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Autore: unbreakable    01/04/2016    1 recensioni
"Poco dopo, ad allentare la tensione con la sua innata serenità, fu proprio il ragazzo che Lucy aveva di fronte: contro ogni aspettativa, quest'ultimo adagiò una sua mano su quella di Lucy, che era poggiata sull'erba verde. La strinse con dolcezza ed in seguito la guardò teneramente negli occhi, cercando di tranquillizzarla."
 
[Nalu]
Genere: Demenziale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forse sono innamorata di te,
ma non ne sono sicura.


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E quel fatidico giorno era finalmente arrivato, quel giorno che lei aveva tanto atteso con molta ansia. In un certo senso, però, sperava anche che quel momento non sarebbe mai arrivato; d'altronde, chi era il pazzo che attendeva bramosamente il momento giusto per dichiararsi alla persona per cui forse provava qualcosa che andava oltre l'amicizia? Lei era sia folle che pronta a sparare da fuori il suo corpo i propri sentimenti, i quali erano stati solamente un agognante tormento. Era contenta all'idea di potersene sbarazzare così da essere libera, di togliersi quel fastidioso peso che aveva sullo stomaco ogni volta che stava vicino al "suo lui". Inoltre le sembrava anche sbagliato nasconderli, specialmente al diretto interessato: trovava ingiusto doverli mettere da parte per non creare problemi tra loro, per questo credeva che la cosa giusta da fare fosse quella di liberarli e di informare il ragazzo in questione dei suoi sentimenti.
Aveva paura, ma in certe situazioni quella non mancava proprio mai; non che lei fosse un'esperta a riguardo, ma una delle sue migliori amiche ─ Levy McGarden ─ le aveva raccontato come era stato per lei dichiararsi al ragazzo che amava. Le aveva detto che aveva tremato per tutto il tempo, che aveva fantasticato su vari rifiuti e battute ridicole da parte del ragazzo, ma che specialmente aveva avuto paura di non essere presa sul serio o, soprattutto, di perderlo a causa di quei sentimenti. Erano state le sensazioni di Levy a convincerla a buttarsi, poiché voleva assolutamente sapere se anche il suo "amato" le avrebbe fatto provare le stesse paure.
Anche un'altra sua amica ─ Juvia Lockser ─ le aveva raccontato di come era stato per lei dichiararsi, e la cosa che l'aveva stupita più di tutte era che lei non aveva avuto alcuna paura o esitazione. Aveva semplicemente colto la sua occasione e si era buttata, lasciando che i suoi sentimenti straripassero fuori dalla sua bocca. Juvia era una ragazza molto positiva ─ più di Levy ─ e per cui aveva solamente sperato che il diretto interessato ricambiasse, difatti non aveva pensato nemmeno una volta ad un probabile rifiuto. Anche lei, col suo racconto, aveva convinto la ragazza a fare il primo passo e dichiararsi. Voleva vedere quanta paura potesse provare per una semplice dichiarazione, e allo stesso tempo rimanere calma, composta e positiva; probabilmente non sarebbe stato facile come immaginava, per questo fantasticava piuttosto che pensare alla realtà. Sapeva bene che una volta trovatasi davanti a lui sarebbe stato tutto diverso rispetto alla sua immaginazione, ma voleva restare calma in tutti i modi e pensare a tutte le storie d'amore che aveva letto e che erano finite con un bel lieto fine. Pensava alle solite dichiarazioni semplici ma che, allo stesso tempo, sembravano essere i momenti più importanti di tutta la storia per quanto erano emozionanti; pensava al momento della risposta dell'altro, dove rimaneva per un po' in silenzio ad elaborare la situazione e cosa aveva appena sentito. E poi arrivava il momento cruciale, quello della risposta, dove ─ ovviamente ─ era per la maggior parte delle volte positiva e poi, finiva tutto con un casto bacio. Questo era ciò che sperava lei mentre, con gran nervosismo, camminava agitata nel luogo di incontro prestabilito. Non si era nemmeno abbellita tanto per l'occasione, non si era messa neanche un po' di trucco né indossava abiti sfarzosi o che attiravano l'attenzione: era semplicemente lei e voleva mostrarsi per quella che era.
Il luogo di incontro era un semplice giardino composto da qualche albero e pozzanghera ─ in quanto aveva piovuto il giorno prima ─ e panchine sulle quali ci si poteva comodamente sedere. C'era un grande albero appostato proprio al centro del giardino, e Lucy si affrettò a raggiungerlo e appostarsi sotto i suoi enormi rami e foglie di vari colori. Nemmeno quel giorno il sole era intenzionato a farsi vedere, infatti le nuvole si muovevano impetuose e coprivano i suoi raggi con insistenza. L'odore di bagnato del giorno prima ancora si sentiva e non era proprio piacevole, ma d'altra parte Lucy non aveva avuto altre idee su dove invitare il ragazzo per spiegargli la situazione. I due andavano sempre in quel posto per rimanere un po' da soli e parlare di ciò che gli piaceva e che li interessava, oppure per sfogarsi l'uno con l'altra di qualcosa che li faceva arrabbiare o rendeva tristi. Quello era sicuramente il posto migliore dove poter esprimere i propri sentimenti, specie perché aveva un significato particolare per lei e l'altro.
Per la ragazza era inutile negare di essere nervosa, specie perché lo era in modo esagerato. Si era sentita costretta a sedersi sull'erba un poco bagnata, dato che le gambe le tremavano in continuazione; ora riusciva a capire come si era sentita Levy nel momento della sua dichiarazione, e lei stava solo attendendo il momento in cui il suo compagno sarebbe arrivato. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto non appena lo avrebbe visto, non sapeva se sarebbe riuscita anche solo ad aprire bocca. Prima di tutto voleva mostrarsi come sempre, essere la solita per non destare alcun sospetto, ma già aveva capito che sarebbe stato difficile. Era un momento abbastanza delicato ─ e anche piuttosto bizzarro ─ specialmente perché non aveva mai pensato che avrebbe preso una decisione simile. Pensava che non avrebbe mai avuto bisogno di aprire il suo cuore, di dichiarare al diretto interessato i propri sentimenti solo per togliersi un peso di dosso; aveva sempre creduto che quella semplice ─ ma forte ─ amicizia con lui le sarebbe andata bene, che si sarebbe accontentata di averlo come amico dato che tra loro "andava alla grande". Nessuno si sarebbe immaginato ─ specie lei ─ che adesso sentiva il terribile bisogno di dirglielo perché non riusciva più a tenerselo dentro. In un certo senso si sentiva sia ridicola che egoista: pensava di starsi comportando come una bambina capricciosa, ed in più non stava minimamente pensando a come l'avrebbe presa lui. Lo conosceva bene e sapeva che poche cose lo abbattevano, ma non aveva idea di come si sarebbe comportato dopo essersi dichiarata. Sperava in una reazione positiva, che l'avrebbe capita o semplicemente ─ e meglio delle altre opzioni ─ che l'avrebbe ricambiata, come aveva pensato sin da subito Juvia nel momento della sua dichiarazione. Ovviamente si rivedeva più in Levy, ma di certo non poteva essere negativa e stare col broncio tutto il tempo; anche se sarebbe andato tutto storto, lei sapeva che il ragazzo non l'avrebbe lasciata sola per questo. Era sicura che avrebbe continuato ad esserle amico, che le sarebbe rimasto a fianco anche se lei non voleva. Era estremamente gentile e, soprattutto, erano amici ormai da troppi anni e di certo non avrebbero buttato tutto al vento solo per una dichiarazione d'amore. Lucy lo sapeva, ne era convinta.


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Il momento tanto atteso era finalmente arrivato, infatti Lucy ed il ragazzo in questione si erano messi a parlare sotto il grande albero ormai da una decina di minuti. Grazie alla sua presenza, la bionda era riuscita a mantenere la calma ed a non andare nel panico: era rilassata e si comportava normalmente, infatti l'altro non sembrava essersi accorto del lieve nervosismo che l'amica provava.
L'argomento che avevano iniziato si era appena concluso con la risata di entrambi e, per cui, Lucy decise di sfruttare quel momento di pausa per prendere in mano la situazione e fare il primo passo. Inutile dire che stava iniziando a sentirsi a disagio e che l'imbarazzo stava quasi prendendo il sopravvento su di lei, ma era una ragazza con parecchio autocontrollo e quindi sapeva ─ o meglio, sperava ─ che si sarebbe data un contegno e che sarebbe riuscita nel suo intento: doveva solo restare calma.
«Natsu...» Richiamò l'attenzione del ragazzo poco dopo. «Devo parlarti di una cosa» Confessò in seguito, notando subito l'espressione incuriosita dell'altro. Anche solo a causa del suo volto sentiva l'ansia salire sempre di più, e sentiva ogni centimetro della sua pelle andare a fuoco.
«Tutto bene, Lucy? Sei completamente rossa!» Esclamò Natsu un po' preoccupato, e ciò fece agitare ancora di più la ragazza. In tutta risposta, comunque, accennò un semplice sorriso nervoso, cercando di ricomporsi. Non aveva idea che sarebbe stato così difficile dire delle semplici parole che venivano proprio dal suo cuore, che dire la pura verità sarebbe stata una tale tortura. Ormai i dubbi avevano invaso la sua mente ed aveva paura  ─ anzi, il terrore ─ che lui l'avrebbe giudicata, che l'avrebbe indignata per aver anche solo tentato di rovinare la loro amicizia. Più guardava la sua espressione preoccupata, più pensava che probabilmente era troppo presto per lei rivelare a Natsu i propri sentimenti. Forse non l'avrebbe nemmeno capita ─ essendo il ragazzo piuttosto tonto ─ quindi non riusciva più a capire perché ci stesse anche solo provando.
Poco dopo, ad allentare la tensione con la sua innata serenità, fu proprio il ragazzo che Lucy aveva di fronte: contro ogni aspettativa, quest'ultimo adagiò una sua mano su quella di Lucy, che era poggiata sull'erba verde. La strinse con dolcezza ed in seguito la guardò teneramente negli occhi, cercando di tranquillizzarla. In quel momento lei capì: era inutile avere tutti quei dubbi e quelle paure, perché Natsu non sarebbe mai stato capace di allontanarla da sé nemmeno volendo. Ciò che li legava ─ anche se era semplice amicizia ─ era profondo e più forte di qualsiasi altra cosa, per cui si tranquillizzò e si concentrò solamente sulla calda pelle del ragazzo appoggiata sulla sua.
«Ti ho chiesto di venire qui per un motivo preciso, ed è per questo che mi vedi un po' agitata..» Disse con voce poco tremante Lucy, ridacchiando in seguito. Natsu annuì semplicemente, chiedendole con un semplice sguardo di continuare. «Beh, ecco...» Tentò titubante la ragazza, sospirando nervosa.
«Non devi avere paura di dirmi niente, Lucy! Qualunque cosa sia, sono qui per aiutarti!» Esclamò l'altro, sorridendo sincero. Solo grazie a quel sorriso, la bionda riacquistò tutto il coraggio che aveva perso; era incredibile come delle sue semplice gesta riuscissero a tranquillizarla ed a rendere quella situazione meno pericolosa e, soprattutto, spiacevole.
«È da un po' di tempo che ci penso, e credo che sia arrivato il momento di dirtelo» Ricominciò Lucy, decisa. «Nell'ultimo periodo mi sono sentita strana accanto a te e volevo averti di continuo al mio fianco, perché sentivo il forte desiderio di doverti parlare; non so esattamente di cosa, un argomento qualunque penso sarebbe andato bene. Inoltre avevo il grande desiderio di volerti abbracciare e non lasciarti più andare, perché avevo il bisogno di sentire il tuo calore e di sapere che eri davvero accanto a me, che non stavo sognando. Dentro me sentivo che dovevo assolutamente vederti, guardare il tuo volto ed essere ammaliata ─ come sempre ─ dal tuo sorriso. Volevo che mi tenessi compagnia con la tua solita tenerezza, con la quale non fai altro che viziarmi di attenzioni; volevo che mi coprissi di dolcezza come stai facendo in questo momento con una semplice stretta di mano per rassicurarmi...» Prese una pausa, abbassando lo sguardo. «...volevo semplicemente stare con te, perché è quello che volevo, che voglio e che vorrò sempre. Ormai non riesco più ad immaginare una mia giornata senza di te, perché tu sei sempre presente, sei di continuo al mio fianco anche se io non ti chiamo. Sai sempre se c'è qualcosa che mi preoccupa, se sono arrabbiata o triste: sai tutto di me, ed io non riesco a capire come tu possa conoscermi così bene.
«A volte sei impacciato, ingenuo, volgare e piuttosto cocciuto e testardo, ma queste sono cose di te che mi hanno sempre colpita. Inoltre la tua allegria è davvero coinvolgente, riesci a tirarmi su di morale con delle semplici parole o gesti; non so come tu ci riesca, ma sia i tuoi difetti che i pregi ti rendono speciale, perché ti rendono te stesso. Non penso riuscirò mai a trovare qualcuno come te, perché anche se alle volte mi fai arrabbiare e ti impicci in cose che non ti riguardano, io non riesco a non volerti accanto a me, perché è ciò di cui ho bisogno. Quello che voglio dire con tutto questo discorso ─ che ti starà sicuramente annoiando ─ è che forse.. probabilmente io.. quello che voglio dire è che..» Prese un'altra pausa, balbettando un poco. Si sentiva nuovamente accaldata e percepiva lo sguardo di Natsu su di sé, il quale aveva ascoltato con grande attenzione ogni parola pronunciata dalla ragazza.
Ora o mai più, pensò Lucy, prendendo un grande respiro. «Quello che voglio è che io.. probabilmente.. cioè.. io-- io forse sono innamorata di te!» Confessò a voce alta la ragazza, trattenendo il fiato a causa della tensione che si era venuta a creare.
Il ragazzo non aveva ancora detto nessuna parola, e Lucy sembrava non essere intenzionata ad alzare lo sguardo per guardarlo in volto. Aveva paura di vedere un'espressione delusa, e sentiva che probabilmente l'avrebbe sgridata per essersi lasciata trasportare da cose "stupide" come l'amore, ma ormai non poteva tornare indietro. Aveva commesso il reato e doveva pagarne le conseguenze, che fossero positive o negative.
«Lucy...» Pronunciò dopo un po' Natsu, attirando la completa attenzione della ragazza che, con cautela, alzò di poco lo sguardo, in modo da poter vedere almeno le sue labbra. Esse erano curvate nel solito sorriso, ed in un certo senso ciò non poteva che renderla contenta: per questo alzò totalmente gli occhi, così da poterlo vedere in tutto il suo splendore. La reazione che ebbe poco dopo, però, la lasciò perplessa, in quanto le scoppiò a ridere in faccia senza nemmeno trattenersi.
«Oh Lucy, eri partita così bene!» Disse mentre rideva, lasciando la ragazza pietrificata sul posto. Non riusciva davvero a capire dove avesse sbagliato e cosa avesse detto di così divertente, ma non aveva nemmeno il coraggio di chiederglielo: non voleva essere derisa, non ancora.
«Stavo per cascarci davvero, proprio come un idiota! Ma il tuo "forse" ha rovinato ogni cosa» Esclamò in seguito, rendendo ancora più strana quella situazione da parte di Lucy, che ci stava capendo sempre meno. «Penso che potresti fare l'attrice invece della maga, sei molto più brava! Ci stavo davvero credendo, anche se devo dire che è un pesce d'aprile piuttosto comune...» Non appena pronunciò le ultime parole, la bionda ci rimase totalmente di sasso. Non aveva minimamente pensato a che giorno fosse, anche perché se lo era dimenticato a causa dell'ansia che aveva provato da quando si era alzata quella mattina. Da un lato poteva definirsi fortunata, mentre dall'altro si riteneva totalmente stupida, e lui insieme a lei.
«Eh già, a quanto pare non ci sei cascato!» Disse nervosamente Lucy, ridendo. «Pensavo ci avresti creduto facilmente, e invece...» Al seguito di questa esclamazione, il ragazzo scoppiò nuovamente a ridere, mostrando ─ come al solito ─ il suo lato allegro. La ragazza non poté che tornare di buon umore, specialmente perché non poteva essere triste alla visione di quel sorriso. Inoltre, era riuscita comunque a dichiararsi: era un grande passo anche se non aveva concluso niente, ma era contenta. Non aveva rovinato la loro amicizia né tra loro era cambiato niente, quindi non poteva far altro che ritenersi fortunata. E poi sapeva bene che ci sarebbero state altre occasioni per fargli capire quello che provava, dunque non demordeva: la speranza era ancora accesa dentro di lei.









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Salve a tutti i lettori!
Eccomi tornata con un'altra oneshot, questa volta sulla Nalu. Sì, inredibile: io che scrivo qualcosa che non sia sulla Gruvia? Strano, davvero strano. Sinceramente però non mi è venuto niente di carino in mente per il pesce d'aprile sulla Gruvia (la Gale non nominiamola nemmeno dato che non mi piace molto), dunque mi sono buttata sulla Nalu dato che mi era venuta quest'idea.
Diciamo che la vicenda raccontata nella oneshot si avvicina molto alla mia situazione attuale, quindi in pratica mi sono ispirata a quello che mi sta succedendo ultimamente (al contrario della storia però io non ho il coraggio di dire certe cose, le penso e basta xD). Invece che deprimermi ho voluto scherzarci sopra, e quale evento migliore se non il tanto fastidioso pesce d'aprile? Spero che la storia vi piaccia, anche se è parecchio incentrata sui sentimenti di Lucy.
Alla prossima!
  
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