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Autore: naghree    30/03/2016    0 recensioni
Viktor è furioso!
Quel ragazzino che gli ha appena rubato la borsa ha praticamente mandato all'aria la sua quest.
E la situazione non può che peggiorare, se il lupo mannaro e il vampiro non la piantano di flirtare.
O litigare, come lo chiamano loro.
O se il ragazzino non la pianta di cacciarsi nei guai.
O se quel riccone viziato continua a disturbarli.
Viktor ha bisogno di una birra.
O due.
O probabilmente qualcuna in più.
Sperando che, almeno stavolta, non vada a finire male.
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono zone della città di Therid che un normale visitatore non vede mai due volte. Non perché siano brutte, anche se, diciamocelo, non sono proprio bellissime.
Il motivo è che se anche un normale visitatore riuscisse a uscirne vivo, non ripeterebbe mai l'errore di tornarci.

Eppure Rune si muoveva sicura attraverso viuzze buie, guidata solo dal suo naso, protetta dalla presenza dell'orco che la accompagnava.

Sentiva le voci e i fruscii dei coltelli di tutti i tagliagole che incrociavano, ma non si lasciava distrarre così facilmente.
Sapeva che per ogni coltello sfoderato appena lei girava un angolo, ne seguiva uno reinfoderato appena a passare l'angolo era Viktor.

Ci sono zone della città di Therid in cui essere accompagnati da un grosso orco e dalla sua ascia vale quanto una buona assicurazione sulla vita.

Rune non amava l'idea di farsi proteggere, ma non voleva nemmeno correre il rischio di perdere di nuovo la traccia, com'era successo nel distretto dei bordelli.
In quella zona ogni singolo lavoratore portava tanto profumo che persino il suo olfatto da mezzo lupo mannaro era stato messo a dura prova. Talmente a dura prova che per un momento aveva addirittura pensato di aver incrociato una donna senza alcun odore.
Il che ovviamente era impossibile, per un umano.

Per fortuna alla fine i bordelli si erano diradati, e così anche la presenza dei dipendenti e dei loro odori artificiali, e Rune aveva potuto recuperare la traccia del ragazzino senza troppi problemi.

Aveva anche ricominciato a sentire l'odore di Viktor, che era cambiato più volte da quando erano partiti all'inseguimento.

Aveva sentito prima odore di speranza, poi dubbio, paura, frustrazione e astio, forse verso gli umani.
Alla fine ancora speranza.
La borsa doveva essere davvero importante per lui, pensò Rune.
Qualsiasi cosa contenesse, era sicuramente molto preziosa.

Girato l'ennesimo angolo, Rune si fermò all'improvviso, tanto che Viktor le andò a sbattere contro.

"Ehi!" Esclamò l'orco.

Rune si limitò ad alzare una mano per zittirlo, poi chiuse gli occhi e riprese ad annusare.
La traccia era più forte, non aveva dubbi, e conduceva a quella che sembrava essere una normale casa.

La zona non era certo delle migliori, e la ragazza sapeva bene che quel tipo di edifici, in quel tipo di quartieri, difficilmente corrispondevano davvero ad abitazioni.
In effetti in quel tipo di quartieri qualsiasi cosa sembrasse normale, era in realtà qualcosa di sospetto.
E più sembrava normale, più era sospetto.
E questa casa sembrava davvero molto normale.

Rune annusò l'aria, si avvicinò alla casa e annusò la porta, e finalmente decise.

"È qui dentro."

"Sei sicura? Abbiamo trovato casa sua?"

Rune guardò sorpresa l'orco per un attimo, poi scoppiò a ridere.

"Sai Viktor, dubito fortemente che sia casa sua..."

"Si è infilato in casa di qualcuno? Dobbiamo avvertirli!" Esclamò l'orco, muovendo un passo verso la porta, pronto a bussare.

Prima che potesse avvicinarsi troppo, Rune gli si parò davanti.

"No, Viktor, puoi stare tranquillo, questa non è una casa..."

"No? Sei sicura? A me sembra proprio una casa..."

Rune stava per spiegare all'orco il concetto di base "se sembra normale, vuol dire che non lo è", quando la porta della "casa" si aprì e un grosso umano lanciò un fagotto in mezzo alla strada.

"Ahio!" Esclamò il fagotto, rivelandosi essere un ragazzino.

Il ragazzino.
Il piccolo drow che aveva derubato Viktor e rischiato di far prendere Rune.

"Questo non si può nemmeno chiamare bottino!" Gridò l'omone "Torna al lavoro, sfaticato!"
Sbattendo la porta, l'uomo lasciò il ragazzino in mezzo alla strada fangosa.

Mentre Rune non aveva dubbi, Viktor sembrava dubbioso.
L'orco guardò la donna-lupo, che annuì per conferma. Era proprio quello che stavano cercando.

"Ehi tu! Ragazzino! Dov'è la mia roba!" Si fece avanti l'orco.

Rune alzò gli occhi al cielo e sbuffò, pronta a correre per bloccare il ragazzino, certa che avrebbe cercato di scappare.
Come previsto, il giovane drow scattò in piedi, ma Viktor aveva già allungato la mano e l'aveva afferrato per il bavero, sollevandolo da terra.

Per qualche motivo, Rune sospettava che l'intento di Viktor non fosse tanto quello di bloccare il ragazzino, quanto di aiutarlo a mettersi in piedi. In effetti, subito dopo, l'orco aveva già lasciato andare il piccolo drow, appoggiandolo a terra con una innaturale delicatezza.

Nonostante fosse terrorizzato, il ragazzino sembrava aver capito che ogni tentativo di fuga era inutile.
Piuttosto che scappare, il giovane si limitò a coprirsi la testa con le braccia, probabilmente aspettandosi che l'orco volesse malmenarlo.

Rune aveva sia atteso che temuto quel momento, in cui avrebbe finalmente capito le reali intenzioni di Viktor.
Tese i muscoli, pronta a intromettersi nel caso in cui l'orco avesse davvero aggredito il ragazzino.
Poteva essere un ladro, poteva averle rallentato la fuga, ma Rune non avrebbe mai permesso che un bambino venisse picchiato.

"Dov'è la mia roba!" Chiese Viktor, sfoderando uno sguardo ancora più minaccioso del solito.

Il ragazzino, tremando, si tolse una mano dalla testa e indicò la porta "È... È..." Balbettò.

"Bene!" Rispose l'orco, mentre la sua mano raggiungeva l'ascia che portava al fianco e un inquietante sorriso si faceva strada sul suo volto. Si girò e si diresse verso la porta.

"Aspetta!" Lo fermò Rune.

"Perché."

"Non abbiamo idea di cosa ci sia lì dentro."

Con un'alzata di spalle, Viktor mosse un altro passo verso quella che continuava a sembrare una normalissima casa.

"Viktor!" Lo fermò di nuovo Rune, questa volta afferrandolo per un braccio.

Non che la donna si illudesse che tenere il braccio dell'orco l'avesse potuto fermare davvero.
Sapeva bene che, se avesse voluto, Viktor avrebbe raggiunto il suo obiettivo anche portandosi dietro lei e magari anche il ragazzino.

Aveva piuttosto contato sulla possibilità di far ragionare l'orco, cosa che, in effetti, suonava leggermente poco sensata.

Eppure Viktor si era davvero fermato, si era girato verso Rune, e aveva sorriso, probabilmente senza rendersi conto di quanto il suo ghigno fosse poco rassicurante.

"Li dentro c'è la mia roba." Spiegò, indicando la porta.

"E anche un sacco di altra roba..." Aggiunse il ragazzino, con aria distratta.

Viktor e Rune si voltarono a guardarlo, rendendosi improvvisamente conto della risorsa che il ragazzino poteva rappresentare.
Conosceva il posto, conosceva la gente che c'era dentro, e conosceva l'ammontare del bottino che avrebbero potuto ricavare.

Il giovane drow spalancò gli occhi, realizzando che aveva parlato ad alta voce, che quello era probabilmente il peggior errore che potesse commettere, e che forse era anche l'ultimo.
Si guardò intorno in preda al panico, forse nella speranza di trovare una via di fuga, poi si arrese alla sua sorte, coprendosi nuovamente la testa con le braccia.

Rune mosse un paio di passi per raggiungere il ragazzino e sfoderò il suo sorriso più rassicurante.
Con tutta la delicatezza di cui era capace, e non era poi così tanta, scostò le braccia del ragazzino, in modo da poterlo guardare in faccia.

"Ora ci dici cosa c'è lì dentro." Disse Rune con un tono il più gentile possibile.

"Se ve lo dico, mi uccideranno!" Rispose, tremando, il ragazzino.

"Non se ti uccido io adesso!" Intervenne l'orco, sorridendo alla propria ascia, ancora sfoderata.

Rune si voltò di scatto e fulminò Viktor con lo sguardo, ricevendo il cambio un'occhiata perplessa.
Per qualche motivo, Viktor doveva pensare che la sua frase potesse essere rassicurante.
Rune alzò gli occhi al cielo. In effetti aveva visto l'orco sorridere alla propria ascia, non c'era da sorprendersi che considerasse una minaccia di morte come rassicurante.
Si girò di nuovo e, con un sorriso incerto, tornò a rivolgersi al ragazzino.

"Sta scherzando, non preoccuparti! Non vuole ucciderti."

Il giovane drow non sembrava molto convinto.
Il suo sguardo passava continuamente dalla donna-lupo all'orco, come se fosse indeciso su chi di loro fosse più affidabile.
O meno pericoloso.

Eppure il suo odore diceva a Rune che il ragazzino voleva fidarsi. Era chiaro che non amasse quella vita, la ragazza aveva annusato facilmente l'odio che il ragazzino provava verso gli uomini che lo sfruttavano.
Era sufficientemente ovvio cosa il giovane elfo volesse davvero, e Rune sapeva che avrebbe potuto offrirglielo facilmente.

"Stai tranquillo, nessuno ti farà del male, non se verrai con noi." Gli disse con un sorriso forse più largo del necessario.

"Noi?" Viktor tentò di prendere il suo posto nella conversazione, ma né la donna né il ragazzino sembravano volergli dare retta.

"Posso venire con voi? Davvero?" Il ragazzino chiese spalancando gli occhi, sorpreso e speranzoso.

"Ma certo che puoi!" Rune insistette "Se ci aiuti sarai nostro amico, quindi... Certo che puoi venire con noi!"

"Noi?" Chiese di nuovo l'orco, restando ancora una volta ignorato.

In compenso la donna e il ragazzino continuavano a parlare tra di loro, a discutere su cosa avrebbero trovato nel covo di Merthots e di cosa avrebbero fatto dopo esserne usciti.

L'espediente di Rune aveva funzionato, ora di trattava solo di raccoglierne i frutti.
   
 
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