Harry Potter
Era impossibile. Non ce l’aveva fatta, nemmeno questa volta. Eppure pensava che fosse un pensiero allegro: ad ogni tentativo, si sentiva come se niente e nessun potesse dargli sicurezza e gioia.
”Tu sei la nostra gioia!”
Quella voce di donna… La conosceva fin troppo bene, la sentiva ogni volta che sveniva… ma mai con questo tono di pura tenerezza, come una carezza o un abbraccio. Da dove veniva quel ricordo?
Si sforzò di ricordare, ignorando la presenza di Lupin nella stanza, del Molliccio che si dimenava nel baule…
“Sii coraggioso, piccolo; noi saremo il tuo scudo contro il male”
Quella voce d’uomo non l’aveva mai sentita, ma sapeva di chi fosse. Ed eccolo lì: suo padre, che gli sorrideva mentre cingeva la vita della moglie, raggiante alla vista del bimbo.
Il suo scudo…
“Pronto, Harry?”
“Expecto Patronum!”
Quell’immagine prese possesso della sua mente, e in quei sorrisi vedeva la serenità, la certezza, il baluardo dei giorni felici. La felicità era come una coperta calda, che cacciava via il freddo e il dolore.
“Ben fatto, Harry… hai scacciato il Dissennatore! Cioccolata?”