo mentre Wing dava una pacca sulla spalla del gemello per poi ritirarsi dietro la forma divertita di sua madre. "Vigliacco" Si trovò a pensare Wei mentre Suyin annuiva tranquilla alla più giovane << Più che naturale, mia cara. E benvenuta in famiglia. >> Mei accennò un inchino alla donna per poi avvolgere le sue fruste di metallo intorno al neo marito, portandoselo via così legato.    
 
Wei fu così trasportato fino alla camera della ragazza dove fu sbattuto contro il muro e, con sua enorme sorpresa, baciato appassionatamente. Quando si staccò da lui gli occhi castano rossi della giovane si puntarono nei suoi << Perché? >> Gli chiese solo e lui si passò la lingua sulle labbra indolenzite da quel bacio furioso prima di rispondere seriamente. << Perché non era giusto. Nessuno dovrebbe essere tradito da chi l'ha generato. Nessuno dovrebbe essere convinto di poter possedere una persona come fosse un oggetto. E poi non potevo sopportare di vedere mettere in gabbia un aquila selvaggia con l'imposizione di comportarsi come un canarino. Ognuna di queste è vera ed ognuna non è l'unica ragione. Alla fine prima o poi anche io mi sarei dovuto trovare una moglie, quindi perché non unire due utilità? Tu ci guadagni di essere finalmente libera dalle imposizioni di tuo padre, l'entrata nel clan del Metallo e le clausole più libere che si siano mai viste in un contratto matrimoniale. Io ci guadagno una compagnia capace ed addestrata, che mi sappia tenere testa e l'alleanza con la futura Signora del Fuoco, la tua migliore amica di cui rimani la guardia del corpo. >> Lei strinse gli occhi << Lo stai dicendo come se non ti aspettassi d'innamorarti mai. >> Lui fece una smorfia << Con la fama che abbiamo io e Wing mi aspetto di non essere considerato materiale da matrimonio. Sempre per questa fama non ti ho detto nulla del mio piano. Non volevo inoltre darti false speranze nel caso che mia Madre non fosse stata d'accordo. >> << E mio padre non poteva rifiutare? >> Lui la guardò come fosse pazza. << Sono il figlio della Signora del Metallo, nipote di Toph Beifong e membro di una discendenza prestigiosa di avatar della terra. Quell'arrivista di tuo padre non poteva dire di no a mia madre. >> Lei considerò per un attimo la questione poi scosse le spalle << E tu... hai interessi in me come donna? >> Gli chiese a bruciapelo cambiando totalmente discorso e Wei prese un lungo respiro, scegliendo accuratamente le parole da dire, cosciente di essere ad un punto cruciale di quella conversazione.  << Non posso certo dirti di essere innamorato di te, ma mi hai colpito molto da quando ti ho incontrata, due mesi fa. Non ti nego che ti trovi interessante anche da un punto di vista fisico. >> << Quindi... >> esordì lei dopo un attimo << …Tu vedi solo cose buone da questa situazione e non mi costringerai mai a fare qualcosa che io non voglia? Pensi che ci possa essere una buona intesa tra noi e... mi trovi desiderabile? >> Lui le sorrise << Si, no, si e... diavolo si! >> Mei sorrise per la prima volta da che l'aveva vista quel giorno. << Quindi...siamo sposati. >> Gli disse posandogli le mani sul petto e facendosi a lui più vicina per poi allargare un sorrisone sornione. << Si, siamo sposati. >> Le rispose lui titubante a quel sorriso << Hai un erezione, maritino. >>  Lui sospirò << Una donna che trovo estremamente desiderabile mi tiene legato al muro e mi si struscia contro...scusa se ho dei sani istinti sessuali. >> Lei ghignò << Quindi posso fare il rodaggio al mio maritino, vero? >> La sorpresa di Wei era palese sul suo viso << Ma...sei seria? >> << Più che seria, monellaccio. >> Lui la fissò in viso e quando fu chiaro che non stava scherzando, soprattutto dopo che gli graffiò appena il petto attraverso gli abiti, le disse con un sorriso << Liberami e te lo faccio vedere io il monellaccio. >> Accettando quel palese invito lei lo baciò di nuovo mentre ritirava le fruste di metallo e lui la strinse a se, ribaltando le loro posizioni mentre la schiacciava al muro ed i due si divoravano a vicenda. Tra un bacio e l'altro Wei le sussurrò << L'hai mai fatto con un altro dominatore del metallo? >> E lei scosse il capo facendolo sorridere. Qualcosa cominciò ad avvolgersi intorno ai polsi ed alle caviglie della donna a scivolare poi lungo gli arti ad imbrigliarle il corpo in un'intima carezza. Mei si rese conto solo in un secondo momento che erano i cavi di metallo di Wei.
 
<< Non le hai detto nulla vero? >> Wei fissò il gemello come fosse impazzito << Che ti viene in mente, Wing? Certo che no. >> L'altro diede una scrollata di spalle << E che vi vedo affiatati dopo solo due settimane di matrimonio. Se non conoscessi la situazione penserei che siete davvero due sposini novelli che non riescono a non mettersi e mani addosso. >> Dalla sua posizione seduto sul davanzale Wei alzò gli occhi al cielo << Se la metti così è vero. Tutte le volte che rimaniamo da soli per più di mezz'ora finiamo a fare sesso. >> Wing quasi cadde dal proprio letto su cui era semi sdraiato a quella rivelazione. << Veramente? Oh...e com'è a letto? >> Wei sbuffò infastidito << Come se te lo venga realmente a dire. >> Bofonchiò guardando fuori dalla finestra ed ignorando l'espressione sorpresa del fratello << Ma ci siamo sempre raccontati tutto! >> << Ma questa è mia moglie, Wing, non il divertimento della serata, più interessata al mio cognome che a me. >> Sbuffò ancora << E' diverso. >> Wing sollevò le mani in cenno di resa << Ok, ok. Lo capisco. Ma almeno dimmi: ti sei trattenuto come al solito o la tua signora ti regge? >> Wei arrossì appena << Non mi sono trattenuto...non ci sono proprio riuscito. Diciamo che ci reggiamo a vicenda. >> Poi si volse verso di lui con un occhiataccia << Chiedimi di più e ti uccido. >> L'altro ghignò al suo fare << Ahh...siamo già così protettivi? >> Lo canzonò aumentando la sua irritazione << Wing. >> A quel tono cupo l'interpellato alzò di nuovo le mani << Ok, la smetto. >> Wei si massaggiò gli occhi con una mano sospirando. << Sono state due settimane stressanti. Anche contando Iroh e Mokuren che mi hanno trascinato in un angolo del giardino, qualche giorno fa, e minacciato che se faccio del male a Mei me la faranno pagare cara. >> L'espressione incredula di Wing era velata di ilarità << Beh...è bello che si preoccupino per lei. >> Disse facendo sorridere il fratello. << Molto. Lo sai che Mei ed Iroh erano amanti occasionali? >> L'altro inclinò il capo come a pensarci << Del tipo che non era una relazione seria ma c'è comunque un legame stretto? Amici con benefici, almeno prima dell'incontro di Iroh con Mokuren. >> Wei annuì << Me ne ha parlato la stessa Mei. Anche Mokuren ne è a conoscenza. >> Rimasero un attimo in silenzio poi l'espressione di Wing divenne un ghignetto << Allora... hai come termine di paragone le prestazioni sessuali del generale? >> Wei scese dalla finestra e colpì la forma del fratello << Ma come sei fastidioso, stasera! >> Disse con il broncio al che l'altro rispose  << Io sarò anche fastidioso ma tu ti sei preso una bella cotta per tua moglie. >> Wei si congelò sul posto per poi scurirsi in volto  << Buona notte, Wing, se devi sragionare me ne vado! >> Con questo uscì sbattendosi la porta dietro. Wing ghignò << Non ti conoscessi, Wei. >> Mormorò divertito.
 
<< Insomma...non riuscite a staccarvi le mani di dosso l'un l'altra? >> Mei annuì alla domanda dell'amica << Non so cosa mi sia preso per quel monellaccio. >> Disse quasi divertita << Sarà che se mi scateno veramente la maggior parte degli uomini scappa. Invece Wei si scatena a sua volta e... wow. >> Mokuren la osservò mentre parlava con un sorriso << Almeno sessualmente parlando vi siete presi bene...trovati. Volevo dire trovati. >> Arrossì la mora mentre l'altra ghignava al suo imbarazzo per le proprie parole. << Ah...vedi che sto riuscendo a corromperti mia povera ed indifesa santarellina? >> Mokuren scosse il capo esasperata << Dai sii seria. Abbiamo appurato che non è il goliardico ed inaffidabile idiota che le voci dicono in giro, inoltre tu mi dici che si trattiene in combattimento? >> << Esatto. L'ha fatto fin dalla prima volta che ci siamo scontrati, anche se credo di essermene resa conto solo io. Del resto sono anche l'unico altro dominatore del metallo oltre lui, Wing e la loro madre a frequentare il palazzo. >> << Cosa ne pensi? >> << Penso che ci sto impazzendo sopra, Ren. Sapere che c'è più di quella maschera è un sollievo, ma non sapere cosa è frustrante. >> Mokuren inclinò il capo ad osservare meglio il viso di Mei sdraiata sul letto su cui lei stessa era seduta. << Insomma...è diventato il tuo personale rompicapo. >> L'altra sbuffò << Esatto. >> << Mi sembri tanto me quando non riuscivo a capire le mie reazioni con Iroh. Non è che ti stai prendendo una cotta per il principino Beifong? >> << Chi, io? >> Le chiese l'altra quasi scandalizzata << Prendermi una cotta per quel monellaccio? >> La mora sorrise serafica all'amica e poi si alzò augurandole la buona notte, lasciandola sola. Mei si voltò dalla sua posizione sdraiata su di un fianco e le arrivò il sentore di Wei dalla stoffa del cuscino vicino al proprio. << Io...una cotta per Wei...ma andiamo. >> Sbuffò ancora respirando quell'odore maschile che le riportava alla mente fin troppi ricordi di quelle due settimane passate con il marito. Quando la porta della stanza si aprì, annunciando l'arrivo di Wei, si affrettò ad allontanare il viso dal cuscino del ragazzo.
 
Le celebrazioni per il matrimonio del Principe Iroh erano in pieno svolgimento e sarebbero durate per tutti i dieci giorni della luna di miele dei due sposini. La cerimonia era stata solenne e sfarzosa, come ci si aspettava dal matrimonio di due reali, ma molto più emozionante poiché era chiaro a tutti che i due sposi che si scambiavano le promesse nuziali erano perdutamente innamorati uno dell'altra. Mei osservava la scena con un sorriso dolce mentre, fra lei e Wing che piangeva di commozione, Wei rimaneva stranamente serio. Non che il ragazzo non avesse gli occhi lucidi ma aveva altri pensieri per la testa. A causa della situazione lui e Mei non avevano mai avuto una vera cerimonia ed il suo cervello continuava ad incastrarsi sul pensiero ricorrente di volerla vedere vestita da sposa per lui, magari guardandolo con lo stesso sguardo dolce ed innamorato che si poteva vedere sul viso di Mokuren mentre fissava negli occhi Iroh pronunciando le sue promesse. Wei sapeva di essere nei guai, guai seri, perché giorno dopo giorno la sua convivenza con sua moglie risultava sempre più piacevole e, complice Wing, doveva ammettere con se stesso di avere qualcosa di più che una cotta per sua moglie. E qui giaceva il problema. Sua moglie era tale non per sua volontà ma perché ci si era trovata e se non l'aveva ucciso per averle intessuto il contratto alle spalle, era solo perché l'alternativa sarebbe stata molto peggiore. Lo rodeva dentro pensare che gli slanci della donna fossero attrazione fisica mista a gratitudine, perché non dubitava di essere attraente ai suoi occhi, ma il sentimento che vedeva negli occhi di Mokuren era un'altra cosa. Sua madre l'aveva lasciato sfogare questi pensieri, ascoltandolo con serietà per poi consigliargli di corteggiarla, di osservare ciò che le piaceva o meno perché "ad una donna faceva sempre molto piacere vedere che il suo compagno tiene in conto i suoi gusti e le sue passioni". Wei si era sempre fidato dei consigli di sua madre e così aveva osservato ed aveva anche chiesto ad Iroh e Mokuren, per sapere cosa avrebbe fatto piacere alla ragazza. Piccole cose, come il suo cibo preferito, il suo dolce favorito o cose che le sarebbe piaciuto fare. Era persino riuscito a farle incontrare suo fratello Han, che non vedeva da anni, e la sua nipotina che non aveva mai incontrato. Riuscirci senza che il padre dei due ne fosse a conoscenza non era stato facile ma le lacrime di gioia di Mei mentre abbracciava la piccola Jin e suo fratello Han ne erano valse la pena. Ed anche il sorriso e l'abbraccio che gli aveva rivolto...e la nottata di fuoco passata in seguito. Eppure Wei si sentiva inquieto. Mei ogni tanto lo fissava con uno sguardo quasi duro, come gli sguardi di sua madre o di zia Lin quando cercavano di capire qualcosa che gli sfuggiva ma su cui si erano incaponite a comprendere perché ritenute veramente importanti, ed il ragazzo si sentiva sulle spine sotto quegli sguardi.
 
L'ora era tarda ma, nonostante la stanchezza, il sonno non riusciva ad impadronirsi dei sensi di Mei, resi acuti dal martellare del proprio cuore. Non era la cerimonia, seppure bellissima e toccante, ad averla emozionata a quel punto. Non ricordava di essersi mai sentita così agitata a causa di un uomo, perché sapeva bene che la causa di quel dolce tormento che la teneva desta era il ragazzo che dormiva sereno con le braccia intorno a lei a stringerla al proprio petto. Ricordava bene i giorni appena passati, i chiari tentativi di corteggiamento del più giovane, piccole cose ma che le avevano fatto immensamente piacere. E poi le aveva fatto il regalo più importante che poteva farle: l'incontro con suo fratello Han, che non vedeva da quasi 12 anni, e la piccola Jin, di 8 anni, che non aveva mai incontrato prima. Lo slancio con il quale si era letteralmente lanciata tra le braccia di Wei quella sera era stato la cosa più naturale del mondo. Il suo pensiero tornò alla cerimonia di quella sera, al viso stranamente serio di suo marito, all'urgenza con cui, una volta di nuovo nella loro camera, l'aveva stretta a se e baciata quasi con disperazione. Nello stesso modo, inusuale per il suo solito modo di fare, aveva poi proceduto a prenderla, ancora ed ancora, quasi come avesse paura che sparisse da un momento all'altro dalle proprie braccia, abbandonandosi poi in lei con quelle due parole che l’avevano sconvolta così tanto da negarle di scivolare come lui nell'oblio del sonno ristoratore. Mei sospirò osservando il ragazzo, i suoi bei lineamenti nel sonno ed i suoi capelli scarmigliati dal sesso. Ripensò con un brivido alla sua voce, che in quel momento nulla aveva di fanciullesco, mentre le sussurrava "amore mio", il tono arrochito di passione. La sua mente andò alla conversazione avuta con Suyin proprio il giorno prima. La donna voleva sapere quali fossero i sentimenti di Mei per il figlio e l'aveva chiesto in modo diretto, senza girarci intorno. Mei non si era voluta esporre inizialmente ma si era scordata che Suyin era la sorella di Lin ed aveva visto chiaramente attraverso le sue parole. Si era così trovata a dirle esattamente cosa pensava, e la donna, apparentemente soddisfatta delle sue parole, aveva parlato d'altro, trovandosi d'accordo su molte cose, tra cui il loro concetto di famiglia e lealtà familiare. Mei era convinta che Suyin fosse sincera quando le aveva detto che lei ed il figlio avevano la possibilità di fare funzionare davvero questo matrimonio ma dubitava fosse casuale che la donna fosse andata da lei a parlargli. Suyin Beifong non fa mai nulla per caso. Probabilmente aveva fatto già un discorso simile con il figlio...possibile che le avesse detto quelle cose perché i sentimenti di Wei per lei erano reali? Quell' "Amore Mio" detto da Wei era dunque ciò che il ragazzo provava veramente o solo l'effetto dell'intensità con la quale si erano uniti quella notte? Certo che se fosse stata la prima, dopo la cerimonia di quella sera la reazione particolarmente irruenta di Wei avrebbe avuto più che senso. Ed anche la visita di Suyin, che a modo suo le stava dando la sua approvazione, facendole sentire quel dolce calore al petto che le diceva che ormai faceva parte di una famiglia e non era più solo una "risorsa" per aumentare il prestigio del proprio casato. Come convincere quella testa dura di suo marito a parlarne? Sapeva fin troppo bene quanto cocciuto potesse essere un dominatore della terra, e Wei era troppo abituato a nascondersi dietro la propria maschera per poter semplicemente intavolare con lui quel discorso... Un'idea perfida si fece strada nella sua mente. Lei era un soldato. Una delle prime cose che impari come soldato, tristemente, è come sopportare più alcool possibile prima di perdere cognizione, e sapersi quindi fermare prima. Per quanto fosse resistente dubitava che Wei potesse reggere alcolici come lei e se lo avesse fatto bere abbastanza per sciogliergli la lingua, ma non abbastanza da renderlo incoerente, avrebbe potuto appurare la verità. Ci sarebbe voluto qualche giorno per preparare la "scena", ma con un piano da seguire per cercare di sbloccare quella situazione, finalmente Mei riuscì a rilassarsi tra le braccia di suo marito e scivolare anche lei nel sonno.
 
   
 
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