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Autore: CassandraBlackZone    31/03/2016    1 recensioni
Tutto accade il 29 giugno del 2016, data in cui viene ritrovato il cadavere di Slenderman, leggenda metropolitana reputata da sempre una mera invenzione di Internet. Questa scoperta non può far altro che suscitare una curiosità tale da spingere un gruppo di scienziati a studiare il corpo della Creepypasta; curiosità che portò alla rovina la razza umana. Bastò una sola incisione e un potente virus si diffuse indisturbato in tutto il mondo confondendosi con l'ossigeno. Esso venne denominato CRP. Le conseguenze? Quando una Creepypasta muore, essa rinasce successivamente in un qualsiasi individuo in cui il virus si è ben sviluppato. Pur sapendo la sorte che l'attende, l'umanità è tenuta a proteggersi dai soggetti infetti, i quali sono destinati a seguire il loro istinto di uccidere.
Genere: Azione, Fluff, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Slenderman
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Avendo fatto cadere una decina di piatti a terra, Liu non poté far a meno di attirare l’attenzione su di sé.
«Liu! Santo cielo, stai bene?» gli chiese Jane vedendolo frastornato.
«Cazzo…» disse quasi sussurrando. «Cazzo, non va bene.»
«Ehi Liuccio. Che diamine combini?» si intromise Laughing Jack forzando un sorriso.
«Jeff. Si è svegliato» rispose il biondo più allarmato che mai.
Chiunque fosse lì vicino iniziò ad attivare i propri sensi e a verificare personalmente. Era vero. La Creepypasta fuori controllo si era svegliata prima del previsto.
«Merda. Ha ragione» disse Clockwork accogliendo gli sguardi di Toby e the Puppeteer.
«Oh! C’è anche Eyeless Jack!» aggiunse Nina the Killer preoccupata. «Ed è ferito!»
«Sì. Credo che sia il momento di intervenire» Slenderman si avvicinò al gruppetto che circondava Liu e si avvicinò a quest’ultimo. «Pensavo che te ne saresti accorto solo uscito da qui, ma… vedo che stai migliorando.»
Liu sgranò gli occhi incredulo scuotendo la testa. «Perché lo hai fatto? Che motivo c’era di celare la presenza?»
«Figlioloadesso non credo sia il momento di discuterne. Va’ da tuo fratello.»
Senza nascondere il suo disappunto, Liu uscì dalla mensa correndo per raggiungere la sua stanza seguito da Laughing Jack e Jane.
«Clockwork e voi altri. Andate con loro» ordinò l’uomo senza volto.
«Non crede di star esagerando?» obbiettò Clockwork.
«Be’, Jeff non è facile da gestire, mia cara.»
«Sa bene che non parlavo di lui» la ragazza squadrò con il suo occhio buono gli occhi di Slenderman, severa. «Tutto questo in un giorno? Sul serio?»
«Oh, vedo che anche tu non scherzi in fatto di miglioramenti. Ottimo, Clockwork.»
«Senta. Non trovo ancora nessun senso logico. Mi infastidisce il fatto che qui ci sia un’umana, ma poiché è stata una sua decisione la rispetto. Penso solo che se fossi in lei sarei impazzita.»
«Se dovesse davvero impazzire, allora significa che dovrà andarsene.»
Clockwork inarcò un sopracciglio e tirò fuori un coltello. «In tal caso. Spero davvero che impazzisca» e uscì per raggiungere gli altri assieme a Toby.
 
Dolorante, Eyeless Jack scivolò sulla parente premendo sulla ferita al petto ancora sanguinante. Il liquido denso e impuro sgorgò fino a raggiungere il pavimento. Vedere la moquette macchiata era persino più atroce per il mangiatore di reni. «Cazzo. Questa volta mi ha fatto terribilmente male. Sta diventando più forte. E pensare che dovevo semplicemente pisciare. E invece… Mi sono dovuto accorgere di te!» alzato lo sguardo verso la porta della stanza davanti a lui, Jack lanciò un coltello sull’uscio. «Dillo che ti sei innamorato di me e che ti diverti a prendermi a calci in culo! Maledetto sadico!»
«Vaffanculo! Fammi uscire! Testa di cazzo!» gli rispose dall’altra parte Jeff a suon di calci.
«E falla finita! Per fortuna i vetri che ho messo questa mattina sono rinforzati e infrangibili. Col cavolo che questa volta scappi dalla finestra!»
«Fottiti, puffo di merda! »
«Puf-… che cazzo hai det-…?!»
«Non devi farti provocare così. Sai bene che non è colpa sua.»
Jack alzò lo sguardo e tirò un sospiro di sollievo. «Masky, sei arrivato. Ti prego pensaci tu. Questa volta mi ha proprio steso.»
Smiley si avvicinò all’amico ferito per leccare via il sangue.
«Grazie mille, amico» notata Annabelle, Jack inclinò la testa per poterla vedere meglio. «Ma guarda, c’è anche la nuova arrivata.»
D’istinto Annabelle si nascose dietro ad Hoodie non appena vide la pozza di sangue nero su cui era seduto EJ e deglutì.
«La useremo come scudo?» chiese Jack divertito, mentre Annabelle trattenne il respiro. «Non guardarmi così, ragazzina. Stavo scherzando.»
«Umano… C’è un umano lì, vero? Umano. Umano. UMANO! » urlò Jeff più eccitato che mai.
«Be’, non hai fatto da scudo, ma da esca non sei niente male» riprese un po’ le forze, Eyeless si appoggiò a Smile Dog per rialzarsi. «È più agitato del solito. La quantità di Dose che gli diamo ogni giorno non basta più» spiegò.
«Capisco. Be’, è il caso di darci una mossa. Sono pronto» Masky invitò i suoi amici ad allontanarsi e si mise davanti alla porta. Concentrato il suo potere, in un attimo svanì.
«Dov’è andato? Che è successo?» domandò stupefatta Annabelle.
«Abilità da proxy. Risparmiami tutta la storia, sarebbe troppo lunga, credimi.»
Annabelle osservò le ferite ancora aperte del mangiatore di reni. «Fa… male?» chiese.
Jack volse la maschera verso la ragazza. «Se venissi accoltellata, morsa e presa a calci ti farebbe male?»
Annabelle annuì debolmente.
«Ecco. Direi che ti sei risposta da sola.»
Intanto nella stanza di Jeff, a giudicare dalle sue urla di dolore, Masky aveva la meglio.
«Masky è davvero forte!» esultò Smiley scodinzolando.
«Eccoli! Sono lì!» dal fondo del corridoio, si avvicinarono correndo diverse Creepypasta, di cui Annabelle ne conosceva solo due.
«Mio fratello?» chiese affannato Liu a Jack.
«Sì, io sto bene. Grazie. Comunque se ne sta occupando Masky.»
«Bene. Il rifiuto umano è qui.» disse Laughing Jack con odio. «Ci farai da spuntino?»
Annabelle aggrottò la fronte in segno di sfida. Non le erano mai piaciuti i clown, ma non per questo ne aveva paura. Ricordava bene il suo settimo compleanno: l’intrattenitore non uscì illeso dal campus.
«Piantala, Jack» Jane si avvicinò ad Annabelle e appoggiò le sue mani sulle spalle di lei. «Non ti è bastata la ramanzina di Slederman?»
LJ la squadrò, mentre Toby ridacchiò alle spalle del clown.
«Ehi ciao! Io sono Nina! Nina the Killer!» Una ragazza tutta pepe e vestita con dei colori insoliti e sgargianti si presentò all’improvviso ad Annabelle. «Adoro il viola, le calze a righe – come puoi vedere ne porto un paio rosse e nere – e anche le meches! Guarda? Oggi le ho fatte verde fluo! Sono fighissime! Sai, se diventeremo amiche le potrei fare anche a te!»
Annabelle cercò di non rimanere inquietata dalla ragazza biancastra e di restare al passo a ciò che stava dicendo, per quanto ne fosse in grado, e sorrise di tanto in tanto per risponderle.
«Oh! So che sei umana, ma chissene importa! Non sento nessun pericolo, sai? Sei strana! Sai, penso che tu sia…»
«Nina, credo che così possa bastare» la fermò Jane, sorridendo alla confusione di Annabelle. «Avrai il tempo di parlarle dopo che avremo finito con Jeff.»
«Oh, certo certo sorellona Jane! Hai ragione! Bene, dov’è sta latticino Jeff?»
«Masky è dentro» Hoodie si armò di ago e filo per richiudere le ferite di Jack. «Ma ho paura che non resisterà a lungo.»
Così come preannunciato, la porta si disintegrò nel momento in cui Masky venne lanciato su di essa fino a sbattere contro il muro.
«Come non detto.»
«Masky!» Annabelle era pronta ad avvicinarsi, ma si fermò appena vide che era tutto sporco di sangue nero.
«Maledizione… è diventato più forte. Sono riuscito a conficcargli un ago, ma non l’ho solo rallentato.»
«Vado io» si fece avanti Liu, tirando fuori i suoi coltelli corti.
Senza la porta che faceva da barriera, tutti poterono vedere lo stato pietoso in cui era ridotta la stanza. La carta da parati era imbrattata di sangue e quasi del tutto distrutta, così come lo erano la moquette e i mobili. Le uniche cose intatte erano le finestre.  Barcollante e ansimante, Jeff era al centro di quel disastro, con gli occhi furenti e diretti verso suo fratello maggiore Liu.
«Ti diamo una mano anche noi» si offrì Jane a nome di tutti.
«No. Voglio pensarci io.»
«Ed eccolo di nuovo. Liuccio si sta comportando da eroe» canticchiò Laughing Jack.
Liu ignorò il clown e avanzò nella stanza.«Jeff. È il momento di prendere la medicina» alzata la manica della felpa, prese una siringa che era attaccata ad un cinturino di pelle attorno al braccio. «Dopo una dormitina ti sentirai meglio.»
Controllato dalla follia, Jeff non rispose e caricò per attaccare. Liu parò ogni colpo con estrema facilità, in quanto i movimenti del fratello minore erano sconnessi e privi di tecnica, era tutto concentrato sulla forza bruta. Masky e EJ rimasero impressionati dalla leggerezza con cui combatteva Liu, ma ipotizzarono che vivendo assieme a Jeff da sempre, di fatto sapeva già come agire.
Perfino Annabelle ne rimase incantata. Seguì ogni singolo spostamento del biondo, che fossero i piedi o le braccia, tutto il corpo in sé si muoveva in armonia e con precisione. Poi guardò le espressioni: gli occhi di Liu erano concentrati sull’avversario incontrollato che aveva di fronte, ma non davano segno di cedimento, di preoccupazione o di paura. Paura. Con rammarico Annabelle ricordò nuovamente il suo scontro con Jeff e strinse con forza i denti e i pugni. Pur avendo promesso di non pensarci, provò vergogna e rabbia per la sua condotta e non poté far altro se non provare invidia e ammirazione davanti all’impeccabile stile di combattimento di Liu.
«Che cosa vedi, Annabelle?» l’arrivo di Slenderman fu una sorpresa per tutti, poiché nessuno sembrò aver avvertito la sua presenza.
«In che senso?» mentì.
«Come combatte ai tuoi occhi Liu
Annabelle osservò un ultimo attacco e rispose:«Liu non ha paura.»
Slenderman annuì. «Capisco. Quindi tu sei convinta che tutto sta nel non avere paura?»
«Non c'è altra soluzione.»
«E invece ti sbagli» toccata la spalla di Annabelle, Slenderman si mise in contatto telepaticamente con lei, trasmettendole ciò che sentiva.
La ragazza sussultò quando all’improvviso avvertì dei battiti di cuore che sovrastavano i suoi. Erano molto veloci. Fin troppo veloci. «Che cos'erano?» chiese non appena cessarono.
«Quello era il cuore di Liu che sta battendo in questo preciso istante
Incredula, Annabelle verificò osservandolo combattere.«Ma non è possibile. Non da segni di nervosismo o simili.»
«Solo perché non si vede, non significa che non lo sia. Ora,rispondi alla mia domanda» Slenderman si avvicinò al viso di Annabelle. «Pensi davvero che Liu non abbia paura?»
Annabelle lasciò che quella domanda si ripetesse nella sua testa, ma senza trovare una risposta. Abbassò lo sguardo, indicando la sua incomprensione.
«Prima che il loro CRP si risvegliasse erano veramente fratelli. Ironia della sorte, direi. Perciò, per forza di cose Liu è molto legato a Jeff.» Liu lasciò passare un attacco a vuoto e colpì il fratello sullo stomaco. «Liu teme per l'incolumità di Jeff. Non vuole fargli del male. Sta trattenendo tutta la sua forza. Ma come puoi vedere…»
Annabelle guardò in direzione del dito di Slenderman. Liu stava iniziando a sudare e a dare segni di stanchezza, a differenza di Jeff che sembrava essere più agguerrito di prima.
«Non resisterà a lungo.»
«Potranno fermarlo gli altri» rispose lei velocemente.
«No. Sarai tu a farlo
Annabelle si preparò a girarsi per opporsi, ma Slenderman le porse una siringa. L’etichetta recitava DOSE.
«Slenderman, cos’hai in mente?» intervenne Jane. «Annabelle non è pronta ad affrontare Jeff.»
«Sì che lo è
«Adesso ragioniamo, capo» si aggiunse Laughing Jack eccitato. «Così vedremo di cosa è capace la mocciosa e lasceremo che Jeff ce la tagliuzzi per bene prima del barbecue.»
«Taci, Laughing» gli ringhiò Jane.
«Sono d’accordo anche io» alzò la mano Clockwork.
«Clockwork!»
«Pensaci, Jane. Sempre meglio che portarla in missione con noi» lanciò uno sguardo a Slenderman che acconsentì. «Lì sì che non sopravvivrebbe.»
«Ma cosa vuole dimostrare, signor Slenderman?» chiese visibilmente in disaccordo Masky.
«Avere paura non significa non poter combattere» il padre delle Creepypasta si abbassò all’altezza di Annabelle. «Non basta aver imparato Aikido, Krav Maga e Taekwondo per essere forti.»
Un urlo di Liu fece voltare tutti quanti verso la stanza. Il giovane assassino era a terra con uno dei suoi coltelli conficcati nella spalla. Era arrivato al limite.
«Sta a te decidere. O rimani nella tua cosiddetta paura oppure dimostrami che al campus hai davvero imparato qualcosa.»
Annabelle si trovò nuovamente nella scomoda posizione di dover decidere. Quel primo giorno nella casa dei CRP sarebbe stato per lei indimenticabile. La testa le pulsava più forte del cuore e ogni arto tremava a sua insaputa. Non sapeva cosa fosse peggio: combattere con la bestia selvaggia o mantenere un profilo basso e quindi sopravvivere.
Avere paura non significa non poter combattere. Improvvisamente Annabelle si ricordò che anche suo padre, il generale Cherubi, glielo diceva ogni volta che si rifiutava di combattere contro un ologramma durante una simulazione di combattimento. Quel momento non era la stessa cosa, pensò, non si trattava più di un programma di allenamento, bensì della realtà. Ma d’altra parte, se un giorno avesse dovuto seriamente affrontare un CRP, come si sarebbe comportata? Come quel pomeriggio? No. Non poteva.
«Ok.» rispose semplicemente Annabelle.
«Annabelle, non andare!» si oppose Masky. «Ragazzi, andate voi!»
«Slenderman ha deciso così.» lo zittì Clockwork. «Così come abbiamo accettato la sua presenza, accettiamo il suo volere di questa prova.»
«Ho già detto che vado.» insistette Annabelle. «Andrà tutto bene.» sorrise a Masky.
L'ennesima caduta di Liu fu il segnale che aspettava la ragazza per poter entrare. Il giovane assassino al suo arrivo farfugliò qualcosa che Annabelle non capì e quindi ignorò, mentre l’assassino ribelle sogghignò divertito.
«Eccolo… l’essere umano. Oh, tu… sei l’essere umano anormale. Me li vuoi dare quegli occhi?» rise di nuovo.
Incontrare Slenderman. Lasciare il campus per sempre. Fare amicizia con un proxy. Entrare nella tana dei CRP. Cenare in mezzo ai CRP. Ad ogni passo Annabelle elencò tutti i momenti della giornata che superarono il limite dell’impossibile. Non era un modo per richiamare la frustrazione e la rabbia, ma era un modo per capire che la sua vita era ormai destinata a cambiare veramente, senza alcuna scusa. Piangere e rimpiangere non erano più ammessi.
Se è così che convinci le persone allora sei veramente un mostro, pensò Annabelle sorridendo e sperando che Slenderman potesse sentirla.
«Touché.» gli rispose nella mente l’uomo senza volto.
«Bene, Jeff. Sei pronto per il secondo round?»
   
 
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