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Autore: KamiKumi    30/03/2016    2 recensioni
Emily Mayton è una giovane ragazza in carriera:
Eccelle nel suo lavoro dei sogni.
La sua migliore amica è una pazza scatenata su cui si può sempre fare affidamento.
Il suo fidanzato da cinque anni è perfetto in tutto.. fuorchè tra le lenzuola.
Tuttavia la sua vita cambia radicalmente all'incontro col focoso Duke Worten. Un'attrazione magnetica che si trascinerà fin nel suo ufficio.
Un triangolo d'amore e negazione.
Ogni certezza svanisce quando inizia la passione.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Apro gli occhi di scatto e mi metto a sedere. Sono madida di sudore ed un forte mal di testa mi accoglie pulsando. Beh, buongiorno! Gemo massaggiandomi le tempie, maledicendomi per aver alzato tanto il gomito ieri sera, quindi faccio quella cosa che fanno tutti in questo tipo di situazioni: avete presente le promesse di non bere mai più che si fanno a se stessi dopo una sbronza devastante? Ecco: mi riprometto solennemente di smettere di bere almeno fino al mese prossimo. La ritengo una scelta saggia, se non considero che oggi è il 28 Marzo.
Mi lascio cadere di nuovo sul materasso, emanando e profondo sospiro. Apro le braccia e le muovo facendo l'angelo sul letto, poi le allungo stirando i muscoli intorpiditi concludendo il mio rito mattutino.
Mi stropiccio gli occhi e mi passo le mani sul viso per riprendermi e, come se mi avessero tirato un schiaffo in faccia, mi sveglio del tutto venendo colta da una fitta di dolore lancinante al naso. La fantasia con la quale coloro le mie imprecazioni mi stupisce, qualche santo mi maledirà. Cazzo!
Massaggiandomi le tempie mi alzo barcollando dal letto a due piazze, così realizzo di avere ancora addosso i vestiti della sera precedente; li tolgo. Inizio la mia camminata del post sbornia e mi dirigo verso il bagno ad occhi chiusi. Una volta raggiunto mi avvicino alla finestra, la apro e ne spalanco le persiane venendo travolta dai raggi del sole che battono accecanti e prepotenti sul mio viso. Faccio pipì ed infine mi piazzo davanti allo specchio. Finalmente vedo lo stato del mio naso ed il viola che lo definisce ha così tante tonalità che potrebbe anche essere considerato un’opera impressionista; la intitolerei Cinquanta sfumature di ematoma. Penso a come mi toccherà uscire di casa per i prossimi giorni e sento montare in me l’imbarazzo; questo finchè mi torna in mente l'uomo bello e dannato che mi ha ridotta in questo stato. Col senno di poi realizzo che, per quanto dannatamente e schifosamente sexy fosse, avrei dovuto ricambiare il piacere con un pugno sul muso.
«Più tardi ci metterò del ghiaccio.» Rifletto e po rido di me stessa per aver parlato ad alta voce, sentendomi stupida. Avete mai riflettuto su quanto sia stupido il ritrovarsi a parlare da soli? Insomma, non si ha alcun interlocutore, le parole si perdono nell’aria; è inutile e sciocco, eppure lo facciamo tutti di continuo. È esilarante.
Mi lavo dagli occhi il restante trucco sbavato e mi tolgo l'intimo. Lo specchio che occupa gran parte della parete del bagno riflette la mia silhouette ed io la osservo: mi piace quel che vedo, ammicco un occhiolino alla mia immagine ed entro in doccia. Sono egocentrica? Quanto basta, ho lavorato sodo per avere questo fisico e mantenerlo in forma, al diavolo! Me la tiro quanto cazzo voglio. Ruoto la manopola della doccia ed un fresco getto d'acqua incontra la mia pelle sudata ed è la gioia per i miei sensi, chiudo gli occhi e mi rilasso; quello che succede dopo è inevitabile.
Faccio un profondo respiro ed inizio a cantare Come As You Are dei Nirvana.
Non avrete mica pensato che avrei iniziato a toccarmi, no?
No? Che delusione. È ovvio che inizio a toccarmi.
Faccio scorrere le mani lungo il corpo bagnato dall'acqua fresca, raggiungo il seno e trattengo il fiato. Con le dita di una mano percorro la circonferenza di un capezzolo ed infine lo pizzico lasciando che un rantolo di piacere esca dalle mie labbra, poi le mordo. L'altra scorre lungo i fianchi e la vita raggiungendo il pube. Ansimo quando agguanto il clitoride e inizio ad applicare la giusta pressione col dito medio. È perfetto. Sento l'orgasmo montare in una spirale di ansimi e piacere, gemo mentre sfrego più forte. I miei gemiti si fanno sempre più forti, il fiato corto mentre contraggo il ventre: sto per venire, cazzo. È fantastica la sensazione che monta e si concentra in quell'unico bottoncino delicato che continuo a sfregare, ma quando all'improvviso sento la porta del bagno spalancarsi m’interrompo di scatto. Nate irrompe nel bagno. Cazzo!
Ah, già! Mi potrei aver dimenticato di dirvi che viviamo insieme. Si, da quattro anni circa. È stata una situazione venutasi a creare gradualmente. All'inizio dormivo da lui nel weekend e magari lasciavo un cambio, il pigiama, lo spazzolino. Poi rimanevo a dormire anche nei giorni lavorativi, in settimana, fino a quando non ci siamo accordati ed abbiamo deciso che mi sarei trasferita in maniera definitiva. Mi chiedete come stiamo insieme? Beh, bene a confronto di come andiamo tra le lenzuola. È una persona calma ed ordinata, ci alterniamo le faccende domestiche, la spesa ed il lavaggio dei piatti… ve l’avevo detto che è un uomo d'oro, no?
Va anche d'accordo coi bambini, dovreste vederlo: lo sguardo aggrottato, i capelli arruffati, gli occhi brillanti ed allo stesso tempo profondi, un metro e ottanta di uomo, posato, non troppo muscoloso, ma con le spalle larghe gli conferiscono quell'aria di sicurezza che tanto mi piace; un tipo così si trova a suo agio coi bambini. Ogni volta che si ritrova nelle vicinanze di un individuo paffuto di età inferiore ai sei anni regredisce, si trasforma. Avreste dovuto vederlo quella volta in cui si è offerto di fare da babysitter alla bimba dei nostri vicini di casa, ha indossato una cuffia rosa dal tema floreale e ricamata in pizzo, e si è seduto al piccolo tavolo da tè apparecchiato con delle graziose tazzine in plastica rosa ed ha sorseggiato la bevanda con grande espressione di apprezzamento, sostenendo che l’immaginazione dei bambini vada incoraggiata. Nulla da dire in contrario, ma torniamo a noi, dicevamo? Ah si, Nate entra in bagno mentre mi masturbo.
Mi alzo di scatto e con, nonchalance, fingo di sfregarmi il sapone sul corpo. Lo sento mentre alza la tavoletta.
«Hey tu, c'è spazio anche per me?» Dal vetro patinato della doccia lo vedo mentre si sfila la t-shirt, la getta a terra e si slacci ai pantaloni per poi lasciarli scivolare lungo le gambe, insieme ai suoi boxer. Mi giro di schiena mentre fa scorrere l'anta e mi raggiunge nella doccia troppo bassa per la sua stazza, mi metto a ridacchiare come sempre quando entra insieme a me. «Buongiorno.» Mi tira uno schiaffo sul sedere per poi baciarmi sul collo, sorrido perché sapevo che l'avrebbe fatto.
«'Giorno.» Rispondo mentre lui allunga il braccio per prendere il bagnoschiuma sul ripiano sopra le nostre teste.
«Hai iniziato senza di me?» Apre la confezione e si versa su una mano una grande quantità di sapone alla menta, per un attimo penso si riferisca al fatto che mi stessi masturbando, ma poi capisco che si rifersce alla doccia.
«Sono appena entrata.» Si strofina le mani in modo a formare la schiuma.
«Bene.» Percepisco la sua soddisfazione. Posa i palmi sulle mie spalle ed inizia ad insaponare massaggiandomi lentamente. Mi rilasso. A d o r o i massaggi in quel punto ed in questo lui è maledettamente bravo. È piacevole, fantastico tanto da lasciarmi sfuggire un mugolio, sono come una gatta che fa le fusa.
Lentamente scende verso il basso percorrendo in lunghezza la mia colonna vertebrale, roteo il collo e lascio che la mia testa si appoggi alla sua spalla. I suoi massaggi riaccendono i miei desideri, fremo e mi eccito sentendo le sue dita mentre accarezzano le fossette di venere.
Premo la mia schiena contro il suo petto sodo, alzo il viso ed accarezzo il suo posando la mia guancia contro la sua. La barba ispida di qualche giorno mi punge la pelle, ma è un contatto che mi piace da sempre. Gli bacio il collo ed inizio a percepire il suo cazzo erigersi contro il mio sedere; fremo e so che lo voglio.
Alzo lo sguardo verso di lui «Ciao.» Fisso i suoi occhi castani assottigliarsi aggrottando le sopracciglia e sussulto quando il suo dito ruvido tocca il mio naso «Ahi!»
«Cosa diamine ti sei fatta!?» Il tono allarmato mi fa sorridere e probabilmente questa mia reazione lo tranquillizza, perché vedo il suo sguardo addolcirsi «Allora?» Esige di sapere con impazienza.
«Mi hanno aperto una porta in faccia.» Ammetto facendo spallucce.
Alla rivelazione seguono alcuni attimi di silenzio, in cui si odono solo lo scrosciare dell’acqua che scende incessante dal soffione della doccia ed il traffico di Manhattan fare irruzione nel nostro bagno, insieme ai suoi clacson e alle risa dei passanti. Beh, questo finchè scoppia a ridere così forte che la sua voce rimbomba per tutto il bagno ed io mi ritrovo a seguirlo, perché è una risata tanto cristallina da risultare contagiosa.
«Sei un disastro.» Mi schicchera il naso indispettendomi, così in tutta risposta gli stringo i fianchi con le dita facendolo sussultare. Ridicolo, eh? Un uomo così grande e grosso soffre il solletico.
Mi guarda storto e mi immobilizza subito con i polsi contro la parete, la pelle abituata al calore dell'acqua rabbrividisce al contatto con quella superficie fredda; lo guardo negli occhi: verde contro castano. Sorride e mi bacia assalendomi con la sua lingua, schiudo le labbra per lui e lascio che abbia libero arbitrio. Le sue mani mi lasciano libera e corrono ad afferrarmi i fianchi per attirarmi contro il suo pube: è di marmo. Sento nascere dal ventre uno sfarfallio, un brivido mi scuote tutto il corpo concentrandosi nel punto in cui ho più bisogno di essere toccata. Mi avvicino di più, come se volessi diventare parte di lui; premo la  mia pelle bagnata contro la sua rabbrividendo al contatto. Allungo una mano sulla sua nuca, facendo scorrere le dita nei suoi capelli, mentre con l'altra mano traccio un percorso immaginario in cui il traguardo sono i suoi glutei sodi. Gli mordo un labbro nello stesso momento in cui agguanto il suo culo con le unghie facendolo gemere.
Si stacca da me, scrutandomi con quelle sue pupille dilatate, quasi animalesche «Cattiva ragazza.» Gli occhi velati di desiderio sono indescrivibilmente sensuali, mi guarda come se fossi unica al mondo e sento il cuore perdere un battito per l’intensità del sentimento nascosta dietro al suoi occhi. Sorrido e lui fa lo stesso.
Posa una mano sulla mia guancia e col pollice accarezza lo zigomo; inspiro chiudendo gli occhi ed abbandonandomi alle sue carezze, schiudo le labbra percependo l'altra mano scorrere lungo il mio fianco fino ad arrivare alla mia coscia. La solleva con brutale impazienza facendosi spazio tra le mie gambe. L'acqua continua a scorrerci addosso mentre preme la sua erezione contro il mio clitoride, applicando la giusta pressione. Mi godo il contatto gemendo a quella piacevole sensazione; mi bacia sotto al lobo ed il suo fiato in quel punto mi provoca brividi che si scuotono in ogni piccola parte del mio corpo «Sei pronta?» Mi domanda in un sussurro con voce arrochita, ma  prima che io possa rispondere si fa spazio dentro di me con una sola spinta.
«Cristo!» Sbarro gli occhi ed inspiro bruscamente per il fottuto dolore inaspettato. Perché non capisce che l'acqua fa attrito!? Una smorfia di dolore si dipinge sulla mia faccia, la sua è nascosta nell’incavo del mio collo, mentre succhia la pelle sensibile. Prende a muoversi lentamente, affievolendo il dolore iniziale e lasciando che mi lubrifichi a dovere. Il suo cazzo è lungo e stretto, non mi riempie a pieno ma basta a saziare il bisogno che sento crescere sempre di più, gemo più forte quando inizia a muoversi più velocemente, in proporzione alla velocità aumenta la forza con la quale mi succhia e morde il collo. Lancio un gridolino e vacillo, perché sa che quello è il mio punto debole. La pressione sul clitoride aumenta e minaccia di esplodere: sono un fascio di nervi bisognoso di soddisfazione.
Mi sincronizzo a lui e mi muovo a tempo cercando più contatto, emette un grugnito debole poi mi morde il lobo, me lo morde forte tanto da farmi urlare. Contraggo i muscoli, affondo le unghie nella sua schiena, so che sta per venire perché aumenta di più la velocità ed io aumento l'intensità dei miei mugolii, quando si immobilizza so che si sta svuotando dentro di me, trattiene il fiato e trema mentre io lancio un gemito più forte, quasi a sembrare un urlo trattenuto.
Quando finisce mi guarda negli occhi, mi sorride ed io sorrido a lui. Ci baciamo e si sfila da me facendomi sobbalzare. L'insoddisfazione minaccia di farmi impazzire mentre il clitoride pulsa impaziente di avere un happy ending, ma io so che non lo riceverà tanto presto. Sospiro di rassegnazione e mentre ci laviamo il corpo cerco di toccarmi il più possibile per alleviare la sensazione d’insoddisfazione.
   
 
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