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Autore: LanceTheWolf    29/03/2016    1 recensioni
Questa storia è svolta nell'universo di "Avatar: la leggenda di Korra". Si svolge dopo la saga televisiva e comprende personaggi conosciuti e inventati. Il protagonista del secondo libro è Wei, che decide di trarre di impiccio una ragazza conosciuta da poco, ma che sembra apprezzare particolarmente, soprattutto per il suo carattere forte e determinato.
Ogni libro chiude la trama principale, ma ne introduce un'altra.
Come per il primo libro ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta da una mia carissima amica (Mokuren, della quale pubblicherò anche altre storie. In pratica siamo in due sotto questo profilo ;-).) che per motivi di tempo e disponibilità non ha potuto pubblicarla direttamente.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Suyin Beifong
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draghi, Metallo e Cavalieri'
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Capitolo 02


 
Mei Lin Bai non si era mai sentita così frustrata e furiosa come quel pomeriggio, se non quando se ne era andata dalla residenza di famiglia ad Omashu 12 anni prima. Furibonda e ferita anche se in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto mostrare più pazienza per la situazione. Come aveva detto a Mokuren era cosciente che Wei e Wing mostrassero al mondo una maschera dietro la quale nascondevano i veri se stessi e le loro capacità, ma saperlo era proprio l'origine della sua frustrazione, anche se sapeva che doveva conquistarsi la fiducia del marito prima di sapere perché. Eppure, nonostante questa consapevolezza, tutte le volte che qualcuno faceva un commento denigrante sui gemelli, e ce ne erano stati più di uno, lei si sentiva il veleno dentro ed il desiderio di strappare la lingua a qualcuno. Lady Michiko sarebbe stata la prima tra i suoi bersagli, il preferito. La piccola stronzetta aveva dovuto tacere nei suoi vaneggiamenti su Mokuren ed Iroh, quando la futura Principessa Consorte l’aveva duramente reguardita che se non sopportava più l'aria della corte poteva anche abbandonarla. Il padre era corso ai ripari, riprendendo per la prima volta, ed in pubblico, la figlia, conscio, contrariamente alla sua rampolla, che una simile affermazione era un chiaro avvertimento che, ad una nuova mancanza, sarebbe stata considerata persona non gradita a corte, intaccando così il buon nome della famiglia e distruggendo anche quelle misere possibilità che le rimanevano di sposare uno dei nobili che frequentavano il palazzo imperiale. Questo non significava che la giovane avesse smesso di malignare, ma solo che avesse spostato la propria attenzione altrove...nella fattispecie Mei e suo marito. O almeno l'aveva fatto fino a che Mei le aveva ricordato che poteva sfidarla a duello. La ragazza l'aveva guardata perplessa "Ma io non sono un dominatore" le aveva detto e poi era impallidita quando Mei le aveva sorriso maligna dicendole "Non è un mio problema". Verso lei e Wei non aveva più sentito altro ma dubitava che la lingua a sonagli di Michiko non avesse già trovato un nuovo bersaglio. Quella sua predisposizione malevola prima o poi l'avrebbe cacciata in guai da cui neppure suo padre l'avrebbe potuta salvare. In molti ne erano coscienti, visto che la ragazza si ritrovava a 23 anni ancora nubile con offerte matrimoniali provenienti solo dai casati minori, nonostante il rango elevato del padre a corte. Nemmeno quel pensiero riuscì a risollevarle l'umore e non si volse dalla sua posizione nel vano della finestra a guardare fuori, quando la porta della stanza si aprì. Wei entrò con sguardo perplesso richiudendosi la porta dietro le spalle e guardandola per un attimo esitante. << Mei...ma sei arrabbiata con me? >> Lei non rispose subito ed il ragazzo le si avvicinò titubante. << Che ho fatto? >> Lei prese fiato << Perché ti trattieni in combattimento? >> Gli chiese con voce atona, sentendo l'irritazione montarle dentro quando lui si stampò sul viso quel sorriso fasullo che ormai riconosceva immediatamente. << Non capisco proprio di che parli, mogliettina. >> << Smettila! >> Gli urlò contro lei << Non farlo Wei. Non insultare la mia intelligenza, non dirmi che non è vero e non spiattellarti quel sorriso fasullo da idiota sul viso. L'ho capito che tu e Wing recitate una parte, anche se non so perché. Cosa vi spinge a sopportare le maldicenze, i pettegolezzi e le incomprensioni? La stessa Opal vi tratta con sufficienza ed è vostra sorella...è frustrante, Wei. Ogni volta che sento e vedo questo atteggiamento generale verso di voi mi sento la voglia di far del male a chi sparla, Opal compresa.  >> Nel parlare Mei si era avvicinata a lui, accanto al tavolo di pesante legno e vi aveva sbattuto la mano più volte a sottolineare la propria rabbia. << Io non credo proprio che la Signora del Metallo si sarebbe fidata in battaglia ed in trattative importanti di due persone inaffidabili, così come so che l'idiota che mostri non è che una maschera, sicuramente non l'uomo che mi ha detto di essersi incazzato perché volevano mettermi in gabbia come un canarino. >> Il viso del ragazzo aveva assunto prima un’espressione sorpresa alle sue parole, poi triste per poi mutare in un'espressione dolcissima nel guardarla. << Mi stai dicendo che vorresti difenderci? >> Lei parve esasperata a quella domanda << E ti sorprende? Te lo sei scordato che ne so qualcosa di pettegolezzi e maldicenze? Per la nobiltà della terra del circolo di mio padre io sono una donna licenziosa, una figlia ingrata e la vergogna della famiglia Bai. Tutto perché non ho accettato di scordarmi di essere un dominatore e non mi sono lasciata vendere da mio padre al miglior offerente. >> Poi sbottò. << Mi manda ai matti, Wei. So che c'è una maschera che mi nasconde il tuo vero essere e mi manda ai matti non sapere cosa c'è dietro. >> << E tu vorresti? Conoscere il vero me, intendo. >> Lei non ebbe dubbi nella sua risposta. << Certo che sì. >> Poi prese un respiro come a calmarsi mentre il marito la fissava con stupore ma anche con un'altra espressione che non riusciva a definire. << Wei...mi rendo conto che tu e Wing recitate questa pantomima per un motivo e che tra me e te non c'è ancora il livello di fiducia necessario perché tu ti confidi con me...ma non mentirmi. Preferisco tu mi dica che non puoi parlarmene ma non mentirmi. Una cosa però dimmela...possibile che io sia l'unica che se ne sia accorta? Possibile che la tua stessa sorella non se ne sia resa conto? >> Lui continuò a fissarla negli occhi con sguardo mesto << La gente vede solo quello che vuole vedere, Mei. >> Le disse con voce addolorata mandando nuova forza alla sua rabbia. Prese a camminare nella stanza come una leonessa in gabbia, mentre bofonchiava su gente che doveva badare ai fatti propri, la malignità di certe persone e sulla stupidità di chi dia per scontato cose su situazioni di cui non sappia nulla. Wei la osservò nella sua furia in difesa sua e del fratello sentendosi riscaldare il cuore dalla sua considerazione. Era sveglia la sua mogliettina. Aveva capito subito che c'era una maschera a difesa di lui e Wing, aveva ragionato che doveva esserci un motivo e si rendeva conto di non essere ancora fidata abbastanza da saperlo. Improvvisamente il ragazzo capì qual era il problema. Mei non era furiosa con lui per quel segreto tra loro: era furiosa con chi sparlava e con chi, pur vivendo a contatto con loro, non si era neppure posto il problema di riconoscere il loro atteggiamento per la maschera che era. Quella consapevolezza contribuì a riscaldarlo dentro e vederla nella sua rabbia in sua difesa gli accese il sangue come poche cose erano mai riuscite a fare. La intercettò nel suo percorso furioso e la trasse a se baciandola con trasporto, sentendola immediatamente rispondergli con altrettanto ardore. Si staccò appena dalle sue labbra per affermare con voce roca << Non adesso, Mei. Ma ti giuro che ne riparleremo. >> Per poi tornare a baciarla con desiderio mentre la sollevava tra le braccia e la portava verso il loro letto.
 
La mattina di un paio di giorni dopo Wei si svegliò con la testa appesantita e la bocca impastata. Aprì gli occhi per poi richiuderli, quasi doloranti per effetto dell'alcool ingerito la sera prima. Un movimento accanto a lui gli disse che Mei era sveglia e quando riuscì ad aprire gli occhi senza che questi dolessero lei era lì a fissarlo. Era seria. << Buon giorno...mogliettina. >> Riuscì a bofonchiare nonostante la voce stentata ed accettò con gratitudine il bicchiere di acqua che lei gli porse e che sapeva appena di una punta di limone e che gli fece passare quella sensazione spiacevole in bocca. << Che ore sono? >> << Quasi le otto. Ti ricordi nulla di eri sera, Wei? >> Il ragazzo si sistemò seduto contro i cuscini mentre la moglie, posato il bicchiere sul comodino, gli si sdraiava quasi sopra, i suoi occhi nei propri. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, chiaramente confuso da quella domanda. << Abbiamo bevuto...che cosa dovrei ricordare? >> Lei ridacchiò sollevandosi su di lui fino ad essergli a cavalcioni e Wei ammirò le forme procaci di sua moglie, appena fasciate da una striminzita magliettina. La ragazza gli circondò il collo con le braccia, protendendosi verso il suo viso con il proprio ma quando le loro labbra stavano per incontrarsi lei gli sorrise dicendo << Stanotte mi hai giurato il tuo eterno e sincero amore. >> Il ragazzo si congelò sul posto a quelle parole, sentendosi impallidire sotto lo sguardo della propria moglie. << Che cosa ho fatto? >> Chiese incredulo con un filo di voce sentendosi incredibilmente vulnerabile sotto quegli occhi castano rossi. << Mi hai detto che mi ami, Wei. Mi hai detto che durante il matrimonio non hai fatto altro che immaginarci al posto di Iroh e Mokuren, innamorati e felici a scambiarci promesse. >> Il ragazzo si sentì morire dentro pensando immediatamente che quella confessione ubriaca avrebbe provocato conseguenze negative ma la donna non aveva finito. << Dimmi se era la verità, Wei. Dimmi che erano i tuoi veri sentimenti per me e non l'alcool a parlare. >> Lui sospirò << E se fosse? Per te cosa cambia? >> Lei sorrise dolce e lui trattenne il fiato a quel sorriso, non sapendo cosa aspettarsi << Cambia tutto, Wei, questo cambia tutto...e non cambia nulla. Guarda che non sei l'unico che si è trovato a desiderare che questo sia un vero matrimonio. Non sei l'unico ad aver immaginato cose su noi due durante il matrimonio di Iroh e Mokuren. >>
 
Mei vide gli occhi del ragazzo spalancarsi a quelle parole per poi trovarsi sollevata di peso e schiacciata sul letto da quel corpo maschile che ormai adorava. L'espressione del più giovane era serissima, neanche l'ombra di una maschera. << Dimmi che sei seria e tutto quello che sono e sarò è tuo. >> IL suo tono era talmente intenso da darle i brividi. << Sono seria Wei. Era solo l'alcool? Dimmelo. >> Lui scosse il capo << Non era solo l'alcool, quello mi ha solo sciolto la lingua. >> Il suo viso si abbassò verso il proprio ma quando la ragazza si sollevò appena ad incontrare le sue labbra lui si scostò con un piccolo sorriso << Mei...mi vuoi sposare? Con cerimonia e promesse, gli amici e la famiglia, quella che conta. Non per un contratto ma perché è quello che noi due vogliamo. >> La donna si sentì l'umidore agli occhi << Non mi hai ancora detto la cosa più importante, Wei. Non da sobrio almeno. >> Lui ridacchiò nonostante le proprie lacrime di gioia. << Ti amo, Mei. >> << Ti amo anche io, monellaccio. >> Sorrise mentre gli accarezzava il viso con una mano << E... si, il mio è un sì. >> Poi uno sbuffo << Ma non azzardarti ad andare a dire in giro che mi sono messa a piangere come una ragazzina...che ti pesto. >> Lui ridacchiò << Sarà il nostro piccolo segreto, amore mio. >> Lei fu percorsa da un brivido meraviglioso al sentirsi chiamare così apertamente e lo baciò con foga, stringendolo a se e sentendolo partecipare con passione << Fa l'amore con me, Wei. >> Gli sussurrò labbra a labbra e lui rispose solo << Come desideri, amore. >> Mentre si abbandonava tra le braccia del ragazzo l'ultimo pensiero cosciente fu che mai e poi mai avrebbe rivelato ad anima viva, men che meno al marito, che l'aveva fatto bere apposta.
 
I giorni seguenti passarono idilliaci per la nuova coppia, ormai totalmente inseparabili anche se al ritorno degli sposini, Mei riprese il suo ruolo di guardia del corpo di Mokuren con la solita efficienza.  Pochi giorni dalla fine della luna di miele Korra invitò tutte le sue amicizie femminili ad una serata tra ragazze, felice di avere finalmente coetanee, o quasi, con cui chiacchierare. Asami si offrì di ospitare l'evento e fu così che in una ancora calda serata di fine settembre, sette giovani donne si trovarono a chiacchierare in una comoda veranda, saziate da un delizioso pasto ma intente ancora a rimpinzarsi di the e dolcetti mentre scherzavano tra loro. Asami, seduta sul più grande dei due confortevoli divani, osservava divertita le altre, assicurandosi che tutte avessero davanti dolci e bevande in abbondanza, da brava padrona di casa. Accanto a lei Korra fremeva di entusiasmo mentre cercava di dare un po’ di attenzione a tutte le presenti, facendo un gran baccano ma divertendosi un mondo. Mei Lin aveva scelto per se una enorme poltrona e, semisdraiata su di essa con le gambe oltre uno dei braccioli, partecipava con gusto al baccano di Korra.  Mokuren ed Eska sedevano vicine su altre due poltrone, composte ed educate ad osservare il chiacchiericcio generale, mentre sull'altro divano le due erranti si godevano i dolcetti di riso che Asami aveva fatto preparare apposta per loro. Le chiacchiere vergevano sugli argomenti più disparati ma visto il recente matrimonio della ragazza del fuoco presente fu facile finire sul discorso uomini. << Allora, sposina...il nostro aitante Iroh, com'è a letto? >> chiese una maliziosissima Asami facendo rosare appena le guance della giovane << Ho paura di non avere l'esperienza necessaria per fare paragoni...a me sicuramente piace. >> Asami non demorse << Ma li supera i 23 cm? >> Alla domanda e successiva faccia perplessa di Mokuren Mei scoppiò a ridere << Ohh... se parliamo della regola del 23 le cose si fanno interessanti. >> Korra era perplessa a sua volta << Cos'è la regola del 23? 23 cm di cosa? >> Asami sorrise << Scusatela, ragazze... è innocente, completamente innocente. >> Ci fu un << Ahh... >> Generale mentre la giovane avatar s'immusoniva. << Non fate le gradasse con me! Cos'è questa regola del 23? >> Fu Mei a rispondere << Se un uomo ha una misura "intima" pari o superiore di 23 cm si può ritenere un uomo molto fortunato. >> Korra spalancò gli occhi << Davvero? E quindi ditemi, o donne navigate, quanto sono fortunati i vostri uomini? >> Il ghigno di Mei si allargò sornione << Ohhh, il mio è estremamente fortunato...e anche io mi ritengo molto fortunata. >> Opal tossì violentemente quando rischiò di strozzarsi con il sorso di the appena sorbito a quella affermazione soddisfatta. Si ritrovò tutte le attenzioni addosso aumentando il già suffuso rossore d'imbarazzo a quel discorso. << Santo cielo, Mei! Ma non hai ritegno? E' mio fratello! >> L'interpellata la guardò per nulla pentita << Ed è mio marito, piccola. Se non ti va di sapere che ha sia le misure che l'abilità per farmi impazzire a letto sono fatti tuoi, ma io me ne vanto. Ed anche lui. >> La più giovane assunse un'espressione quasi offesa ma Asami s'insinuò nel battibecco con una domanda a bruciapelo. << Quanto è fortunato Wei esattamente? >> Mei le rivolse un sorrisetto saputo. << Hai presente quanto sono grossa anche per i canoni della terra? >> L'altra annuì e lei continuò. << La prima volta m'ha tolto il fiato, ed io non sono certo una verginella delicata. >> Poi assunse un'espressione sognante << E quanto ad abilità...è fantasioso. Diciamo che non guarderò mai più un cavo di metallo con gli stessi occhi. >> Finì ridacchiando lasciando molte delle presenti ad occhi spalancati per la sorpresa. << Ma andiamo! >> Protestò Opal scura in volto << E' uno dei gemelli, i gemelli! Ma che cosa vuoi che ne sappiano di sesso, e soprattutto di perversioni?! >> Mei s'irrigidì a quell'uscita puntando uno sguardo duro sulla cognata che parve perdere baldanza. Cercando di calmare gli animi Korra si volse di nuovo verso Mokuren << Allora sposina...l'integerrimo generale li supera i 23 cm? E' bravo a letto? >> La donna ridacchiò << Si che li supera, Korra. Ed è passionale, dolce e fantasioso. >> Asami sorrise ma prima che potesse dire qualcos'altro la voce di Mei aggiunse << Confermo. >> << Oh? Hai fatto sesso con Iroh, Mei? >> L'altra scosse le spalle con noncuranza << Sono stata imbarcata al suo comando per 10 anni, ragazze. Ci siamo avvicinati quando m'impedì di fare un'enorme sciocchezza ed eravamo amanti occasionali. Amici con benefici, insomma. Almeno fino al colpo di fulmine del mio amico e superiore per la nostra Mokuren. Credo di essermene accorta prima ancora di lui. >> << E lo dici con tanta leggerezza? >> Le chiese Opal crucciata per poi posare lo sguardo su Mokuren che sorrideva tranquilla. << Se te lo stai chiedendo, Opal, lo sapevo come lo sa anche tuo fratello. Iroh e Mei non ce lo hanno mai tenuto nascosto. >>  << E non vi dà fastidio? >> Chiese la ragazza dell'aria scurendosi ancora di più in volto << Sono una dominatrice del fuoco e conosco le reazioni di un uomo del fuoco. >> Intonò la donna seccamente mentre il suo sorriso si faceva tirato << Io non ho nulla da temere da Mei come tuo fratello non ha nulla da temere da Iroh. >> Disse con un tono di finalità ed una certa durezza che ricordò alla sua interlocutrice, ed alle altre ragazze presenti, che quella giovane curvacea dalla pelle scura era una nobile ed un daimyo. Per evitare ancora situazioni spiacevoli Jinora esordì con entusiasmo << Kai li supera i 23 cm! Ed è ancora in crescita! >> Korra fissò sbalordita il suo viso sorridente << Anche tu?! Ma sono veramente l'unica qui a non aver fatto sesso? >> Si volse speranzosa verso Opal che distolse lo sguardo imbarazzata << Ma insomma, Korra...è successo un paio di volte, ma non capisco l'attrattiva di certe attività. Non è stato un gran che. >> Poi arrossì << Mi ricordo solo che mi vergognavo. >> Asami perse il sorriso a quelle parole << Ma scusa, io so che Bolin è bravo come amante. Come ha fatto a non piacerti? >> L'altra strabuzzò gli occhi << Tu e Bolin? Quando? >> la domanda era stata posta quasi duramente ma Asami ignorò il suo tono di voce << Prima che vi conosceste. >> Rispose secca. << Io e Bolin eravamo come Mei ed Iroh. Oltre ad essere un bravo amante, passionale e dolce, e anche un altro estremamente fortunato. >> Mei parve interessata al discorso << Ed il fratello com'è? >> << Sempre molto fortunato ma meno di Bolin. >> << E chi è il migliore a letto? >> << Mi piacciono entrambi...ma se ti devo dire preferisco Bolin, ha decisamente più esperienza. >> Fu in quel momento che la voce di Eska si udì chiaramente mentre sospirava nel suo the. << E ti pare? Tu perdi tempo ad addestrarli e le altre ne traggono i benefici. >> A quel punto Opal diede in escandescenza << State parlando del mio ragazzo! Non mettetelo in mezzo alle vostre perversioni! >> Eska alzò gli occhi chiari fissandoli in quelli verdi dell'errante, esibendo poi un sorriso tutto denti che non si rifletteva minimamente nel suo sguardo. << Bolin è in parte del fuoco. >> Gli disse con voce atona << Se non puoi, o non vuoi, aizzare quella fiamma sono fatti tuoi. >> Poi riabbassò lo sguardo e sorseggiò un altro goccio del proprio the << Io e lui avevamo un'intesa perfetta a letto. L'ho lasciato per ben altri motivi, non certo perché non fosse bravo, sia come persona che come amante. Se due donne presenti su tre che sono state con lui ne cantano le lodi ed una è insoddisfatta forse il problema non è di Bolin, ma di quell'una. >> Opal scattò in piedi ma si sentì il polso immediatamente imprigionato dalla ferrea morsa di Jinora. Eska non aveva finito, però. << Fammi indovinare. L'hai fatto di malavoglia perché ti sentivi in dovere di concederti. Probabilmente ti sei anche vergognata e gli hai imposto di farlo al buio, come due che stiano facendo qualcosa di male. Dopo il paio di volte che dici tu Bolin si è reso conto che a te non piaceva ed ha smesso di cercarti sessualmente parlando. Il peggio è che tu te ne sei anche sentita sollevata, o sbaglio? >> Opal era impallidita a quel discorso << Ma...come fai... >> << Lo conosco. >> Sentenziò lapidaria la regina del nord facendo calare il silenzio sulla sala. Jinora osservò le presenti, la mano ancora serrata sul polso della ragazza dagli occhi verdi. Mei era seduta sulla sua poltrona in posizione rigida, come durante un'ispezione ufficiale, le gambe accavallate ed una mano posata su di un ginocchio a tamburellare nervosamente con le dita. Eska si era richiusa nel suo silenzio, come pure Mokuren, entrambe occupate con la loro tazza di the, anche se poteva vedere bene che la dominatrice del fuoco aveva gli occhi assottigliati, chiaro segno che fosse furiosa. Korra si era persa con lo sguardo nel vuoto, immersa nei suoi pensieri mentre Asami si stava distraendo controllando che il cibo e le bevande fossero ancora abbondanti sul basso tavolino in mezzo a loro. Prese con la mano libera un piatto di dolci di riso e, dopo aver strattonato l'amica riportandola seduta, lo piazzò sul suo grembo imponendole sorridente << Mangia. >> Opal parve capire il pericolo che correva perché, dopo un attimo di esitazione, cominciò a mangiare in maniera automatica chiudendosi nel mutismo più assoluto. Jinora era furiosa. Quella era la serata di Korra, una serata da ragazza tra ragazze che lei aveva desiderato per anni ed ora era rovinata per le paranoie di Opal. Cercando di salvare il salvabile si volse verso Asami e le rivolse un luminoso e sincero sorriso << Asami, dove hai trovato questi dolcetti di riso? Sono deliziosi >> La donna le sorrise dolce << Li ho presi in un negozio... >> Il discorso riprese sull'argomento cibo ed in molte delle presenti le sorrisero come a ringraziarla di quel cambio di atmosfera. 
 
   
 
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