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Autore: Emmastory    03/04/2016    1 recensioni
La verde e al contempo cupa foresta ospita in genere una grande varietà di animali, fra cui la lupa Runa, bianca e candida come un'anima monda dal peccato, fugge. Un immenso dolore le ha sconvolto la vita, e la perdita dei suoi genitori per mano ignota la induce a scappare da un nemico avvolto nell'ombra. La paura la governa nelle notti in cui l'argentea luna è la sua unica compagna.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Luna d'argento'
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Capitolo XIV

Il potere della speranza

Le ore passavano, ed io ero sveglia. La luna, argentea e possente, era mia fedele compagna in questa fredda notte, infondendomi il coraggio che mi permetteva di continuare la mia veglia. Mirando per l’ennesima volta il cielo, mugolavo, e i miei occhi non facevano che bruciare. Il dolore emotivo che provavo era immenso, e in silenzio, soffrivo. La mia famiglia era sempre presente, ma al contrario di me, persa in una profonda dimensione onirica. Con mia grande sorpresa, perfino Owen aveva scelto di restare al mio fianco, ma per pura sfortuna, le notizie che mi aveva portato non erano certo di buon auspicio. “Forse non se ne andrà, o per scelta funesta, morirà.” Mi disse, parlando in rima. Lo conoscevo ormai da lungo tempo, e avevo avuto modo di capire che soleva farlo solo in determinate occasioni. “Non può succedere. Non dopo quello che ho fatto.” Replicai, ponendo inaudita enfasi sull’ultima frase che pronunciai. Alle mie parole, Owen non ebbe reazione dissimile dal guardarmi senza capire, e raccogliendo le mie forze e il mio coraggio, parlai. “Ho scoperto di amarlo, e l’ho baciato.” Confessai, per poi venir sopraffatta da un inspiegabile senso di vergogna. “Se gli hai donato il tuo cuore, rinverrà con il passar di queste ore.” Rispose, mantenendo una calma a mio dire mostruosa. Subito dopo, volò via senza dare spiegazioni, ma ora mi sentivo di nuovo sicura. Sin da quando lo avevo conosciuto, il mio amico dalle ali bianche non mi aveva mai risparmiato una delle sue perle di saggezza, fino ad oggi sempre corrispondenti a verità. Rinfrancata dalle sue parole, mi sistemai sul mio letto di morbide e fresche foglie, e addormentandomi, sperai per il meglio. Il mattino mi svegliò solo alcune ore più tardi, e notando che il sole aveva preso il posto della luna nell’ora azzurra e tersa distesa di bianche e soffici nuvole, mi abbandonavo a dei cupi sospiri. Rivolgevo mute preghiere al vento che aveva lentamente iniziato a spirare, e spostando il mio sguardo su Scott, tentai di svegliarlo. A quel proposito, posai la zampa sul suo fianco, e muovendola con dolcezza, espressi un unico desiderio, ovvero quello di rivederlo vivo e vigile. Le mie stesse emozioni ebbero quindi la meglio su di me, e iniziando inconsciamente a tremare, mi ritrovai costretta ad arrendermi. Anche stavolta, mi rifiutavo di crederci. Owen mi aveva parlato, e mi aveva assicurato che tutto sarebbe andato per il meglio, ma a quanto sembrava, quella sorta di profezia appariva priva di fondamenta. Concedendomi del tempo per riflettere, compresi che le sue parole dovevano forzatamente essere parte del suo semplice tentativo di consolarmi. Dopo quanto era accaduto ne ero completamente certa, ma nonostante la dura realtà che si palesava davanti ai miei occhi, arrendermi era in quel momento l’ultimo dei miei pensieri. Allontanandomi da Scott, mi misi subito alla ricerca di mia Astral, e non appena la trovai distesa accanto alla sua tana, mi acquattai al suo fianco, come solevo fare da cucciola. In quel preciso istante, non ebbi desiderio dissimile dallo scomparire per sempre, conservando la segreta speranza di stare vivendo un orribile incubo. “Come sta? Meglio?” mi chiese, notando la mia tristezza e volendo unicamente informarsi sulla sua condizione. “Sembra stabile, ma non credo ce la farà.” Risposi, parlando in tono mesto e fuggendo dai suoi sguardi, che per quanto benevoli e colmi di preoccupazione, non potevano inseguirmi. “Non ricordi cos’ha detto Owen? È mattina, perciò puoi sperare.” Mi disse lei, tentando di risollevarmi il morale e fallendo in quel misero intento. Sconsolata e priva di pazienza, mi allontanai dandole le spalle, e fra un passo e l’altro, lasciai che un ricordo mi tornasse in mente. Dovevo sperare, ed era vero, ma dati i miei oscuri trascorsi, non ne avevo la forza. Il mio povero animo era vittima di una violenta tempesta, e cadendo come corpo morto e ormai privo di vita, svenni accanto al mio amato Scott. Un ennesimo sogno accompagnò la mia incoscienza, e dormendo, mi scoprii nervosa e agitata. La mia mente appariva confusa, ma in compenso non vedevo altro che Scott. Rimembrai quindi i momenti pregressi alla sua attuale condizione, compreso il giorno del nostro primo incontro, durante il quale mi aveva salvata da Scar e offerto un riparo dalle intemperie di quella notte. Con il cuore che batteva all’impazzata, mi svegliai faticando a respirare, e guardandomi attorno, notai un particolare. La zampa di Scott pareva aver cambiato posizione, e ora giaceva accanto alla mia. Istintivamente, lo guardai con fare amorevole, e appena un istante dopo, un evento incredibile mi sconvolse. Aprendo gli occhi, Scott spostò la sua attenzione su di me, e respirando piano, chiamò il mio nome. “Runa… io ti… ti…” una frase che per pura sfortuna non trovò mai una fine, e che da circa un anno sognavo di sentire. “Risparmia le energie.” Dissi, guardandolo e sperando che non finisse di nuovo preda dell’inerzia. Il sole fece quindi capolino da dietro una nuvola, e illuminando il mio volto, mi permise di ritrovare la forza necessaria ad agire. I miei occhi bruciavano, ed io mi sentivo debole, ma mostrando il mio stoicismo, posai un bacio sul muso di Scott, che per tutta risposta, parve ricambiare. “Io ti amo, Runa.” Mi disse, per poi raccogliere le sue forze e il suo coraggio e provare ad alzarsi. Il tempo scorreva, e la situazione continuava a migliorare. Le parole di Owen si dimostrarono vere, e riuscendo finalmente a muoversi e mantenere l’equilibrio, Scott si avvicinò lentamente a me. Rimanendo perfettamente immobile, lo lasciai fare, e tutto accadde in fretta. I nostri sguardi si incrociarono nuovamente, e il mio dolore scomparve. Un secondo bacio rivelò i nostri sentimenti, e finalmente, dopo una lunga e incalcolabile attesa, tornai a credere nel più grande dei poteri, ovvero quello della speranza.
   
 
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