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Autore: Arvati77    31/03/2016    3 recensioni
...Il fiume scorreva, lento ed imperturbabile, e lei aspettava, seduta sulla riva ghiaiosa. Aspettava in silenzio contemplando la limpida acqua sulla quale il sole si infrangeva in iridescenti riflessi...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fiume scorreva, lento ed imperturbabile, e lei aspettava, seduta sulla riva ghiaiosa. Aspettava in silenzio contemplando la limpida acqua sulla quale il sole si infrangeva in iridescenti riflessi. Con un blocco da disegno sulle ginocchia ed una matita tra le mani, lei aspettava con pazienza, anche se non sapeva chi o cosa stesse aspettando: un'occasione forse, o forse qualcuno che le sconvolgesse la vita. Comunque, aspettava, e intanto scriveva. Scriveva tutto quello che le passava per la testa e che le dettava il cuore. Scriveva poesie, riflessioni, racconti. Scriveva di se stessa, di ciò che avrebbe voluto essere e di ciò che non sarebbe mai stata.
Il fiume scorreva indifferente, come il tempo che incessantemente segue il proprio corso, e lei aspettava che il fiume le portasse un futuro nuovo ed imprevedibile, pieno di sorprese e non solo di difficoltà. Sì, lei aspettava, a volte fiduciosa, altre malinconica, ma aspettava, e intanto disegnava. Disegnava chi già aveva incontrato e chi sperava un giorno di incontrare. Disegnava i suoi sogni ritraendoli come fossero persone in carne ed ossa.
E il fiume continuava a scorrere, ogni giorno, ogni notte, talora irruente e scontroso, talora placido e silenzioso, e lei aspettava. Aspettava sentendo alternarsi nel cuore trepidazione e serenità, tristezza ed ottimismo, inquietudine e speranza. Aspettava perché non poteva fare altrimenti. Aspettava il suo momento, la sua grande occasione. Aspettava di veder comparire il giovane al quale aveva scritto un giorno una lettera, rimasta purtroppo senza risposta.
Il fiume, prima o poi, le avrebbe portato qualcosa, e a lei non restava che aspettare, perché quel che poteva fare già l'aveva fatto ed il suo destino ormai non era più nelle sue mani. Né coraggio né determinazione le avrebbero permesso di realizzare i suoi desideri, lei lo sapeva: poteva cercare ovunque e lottare contro il mondo intero, ma lo stesso non avrebbe ottenuto niente, perché per arrivare ai suoi sogni le serviva un'occasione che da sola mai avrebbe potuto procurarsi. Così, lei aspettava, accovacciata sulla riva sassosa come un tenero cucciolo assopito.
Ma il fiume, come la vita, seguitava il suo corso, portandosi via giorni, speranze, sogni, e scavando nell'anima di chi, seduto sulla sua riva, continuava ad aspettare. E lei aspettava, sempre e comunque, aspettava di vivere, di amare, di gioire, e anche di soffrire, di soffrire per qualcosa o qualcuno e non per il vuoto della sua esistenza.
Una mattina però, l'attesa finì, e colei che per tanto tempo aveva aspettato sulla riva del fiume, a quel fiume si affidò totalmente, sicura che l'avrebbe condotta là dove da sola non sarebbe mai potuta arrivare.
Sulla riva ghiaiosa rimase soltanto un blocco da disegno, pieno di ritratti e pagine scritte, ed un giovane che passava di lì per caso lo trovò e lo sfogliò, riconoscendo in esso la mano di chi, un giorno, gli aveva scritto una lettera colma di emozione e passione.
Il giovane allora si fermò e si sedette. Si sedette e, mentre osservava il placido scorrere del fiume, decise di aspettare, aspettare l'arrivo di colei che sbadatamente aveva abbandonato sulla riva i suoi sogni dispersi tra disegni e poesie...

   
 
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