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Autore: Lena_Railgun    30/03/2016    1 recensioni
"Ivan mi stava aspettando: il suo sguardo da prima perso nel vuoto si posò su di me e mi sorrise.
-Bravissima Mary- mi disse evidentemente fiero di me. Si avvicinò e mi scompigliò i capelli mentre io abbassavo il capo.
-Grazie- feci teneramente. Non l'avevo notato, ma nella mano destra teneva un'orchidea.
-è..è per me?- chiesi sorpresa.
-No guarda, per mia cugina che abita Torino che evidentemente frequenta l'accademia. Certo che è per te- fece ironicamente alzando il sopracciglio.
Gli feci la linguaccia:
-Ma dai! Non serviva!- feci quando me la porse.
-Viene sempre dato un fiore a chi si esibisce no?- mi disse lui mettendo le mani in tasca.
-Dove l'hai tirata fuori questa?- chiese divertita.
-Da qualche film- disse lui alzando le spalle. Osservai l'orchidea e sorrisi:
-é...perfetta. È tutto perfetto- "
Marina Rinaldi è una ragazza di sedici anni, che lascerà la sua normale vita da liceale, per accettare una borsa di studio per un'accademia di musica a Firenze. Per fare ciò, verrà ospitata da amici del padre, la famiglia Innocenti, con i loro due figli, Ivan e Celeste. Nonostante Ivan sembri molto diffidente, piano si avvicineranno molto. Cosa succederà tra i due?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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8-WHITE DAY



Mi rigirai nel letto, immersa in un sonno affannato. Aprii gli occhi di scatto, uscendo da quell'incubo e guardai l'ora: le quattro del mattino. Sospirai e tornai a distendermi, stringendo il mio cuscino. Odiavo fare incubi, mi rimanevano in testa per tutto il giorno, torturandomi. Eppure, quello era un giorno felice: io e Ivan facevamo un mese insieme. Era già in sette marzo, com'era passato in fretta quel mese! E ne erano successe di cose...tra cui, una nuova amicizia. Dopo quella chiacchierata, io e Rosalba siamo diventate buone amiche, e fa quasi ridere: l'ex del mio ragazzo che diventa mia amica. Però era davvero bello stare in sua compagnia, quindi non mi lamentavo.
Inoltre, stavamo preparando quell'esibizione da idol per la scuola, decidendo di portare come performance “Sense of wonder” delle idoling, e devo dire che mi divertivo un mondo a preparare un'esibizione di quel tipo, soprattutto con delle amiche così.
Il concorso “sing my self” era andato a meraviglia, per la prima volta non mi esibii come ballerina ma come cantante e musicista, ero soddisfatta di me anche se non avevo vinto. Mi interessava solo dare il meglio di me.
Visto che ero accaldata e sudata causa incubi, mi infilai le pantofole e sgattaiolai in bagno, immergendomi nel buio e nel silenzio di casa Innocenti. Mi spogliai lentamente, ancora intontita per farmi una doccia veloce ed immergermi nell'acqua fredda per ripulirmi da quell'odore di sudore e lenzuola. Cercai di fare meno rumore possibile, la stanza di Celeste era proprio di fronte al bagno. Mi diedi una veloce sciacquata con il mio amato bagno schiuma alla mandorla ed uscii, avvolgendo un asciugamano attorno al mio corpo. Uscii dal bagno ma qualcuno mi intercettò prima che potessi entrare in camera.
-Piccola non dormi?-
Un Ivan addormentato mi parlò con la voce ancora impastata dal sonno. Sorrisi al mio principe addormentato:
-Ho fatto un incubo- sussurrai. -E come mai il re dei pigroni è sveglio alle quattro del mattino? A cosa dobbiamo questo miracolo?- lo stuzzicai e lui mi tirò un'occhiata offeso.
-Avevo sete-
Gli presi la mano e lo baciai:
-Buon primo mesiversario- dissi con un sorriso. Lui ricambiò il bacio, sfiorandomi una guancia con la punta del naso.
-Anche a te, scema. Mi provochi girando per casa in questo modo?- fece.
-E come potevo immaginare che fossi sveglio?- borbottai io. -Dai, mi fai compagnia?- chiesi timidamente. Lui annuì ed entrammo in camera mia.
-Prendi pure la bottiglietta d'acqua se hai sete- disse mentre prendevo della biancheria pulita.
-Grazie- disse teneramente, mentre teneva lo sguardo fisso davanti a sé per permettermi di cambiarmi. Indossata la mia biancheria e una maglia di qualche taglia in più, mi sedetti vicino a lui e lo strinsi a me, avevo voglia di essere coccolata. Lui non se lo fece ripetere e mi baciò la fronte per poi stringermi teneramente, passando le dita tra i miei capelli. Ad un tratto, si distese sul mio letto e mi trovai sopra di lui. Scioccata lo guardai nella penombra ma lui non disse nulla. Catturò semplicemente le mie labbra, come tante altre volte, ma c'era qualcosa di diverso. Solitamente, i suoi erano baci puri, casti ma quella volta...erano passionali, quasi...lussuriosi. Mi leccò le labbra con la punta della lingua, chiedeva il permesso di entrare nella mia bocca così glielo diedi, e ci abbandonammo ad un bacio mozzafiato. Lui mi mandava in estasi con un semplice bacio, figuriamoci con quello. Mi sentivo...bene, troppo bene. La sua lingua danzava con la mia, era un bacio umido ma bellissimo, mi lasciò completamente senza parole. Si staccò da me e lo guardai:
-A cosa devo questo bacio perfetto?-
-Al mese appena passato, il più bello di sempre- mi sussurrò e mi sentii avvampare.
-Dio Ivan, se fai così...-
-Se fai così cosa?- chiese divertito.
-Non lo so, mi sto affezionando davvero troppo a te- dissi appoggiandomi al suo petto.
-E cosa c'è di male?-
-Nulla a dire il vero- feci riempiendomi le narici del suo odore. -è che quest'estate, quando tornerò a casa, non ce la farò mai a stare tre mesi senza di te-
-Shh non pensiamoci ora, vado già in panico- mi accarezzò dolcemente il viso.
-Mio Dio sei un tesoro- feci e rimanemmo così, in silenzio, finché non mi addormentai nuovamente, tra le braccia del mio meraviglioso fidanzato.
Quando riaprii gli occhi, ero ancora tra le sue braccia, la testa sul suo petto, ascoltavo il battito del suo cuore, erano così armonioso. Lui dormiva, aveva un'aria beata e dolce. Mi avvicinai ed appoggiai le labbra sulle sue.
-Ti adoro scemo- sussurrai.
Poi il panico: che ore erano? Alzai lo sguardo: le sei e venti.
-Scemo svegliati- disse e lo colpii con poco grazia. Lui mugugnò e mi guardò acido:
-Uffa, perché con cosi tanta cattiveria?-
-Perché non dovresti essere nella mia camera, a meno che non vogliamo farci scoprire-
Si alzò di scatto ed aprì lentamente la mia porta. La via era libera ed uscì, non prima di avermi dato un altro bacio, stringendomi a sé con un braccio. Mi sedetti sul letto e risi: mi faceva diventare matta. No, ero già pazza...pazza di lui che mi faceva ridere, mi rendeva felice e mi faceva sussultare con uno sguardo. Mentre mi vestii, mi passai le dita sul ventre, e pensai a quanto salda era la stretta del suo caldo abbraccio. Infilai il maglione e sorrisi allo specchio:
 
“ Al mese appena passato, il più bello di sempre”
E io provavo la stessa cosa.
 
-Già un mese eh?- fece Aria bevendo il nostro caffè di rito mattutino.
-Già- feci sorridendo -Questa mattina è stato un tesoro- mi morsi il labbro ricordando la sua dolcezza e la passione che mi ha trasmesso con un solo bacio.
Mi distesi sulle gambe di Aria, sbattendo il tacco dei miei stivali sul tavolo:
-Mi fa impazzire quel ragazzo- feci sospirando.
-Si vede- Aria ridacchiava massaggiandomi la pancia in segno di affetto.
-Dovremmo uscire insieme io, te, Ivan e Alex...- fece.
Io mi alzai di scatto:
-Ci sto!- feci io entusiasta -Voglio conoscere Alex-
-E lui vuole conoscere te-
La guardai con un sorriso imbarazzato:
-Parli così tanto di me?- chiesi.
-Ovvio! Sei la mia compagna di avventure- fece ammiccando con un occhio. Quanto volevo bene a quella ragazza.
 
Le ultime due ore, io e le mie amiche andammo dalla professoressa De Luci per la prova della nostra esibizione. Indossammo i nostri vestiti, sentendoci delle vere Idol Giapponesi e andammo in palestra, dove ci attendeva anche il professor Berto per aiutarci con la voce.
Ci disponemmo a scacchiera, io stavo dietro con Elisa. Presi un microfono e, appena fummo pronte, la musica partì.
È difficile riuscire a cantare al meglio, se devi anche fare qualche passo di danza che, per quanto semplici, comportano perdita di fiato. Tutte le volte che provavamo, notavo una serie di difetti che la lezione prima non sentivo e, inevitabilmente, mi innervosii e Berto lo notò:
-Marina, tranquilla. La riproviamo. Non sono note così alte puoi farcela, pensale in avanti non in alto.-
Io annuii poco convinta ma, piano piano, iniziai a prenderci la mano e fu molto più semplice.
L'esibizione era il venerdì successivo, il maledetto venerdì tredici. Non ero mai stata superstiziosa, era una data come un'altra, ma sapere che avevo tutta una serie di difficoltà nell'esibizione non mi rendeva tranquilla. Ero davvero un'ansia vivente.
Quando quelle due ore finirono, trascinai i miei piedi fino alla fermata, e sorrisi immediatamente nel vedere Ivan guardarmi e sorridermi con le mani infilate in tasca.
-Ciao- feci accennando un sorriso.
-Ehi, sembri distrutta!- fece preoccupato.
-E lo sono- feci una smorfia -Prove per l'esibizione di venerdì-
-Ah quella dove indossi quel vestito- mi lanciò un'occhiata maliziosa -Non vedo l'ora di vederti ballare con quello indosso-
Scioccata, gli tirai uno schiaffo sul braccio.
-Non fare lo scemo!-
Rise. La sua risata calorosa entrò nelle mie orecchie e non voleva lasciarle. Mi strinse a sé, baciandomi con dolcezza.
-Hai cambiato profumo?- mi chiese, annusandomi vicino al collo, facendomi rabbrividire.
-Si. Oggi al cocco e mandorla-
Continuava ad odorarmi e sfiorarmi la pelle con la punta del naso e mi uscii un sospiro.
-Ivan...-
-Mi piace. Ma non sei tu senza il tuo profumo al the verde-
Scoppiai a ridere e gli presi la mano.
-Dai andiamo- feci stanca.
Nel tragitto in autobus, pensai che Ivan era diventato davvero molto affettuoso nei miei confronti e anche il suo sguardo era cambiato: sembrava, oltre che felice, che mi desiderasse profondamente. Certo, ero felice ma avevo paura: che stesse correndo un po'? Che sentisse già amore? Ma trovai molto improbabile tutto ciò...infondo, quel giorno si era azzardato a baciarmi con la lingua per la prima volta. Forse ero il contrario di ciò che pensavo...forse non voleva ripetere i suoi errori e cercava di procedere con calma. Quei pensieri mi esaurivano, e scossi la testa corrucciata. Perché devo sempre complicarmi le cose quando potrei godermele e basta? Potrei godermi il suo affetto e le sue attenzioni, e invece no, vado in paranoia. Grande, Marina, sei sempre la solita.
 
Mi buttai sul letto esausta: avevo passato il pomeriggio a ballare e provare una coreografia per la lezione di ballo del giorno dopo, oltre che esercitarmi per lo spettacolo. Ero un bagno di sudore, accaldata e davvero stanca. Aprii le finestre per ossigenare un po' la stanza e prendere fiato. La coreografia di “Shake it off” non era ancora perfetta, non era abbastanza. Strinsi le labbra e mi guardai allo specchio, corrucciata ed imbronciata. I capelli arruffai, il viso rosso, il top nero che mi stringeva il seno bagnato per il sudore e notai che i pantajazz iniziavano a starmi larghi. Mi misi di profilo e mi osservai: ero dimagrita molto in quei mesi. La me stessa di due anni fa se lo sarebbe sognata un fisico del genere, quella Marina che si odiava e non si piaceva ora era cresciuta e, a sedici anni, poteva finalmente amarsi per quello che era. Sorrisi e bevvi un sorso d'acqua, pronta per riprendere il mio allenamento. Mentre facevo delle piroette pronta per il ritornello qualcuno bussò alla porta. Ivan entrò nel momento in cui persi la concentrazione e caddi per terra.
-Ahi- esclamai.
-Scusami Mary- fece allarmato e mi aiutò ad alzarmi.
-Ti sei fatta male?-
-No, tranquillo- mi alzai con un sorriso e spensi la musica.
-Serve qualcosa?- chiesi. Lui sapeva che odiavo essere interrotta durante gli allenamenti, ma per lui cercavo sempre di fare un'eccezione, infondo capitava poche volte. Lo sorpresi a guardarmi da capo a piedi, estasiato.
-Mi stai facendo una radiografia?- chiesi divertita.
-é che...niente, niente- si avvicinò e cambiò argomento -Inglese- disse semplicemente, facendo una smorfia. Io risi di gusto.
-Ok Ivan, siediti- indicai una delle sedie davanti alla scrivania -Fammi...riprendere fiato-
-Ti impegni davvero molto...- fece con un sorriso sedendosi.
-Lo sai come sono fatta- feci sospirando e lui annuì divertito.
-Si, sei una testa dura-
-Ehi!- lo fulminai con uno sguardo, ma infondo sapevo che era vero. Ero cocciuta e testarda, pretendevo da me stessa il massimo, Ivan lo sapeva bene, per questo mi stava molto vicino nei periodi di stress, supportandomi al meglio.
Mi sedetti vicino a lui e lo interrogai su una parte dedicata alla cultura americana. La sua pronuncia stava migliorando molto rispetto agli inizi, ero davvero fiera di lui. Mi sentivo una maestrina, glielo dicevo spesso, e lui mi prendeva in giro perché ero severa proprio come una di loro.
“Scemo” pensavo ogni volta che me lo diceva, ma lo adoravo, non potevo farci nulla.
-La smetti di guardarmi la pancia?- feci io ad un tratto, gonfiando le guance. -Non è una cosa carina-
-Ma...senti un po', scema, non posso neanche ammirare la mia bellissima ragazza?- a quelle parole arrossii visivamente.
-Bhe...bellissima è una parolona...- borbottai. Le orecchie stavano andando in fumo, mi sentivo nuovamente accaldata e non era per l'allenamento.
-Mary...sei dimagrita molto in questo periodo, stai mangiando con regolarità?- fece con voce dolce: era preoccupato per me.
-Si, tranquillo, non devi preoccuparti!- esclamai con un cenno. -Allenandomi spesso è normale...-
-Lo so ma...ti ricordi quel periodo prima di Viareggio? Ho paura ti succeda ancora...- mi guardò fisso negli occhi, scrutò la mia espressione sorpresa ed imbarazzata. Sorrisi e lo strinsi di nuovo a me:
-Non succederà te lo giuro- dissi dolcemente, passando le dita tra i suoi capelli ricci. -Non devi preoccuparti così per me-
-è una parola...-borbottò.
Risi e lo baciai a fior di labbra. Lui sorrise e io ricambiai.
-Ascolta...Sabato prossimo...vorresti uscire?-
Lo guardai perplessa:
-Ecco...è il white day, sai, nella tradizione giapponese i ragazzi ricambiano il regalo fatto dalle ragazze a San valentino. E tu mi hai preparato dei biscotti buonissimi e inoltre...- mi guardò dritto negli occhi, appoggiando la mano sul mio viso -Non abbiamo avuto un primo appuntamento...- fece con un tono di voce che mi fece sussultare.  I suoi occhi mi catturarono, come facevano sempre e riuscivo a percepire il desiderio che aveva verso di me.
-Va bene- feci con un sorriso, ero entusiasta all'idea. -Non vedo l'ora ma...cosa diciamo ai tuoi?-
Lui si rabbuio, intuì cosa stava per dire.
-Forse...dovremmo dire loro la verità...-
Deglutii. Sapevamo entrambi che era la cosa giusta da fare ma eravamo anche a conoscenza di quanto sarebbe stato difficile. Ma ci eravamo nascosti già per un mese, e io odiavo raccontare bugie, di qualunque tipo.
-Si dobbiamo Ivan...ma ho paura...- mi strinsi a lui, facendomi cullare dalle sue carezze.
-Marina però...infondo è mia madre...forse ci preoccupiamo per nulla-
-Dici?- lo guardai alla ricerca di speranza ma era inutile aggrapparsi a illusioni. Dovevamo dire la verità.
Mi alzai e presi un profondo respiro:
-Vado a chiamarla-
Ci guardammo, lui annuì.
-Scendiamo insieme-
Ci tenemmo per mano, come se potessimo infonderci forza. Serena era concentrata a preparare la cena, con aria gioiosa ed allegra, come sempre.
-Mamma- fece Ivan e lei si girò, guardandoci con un sorriso.
-Ditemi-
Io e Ivan ci guardammo e subito lei capì che dovevamo dire qualcosa di importante. Si avvicinò e si sedette, guardandoci preoccupata.
-Ragazzi tutto bene?-
-Ehm...mamma ti dobbiamo dire una cosa. È importante- iniziò Ivan cercando di scacciare le preoccupazioni che aveva. Continuavamo a guardarci negli occhi, indecisi su cosa dire e come dirlo. Lo sentii prendere un grande respiro.
-Io e Marina stiamo insieme...-
L'espressione di Serena mutò leggermente, sembrava sia felice ma notavo anche una certa amarezza.
-Da quanto?- chiese con tono piatto.
-Un mese- sussurrai io.
Lei si alzò e diede un bacio sulla testa ad entrambi.
-Ragazzi, io sono felice per voi ma capite che, almeno per ora, non posso concedervi alcune libertà. Quando state insieme nella stessa stanza dovete lasciare la porta aperta...-
Annuimmo entrambi, era ragionevole.
-Sei arrabbiata?- chiesi con un filo di voce.
-No Marina, sono felice per voi...sono un po' sorpresa tutto qui- disse guardandomi con sguardo serio che mi metteva a disagio, mi faceva sentire in colpa. Ma, infondo, la capivo. Annuii semplicemente ed accennai un sorriso.
-Ragazzi, io mi fido di voi. Già il fatto che lo abbiate tenuto nascosto per un mese non mi va' molto a genio...ma so che siete persone coscienziose. Quindi, vi chiedo solo di non fare cavolate- ci disse guardandoci negli occhi. Io e Ivan annuimmo nuovamente.
-Lo promettiamo- disse Ivan, stringendomi la mano parlando anche per me.
Serena ci sorrise:
-Detto questo, sono molto felice per voi- ci guardò con occhi colmi di amore e speranza. Notai che il suo sguardo era soprattutto rivolto ad Ivan che dopo ciò che aveva passato necessitava di amore. E volevo essere io a darglielo.
Mi sentivo molto più leggera e libera quando tornai al piano di sopra, pronta per provare la coreografia ancora una volta. Prima che potessi entrare in camera, Ivan mi abbracciò, stringendomi a se teneramente.
-E questa è andata- disse vicino al mio orecchio.
-Già- esclamai felice. -è bello non doverlo più tenere nascosto-
Mi diede un tenero bacio su una guancia e mi guardò estasiato.
-Buon allenamento- mi disse dandomi una scompigliata ai capelli. Il suo tocco era gentile, sentivo le unghie grattarmi lievemente la cute, ma era una sensazione che amavo.
La settimana successiva fu davvero troppo intensa e quel venerdì tredici arrivò carico di stanchezza da parte mia. Mi sentivo un vero straccio quella mattina quando mi alzai dal letto, e mi chiesi come avrei fatto ad esibirmi quella sera. Ma ce l'avrei fatta in qualche modo. Dopo un'abbondante colazione che mi tirò almeno un po' su, mi abbandonai alla musica dei miei amanti Transatlantic per il tragitto in autobus.
Appena entrai in classe, abbandonai lo zaino sul pavimento e mi misi a ripassare storia con Lara e Rea, cercando di non badare al casino che stavano facendo i nostri compagni, in pieno panico ma mi facevano davvero ridere, c'era un'atmosfera molto gioiosa.
-Allora Mary...parlami delle teorie di Cristoforo Colombo-
-Allora, Colombo presentò al re portoghese Giovanni II il suo progetto di navigare verso occidente, quindi verso l'atlantico, per raggiungere la Cina e l'India. Il presupposto fondamentale di questa teoria è la sfericità della Terra, quindi con quest'idea, era possibile raggiungere l'Oceano indiano senza dover circumnavigare l'Africa...-
-Ok dai basta- mi interruppe Rea stiracchiandosi -Ci viene solo l'ansia così-
Io risi:
-Non hai torto-
Lara chiuse i libri e mi guardò:
-Come va con il tuo ragazzo Mary?-
A quella domanda avvampai,  non ero ancora abituata a quel genere di domande. Sorrisi innocentemente:
-Tutto bene- risposi semplicemente.
-Non sapevo fossi fidanzata!- esclamò Rea, proprio nel momento in cui Elisa entrò in classe e si avvicinò per salutarmi.
-Ehm si da un mese- feci imbarazzata. Elisa mi sorrise capendo di cosa stavamo parlando.
-Come si chiama?- chiese Rea curiosa.
-Ivan e frequenta il liceo scientifico qui di fronte. È il figlio della famiglia che mi ospita...-
-E non crea problemi la vostra relazione?- fece perplessa.
-Bhe l'abbiamo tenuta nascosta fino a ieri...-
Elisa mi guardò sorpresa:
-Lo avete detto?-
Io annuii.
-Serena l'ha presa abbastanza bene ma, ovviamente, ci sono state piccole restrizioni.-
Elisa mi abbracciò:
-Dai, almeno è andato tutto per il meglio-
Io annuii con un sorriso.
-Pronta per sta sera?- mi chiese Elisa.
Io feci una smorfia:
-Si dai, anche se sono parecchio stanca. Tengo le energie per la verifica-
Elisa sospirò:
-Io e la storia non ci piacciamo, niente da fare-
Ridacchiai:
-Dai Eli- mi alzai per abbracciarla con affetto -Non buttarti giù-
Lei mi diede un bacio sulla testa:
-Ma sì ce la faremo- disse con un entusiasmo contagioso che entrò in me, facendomi pensare positivo per una volta. Annuii soddisfatta e andai verso il mio posto, dove un'Aria concentrata stava ripassando.
-Ciao rossa- le dissi con dolcezza e lei mi rivolse uno sguardo felice.
-Ciao Mary!-
Mi sedetti accanto a lei:
-Abbiamo detto a Serena della nostra relazione..- feci tutto d'un fiato.
Aria mi guardò sbalordita e chiuse il libro con un gesto fulmineo.
-E??-
-E l'ha presa...abbastanza bene.-
Mi abbracciò con slancio:
-Ma è stupendo Mary! Sono felice per te-
Posai una mano sui suoi capelli con dolcezza:
-Anche io. Ho un peso in meno nello stomaco.- feci sospirando, anche se di pensieri ne avevo sempre troppi, a causa della mia insicurezza. Come, ad esempio, l'esibizione di quella sera. Non perché non avessimo provato abbastanza o perché non mi sentissi pronta, ma perché, con l'avanzare delle ore, mi sentivo sempre peggio.
Quella sera mangiai poco, sia per tenermi leggera ma, soprattutto, perché non avevo appetito. Presi di nascosto delle aspirine sentendo un tremendo mal di testa investirmi e lacerarmi e partimmo alla volta di Firenze verso l'accademia.
Al centro della piazza era stato allestito un palco, e appena arrivai, notai Berto intento ad eseguire il soundcheck.
-Io vado verso i camerini- feci con un cenno, prendendo la mia borsa con il vestito di scena.
Serena e Pietro annuirono, Celeste mi saluta con la mano e, invece, Ivan mi prende per mano e decide di accompagnarmi, con mia grande sorpresa.
-Sei carino ad accompagnarmi- dissi con dolcezza, stringendo la sua mano.
Mi sorride:
-Bhe volevo anche salutare Aria, Elisa e Amanda-
Perché ogni suo gesto mi porta a pensare a quando sia dannatamente un tesoro? A quanto sia dannatamente perfetto per me?
Arrivammo davanti ai camerini e vidi le ragazze intente a scaldare la voce.
-Ciao ragazze- dissi con un sorriso.
Aria è la prima a voltarsi per ricambiare il saluto.
-Ciao Mary, ciao Ivan!-
Tutte e tre ci vennero incontro con un sorriso.
-Che bello vederti Ivan!-esclamò Aria.
-Grazie Aria- disse lui, probabilmente preso alla sprovvista.
-Pronta Mary?- fece Elisa con grinta. Io annuii semplicemente, cercando di negare a me stessa che non stavo affatto bene. Mi rivolsi ad Ivan.
-Vado a cambiarmi, mi aspetti?- chiesi con fare supplichevole.
-Certo- disse lui con un sorriso.
Io e le ragazze entrammo nel piccolo capanno che era stato montato quella mattina, dove c'erano tutte le altre ragazze che partecipavano a quel progetto. Presi il vestito e, con l'aiuto di Elisa, lo indossai.
-Ti sta davvero bene- fece lei estasiata, mentre tirava su la zip. Mi guardai allo specchio, stirando la gonna con le mani:
-Dici?- feci poco convinta, facendo un giro su me stessa.
-Assolutamente!-
Raccolsi i capelli in una coda alta e li sistemai con qualche forcina colorata. Mentre  le mie compagne si truccavano io uscii per andare da Ivan. Non sapevo perché, ma sentivo che avevo davvero bisogno che mi stesse vicino. Appena il suo sguardo si posò su di me, mi sentii avvampare. Mi guardava con desiderio ma allo stesso tempo, con un'infinita dolcezza e voglia di proteggermi.
-Sei...bellissima- mi disse, sembrava senza fiato.
-G..grazie- balbettai.
In un attimo, mi strinse a sé con impeto.
-Ivan...?-
-Sei troppo bella per me- mi disse annusando i miei capelli.
-Ma sei scemo?- feci severamente.
Lo sentii ridere. Mi guardò con i suoi grandi occhi grigi:
-Dai il meglio di te- mi diede un buffetto sulla guancia, io sembravo una bambina ma amavo quando lo faceva.
Sentii le mie compagne parlare e quindi mi voltai, stringendo le mani del mio Ivan.
Aria ci guardò teneramente:
-Siete così carini- disse, e io feci una risata imbarazzata.
-Aria- fece Ivan prendendo il suo telefono. -Ci faresti una foto?-
Io lo guardai sorpresa, sapendo che non era un'amante delle foto, esattamente come me. Però, in effetti, fare una foto con delle persone a cui si tiene, ha tutto un altro sapore.
Ivan mi cinse i fianchi mentre Aria si posizionava davanti a noi.
-Un bel sorriso piccioncini-
E come potevo non sorridere con quello scemo al mio fianco?
-Ecco qua!- fece Aria, restituendo il telefono al suo proprietario. Io e Ivan guardammo la foto: guardai le sue mani che mi tenevano saldamente, il suo sorriso e il suo sguardo. Lo guardai mentre sorrideva soddisfatto guardando la foto e capii che non ero io troppo bella per lui, ma lui troppo per me. Troppo in tutti i sensi. Quanto sono stata fortunata ad incontrarti Ivan?
-In bocca al lupo ragazze- disse con cortesia, facendo per dirigersi verso la sua famiglia.
Gli presi la mano e lui si voltò.
-Io voglio il mio incoraggiamento personale- feci imbronciata ma con sensualità.
Rise e mi diede un bacio casto, premendo le sue dolci labbra contro le mie.
-Sarai bravissima di sicuro, piccola-
Io gli sorrisi e lo ringraziai per poi raggiungere le mie compagne.
-Siete tenerissimi- fece Amanda guardandomi con un sorriso. Io arrossii e borbottai un “grazie” che veniva dal profondo del cuore.
Mi rivolsi ad Aria:
-Alex non viene?- chiesi, essendo molto curiosa di conoscerlo.
-Arriva più tardi, sta lavorando- disse con tranquillità, agitando le gambe.
-Ragazze siete pronte?- chiese la professoressa De Luci camminando verso di noi. Indossava un vestito beige che risaltava il suo fisico da ballerina professionista.
Noi annuimmo, pronte e decise.
-Siete le ottave, in bocca al lupo.-
 
Osservare gli altri che si esibivano era straziante, soprattutto perché quel dannato malessere non se ne voleva andare. Cercai di rimanere tranquilla e chiacchierare con le ragazze, ma mi sentivo stanca.
-Dannazione- sussurrai a denti stretti quando vidi le ragazze che portavano una coreografia inspirata all'india, finire la loro esibizione. Toccava a noi. E le mie gambe sembravano di piombo.
-Dai Marina, andiamo!- esclamò Elisa dandomi una pacca sulle spalle. Io annuii, accennando un sorriso. Inspirai profondamente:
“fai che vada tutto bene” pensai mentre venivamo annunciate dalla professoressa De Luci e ci preparavamo a salire sul palco.
Ci posizionammo a scacchiera come al solito sotto gli applausi della folla. Tentavo di sorridere e di dimenticarmi quel malessere, concentrandomi su quello che dovevo fare.
La musica partì subito e noi cominciammo a cantare e a muoverci, eseguendo una coreografia semplice che ci permettesse di avere abbastanza fiato. Piccoli passi, pose e sorrisi finché non cambiammo posizioni e io mi ritrovai in prima fila.
Con semplici movimenti di braccia indicai il pubblico e mi accucciai di scatto, per rotolare da un fianco a rialzarmi. Feci un giro nel momento in cui era Elisa a cantare, e mi disposi vicino ad Amanda, pronta per il ritornello. Alzammo in sincronia il braccio destro per tre volte, facendo passi laterali, cercando di mantenere espressioni fresche e sorridenti.
Girammo il capo e formammo un cuore con le mani disponendoci di lato ed avanzando in direzione del pubblico, indicandolo con un braccio. Scivolammo nel lato opposto per tornare alle posizioni originali e concludere l'esibizione con l'ultimo ritornello.
Una fila indiana, ognuna scivolò con la spinta delle braccia verso un lato ed aprimmo le braccia:
“Let's wondering” esclamammo, concludendo quindi la canzone.
Ci disponemmo in fila per salutare in pubblico ma la mia vista si offuscò. Vidi nero e sentii il contatto con il pavimento del palco.
Mi svegliai di scatto. Cos'era successo? Guardai la sveglia: erano mezzogiorno. Mi sentivo stanca, stavo uno schifo. Tentai di alzarmi ma le gambe cedettero e caddi non appena ci provai. Respirai affannosamente e tornai a distendermi, riaddormentandomi in pochi secondi. Mi risvegliai in quelli che mi sembravano pochi minuti. Socchiusi gli occhi e sentii qualcosa di umido sulla fronte: Ivan era seduto accanto a me e mi aveva appoggiato un panno bagnato.
-Ehi- mormorai guardandolo.
-Come stai piccola?- mi chiese preoccupato. Mi tirai su sedendomi.
-Insomma- feci tenendo gli occhi chiusi -Cos'è successo?-
-Sei svenuta subito dopo l'esibizione. Avevi la febbre alta scema! Dovevi dirlo che stavi male-
Feci una smorfia:
-Pensavo di potercela fare!-
-Sei la solita incosciente!- sbottò lui.
Sbuffai:
-Ho la febbre, non sto morendo!- borbottai.
Ivan mi gelò con il suo sguardo severo. Mi ammutolii all'istante.
-Scusami hai ragione...dovevo stare più attenta. È che non volevo deludere la De Luci..- mormorai abbassando lo sguardo.
Mi sfiorò la guancia con le dita.
-Lo so Mary ma la tua salute è più importante-
Io non ero propriamente d'accordo: secondo me era importante dare il massimo in ogni situazione ma stavo troppo male per cominciare una discussione quindi annuii semplicemente.
-Mi dispiace Ivan...insomma dovevamo uscire oggi...-
Mi accarezzò la spalla:
-non preoccuparti. Ho portato l'appuntamento quì-
Mi prese in braccio con delicatezza e io mi appesi al suo collo. Mi fece sedere in una delle poltrone vicino al caminetto, che era stato acceso probabilmente da Serena e notai un vassoio con del the e dei biscotti secchi.
-Non penso che tu riesca a mangiare molto quindi ho optato per qualcosa di leggero- disse porgendomi una tazza.
-Grazie tesoro- dissi ma arrossii subito per il suo sguardo: oltre a stupido, non avevo mai usato dei nomignoli. Ed era la prima volta che lo chiamavo così.
-Ti...ti da fastidio se ti chiamo così?- feci mordendomi un labbro. Lui scosse la testa e sorrise:
-Mi fa solo piacere-
Sorseggiai il thè perdendomi in quell'aroma che amavo e chiesi:
-Ivan scusami, potresti prendermi il telefono? Vorrei dire alle ragazze che sto bene-
Lui annuì e si alzò, prendendolo dalla mia borsa e me lo porse. Gemetti: avevo ricevuto una tonnellata di messaggi. Ma ero felice che qualcuno si interessasse a me.
Risposi alle ragazze, dicendo di non preoccuparsi e guardai Ivan divertita.
-Perché ho una notifica di Facebook da parte tua?- chiesi alzando un sopracciglio.
Lui alzò le spalle:
-Guarda e lo scoprirai-
Scossi la testa divertita e feci come mi aveva detto. Sorrisi dolcemente a quello che avevo davanti:
Ivan Innocenti (modificato)
Dietro a quegli occhi verdi si nasconde una dolcezza infinita che ho avuto l'onore di avere per me.
 
Aveva messo la foto della sera prima come immagine profilo. La osservavo con uno sguardo tenero.
-Dolcezza infinita mi sembra un tantino esagerato- dissi ridendo con voce rauca. -però si, hai avuto proprio l'onore- dissi, sottolineando quell'ultima parola, gonfiando le guance. Mi guardò divertito e si sedette sul bracciolo della poltrona.
-Ti adoro tesoro- mi disse guardandomi con i suoi grandi occhi grigi. Perché riusciva a farmi rimanere senza parole? Appoggiai la tazza sul vassoio e lo strinsi a me:
-Guarda che ti attacco la febbre- borbottai.
-Correrò il rischio. Vieni quì-
Si avvicinò alle mie labbra ed annullò la distanza tra di noi con un dolce e casto bacio, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Le note di Caries degli About Wayne (la mia suoneria) ci distrasse. Lo presi e sorrisi:
-Ciao Aria- feci.
-Marina come stai? Ci hai fatto prendere un bello spavento!- esclamò lei.
-Ora meglio- strinsi la mano di Ivan -Molto meglio. Ho ancora la febbre non so se torno lunedì. Scusati con le ragazze e con la prof. E anche con Alex, ci tenevo a conoscerlo- feci delusa.
-Tranquilla anzi sono qui con lui. Ora ti metto in viva voce-
Ridacchiai mentre sentivo i rumori esterni farsi più decisi.
-Ciao Marina, come stai?- sentii dire da una voce maschile.
-Ciao Alex! Un po' meglio grazie! Mi dispiace, volevo conoscerti, Aria parla  tanto di te!- dissi con un sorriso.
-Non preoccuparti ci saranno altre occasioni-
-Sicuramente!- disse Aria mentre io mi accoccolavo ad Ivan.
-Usciremo tutti e quattro insieme magari...- guardai Ivan in cerca di approvazione e lo vidi annuire con un sorriso.
-Sicuramente. Ora ti lascio Mary, riposati-
-Ciao Aria- fece Ivan assordandomi. Gli tirai un lieve schiaffo sul braccio.
-Ciao Ivan! Ciao Marina ci sentiamo- e riattaccò.
-Mi hai assordata- feci appoggiando il telefono al tavolino.
-Esagerata- disse lui stringendomi.
Sentimmo qualcuno aprire la porta e Serena fece capolino.
-Marina come stai?- mi chiese.
-Insomma- dissi io.
Mi portò un'aspirina e l'appoggiò sul tavolo.
-Forse sarebbe meglio se la prendessi- fece ed io annuii.
-E voi due- riprese con aria severa -La porta aperta!- fece indicandola.
Imbarazzati, annuimmo, ricordandoci della promessa che avevamo fatto la settimana prima.
Lei uscì e io ed Ivan ci guardammo, ridendo.
-Buon White day Marina- disse guardandomi -La torta è giù-
-Ma mi hai fatto una torta?- chiesi sorpresa.
-Certo scema- e mi diede un bacio sulla fronte.
-Scotti ancora- disse Ivan sospirando.
-E non sto ancora così bene. Ma ora che sei qui accanto a me va decisamente meglio-
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ZAN ZAANNN! il pc è tornato tra le mie zampeee!! Nyahaha sono troppo felice! Questo e i prossimi due capitoli sono di una sdolcinatezza anormale da parte mia, ma mi piacciono devono dire. Marina e Ivan hanno trascorso il primo mese insieme (i miei cucciolotti ahah) e hanno parlato con Serena della loro relazione. Dedico questi capitoli dolciosi alle prodi fanciulle che leggono ed adorano la mia storia e che mi lasciano  qualche commento. Alla prossima
Lena
 
   
 
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