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Autore: miss Gold_394    02/04/2016    2 recensioni
Un ricordo riaffora prepotentemente dai meandri della mia mente. I papaveri sono l'origine e la fine di tutto ciò che ci riguarda.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sotto i raggi di un sole di luglio una bimba corre tra i papaveri in fiore.
In un campo di papaveri un bambino dalla chioma corvina la rincorre.
Cerca di prenderla per tenerla sempre con sé.
Ma lei non è di nessuno tantomeno sua.
Metafora di una vita mai vissuta 
spesa a rincorrere qualcosa che non gli sarebbe mai appartenuto. 

Una creatura così  semplice e pura che sembra il frutto di un sogno ad occhi aperti. 
Così leggiadra da potersi librare in volo insieme alle farfalle, delicata ed eterea come loro.
Una ninfa parevi.
Regina di un mondo tutto tuo. 
I papaveri in fiore rubini che si perdono nel mare scarlatto dei tuoi capelli. 
Si intrecciano formando una corona degna appunto della regina che sei. Sovrana eterna del mio cuore. 
Un'esplosione di colori davanti ai miei occhi cupi. 

La tua voce ammalia come il canto di una sirena.
Soave come quella di un angelo. 
Dolce ninnananna con cui mi cullavi
che cancellava i dubbi e la tristezza dei giorni miei. 
Che teneva a bada e calmava i demoni della mia anima.

Orgogliosa, niente avrebbe potuto fermarti 
almeno cosi credevo. 
Pensavo che fossi immortale. Come può morire un essere cosi bello e chi potrebbe anche solo pensar di fargli del male. 
Evidentemente non avevo fatto i conti con la stupidità umana. 
  
Il sangue che macchia le mie dita è perfino più rosso dei papaveri. Nemmeno io lo credevo possibile. 
Eppure la tua voce rimbomba ancora nelle mie orecchie, un eco che nessuno più udirà. 
Mi sento perso. Ho smarrito la via in questo oblio dei sensi e di quella pietra che una volta era il mio cuore.
Una ghirlanda di papaveri è posta sulla tua bara bianca.
Un'eroina  troppo giovane 
caduta in una guerra più grande di lei.

I sogni 
le speranze
non vi è nulla più. 
Incubi tormentano il mio sonno.
Perfino Morfeo mi maledice e mi punisce.
Ormai solo  una pozione preparata con i semi dei suoi fiori mi permette di addormentarmi.
Pura morfina iniettata nelle mie vene.

Ti prego torna da me. Ti giuro cambierò. 
Voglio il tuo perdono. 
Concedimelo, ti supplico. 
Aspiro al sonno eterno 

Che i miei occhi non si riaprano più  su questo mondo. 
Fammi raggiungere la pace insieme a te.  

Note autore: Dunque ho voluto per una volta associare a Severus e Lily un fiore diverso dal solito giglio o dalla solita margherita. Ho deciso quindi di usare il papavero. Esso fiorisce nel mese di maggio e luglio,  ha proprietà sedative e dai papaveri da oppio, in particolare, si estrae la morfina. 
Simbolo di semplicità e orgoglio ma anche di sonno eterno, oblio dei sensi e del cuore (tutti elementi che si sposano perfettamente con Sev e Lily e che potete ritrovare nel racconto). 
Richiama anche l'immagine del dio Morfeo che viene raffigurato con un mazzo di papaveri.
Altra piccola curiosità e poi vi lascio:  in Gran Bretagna venivano usate delle ghirlande di questo fiore per celebrare i soldati caduti in guerra.
 
  
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