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Autore: _LOLa_    31/03/2016    1 recensioni
Tre mesi in una casa piena di uomini.
Ma che dico.
Di animali, bestie fameliche.
E per strada chi mi vede si permette di sospirare, di invidiarmi.
"Beata lei" bisbigliano.
Ma quale beata?
Vivo con un irlandese alcolizzato, un pakistano ascetico che non fa altro che dispensare pensieri filosofici sul senso della vita, un ragazzo con la paura dei cucchiai, uno con la fissa delle carote ed infine un riccio pallone gonfiato, ninfomane, pervertito.
"Ehi bellezza".
Parli del diavolo.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 

“Fammi un sorriso!” mi dice mia madre facendo smorfie a mo' di grande attrice.
E pensare che ci paga le bollette con le sue doti teatrali.

La guardo impassibile.
“Brr, mi si è gelato il sangue” dice strofinandosi le braccia brevemente, prendendomi in giro “Prendila come un opportunità per passare un pò di tempo con tuo padre”
Sbuffo e distolgo lo sguardo.
Da dietro il finestrino il grigio della strada scorre veloce.
Già riesco ad intravedere il London Eye.
Siamo quasi arrivati.
“Lola Patricia Agatha Renè Higgins” mi richiama spazientita “E' inutile ignorarmi”
“Se ti ostini a chiamarmi con il mio nome completo la gente penserà che invece di avere una figlia hai una progenie degna di una squadra di calcio” le dico.
Ride sguaiatamente.
Mia madre è quel tipo di persona sempre felice, entusiasta per ogni minima cosa.
Mio padre è più serioso, più introverso.
Mi chiedo se sia per quello che il loro matrimonio non ha funzionato.
Forse erano troppo giovani e basta.
“Looola” mi richiama ancora con voce da bambina offesa “Parlami dai, che pensi?”
“Perchè non posso venire con voi ai Caraibi?” le chiedo incrociando le braccia al petto, cercando di intenerirla come quando ero più piccola.
Lei sospira.
“Te lo avrò detto un milione di volte” dice svogliatamente “E' una luna di miele quella tra me e Bryan quindi ci si aspetta che sia la coppia di neo sposini a godersela”
“Tua padre sono anni che ti vuole per sè un' estate e infine..” sta per concludere ma la anticipo.
“Hai bisogno di un' avventura figlia mia” dico facendole il verso “Divertiti, vivi, prova cose nuove”
“Esattamente” esclama lei compiaciuta “Diciotto anni non sono per sempre”
Sarei tentata di contrabattere ma mi azzittisco.
Con lei la partita è già persa.
“E poi” continua “Non ti porto mica in un manicomio”

--

Eccomi qui.
Parcheggiata davanti allo studio di registrazione.
Che dovrei dire alla segretaria?
Salve, l'agente Paul Higgins? Sono la figlia che non vede da cinque anni.
Cinque anni. Wow.
Da quando ci siamo trasferite oltre oceano non c'è stata più opportunità di vederci.
Mi passo una mano tra I capelli nervosamente e apro la porta dell'edificio.
“Sal..” le parole mi muoiono in bocca.
La sala di ingresso è immensa.
Lunghi lampadari spiovono dal soffito a specchio.
Guardo la mia immagine riflessa per qualche secondo ammaliata.
Qualcuno tossisce e attira la mia attenzione.
“Mi scusi signorina ma se non ha un appuntamento non le è permesso di entrare” mi dice fiscale la ragazza dietro la scrivania.
Cominciamo bene la giornata.
“Sono la figlia di Paul” le rispondo a tono.
Nella mia mente mi sto battendo il cinque.
Sono una very important person.
La signorina alza un sopracciglio “Paul chi?”
Rimango un pò contradetta.
“Paul Higgins” riprovo.
La ragazza mi guarda corruciata.
“Qui non c'è nessun Paul Higgins” mi risponde.
E ti pareva.
“Fa l'agente per un gruppo emergente” dico insicura “ I One correction, One imperfection, One..
“One Direction!” esclama con gli occhi lucidi mentre entra in iperventilazione.
“Loro!” dico battendomi una mano sulla fronte.
La signorina rovista disordinatamente tra i cassetti della scrivania.
Pure la psicopatica mi ci voleva.
Speriamo che stia cercando una pistola così metto fine a questo incubo.
Invece tira fuori una foto tutta stropicciata, probabilmente strappata da una rivista.
“LUI” esclama ad occhi sbarrati “TI PREGO SE LI VEDI FATTI FARE L'AUTOGRAFO DA ZAYN MALIK”.
“Va - va bene” rispondo indecisa allungando una mano per prendere l' immagine del gruppo.
Lei tentenna un attimo poi me la consegna addolorata.
“Mi chiamo Emily” dice un pò meno in affanno “Grazie ancora”.
Arrossisce imbarazzata.
“Allora io andrei, Emily” la saluto mentre mi avvio verso l' uscita.
Altro che manicomio.
Esco di fretta, poi però mi ricordo e mi guardo indietro.

Ufficio avvocati Styles&Co.
Ah, ecco.

--

“Paul?” richiamo mio padre al telefono.
“Chiamami papà, Lolò” mi dice piagnucolando.
“Ti chiamerò papà quando la smetterai di chiamarmi in quel modo osceno” gli rispondo sbuffando.
Silenzio.
Sta valutando l'offerta.
“Va bene”
Fa una lunga pausa. 
“Lolò”

Sbuffo rumorasamente.
“Paul dimmi dove sei che mamma come al solito ha sbagliato via” dico sintetica.
“Dietro di te” dice.
Mi giro ed eccolo lì.
Alto, spalle larghe, capelli neri, leggermente stempiato.
E' un pò invecchiato ma rimane pur sempre un bel uomo.
Spalanca le braccia verso di me ed appena mi avvicino mi stringe in un abbraccio.
“Dio quanto sei cresciuta” dice “E' diventato più difficile abbracciarti”
Lo guardo confusa.
Poi capisco che allude al fatto che cinque anni fa ero sprovvista seno.
“Brutto pervertito” gli dico mollandogli un cazzotto sul braccio però non riesco a trattenermi dal ridere.
Lui fa finta di accusare il colpo e poi si ricompone.
“Vieni ti porto a casa”
Mi accompagna verso quella che sembra una limousine.
O santissimo dio. E' una limousine!
Rimango ad occhi aperti.
“Cosa? Quando? Come?” riesco solo a dire in preda allo shock.
Lui mi invita a sedermi battendo il palmo della mano sul sedile di pelle nera.
L' autista mi squadra dallo specchietto retrovisore.
“Buongiorno, sono l'autista” si presenta “Rajid”
E' indiano, sulla cinquantina.
Guarda mio padre con fare sospetto poi bisbiglia un pò.
Colgo solo: “E' troppo giovane per te capo” “Che cosa dirai a Sarah?”
Sarah?
“Che ti passa per la testa Rajid?!” risponde Paul scandalizzato “E' mia figlia!”
Rajid muove la testa a scatti.

Guarda me.
Guarda Paul.
Guarda me.
Guarda Paul.

Pare gli giri la testa.

---

“Eccoci qua!” esclama papà indicando una villetta color crema davanti a noi “Casa dolce casa”
Rajid nel frattempo borbotta trascinandosi dietro il mio bagaglio.
Esagerato.
Ho portato giusto due cosette.
Mio padre mi afferra le spalle e mi guarda improvvisamente serio.
“Lola non ti lasciare intimorire” mi osserva intensamente “I ragazzi sono solo un pò vivaci”
Sono ufficialmente preoccupata.
Mio padre non mi da il tempo di ribattere e spalanca la porta facendomi cenno di entrare.
Non faccio nemmeno un passo che qualcosa mi colpisce in pieno viso.
Un ragazzo mi guarda divertito, trattenendo le risate.
“Scusa bellissima” dice smaliziato.
“Harry questa è mia figlia, Lola” conviene mio padre indicandomi.
“Tanto piacere, Lola” mi dice sistemandosi il ciuffo di capelli ripelli.
Io gli mollo una ginocchiata negli zibidei.
“Tanto piacere” rispondo coprendomi il naso appena sanguinante con le mani.
Harry si accascia a terra sofferente mentre intanto qualcuno da dentro la casa grida.

“Dove è la mia carota?!”

 

 

 

 

Saaaaaalve!

Ho riaperto questo profilo dopo ziliardi di anni e mi sono data all' opera.
Tempo fa avevo scritto qualche storia sui One Direction ed ho cercato di riproporre qui una rivisitazione di “Rehearsal Room” con qualche cambiamento.
Il prologo è ancora un pò approssimativo e non raggiunge il livello di non-sense (?) che voglio abbia la storia ma we will work on it.
Ovviamentissimamente scrivere recensioni è comprovato che allunghi la vita quindi chi volesse qua sotto c'è un bello spazietto bianco che aspetta le vostre andide opinioni.

Detto questo, pace.

Amate i panda.

  
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