25 dicembre 1994. 

La neve cadeva dal cielo, soffice, delicata, candida.
Era spaventata, aveva solo 16 anni.
Le contrazioni repentine, continuavano a toglierle il fiato.
Intorno a lei svariati medici dal camice verde. 

“Coraggi piccola! Prendi un respiro e spingi con tutta la forza che hai!”

Glielo ripetevano da ore.
Il sudore lambiva il suo viso e i suoi capelli castani, mossi ad onde.
Le sue grida risuonavano nella stanza.
Sarebbe morta, ne era certa.
Le sembrava impossibile riuscire a sopravvivere ancora a quel martirio. 

“Si intravede qualcosa, coraggio spingi ancora, ancora!” 

Continuò ad urlare straziata per ore.
A distanza di trentacinque minuti uno dall’altro, vennero al mondo due gemelli.

Due gemelli.

Non l’avrebbe mai immaginato. 

Aveva messo al mondo due bambini.

Non aveva neanche voluto saperne il sesso.
Sapeva solo che ne erano due.
Non voleva rivederli.
Non poteva rivederli.
No.
Nessuno al mondo doveva sapere che lei…
Una ragazza di buona famiglia, una studentessa modello, ammirata e rispettata da tutti, si era ricoperta di un simile disonore.
August François Reyner… 
Neanche lui avrebbe dovuto saper niente.
Avrebbe continuato a vivere la sua vita, ad uscire con le amiche, ad andare al maneggio.
Aveva tanti sogni e progetti da realizzare.
Voleva diventare un medico.
Un ottimo medico.
Era troppo presto per diventare madre, forse un giorno…
Forse un giorno avrebbe rimediato a quello che stava facendo…
Sì, un giorno lo avrebbe fatto.
Non avrebbe mai più nascosto nulla e due bambini separati dal destino si sarebbero finalmente ritrovati. 






Dicembre 2012.


2012, era proprio quello l’anno in cui i Maya avevano predetto la fine del mondo. Ma lui non credeva a ciò. Un giorno il mondo sarebbe davvero finito, per mano dell’uomo ne era certo, ma non era sicuramente quello l’anno. Da una settimana a quella parte, i media non facevano che parlare d'altro.
Quanta mitomania si era propagata in giro! Cominciava quasi ad esser stanco di tutto questo.

“Hey amico, tra qualche giorno tireremo le cuoia tutti… non credi che dovresti approfittarne e dare un’opportunità a quella bella moretta che ti sta guardando da ore con la bava alla bocca? E’ un peccato morire vergine!”

Alain gli diede una pacca sulla spalla.
Era il suo migliore amico fin dai tempi dell’asilo, così diverso e sfacciato da lui che a volte André si chiedeva come fosse diventati amici.
Seduto sul muretto della scuola, André sorrise diverto alle sue continue allusione.

“Ti ringrazio, ma quella lì si è fatta più o meno tutta la scuola compreso qualche professore e bidello!”

“Già, evidentemente manchi solo tu alla sua lista!”

Risero divertiti, fin quando una ragazza bionda dalla sguardo freddo e glaciale non oscurò la loro visuale.

“André ti cercavo! Tra tre minuti raggiungimi in biblioteca, dobbiamo fare quella ricerca di scienze insieme a Rosalie e Maria Antonietta!”

Il tono perentorio, un po’ arrogante, la posa rigida, il tutto contrastava con il suo viso e i suoi occhi, che André da sempre reputava bellissimi.

“Certo, certo, Oscar… arrivo!”

Ogni qualvolta la vedeva, André non poteva evitare di sorridere di cuore, divertito.
Tutto di lei l’attirava.
Il suo carattere, il suo modo di porsi e imporsi, la sua voce, a cominciare dal suo nome.
Oscar.
In realtà il suo vero nome era Françoise, ma data la sua indole a volta assai poco femminile, fin da bambina, non faceva che minacciare tutti di chiamarla in quel modo. 

“Ahhh mia sorella non la smetterà mai di fare la prepotente! Anche a casa è così! Alain fa questo, Alain fa quest’altro! Ma cos’ho fatto di male per meritarmi questo? Farei volentieri a cambio con la tua…”
Alain gli diede una gomitata.
André sapeva bene che da tempo, il suo amico aveva una cotta per Janne, sua sorella. 

“Accetterei volentieri. Ma te ne pentiresti subito, Janne è una vera megera, molto di più di Oscar, e non fa che pensare dalla mattina alla sera allo shopping, alla manicure, pedicure!”

Sospirò esasperato.

“Beh io gliela darei una bot…”

“ALAIN!”

“Una botta in testa ogni tanto! Che malpensante che sei André, sono un ragazzo fine io!”

“Sì, come no!” 

“Ehi, guarda quella tipa?! Che bel sedere e che bei capelli, guarda, guarda come si muove!”

Esclamò Alain eccitato, alzandosi dal muretto per guardare meglio quella sensuale figura di spalle.
André si portò una mano alla fronte esasperato.

“Alain devo darti una grossa delusione…”

“Se è fidanzata io non sono geloso… guarda come le donano quei jeans attillati, bambola!”

“E’ un uomo. Si chiama Victor Clement De Girodelle, si è trasferito da poco assieme ad uno svedese, se vuoi però posso darti lo stesso il suo numero!”

Alain spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi mentre André se la rideva alla grande.

“Non è possibile! Ti rendi conto che ci sbavo da tre giorni e che la sera sono arrivato a… ad addormentarmi… pensandola?! Ti rendi conto che è diecimila volta più femminile di mia sorella, Rosalie e Marie Antonietta messe insieme?”

Gridò scandalizzato, continuando a guardarlo con il cuore in lacrime.

André sospirò melodrammatico.

“Stai cercando di dirmi che dopo tante donne, vuoi finalmente fare coming out? dovrò stare attendo a non darti mai le spalle!”

Ridendo e scappando divertito dall’amico che voleva improvvisare una delle tante scazzottate, si alzò avviandosi verso la biblioteca.

Beati i tempi di ingenua spensieratezza!