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Autore: Always_Always    31/03/2016    16 recensioni
Seguito spirituale di "Touch" (non è necessario averla letta per comprendere la storia).
[Rogan, accenni Bobby/Rogue]
Marie riesce finalmente a controllare il suo potere, ma sarà altrettanto brava a gestire una sbronza?
(...) Ok, questo era totalmente involontario. (...)
{Movieverse}
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Raven/Rogue, Logan/Wolverine
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Logan e Marie e tutto quello che ci ruota attorno'
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Drunk
 

 
  
Scrive il messaggio, in trepidazione: "Ho bisogno di festeggiare. Compagno di bevute?"
La risposta non si fa attendere molto e Rogue si catapulta a leggere. 

"Cosa si festeggia?"

Sorride e digita: "Il mio incredibile autocontrollo, ovviamente. Allora, ci stai?"
Sorprendente la velocità con cui Logan risponde (pensava non fosse bravo con la tecnologia): "Non sei troppo piccola, per bere?"
 
Si sente quasi offesa, ma capisce subito che la sta prendendo in giro.
 
"No, dolcezza. Ho diciotto anni, ricordi? Sono adulta e vaccinata."
"In questo caso, sono tutto tuo."
 
Avverte un tuffo al cuore, ma s'impone di trattenersi, rispondendo con la stessa ironia: "Attento, ne potrei approfittare."
 
Non le dispiacerebbe, in realtà. Si rende conto che forse ha esagerato quando Logan impiega troppo tempo per rispondere.
E se non avesse capito la battuta? Dio, si sente così idiota.
 
Riprende a respirare soltanto quando il suo telefono vibra di nuovo: "Dove e quando, cocca?"
Ok, il fatto che le abbia risposto è un buon segno. "Stasera alle 21.00. Ororo ci ha vietato di uscire dall’Istituto, perciò al solito posto?"

"Ci vediamo lì. Porto io da bere."



 
∞∞∞ 
 

 
— Marie--
— Shh. Non farlo, non pensare.
 
Lei lo accarezza di nuovo, questa volta senza nascondere l’urgenza che sta dietro quel gesto; il suo torso è così caldo, e loro sono così vicini che non crede di riuscire a resistere ancora. Se pensa che non erano queste le intenzioni che aveva quando gli ha proposto questa serata, le viene quasi da ridere. Quanto deve aver bevuto per essere così audace? Oh beh, non importa. È quello che vuole, no? È quello che ha sempre voluto.
Perciò… va bene, in un certo senso. Sì, va più che bene.
 
— Sei ubriaca.
 
Crede di esserne abbastanza consapevole (forse); ridacchia e continua a cercare la sua pelle sotto la maglietta nera. È così sexy.
 
— Allora dovresti approfittarne, dolcezza.
 
Ok, questo era totalmente involontario.
 
Lui le blocca le mani e se non le girasse così tanto la testa, potrebbe giurare che nei suoi occhi c’è qualcosa di diverso: sono più accesi… quasi infiammati. Però non per la rabbia.
 
— Ti riporto dentro, ok?
— NO! — (Dio, sta davvero protestando come una bambina?) — Voglio stare qui ancora un po'!
— Marie, è tardi, hai bevuto e domani hai lezione.
 
Che palle. Odia quando si comporta come suo padre.
 
— Non sono una ragazzina, Logan, non trattarmi come se lo fossi.
— Oh credimi, lo so bene.
 
… Eh?
Pensa di aver assunto una faccia da pesce lesso.
 
Logan sembra riscuotersi immediatamente: — Coraggio, andiamo.
 
Il suo volto pare indecifrabile, ma forse è lei che è troppo ubriaca per connettere il cervello; tuttavia quella risposta ambigua continua a ronzarle nella testa: lo sa? Sa che non è una ragazzina? Oh, questa sì che è una bella notizia. Una grande notizia. Bene.
Ora: come usare questa scoperta a suo vantaggio?
 
— Va bene, dolcezza. Portami in braccio, così posso strusciarmi su di te e farti sentire quanto sono donna.
 
Dio, sa già che domani mattina non riuscirà a guardarlo in faccia; ma, ehi, può sempre dare la colpa all’alcool.
Lui non risponde (e una parte di lei ne è grata); l'afferra sotto braccio e comincia a camminare.
 
— Puoi sentirlo? — comincia Marie.
— Che cosa?
— Quando una donna è eccitata. — (Marie sta' zitta!) — Sai, la tensione sessuale, o quelle cose lì. Puoi sentirlo?
 
Lui continua a camminare e non la guarda in faccia: — Sì.
 
Resta in silenzio a rimuginare su quelle parole e non si rende conto di inciampare sui propri passi; poco prima di cadere per terra come un sacco di patate, Logan l'afferra e la prende in braccio con uno sbuffo sonoro. Rogue è investita dal suo buon odore; involontariamente si avvicina al suo collo.
 
— Ci sei? — chiede lui.
— Oh sì, — sussurra lei al suo orecchio, — fammi tutto quello che vuoi.
— Cazzo, Marie.
— Sì, alludevo proprio a quello.
 
Lui scuote la testa: — Ti rendi conti di quello che dici?
Lei sembra pensarci per qualche istante: — Più o meno.
— Già. E domani mi implorerai di dimenticare tutto.
— No, dolcezza. Io non imploro, — gli punta il dito contro il petto, — io scendo a patti.
Logan sogghigna: — Oh, sì? E cosa mi proponi per non prenderti in giro a vita?
Lei ridacchia e si avvicina al suo collo di nuovo: — Che ne dici di uno scambio sessuale?
— No, — ribatte Logan divertito, — sarebbe troppo facile. Qualcosa di più allettante?
— Che c’è di più allettante del vedermi nuda?
 
Logan non risponde di nuovo e quando varca l'ingresso dell'Istituto, si assicura che nessuno li veda; non che ci siano molti studenti in piedi a quell'ora della notte, ma lui non vuole rischiare che qualcuno possa vedere Marie in quello stato (e soprattutto che lei cominci a parlare come una depravata sessuale).
 
— Ehi… Logan?
— Mmh?
 
Il volto di Marie pare incredibilmente serio: — Credi che Bobby e io fossimo destinati a lasciarci?
 
Lui si acciglia mentre sale le scale senza far rumore: — Credo che le persone non si possano cambiare.
Lei resta in silenzio per un tempo indeterminato, fissandosi la punta delle dita: — Sai… a volte ci penso. Penso a come sarebbe potuto essere se… se le cose fossero state diverse.
 
Logan la guarda e capisce che, nonostante sia ubriaca, è perfettamente conscia di ciò di cui sta parlando; come faccia a balenare dalla razionalità all'irrazionalità in così poco tempo per lui è un vero mistero.
 
— Quali cose, Marie?
Lei chiude gli occhi: — Io… la mia pelle… noi.
 
Decide di non indagare oltre sul noi in questione.
 
— Non è colpa tua, — risponde.
— , invece. Lui era praticamente perfetto e io l'ho lasciato andare.
— Forse non era perfetto per te.
 
Marie alza lo sguardo su di lui; gli occhi nocciola sono appannati dall'alcool, ma Logan riesce a scorgerne la tristezza: — O forse non era l’unico.
 
Non risponde, si limita a osservarla accoccolarsi al suo petto e chiudere gli occhi di nuovo. Inspira il profumo dei suoi lunghi capelli e apre la porta della sua stanza, pronto a stenderla sul letto e a uscire da lì in tutta fretta. Si sofferma per un istante sulle sue guance troppo rosse e non nasconde un sorriso sghembo, anche se si rende conto che se Rogue è in quello stato è anche colpa sua: non avrebbe dovuto farla bere così tanto.
 
— Mi dispiace, — le dice, carezzandole i capelli. — Non sapevo che non reggessi l’alcool.
— Non importa, — risponde lei, cercando la sua mano con il volto; lui la lascia fare. — Era proprio quello che volevo: una sbronza colossale. Niente di meglio per dimenticare le cose brutte.
— Credevo che dovessimo festeggiare…
Il tono di voce di Marie è pastoso: — Oh beh… in piccola parte, cioè… no. Ti ho mentito.
Logan sogghigna: — Bugiarda.
— Confesso. Ma ne avevo bisogno.
— E ti senti meglio ora?
Lei intreccia la mano con quella di Logan: — Decisamente. Però adesso sono ubriaca, quindi non ne sono sicura. Probabilmente domani ti odierò per avermi fatto bere: i mal di testa sono insopportabili.
— Allora faresti meglio a dormire, ragazzina.
 
Sta per alzarsi e andarsene, ma la mano delicata di Rogue lo trattiene.
Lui si blocca e abbassa lo sguardo: sa cosa sta per chiedergli.
 
— Resta con me, stanotte.
— Marie--
— Non ho intenzione di violentarti, se è questo che ti spaventa.
Lui ghigna: — Non ho paura di una ragazzina.
— Donna, dolcezza. Sono maggiorenne. — Gli sorride divertita e lui fa altrettanto; ma poi il volto di Rogue s’incupisce.
 
— Per favore, Logan. Io… ho bisogno anche di questo.
 
All'improvviso l'assenza di Bobby le è piombata addosso come un macigno e lei si è sentita sola come non mai. Ha pensato ai momenti che hanno passato insieme, ai gesti d'affetto che le riservava e senza rendersene conto si è sentita più stronza di quanto pensasse: per Bobby, per la loro storia… per Logan.
Sì, perché Logan è li per lei, per sostenerla, per aiutarla, come faceva Bobby; e ora si rende conto che per buona parte della serata non ha fatto altro che pensare a quanto le manca Bobby, così come faceva quando stava con Bobby e pensava solo a Logan.
Che razza di mente malata è, la sua? Inaccontentabile, ecco qual è la risposta. Stupida, immatura, inaccontentabile ragazza.
Perché non riesce semplicemente a lasciarli andare? Perché non può vivere una vita in bianco e nero senza nessuna preoccupazione? Non può averli entrambi, questa è la verità, eppure lei continua a sperarci.
 
Maledetta stupida.
 
Dovrebbe permettere a Logan di lasciare la stanza; sa che dovrebbe, però non ci riesce.
Ha così tanto bisogno del calore di qualcuno che è arrivata a calpestare i sentimenti delle persone: perché è questo che sta facendo. È perfettamente consapevole che Logan conosca i suoi sentimenti e che per non ferirla cerca di mantenere le distanze, per quanto possibile. E lei lo rispetta; ma in questo momento non vuole farlo: è troppo debole per resistere una notte intera in questa stanza buia, così mette in difficoltà l’unica persona che non l’ha mai abbandonata.
 
Fanculo, è odiosa, ma non riesce a farne a meno.
In più, la testa comincia a farle male.
Forse è la catarsi.
 
Interrompe il flusso dei suoi pensieri solo quando Logan annuisce piano.
 
Oh, il batticuore non l'aveva messo in conto. Su, non distrarti ora, Marie!
 
Batte la mano sul materasso: — Qui, — dice. Le trema la voce.
 
Logan la raggiunge e dopo qualche istante d'indecisione si sistema accanto a lei; Rogue gli afferra le mani con delicatezza e se le porta al petto, intrappolandosi in un abbraccio che la fa sentire subito meglio.
Lui la lascia fare senza ribattere, anche quando lei poggia la testa sul suo petto e si accoccola; la guarda per qualche istante alla luce della luna e aspetta che lei si addormenti.
 
— Grazie, — soffia Marie d'un tratto; gli occhi sono già chiusi.
 
Logan non risponde, ma poggia il mento tra i suoi capelli e ascolta il suo respiro farsi sempre più regolare. È una bella sensazione, lo deve ammettere. E sentire che Marie si sente protetta, al sicuro, non gli dispiace affatto.
 
Senza accorgersene si addormenta, le mani ancora intrecciate a quelle di Marie.
 
 
 
∞∞∞
 
 
 
Apre gli occhi e la prima cosa che sente è il terribile mal di testa.
 
Si porta una mano incerta alle meningi e quando comincia a massaggiarle (senza il minimo risultato) si accorge che in quella stanza c’è qualcosa che non quadra: non per il disordine, che ormai è diventato parte integrante della sua camera, ma per il rombo fastidioso che le perfora le orecchie e al quale non riesce ad attribuire una fonte precisa.
 
E poi, perché non riesce a muoversi?
E perché fa così caldo?
 
Ruota la testa leggermente per incontrarsi con il viso addormentato di Logan. Anzi, pericolosamente vicina alle sue labbra, per essere precisi.
 
Accidenti!
 
Si libera dalla sua morsa e schizza fuori dal letto in una frazione di secondo, ma lui non sembra avere intenzione di svegliarsi; al contrario si volta dall’altra parte e continua a dormire.
Marie si dà qualche minuto per calmare il battito frenetico del suo cuore quando il rombo fastidioso di poco prima riprende con più enfasi, echeggiando nella sua testa malandata come se fosse una pallina da ping pong.
 
In quel marasma confuso che è la sua mente affiora una domanda: che ore sono?
 
— Rooooguey! Ma ci sei?
 
Quella è Jubilee? Si rende conto che il rombo fastidioso è provocato dalla porta e dalle bussate che la sua amica sta picchiando incessantemente.
 
— Chica! Se non apri sfondo la porta!
 
Ci mette poco per focalizzare la situazione: la sveglia non ha suonato, puzza di alcool, Jubes è fuori dalla porta e Logan sta dormendo nel suo letto.
 
Jubes è fuori dalla porta e Logan sta dormendo nel suo letto.
Cazzo!
 
Pensa, Marie. Pensa!
 
— ROGUE!
— Un minuto!!
Oh, sì. Ottima risposta, davvero geniale.
 
Si precipita da Logan e si ferma dallo scuoterlo, ricordando che, quando dorme, non è saggio svegliarlo di soprassalto (a meno che qualcuno non voglia tre piercing nuovi di zecca in qualche parte imprecisata del corpo); così opta per un approccio più cauto. Si avvicina al letto e si sporge su di lui.
Il suo volto addormentato è particolare e unico, perché pare estremamente rilassato.
 
… quanto è bello.
Marie! Datti una mossa!
 
— Logan…
 
Nessuna risposta.
 
— Logan!
 
Un grugnito le fa capire che finalmente sta tornando dal mondo dei sogni.
 
— Logan, svegliati.
— Mmh.
 
Ok, lui risponde sempre così, giusto? È un buon segno.
 
— Jubes è qui fuori e sta per entrare, mi hai sentito?
 
Logan respira profondamente e apre un occhio: — Io quella ragazzina l'ammazzo.
— Buongiorno anche a te.
 
— Rogue! Ma insomma, mi vuoi aprire o no? Siamo in ritardo!
 
Fa cenno a Logan di nascondersi in bagno e dopo varie polemiche e imprecazioni fortemente colorite, lui chiude la porta dietro di sé; Rogue si sistema come meglio riesce (ma chi vuole prendere in giro: fa schifo) e apre la porta, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.
Jubes sospira teatralmente: — Oh, finalmente chica! Ma che ti succede stamattina?
— È stato… un brusco risveglio.
 
Se pensa alle labbra di Logan così vicine alle sue si sente tremare le gambe, soprattutto perché sa quanto sappiano baciare bene.
Oh, Marie: controllati.
 
Jubilee la studia attentamente: — Ti senti bene, Rogue?
 
In effetti no, per niente, ma non può certo dirle che si è sbronzata con Logan e ha dormito con lui.
— Sono solo stanca.
— Si vede. Te la senti di far lezione, oggi?
Marie sorride: — Certo. Devo solo… darmi una sistemata… ti raggiungo subito, d'accordo?
Jubes fa spallucce e si volta, ma prima di andarsene non può mancare uno dei suoi soliti commenti: — Se non ti conoscessi bene, chica, direi che stanotte tu te la sia spassata!
 
Rogue è indecisa se rispondere o meno, ma poi il suo mal di testa ha la meglio e si richiude la porta alle spalle.
 
Logan è nuovamente seduto sul letto e la sta guardando; Rogue non ha il tempo di chiedergli perché sia uscito dal bagno senza aspettare il suo segnale, poiché lui comincia a parlare con voce rauca: — Forse dovresti davvero saltare le lezioni, oggi.
— Non posso. Tempesta mi ucciderebbe.
— Non sembri molto in forma.
Marie torna a massaggiarsi la testa e lo squadra di sbieco: — Oh, ma davvero? Cosa te lo fa pensare?
— Già, l'avevi detto che te la saresti presa con me.
 
L'aveva detto? Quando?
 
— Oh. Scusa.
Lui risponde con un ghigno: — Ci sono dei vuoti di memoria che devo colmare, ragazzina?
— Ricordo più o meno tutto… anche quello che non vorrei.
— E qui veniamo alla parte in cui mi chiedi di dimenticarmi quello che hai detto.
Lei s'imbroncia: — Sono così prevedibile?
 
Logan l'agguanta con un braccio e strofina le nocche sulla sua testa.
— Solo per me.
— No, Logan! — scoppia in una risata, — dai, ho mal di testa!
— Oh credimi, lo so bene.
 
Quelle parole le riportano alla mente la sera prima e si ferma un attimo a pensare.
 
Non sono una ragazzina, Logan, non trattarmi come se lo fossi.
Oh credimi, lo so bene.
 
Stava scherzando, giusto? Insomma, Logan non voleva davvero riferirsi… a lei. O forse sì? Forse non è la ragazzina brutta e insignificante che ha sempre pensato di essere; forse lui si è accorto che è cambiata. Come ha fatto? L’ha osservata? Oddio, l'idea di Logan che guarda il suo corpo le fa venire la tachicardia.
Respira, Marie. Solo… respira.
 
— Bevi tanta acqua, ragazzina, — lui la picchietta sulla fronte con l'indice. — Dovrebbe aiutare.
Marie si volta e cammina verso il bagno: — Aiuterà anche una doccia, dolcezza.
— Probabilmente. — Anche Logan si volta e raggiunge la porta della camera: — Non fare troppo tardi.
— Certo, certo. Ci vediamo dopo?
 
La porta che si richiude le fa capire che se n’è già andato.
 
Diavolo, odia quando la lascia lì senza nemmeno una parola (e cioè tutte le volte che se ne va). Pensa che si butterà sotto il getto della doccia e resterà a rimuginare sulle cose importanti della sua vita, perché è quello che si fa sotto la doccia, no? Pensare alle cose importanti.
 
Le labbra di Logan, ad esempio.
 
No, no, no!
 
Dormire! Dormire è una cosa importante, no?
 
… con Logan magari.
 
Maledizione! Al diavolo tutto. Penserà al suo mal di testa e alle lezioni di oggi con Tempesta, Jean e Scott.
Sì, questo può farlo.
 
… oh, ma chi vuole prendere in giro? Quanto lo odia!




Angolo dell'autrice:

Questa storia l'ho scritta ai tempi di "Touch" insieme a un'altra infinità di storie su Marie e Logan che - per qualche motivo a me ignoto - non ho mai pubblicato. Ho deciso quindi di rimediare, creando questa serie e vedendo poi come andrà a finire.
I riferimenti a "Touch" sono davvero pochissimi e non intralciano affatto la lettura, ma nel caso voleste leggere anche questa OS, siete i benvenuti! :D
Fatemi sapere che ne pensate, una recensione fa sempre molto piacere!

Nulla, mi dileguo!

Always_Always
 

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