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Autore: RomanticGiuls    01/04/2016    1 recensioni
"Ho sempre cercato un motivo per restare con te, anche se ce n'erano mille per andarmene.
Un motivo mi bastava."
Lo guardo abbassare la testa. Sa che questa volta non è come tutte le altre. Forse questa è l'ultima volta. L'ultima volta per tutto. Ma soprattutto per noi.
[RosexScorpius]
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Stay the night

All we are is an isle of
flightless birds

 

“Mamma ti prego, non ho bisogno dell’accompagnamento!” sbotto, cercando di accelerare lungo la banchina di Kings Cross. Mia madre aumenta la sua andatura, restandomi accanto.
“Rose, volevo solo ricordarti che alla fine di quest’anno avrai i GUFO, non è uno scherzo! Da questo dipenderanno i due anni dopo…”
“E tutta la tua carriera! Si mamma, ho capito.”
“Stai cercando di dirmi che sono ripetitiva?” affila lo sguardo.
“Hermione, lascia stare Rose. Ti ricordo che non ha un voto sotto l’Oltre ogni previsione.” Mio padre mette un braccio intorno alle spalle di mia madre, che sospira sconfitta. “Ma ci credi Hermione? Nostra figlia è una prefetta! Siamo davvero fieri di te tesoro, anche io e tua madre lo siamo stati ai nostri tempi.” Si guardano dolcemente e ne approfitto per allontanarmi da loro, specialmente da mia madre.
Hugo intanto continua a spingere il suo carrello, incurante del resto.
Attraversiamo la barriera uno dopo l’altro, venendo catapultati sulla banchina del binario 9 3/4 , circondati da famiglie di maghi e streghe, tutti assorti nei propri discorsi.
Mia madre sospira, come ogni volta che mette piede su quella banchina, cioè quattro volte all’anno. Mi dice sempre che le fa tornare alla mente mille ricordi. Spero un giorno di poter dire lo stesso. E che siano tutti belli questi ricordi.
Presto individuiamo zio Harry e Zia Ginny. James sembra essersi già dileguato con i suoi amici, mentre Albus sta in silenzio in un angolo, ad osservare i suoi genitori stringere tra le braccia la piccola Lily. E anche la più piccola di tutto il clan Weasley inizia ufficialmente scuola.
Quando Albus mi vede mi corre in contro, tirandosi dietro il suo carrello. “Per fortuna sei arrivata! Davvero, stavo per diventare stupido.”
“Ma per quello sei già in ritardo, stupido lo sei da un po’.” Mi da un colpo sul braccio, prima di scoppiare a ridere con me.
Mentre i miei genitori e gli zii parlano insieme, noto anche in lontananza mia cugina Molly, con Lucy e Louis. Quindi Dominique deve essere nei paraggi.
Come se l’avessi chiamata Domi appare al fondo della banchina, i capelli biondi raccolti in una treccia perfetta, il trucco leggero le sta benissimo e il vestito scuro che indossa le dona molto. Vorrei dire lo stesso di quello che indosso io.
“Eccovi finalmente, iniziavo a temere il peggio.” La guardiamo confusi. “Melissa Longbrow ha deciso di tagliarmi fuori da un gruppetto di ragazzine che passano il tempo parlando di ragazzi e di vestiti. Ma chi si crede di essere?”
“Ma Melissa non era la tua migliore amica?” Tiro una gomitata ad Albus, intimandolo di stare zitto, ma ormai Dominique ha iniziato di nuovo a parlare a raffica.
“Melissa?” Fa una smorfia assurda, arricciando le labbra. “Non mi parla più da quando il tipo che le piace, uno del sesto anno di Tassorosso mi ha chiesto di uscire.”
La guardo come se stesse parlando in un’altra lingua. Dominique ha sempre avuto un grande successo con i ragazzi. Oltre ad essere bellissima è anche intelligente e ha un infallibile talento nello sfruttare entrambe queste sue due caratteristiche. I ragazzi cadono ai suoi piedi come mosche. Non che io sia brutta, ma ecco, se ci mettessero una accanto all’altra lei sembrerebbe una eterea creatura incantata, mentre io uno Schiopodo Sparacoda. Ho avuto un solo ragazzo, al terzo anno, e tralasciando qualche cretino che ci prova, c’è calma piatta.
Noto che gli studenti stanno incominciando a salire, perciò faccio cenno agli altri due. Salutiamo in fretta i nostri genitori e prima che io riesca a sparire in fretta e furia, Dominique ci ha già riacciuffati. Al, con spirito di sacrificio, si sforza di ascoltarla, mentre io evito accuratamente di guardarla.
“E tu ci sei stata con questo del sesto anno?”
Lei assume un’espressione indignata. “Albus, ma mi credi una che andrebbe con chiunque? Quel ragazzetto era insignificante, a mala pena mi ricordo che faccia avesse.”
Cerco di trascinare via Albus, che sembra inghiottito in una discussione senza uscita.
“Scusaci Domi, ma noi prefetti siamo in un altro vagone” dico con finto tono dispiaciuto. Domi alza le spalle, prima di scomparire nei corridoi del treno.

Ci avviamo verso il primo vagone, dove ci sono i nostri posti.
“Pensavo che non ci avrebbe mollati fino all’arrivo ad Hogwarts.” Arriviamo al nostro vagone, dove vengo affiancata da Shane Zabini, l’altro prefetto Corvonero.
“Hey Rose, il tuo posto e di qua.” Guardo Albus che mi sorride, anche lui è stato raggiunto da Georgia Vane, una ragazzetta ossuta di Serpeverde.
Prende voce un ragazzo dall’aspetto imponente. E’ il prefetto di Grifondoro. “Siamo responsabili di mantenere l’ordine sul treno, quindi a turno faremo il giro dei vagoni, partendo uno alla volta ogni dieci minuti.”
Sbuffo. I doveri da prefetto già mi stufano. Mi sono portata da leggere due libri nuovi, nella speranza di potermi rilassare.
Shane si offre per primo, quindi immagino che la seconda debba essere io. Magari posso approfittarne per cercare Yvonne.
I dieci minuti passano troppo in fretta, perciò mi incammino. I vagoni sono pieni, si sentono risate e chiacchiere ovunque. Rimprovero un ragazzino del primo anno che sta correndo e per poco non mi travolge.
Al terzo vagone sento Yvonne chiamarmi. Ci abbracciamo come se non ci vedessimo da secoli.
“Hey fuggitiva, da quanto tempo! Ti sei tagliata i capelli?” Fa un mezzo sorriso, toccandosi gli ormai corti capelli scuri.
“Sì, volevo provare qualcosa di nuovo!”
“Ti stanno bene!” Mi sorride poi guarda la spilla di prefetto, appuntata alla divisa che ho dovuto indossare di fretta e furia.
“Ora che sei la prefetta puoi farmi dei permessi per saltare le lezioni di erbologia?” Scoppiamo a ridere.
“Non penso che funzioni così! Ora devo procedere! Ci vediamo ad Hogwarts!” Saluto anche gli altri ragazzi nello scompartimento, tutti Corvonero del nostro anno.
“Rose!” Mi volto, notando Albus venirmi in contro. “Ti ho raggiunta finalmente! Facciamo il giro insieme?”
Annuisco e insieme ci incamminiamo verso il vagone successivo.
“Allora, mi devi ancora delle spiegazioni per aver dato buca alla gita al lago di fine estate! Mancavi solo tu.”
“Scusa Al, ma non ero in vena e dovevo ancora finire di studiare!”
“Ma cosa dici? Probabilmente avevi già finito i compiti la settimana dopo la fine della scuola!”
Alzo le spalle. Non voglio dirgli che mi sento a disagio con i suoi amici. O meglio, con uno dei suoi amici. Il suo migliore amico.
Nello scompartimento dopo c’è un silenzio quasi surreale. Sono quasi tutti ragazzi Serpeverde degli ultimi anni. Albus si ferma di scatto.
Nel secondo scompartimento c’è Scorpius e altri due ragazzi. Al li saluta felice.
Io rimango ferma fuori, guardando la campagna verde che scorre fuori dal finestrino.
“Ciao Rose.” La sua voce sembra il sibilo di un serpente. Mi volto a guardarlo. I suoi occhi chiari si fissano giusto per un secondo sui miei, ma poi distoglie lo sguardo, tornando a parlare con Al.
Mi domando se abbia veramente parlato o io mi sia immaginata la sua voce. Dopotutto non sarebbe la prima volta.
Alla fine dell’estate avevo incontrato Scorpius a casa di Al. Fuori da scuola sembrava più rilassato e meno inquietante, meno austero. Aveva fatto una battuta sul modo di volare sulla scopa di Al, facendomi ridere. Era la prima volta che parlavamo da soli. Quattro anni e a stento ci eravamo scambiati più di qualche convenevole.
Aveva riso anche lui e io mi ero fermata ad osservare il modo buffo in cui gli occhi si erano assottigliati, o come pizzicava la lingua tra i denti.
Notare quelle cose, quei minuscoli piccoli dettagli che prima non avevo mai neanche considerato, me lo fece vedere in modo diverso. Forse me lo fece vedere per la prima volta.
 


 

   
 
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