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Autore: Stray_Ashes    02/04/2016    1 recensioni
[Traduzione] - [Priest!Gerard] - [Frerard]
"«Gerard pensa che io abbia delle stigmate*» disse Frank, perché tanto, dannazione, le cose non potevano andare peggio di così. Aveva bisogno di liberarsi di quel peso.
«Oh, beh...» rispose Brian, il viso fra le mani. «Naturalmente» "
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Lavoro originale di Bexless, la mia è una traduzione. Personalmente, ho amato la serie di Unholyverse, quindi davvero, ve la consiglio anche in inglese; io, intanto, mi svago provando ad allenarmi traducendola. La storia ha diversi elementi legati alla religione, ai demoni e l'esorcismo, ma credo che meriti veramente molto comunque.
E poi, Gerard versione prete, ha un fascino tutto suo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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8. Motherfucker





«Dico sul serio, ragazzi, dovete tirarmi fuori di qui»

Ray guardò Bob, e poi di nuovo Frank. Avevano entrambi le braccia incrociate, ed incombevano sul suo letto come sentinelle, uno per ogni lato. «Non lo so, Frankie, se i dottori dicono che dovresti parlare con qualcun--»

«Io sono con te, Frank» lo interruppe Bob.

Ray fece un verso contrariato. «Sono piuttosto sicuro che trascinare potenziali suicidi fuori dall’ospedale non sia una cosa ben vista, Bob, vuoi scatenare una zuffa con la sicurezza?»

«Posso batterli,» replicò Bob. «E non dire “zuffa”»

«Non sono un potenziale suicida, non lo sono» insistette Frank. «Ma nessuno strizzacervelli mi crederà mai, Toro, voglio dire, guardami...» aggiunse, sollevando le braccia.

Ray sospirò e sollevò gli occhi verso il cielo. «Signore, dammi la forza.»

«Credimi,» disse Frank, tetro, tirando i lacci della veste da ospedale. «Non ti aiuterà»

Bob s’intromise: «Gli ospedali fanno proprio schifo al cazzo,» Tutti sapevano benissimo che Bob odiava gli ospedali, almeno tanto quanto odiava la pubblicità nel bel mezzo di un film televisivo. Frank ricordò quella volta in cui il ragazzo aveva preso a correre per tutto il negozio inseguendo un piccione rossiccio, cercando di convincerlo ad uscire, anziché continuare a sbatacchiare per tutta la stanza, finché non era cascato scompostamente riuscendo a distruggere uno specchio e aprirsi una caviglia. E ciò nonostante, si era rifiutato di andare all’ospedale per almeno tre giorni.

«--e sei quasi morto.» ricordò Ray a Bob, acidamente. «E non voglio mai più vedere la gamba di qualcuno assumere quel colore orribile, Bryar, seriamente. Penso che Frank dovrebbe rimanere qui e--»

«La sua gamba sta benissimo,» sottolineò Bob, accigliandosi. «Ed è di Frank che stiamo parlando, amico, non infilerà la testa nel forno.»
Frank tirò la manica di Ray. «Non lo farò, prometto»

«Non sei costretto ad aiutare, comunque» disse Bob, portando a Frank la sua roba perché potesse vestirsi. «Puoi sempre dire di non aver visto nulla»

«E’ ovvio che devo aiutare!» strillò Ray, alzando le mani per aria. «Se lascio voi due da soli finirete con una vasectomia accidentale, o qualcos’altro di ancor più tragico»(/ndt: vasectomia: chiusura, dovuta a varie cause, dei dotti deferenti maschili, tubicini di passaggio per gli spermatozoi)

Frank finì di allacciarsi i pantaloni e scivolò giù dal letto per poter infilare i piedi nelle scarpe. «Dobbiamo sbrigarci, hanno detto che lo psicologo sarà qui a momenti»

«Dannazione,» disse Bob. «Non ti vogliono concedere il Medicaid né una fottuta bombola di ossigeno ogni volta che i tuoi gracili, piccoli polmoni cedono, ma riescono a trovarti uno strizzacervelli quando nemmeno ne hai bisogno.»

«Dio benedica l’America...» sentenziò Frank, infilandosi la maglietta.

Il problema era che non sapessero che faccia avesse lo psicologo, quindi Frank dovette tentare di nascondersi ogni volta che un dottore gli passava vicino, il che era piuttosto complicato, perché – beh, era un ospedale. Fortunatamente, Frank poteva nascondersi dietro a... mh, qualunque cosa fosse più grande di lui, e quindi un sacco di cose. Le cose procedettero bene almeno fino alla sala d’attesa, poiché appena entrati lì, Ray fece una curva stretta, girò su sé stesso e spinse Frank su una sedia.

«Cosa--»

«Durning» sibilò Ray, mentre formava insieme a Bob un muro umano, per nasconderlo alla vista.

Era deprimente, pensò Frank, che tutti i suoi amici sapessero che aspetto avesse il suo dottore preferito. Era sul punto di dire che, probabilmente, Durning conoscesse bene anche il loro, di aspetto, quando la ragazza accanto a lui parlò:

«Ciao, ragazzo danzante»

Frank, sorpreso, sollevò lo sguardo e vide che si trattava della ragazza del podio, quella con cui aveva ballato l’alto giorno al club. Certo, questa volta aveva addosso dei jeans e una maglietta, ma era sicuramente lei. «Ragazza danzante!»

Lei sorrise. «Stai male?»

«Io?» Frank si abbassò velocemente le maniche sui polsi, per sicurezza. «No, no, stavo solo – visitando una persona. E tu, tutto bene?»

«Tutto bene, sì» la ragazza abbassò lo sguardo – stava facendo scorrere delle immagini sulla macchina fotografica che teneva in grembo, notò Frank. «Sono caduta a scuola, ho sbattuto la testa. Volevano solo controllare che non avessi una... com’è che si dice... commuzione?»

«Commozione,» la corresse Frank, sorridendo quando lei aggrottò la fronte e ripeté la parola a fior di labbra. «Vai ancora a scuola? Pensavo fossi, beh, sai...»

La ragazza gli lanciò un’occhiata. «Ballo per potermi pagare le lezioni.»

«Oh, io non intendevo--»

Improvvisamente Ray allungò un braccio e gli spinse giù la testa, che finì praticamente in braccio alla giovane ballerina. «’Sta giù!» sibilò.

«Uhm» mormorò Frank, ritrovandosi faccia a faccia con la macchina fotografica, che era praticamente l’unica cosa a separarlo dall’inguine di lei. «Cosa – cosa stai guardando?»

«Foto di una festa,» rispose la ragazza, facendo scorrere qualche altra foto. «Aspetta, ti faccio vedere un tizio con un preservativo in testa»

La gente con preservativi in testa erano sempre stata fonte di intrattenimento, e in ogni caso, Frank non avrebbe potuto andare da nessuna parte, non con la mano di Ray a gravare sulla sua nuca come una tonnellata di mattoni, quindi rimase obbedientemente ad osservare le foto infinite che la ragazza gli mostrava, dicendogli pure i nomi e chi era andato a letto con chi.

Poi, un viso famigliare comparve sullo schermo, e Frank quasi sussultò. «Aspetta! Conosco quel tipo, torna indietro» La ragazza obbedì, tornando indietro di un paio di foto, ed eccola lì, la compiaciuta faccia da cazzo di Darren Haywood, che sorrideva a Frank dallo schermo. «Figlio di puttana».

«Conosci quest’uomo?»

Frank fece una smorfia tetra. «Sfortunatamente»

«E’ un coglione» disse sprezzante la giovane. Passò alla foto successiva ed eccolo di nuovo, immerso in una fottuta vasca idromassaggio, circondato da ragazze. E quegli stronzi dei suoi amici erano con lui. «Ha provato a farsi fare un pompino dalla mia amica Yelena, e lui aveva.. come dire, del metallo nelle--»

«...nelle palle?» finì Frank per lei, forse un po’ troppo forte, perché l’anziana seduta dalla parte opposta scosse la testa con disapprovazione. «Uh, voglio dire. Aveva un piercing? Nelle--»

«Già» la ragazza fece una smorfia. «Yelena, la mia amica, gli ha detto “Non se ne parla!”, e lui l’ha chiamata puttana». Il suo viso si adombrò, mentre imprecava in una lingua che Frank non riconobbe.

Frank osservò la foto da più vicino. «Già, sembrerebbe proprio il tipo di frase che lui – aspetta un attimo» Frank afferrò la macchina fotografica e fissò la data scritta sullo schermo del dispositivo. «Quando è stata scattata?»

La ragazza gli lanciò un’occhiata curiosa. «Qualche settimana fa?»

«Figlio di puttana» ripeté Frank.

«Frank, dobbiamo andarcene» disse piano Bob, da dietro di lui.

«Aspetta, come ti chiami?» chiese Frank alla ragazza.

«Maria,» rispose lei, sollevando formalmente la mano.

«Frank» disse a sua volta, stringendogliela. «Ascolta, Maria, hai per caso una email?»

Lei fece roteare gli occhi. «Certamente»

«Adesso, Frank» insistette Ray, con agitazione.

Frank lo ignorò. «Potresti mandarmi queste foto?»

«Perché?» gli occhi di Maria si strinsero, sospettosamente. «Vuoi metterle su internet?»

«No, no» Frank cominciò a scavare nel proprio zaino alla ricerca di una penna. «Non sono così tanto un verme, te lo giuro, io – posso darti qualcosa in cambio, okay? Ma se me le invii potresti davvero salvarmi la vita, quindi, ti prego

Scrisse velocemente la propria email sul retro di un vecchio volantino e lo sollevò davanti a lei, esibendo la propria miglior espressione angelica.

Maria esitò, e prima che potesse aggiungere altro, Frank sentì le bracca di Bob circondargli i fianchi e cominciare a sollevarlo dal suolo. «Che cazzo, Bob!»

«Dobbiamo andarcene» insistette Bob, iniziando a trascinarlo in direzione della porta, dove Ray si agitava ansiosamente.

Frank piegò il volantino e lo lanciò a Maria. «Per favore!» la scongiurò, mentre lo tiravano via, sempre più lontano. «Sul serio, che cosa vuoi, farò qualunque cosa--»

«Fa’ in modo che Mikey Way mi chiami!» esclamò lei all’improvviso, alzandosi di scatto e facendo cadere tutto per terra. «Lui mi chiama, io ti invio le foto»

«Consideralo fatto!» gridò Frank, e poi si ritrovarono nel parcheggio dell’ospedale, lui che oscillava da una parte all’altra mentre Ray e Bob correvano fino alla macchina.

«Non fatelo mai più!» strillò quindi Frank, non appena lo lasciarono sul sedile posteriore – Frank odiava essere quello basso – e partirono a tutta velocità. «Stavo facendo una scoperta importante!»

«E stavi per essere importantemente scoperto da Durning, piccolo stronzo, smettila con questo piagnisteo!» lo aggredì Bob, dal sedile davanti, schiaffeggiandolo. «E cosa cazzo stavi facendo, comunque, ti pareva il momento di fare colpo sule ragazzine?»

«Potremmo per piacere non colpire il fuggitivo con dei tagli nei polsi? Non voglio riempire di sangue i miei sedili» intervenne Ray, rallentando e tornando alla sua solita guida da nonnina adesso che l’ospedale era lontano. «E cosa diamine c’era di così importante, Frank?»

«Quello stronzo di Darren fottuto Haywood era in una fottutissima vasca idromassaggio cinque fottuti minuti dopo che gli ho fatto quel cazzo di piercing,» disse, o meglio, imprecò Frank, agitandosi quanto poteva con quella stupida cintura a tenerlo fermo sul sedile. «E con tutta probabilità ha anche fatto del sesso – la ragazza ha le foto!»

«Sul serio..?» Bob sbatté un pugno contro il cruscotto. «Ma vieni!»

«Tutto ciò che devo fare è convincere Mikey a chiamarla, e poi lei mi invierà le immagini» Frank si decise ad abbandonarsi contro il sedile, cominciando a sentire l’ondata di sollievo sopraffarlo. «Oh, grazie. Grazie, Dio

Ray lanciò un’occhiata agli specchietti, e cambiò le frecce. «E’ davvero fantastico, Frankie, ma buona fortuna a convincere Mikeyway a fare qualcosa che non vuole fare.»

«Oh, di quello non preoccuparti,» disse Frank, compiaciuto. «Ho un asso nella manica».
 
***
 
«Sei andato a letto con una persona senza più richiamarla??»

Mikey era seduto sul divano di Frank, il viso fra le mani, mentre Gerard era in piedi davanti a lui con le proprie sui fianchi. «Mikey, non posso credere tu abbia fatto una cosa del genere!»

«Non ho mai detto che l’avrei richiamata,» tentò di spiegare Mikey. «Né lei me l’ha mai chiesto. Era una cosa da... una botta e via»

«Mikey» lo riprese Gerard, serio. «Quando vai a letto con qualcuno, è il tuo corpo a fare una promessa, che tu lo voglia o meno.»

Mikey alzò lo sguardo su Frank. «E’ una vendetta per non averti coperto le spalle l’altra volta, vero?»

Frank si limitò a sogghignare, mostrandogli il pollice sollevato.

Gerard guardò il fratello con un’espressione quasi addolorata. «Giocare con i sentimenti degli altri è sbagliato, Mikey, e tu lo sai»

«Ho avuto un sacco di rapporti extraconiugali,» sottolineò Mikey, con voce piatta. «Credo di esserci già, tra i peccatori»

«A Dio non può importare di meno dove infili il pene,» rimbeccò Gerard, agitando le braccia verso di lui. «A lui importa che tu non ti prenda gioco del cuore altrui. Questo, è il peccato!»

«Oh, per – non stavo giocando con lei, Gerard, non mi ha neppure chiesto se avesse potuto rivedermi»

«E’ ovvia che ti voglia rivedere, Mikey!» disse Gerard incredulo. «Tu sei tu.»

E lì cadde per attimo il silenzio, rotto solo da Ray e il suo “Aww”.

Poi Gerard si sedette lentamente accanto a Mikey, poggiandogli una mano sul ginocchio. «Anche se questo non aiutasse Frank,» disse, in tono tranquillo, «So che dovresti richiamarla, perché è la cosa giusta da fare. Poi, il fatto che potrebbe salvare il lavoro hai tuoi amici è un bonus, non ti pare?»

Mieky si alzò di scatto e guardò Gerard negli occhi. «Ti hanno fatto seguire delle lezioni per imparare ad avere ragione su tutto ogni volta?»

«No,» sogghignò Gerard. «Ho imparato da Mamma»

«D’accordo,» borbottò Mikey. «D’accordo, chiamerò la ragazza».





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Chiedo venia per il capitolo corto, ma no sarei più riuscita a tagliarlo, in seguito. E anche per il ritardo...
Capitolo di transizioe, anche se la scoperta su Darren è importante per Frank, beh... ho già iniziato il capitolo dopo, per compensare, e posso spoilerare che ci sarà qualche piccola gioia Frerard, come è giusto che sia c:
Vi lascio a voi stessi, bye
_Ashes
  
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