Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: gioia19    03/04/2016    2 recensioni
La vita al fianco della Granger era davvero faticosa, cercare sempre dei validi motivi per andarle contro non era affatto facile, perché spesso, aveva convenuto, aveva proprio ragione, ma questo lei non sarebbe mai venuta a saperlo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Minerva McGranitt | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TUTTO IL MONDO IN UNA NOTTE

Penso spesso che la notte sia più viva e intensamente colorata del giorno.
(Vincent van Gogh)

Hermione guardò l'orologio e sospirò, era in ritardo, di nuovo.

Notò sulla sua scrivania una pila di lettere di ammissione.

Compito ingrato.

Se avesse saputo che diventare la vicepreside a soli venticinque anni, avrebbe voluto dire moduli da compilare e scartoffie noiose da leggere ci avrebbe pensato due volte.

Era il suo quarto anno ad Hogwarts come insegnante e la cosa la entusiasmava molto. Si divertiva a programmare le lezioni, gli argomenti di cui discutere, i compiti più originali da assegnare, ma fare la vicepreside toglieva tempo a tutto questo e la cosa le andava poco a genio. Aveva accettato il posto con gratitudine dopo che la Mc Granitt glielo aveva offerto e pensava di poter fare ancora di più per i suoi studenti ma non credeva di dover rimanere rinchiusa in uno squallido ufficio per ore, dando oltretutto più volte buca ad un appuntamento con Draco.

Il suo amico e collega Draco Malfoy.

Da quando Harry e Ron erano diventati due dei più rinomati Auror, a livello mondiale e lei aveva accettato il posto ad Hogwarts si erano scritti spesso e visti poco, negli ultimi due anni solo per le feste. C'era voluto del tempo per abituarsi alla presenza costante di Draco Malfoy nel corpo docenti come insegnante di pozioni ma alla fine era venuto quasi naturale parlarsi, vedersi, sentirsi.

Due anime randagie, senza un vero amico vicino, senza una famiglia, chi poteva capirsi se non loro due?

Posò la piuma con cui stava finendo di scrivere alcune lettere e poggiò il mento sulla mano. I suoi occhi si riempirono di sogni e ricordi belli.

<< E tuo padre? >>

<< E' morto da due anni Granger. Non scocciarmi ancora con la storia della famiglia cattiva. >> rispose lui brusco.

<< Beh, per compilare la tua assunzione come docente devo trascrivere ogni dato! >> aveva risposto esasperata, ogni domanda che aveva fatto a Malfoy per il suo colloquio era stata una lotta.

<< Come se tu non lo sapessi. >> sospirò lui.

<< Devo solo trascrivere tutto con precisione. >>

<< Ogni tanto esci da quest'ufficio? c'è puzzo di muffa. >>

<< Non c'è puzzo di… Malfoy basta! Finiamo le domande di routine e poi potrai tornare dai tuoi simpatici amichetti. >> rispose stufa di quell'atteggiamento da superiore.

Lui la guardò inclinando la testa, Hermione si sentì violata da quello sguardo.

<< Che c'è adesso? >>

<< Di quali amici stai parlando? >> chiese lui scuotendo la testa. << Forse non hai ben capito che sono solo. So – lo. Grazie a te, San Potter e quella sottospecie di carota ambulante. >> disse alzandosi. Hermione lo guardò con aria di sfida.

<< Oppure perché non sei poi così socievole. >> Malfoy scoppiò in una risata fragorosa.

<< Disse la donna che passava i suoi sabato sera chiusa in un ufficio ad ammuffire. >> Hermione si alzò in piedi facendo cadere la sedia dietro di lei.

<< Adesso mi hai stufato. Andiamo. >> disse indossando il mantello ed uscendo dalla porta dell'ufficio.

Draco la rincorse fino collocarsi al suo fianco.

<< Che diavolo fai Granger? Devo finire il colloquio, ho bisogno di quel lavoro. >> urlò Malfoy cercando di stare al passo.

<< Lo finiremo davanti ad una burrobirra. >> rispose lei senza guardarlo.

<< Che cosa?? Non credo proprio. >> si fermò davanti al portone di Hogwarts.

<< Che c'è furetto, hai paura che ti vada di traverso? Se non completi il colloquio non puoi essere assunto. >> disse sparendo nella notte.

<< Dannata Mezzsangue>> imprecò lui, e si affrettò per raggiungerla.


Hermione sorrise al ricordo del loro incontro, era così giusto che fosse avvenuto in quel modo. Non poteva immaginare che nel giro di due anni, uno dei suoi più acerrimi nemici sarebbe diventato il punto saldo della sua vita. Aveva visto qualcosa in lui, che era estraneo a tutti gli altri che ne erano venuti a contatto, un pomeriggio, ad Hogwarts.

<< …. Quindi, se trasferite alcune foglie di ortica nel composto, vedrete che esso cambierà il suo colore da verde a rosa chiaro, ed allora capirete di aver raggiunto la gradazione giusta. Ora, chi sa dirmi perché? >> una mano scattò davanti al suo volto, lui alzò gli occhi al cielo.

<<  Signorina Smart, mi ricorda molto una mia amica, sa? >> disse inconsapevole del fatto che Hermione, la quale aveva bisogno di lui per un consulto su una punizione che aveva dato ad un alunno, lo stava spiando da dietro il portone. Arrossì violentemente non appena Draco pronunciò quella frase.

Una sua amica?

<< Non vuole che io le risponda signore? >> chiese l'alunna smarrita. Hermione conosceva bene la signorina Smart, era la prima della classe anche nella sua materia.

<< Mi dava così fastidio… >> continuò Malfoy incurante dell'intera classe che lo stava osservando. << La sua mano scattava come se fosse telecomandata… assolutamente odiosa, seppur geniale. >> dovette ammettere. Sembrò riscuotersi dai ricordi.

<< Professore? >>

<< Si signorima Smart? >> chiese con tono scocciato.

<< Vuole che risponda? >>

Draco si voltò verso di lei con aria divertita. Poi alzò gli occhi verso il portone.

<< Forse la professoressa Granger ci può illuminare sull'argomento, se non ricordo male, se la cavava piuttosto bene in pozioni. >> Hermione sbucò da dietro la porta imbarazzata.

<< Signor Malfoy, avrei bisogno di lei per dei chiarimenti su l'alunno Finch. >> disse in modo molto professionale.

<< Ma certo, torno subito. >> disse rivolto alla classe.

Hermione uscì più in fretta che poté con Draco che la seguiva sorridente.

<< Ti sei divertito abbastanza?>> disse non appena fu certa che gli alunni non la sentissero.

<< Non abbastanza. >> aggiunse lui, aggiustandole una ciocca dietro l'orecchio. Hermione sentì il suo fiato sul collo.

<< Draco Malfoy… noi siamo colleghi. >> lui sospirò e si allontanò di un passo.

<< Lo so bene Granger, me lo ripeti ogni giorno. >> inspirò profondamente. << Credo che impazzirò prima o poi. >> aggiunse.

<< Impazzirai per cosa? >> chiese lei fintamente innocente.

<< Non fare l'ingenua Mezzosangue. >>

<< Non chiamarmi così >> ringhiò lei lasciando cadere a terra i fascicoli degli studenti.

<< E' quello che sei. >> rispose lui con gli occhi puntati nei suoi, ed appoggiando un braccio sul muro dietro di lei. Hermione si sentì in trappola, tre le spire di un serpente sinuoso.

Chiuse gli occhi ed un secondo dopo lui era di nuovo in classe.


Scrutò l'orologio e si rese conto di essere ancora in tempo.

Avrebbe potuto mandare un gufo e disdire ma qualcosa la bloccava dal farlo.

<< Mezzosangue, mi hai già dato buca due volte, non ti azzardare a rifarlo, o comincerò a passare il tempo con la professoressa Sprite. >>

Hermione sorrise ed accarezzò il suo gufo. No, quella sera aveva troppo lavoro, inoltre ultimamente i loro incontri erano strani. Si era resa conto di provare qualcosa per lui, ma erano colleghi, la sua etica le imponeva di darsi delle regole. Lui cercava spesso il contatto fisico, era un periodo di brividi, lievi carezze quasi distratte, una mano poggiata distrattamente sulla sua schiena, ogni volta che entravano in una stanza e lei lo precedeva.

A volte credeva di essere diventata pazza. Lei ed il Furetto? Aveva provato a scriverlo ad Harry e Ron e loro avevano pensato che stesse scherzando.

Avevano appuntamento tra un'ora nel suo ristornate preferito, avrebbero dovuto solo cenare.

Hermione sapeva come sarebbe andata a finire: loro due che si stuzzicano finché il proprietario non li guarda male, mentre fuori la nebbia londinese ricopriva le strade, lui che la scruta con i suoi occhi di gelo…

<< Hai un po' di salsa sul mento. >> disse Draco mentre lei posava la forchetta sul piatto vuoto. Aveva quella mania di osservarla in continuazione, analizzare ogni suo minimo gesto come a volerla controllare.

Hermione toccò il mento con le dita e portò via la salsa rimasta.

<< Come stanno andando le lezioni? >> chiese lei, imbarazzata dal suo strano sguardo.

Lui alzò le sopracciglia.

<< Vuoi davvero parlare di questo?>> chiese lui. Hermione alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.

<< Se c'è un argomento che più ti aggrada… >> rispose. Lui si avvicinò a lei e la guardò come se quello che stesse per dire fosse ovvio.

<< Oggi noi… >> Hermione lo gelò con gli occhi.

<< Non voglio entrare nell'argomento, serve etica professionale, è stata solo una debolezza. >> spiegò poggiando le mani sulle ginocchia piegate. Non ci credeva nemmeno lei a quello che aveva appena detto.

Si erano baciati, nel suo ufficio, ed era durato a lungo. Lui aveva l'aria sconvolta per la morte di suo padre, lei non sapeva cosa dire e l'aveva baciato. Aveva passato una mano tra i suoi capelli albini, gli aveva sfiorato l'orecchio con le dita, delicatamente, aveva poggiato il palmo della sua mano sulla sua guancia e l'aveva trovato così bello, che niente le aveva impedito di baciarlo, nemmeno il suo maledetto cervello, che adesso invece continuava ad urlare Allarme Rosso.

<< Mi hai baciato tu Granger! Merlino! L'ho detto che mi farai impazzire! >> disse alzandosi e suscitando gli sguardi di molti.

<< Per essere stata una Grifondoro sei una gran codarda. >> concluse infine.

Era vero, come poteva controbattere? Quel bacio era stato così bello, così dolce, così intenso, che non si spiegava come potesse rifiutarsi di farlo di nuovo. Aveva fatto tutto lei, l'aveva invitato ad uscire la prima volta, gli aveva dato fiducia, l'aveva baciato, ed adesso il nulla, o meglio, tutto.

L'uomo dei suoi sogni l'aveva immaginato diverso, un tipo meno affascinante, meno intelligente e astuto, magari con una famiglia normale alle spalle. Malfoy era l'opposto, eppure si era accorta di desiderarlo nel momento esatto in cui lui si era allontanato.

<< Questa storia confonde anche me. >> disse lui inginocchiandosi di fronte a lei e prendendole il viso tra le mani. << Non sei la donna con cui avevo immaginato di voler stare. >> disse crudele. Lei sentì un colpo al petto. << Adesso però è così. >> disse alzandosi di nuovo. Hermione lo seguì con lo sguardo mentre prendeva il cappotto e si infilava la sciarpa.

<< Prendiamoci una pausa. >> disse infine, senza guardarla negli occhi. Lei socchiuse le labbra incapace di produrre alcun suono, dentro si sentì spezzare, era certa di aver appena fatto un enorme casino.

Da quel giorno dopo una settimana avevano ripreso a vedersi assiduamente, erano due anime in cerca di un conforto, un angolo caldo in cui ripararsi. Sentì picchiettare alla finestra, si voltò per aprire ed una lettera planò sulla scrivania, avrebbe riconosciuto la grafia anche ad un chilometro di distanza.

Non ho intenzione di aspettarti a lungo.

Era come essere tornati adolescenti, lei e il furetto trovavano qualsiasi angolo sperduto di Hogwarts per sbaciucchiarsi come ragazzini, accarezzarsi velocemente e con la foga di essere scoperti, tenersi stretti per pochi minuti che sembravano millesimi di secondo.

Aveva ceduto.

Avevano ceduto.

Nonostante l'aria da duro di Malfoy, il suo orgoglio nel ritenersi ancora single, ed il suo vantarsi di aver fatto cadere ai suoi piedi una saputella Grifondoro come lei, Hermione sapeva , lo sentiva, di avere il potere di far continuare o cessare definitivamente quella storia assurda. Mancavano pochi minuti all'appuntamento e lei aveva ancora troppo lavoro da fare. La decisione sarebbe stata semplice se avesse dato retta al suo cervello.

Finisci il lavoro Hermione, prima il dovere e poi il piacere.

Il problema erano i suoi sentimenti che continuavano a spingerla verso l'uscita del suo ufficio.

E' quello che ti rende felice. Fallo o te ne pentirai.

Sentì bussare alla sua porta e per un attimo temette il peggio.

<< Professoressa Granger , è sempre qua? >> chiese la Mc Granitt sedendosi di fronte a lei e scrutandola oltre la colonna di lettere.

<< Si , ho ancora molto lavoro. >> rispose lei diligentemente. Lei e la professoressa Mc Granitt avevano stipulato un rapporto di profonda stima fin dal primo giorno in cui Hermione aveva messo piede ad Hogwarts, ed adesso il tutto era culminato in una timida amicizia, mascherata dal profondo rispetto che Hermione nutriva per essa.

<< Sono le 23 passate, credo che dovrebbe andare, finirò io. >> disse con un sorriso.

<< Ma… Lei ha già molti impegni, non voglio aggiungerne altri, davvero, non ho problemi a rimanere. >> disse convinta. La Mc Granitt la guardò aggrottando le sopracciglia.

<< Non vorrei essere indelicata, ma il Signor Malfoy non la sta aspettando? >> chiese con naturalezza. Hermione quasi si strozzò nel sentire quella frase.

<< Noi due siamo solo… >> cominciò.

<< … amici.>> finì la Preside. << E' proprio questo che mi preoccupa. >> aggiunse.

<< Hermione il lavoro e lo studio non devono impedirle di avere una vita privata. Credo sia il momento di mostrarle qualcosa. >> disse infine alzandosi. Hermione la seguì fino al suo ufficio.

Entrando notò che niente era cambiato da quando Silente era morto. La salutò cordiale dal suo ritratto.

Si voltò verso la Mc Granitt e la vide estrarre un filo argenteo dalla sua fronte. Con un piccolo tocco di bacchetta fece apparire il pensatoio e ce lo immerse delicatamente.

<< Vieni cara. >> le disse allungando la mano verso di lei. Hermione si avvicinò titubante. L'ultima volta che era stato usato un pensatoio c'era di mezzo Voldemort.

<< Che cosa vuole mostrarmi? >> chiese timidamente.

<< Lo vedrà. Non perdiamo altro tempo, altrimenti faremo arrabbiare il signor Malofy. >> Hermione si irrigidì nel sentilo nominare. La Mc Granitt la aiutò nell'immersione. Quello che vide Hermione le risultò totalmente familiare.

Le sponde del lago nero scintillavano sotto la luce del sole.

<< Vieni Hermione. >> la incoraggiò la Mc Granitt. Si avvicinarono a due figure con lunghi mantelli neri.

Hermione si sporse un poco per capire di chi si trattasse e con grande meraviglia notò la Preside con un uomo. Si misero in ascolto.

<< Siamo già vecchi Elphinstone, come pretendi che io accetti una proposta del genere. Ho molto da fare qui ad Hogwarts, Silente ha bisogno del mio aiuto. >> disse la Mc Granitt più giovane di qualche anno. Hermione notò che non aveva la sua solita crocchia, ma una lunga treccia argentea che scendeva sulla sua spalla destra.

<< Ci amiamo. Perchè riununciare alla nostra felicità? Non ti chiedo di lasciare Hogwarts, ma solo di… >> La giovane Mc Granitt lo zittì con un gesto della mano.

<< Elphinstone, per favore, non credo sia il caso. >> disse poco convinta. Hermione entrò in empatia con lei, poteva capirla profondamente.

Notò l'uomo leggermente stempiato inginocchiarsi di fronte alla Mc Granitt.

<< Ti prego non farlo. >> disse lei tra le lacrime.

<< Minerva, devo, sono qui per rispetto ai miei sentimenti. Affronterò qualsiasi tua decisione. >> disse aprendo una scatolina contenente un semplice anello senza diamante. Hermione si avvicinò alla scena come in trans, sapeva che la vicepreside non era sposata, ma sperava che almeno quella storia avesse un lieto fine. Vide la giovane Minerva scuotere il capo.

<< Non posso, mi spiace. >> disse dando le spalle all'uomo. Questo si rialzò con calma, sorrise sconfitto ed una densissima nebbia le avvolse.

Hermione trovò la mano della professoressa che la guidava su una strada sterrata.

<< Minerva, perché l'hai fatto? Tu amavi quell'uomo. >> chiese la ragazza scorgendo un delizioso cottage foderato di edera.

<< Ero sommersa dal lavoro, gli studenti non mi davano tregua, e gli ho permesso di rovinare l'unica storia d'amore degna di nota che avessi mai avuto. >> rispose senza lasciar trapelare alcuna emozione nella voce.

<< Dove siamo? >> chiese Hermione aguzzando la vista.

<< Vedi Hermione, io poi ci ho ripensato, e dopo qualche giorno sono andata a cercare Elphinstone per rivelargli i miei sentimenti. Ora guarda cosa è successo. >> Scrutò la professoressa come in cerca di una risposta preventiva, e la trovò in una ruga sulla fronte più accentuata del solito. Una brutta sensazione si impossessò di lei. Aveva paura che la Mc Granitt non fosse riuscita a coronare il suo sogno d'amore.

Se si preoccupava tanto per la Preside, perché non riusciva a fare lo stesso nella sua vita?

Vide la giovane Mc Granitt avvicinarsi alla casa e bussare impaziente alla porta.

Ad aprire fu una vecchia signora dai capelli bianchi e gli occhi stanchi.

<< Salve signora Urquart, avrei bisogno di parlare con Elphistone. >> la donna le rivolse uno sguardo comprensivo e la invitò ad entrare.

Hermione e la Mc Granitt le seguirono in religioso silenzio.

<< Non sapevo come contattarti, non avevo il coraggio. >> continuò la signora Urquart, prendendo tra le mani rugose il volto di Minerva.

<< Che cosa è successo?>> chiese la giovane professoressa spaventata. Il cuore di Hermione si fermò per un secondo e poi riprese a correre all'impazzata. Non poteva essere, non poteva accadere.

Non ho intenzione di aspettarti a lungo.

Per essere stata una Grifondoro sei una gran codarda.

Credo che impazzirò prima o poi.

Ogni tanto esci da quest'ufficio? c'è puzzo di muffa.

In quella casa invece Hermione sentiva aleggiare la morte, un brivido percorse la sua schiena mentre la professoressa al suo fianco lasciò andare una lacrima.

<< E' successo due giorni fa'. Una Tentacula Velenosa lo ha attaccato.>> disse la madre con fatica.

Minerva cadde in ginocchio sul pavimento di legno del delizioso cottage, che cozzava con l'umore delle due donne.

<< Non c'è stato niente da fare cara. >> sospirò di nuovo. Hermione si mosse come per volersene andare, questo era troppo per lei. Cosa voleva dimostrarle la Mc Granitt?

La nebbia le avvolse di nuovo. Hermione sentì risucchiarsi in un vortice in un attimo il suo ufficio apparve davanti ai suoi occhi. Si ritrovò rannicchiata sulla sedia, col collo dolorante. Era sola, dove era finita la Mc Granitt? Era stato tutto un sogno?

Sentì bussare alla sua porta.

<< Avanti. >> disse nella speranza di ricevere dei chiarimenti. La Mc Granitt fece capolino nel suo ufficio

<< Hermione cara, sei ancora a lavoro? >> chiese cortese.

<< Professoressa noi… lei… >> Guardò l'orologio e si accorse che il tempo si era come fermato. Mancavano pochi minuti all'appuntamento con Draco, se avesse voluto, quella avrebbe potuto essere la sua occasione per essere felice.

<< Il suo orario di lavoro è finito da un pezzo, non accetto che qualcuno rimanga qua tutta la notte, vada a riposarsi.>> ordinò la Mc Granitt severa con le mani sui fianchi, Hermione la guardò smarrita.

Era stato davvero tutto un sogno?

Elphistone o no, doveva raggiungere Draco prima che fosse troppo tardi. Non poteva lasciar andare così la sua intera vita.

Prese il mantello e corse via dalla stanza senza salutare la preside.

Minerva sorrise sotto i baffi, aprì la mano che fino a quel momento aveva tenuto chiusa in un pugno ed accarezzò l'anello senza diamante che c'era al suo interno.

<< Forse l'abbiamo salvata. >> disse rivolgendosi a qualcosa di indefinito al di là del soffitto. Rimise l'oggetto in tasca e si allontanò sorridente.


Hermione entrò nel ristorante stanca ed ansimante, si avvicinò al bancone e cercò tra la folla la chioma bionda di Malfoy. Voleva dirgli tutto quello che provava, i suoi sentimenti stavano implodendo dentro di lei, dopo quello strano sogno tutto era cambiato, il lavoro avrebbe aspettato, Malfoy ed il suo immenso orgoglio no. A suo modo le era stato vicino in quegli anni ad Hogwarts fino a far capitolare le loro barriere ed a diventare indispensabile per la su felicità. Guardò l'orologio e notò di essere in ritardo di dieci minuti.

Una strana sensazione si impossessò di lei.

E se gli fosse successo qualcosa? E se avesse preferito un'altra donna?

<< Il Signor Malfoy? >> chiese al locandiere speranzosa.

<< Salve Professoressa, se ne è andato poco fa'. >> rispose l'uomo con cortesia. Hermione sbruffò sonoramente. Che cosa sono 10 minuti di orgoglio a confronto con una vita di amore?

Dannato Furetto, dove si era cacciato? Raccolse tutto il coraggio che aveva e si recò nell'unico posto dove aveva promesso di non mettere mai più piede.


Malfoy Manor si scagliava tenebroso nel cielo nero senza stelle, Hermione si guardò intorno non riuscendo a scorgere la fine del palazzo doveva aveva vissuto Draco vantandosene. Il giardino era rigoglioso ma assolutamente severo, nessun fiore colorato si scorgeva alla luce delle lanterne poste qua e là nella proprietà. Scorse una luce accesa al primo piano e si decise a bussare.

Qualcuno aprì una grata del portone.

<< Chi è? >> chiese la voce di un elfo.

<< Sono Hermione Granger, avrei bisogno di parlare urgentemente con il Signor Malfoy. >> disse decisa.

<< Il padrone è morto.>> rispose l'elfo velocemente. Chiuse la grata e lasciò Hermione nel silenzio totale.

Il sogno che aveva fatto era diventato realtà, la Mc Granitt aveva ragione, non avrebbe dovuto lavorare fino a tardi. Draco l'aveva aspettava per mesi ma lei l'aveva deluso, era arrivata tardi persino per dirgli addio.

Le lacrime solcarono il suo volto e ricaddero sui gradini di pietra del Manor, quel posto non le dava più i brividi, piuttosto era il simbolo del suo più grande errore. Si smaterializzò davanti ai cancelli di Hogwarts e non appena fu all'interno del castello, si chiuse nel primo bagno disponibile per ricadere poi nella più profonda disperazione.

Dopo circa dieci minuti il rumore dei alcuni passi goffi raggiunsero le sue orecchie. Uscì dal bagno asciugandosi le lacrime ed una sorniona Professoressa Sprite la salutò gentile.

<< Oh cara, che cosa le è successo? >> chiese avvicinandosi a lei.

Hermione ripensò a ciò che le aveva riferito l'elfo, aprì la bocca per raccontarlo alla professoressa ma ne fu incapace.

<< Non disperare. >> continuò la professoressa Sprite. << Sei così giovane, così bella, ed il Signor Malfoy, detto tra donne, credo sia follemente innamorato di lei. >> disse ridacchiando. Hermione sentì le lacrime riempire i suoi occhi. << Sa signorina, ho appena bevuto con lui un bicchiere di vino aromatizzato al miele – ottimo tra l'altro …. >> Hermione strabuzzò gli occhi, il suo cuore riprese a battere all'impazzata.

<< Lei ha appena bevuto un bicchiere di vino col Signor Malfoy? >> chiese smarrita.

<< Ma certo cara, e le stavo dicendo, che non ha fatto altro che parlare di lei! >> rispose la Sprite sorridente.

<< E' vivo… >> disse tra se' e se'.

<< Che cosa è vivo, professoressa Granger? >> chiese l'altra confusa. Hermione la ignorò.

<< Dove si trova il professor Malfoy adesso?>>

<< Credo sia ancora nel suo ufficio, mi ha detto che avrebbe sbrigato alcuni lavori. >> rispose un po' troppo celermente.

Hermione la lasciò sola nel bagno senza degnarla di una spiegazione e senza chiederle cosa ci facesse a bere del vino con Malfoy a quell'ora.


Corse a perdifiato fin nei sotterranei dove l'ufficio di Piton era diventato quello di Draco. Lo trovò intento a leggere un saggio, con le gambe stese ed i piedi sulla scrivania. Era bellissimo, lo guardò davvero, per la prima volta in vita sua.

Si catapultò su di lui stringendolo come mai prima. Lui sorrise tra i suoi capelli e la fece accomodare sulle sue gambe ossute.

<< Granger, così mi soffochi. >> disse cercando di liberarsi dalla morsa della ragazza. << A cosa devo questo saluto? >> chiese non riuscendo a contenere il suo orgoglio.

<< Sei vivo. >> Disse lei con la faccia coperta dai capelli.

<< Granger certo che sono vivo, sei per caso ubriaca? >> chiese seriamente preoccupato, scostandole i capelli dal volto. << Innanzitutto calmati, e togliti quest'aria disperata, come vedi sono sano e salvo a lavorare, dato che qualcuno mi ha dato buca per la terza volta! >> aggiunse preciso.

<< Non sono ubriaca cretino. >> rispose lei sedendosi dritta e riprendendo un po' di controllo. << Sono arrivata dieci minuti di ritardo e non ti ho trovato. >> spiegò guardandolo negli occhi dispiaciuta.

<< Ti avevo avvertita. >> disse lui alzando le sopracciglia e sollevando le spalle.

<< Lo so, ma dove sei stato? >> chiese lei << Ti ho cercato al Manor. >>

Lui scoppiò in una fragorosa risata e le baciò dolcemente la fronte.

<< Al Manor? Non avrei dovuto sottovalutarti, coraggiosa Grifona. >> disse continuando a sorridere. Prese ad accarezzarle la schiena per farla calmare. << Ti avevo detto che se non fossi venuta, avrei passato il mio tempo con… >> Hermione si ricordò della conversazione avuta qualche tempo prima.

Mezzosangue, mi hai già dato buca due volte, non ti azzardare a rifarlo, o comincerò a passare il tempo con la professoressa Sprite.

<< … La professoressa Sprite. Ma credo di non essere il suo tipo. >> disse ironico. Hermione sorrise appena. << Perchè pensavi fossi morto? >> chiese infine corrugando la fronte.

<< Sono andata al Manor, come ti ho detto, e dopo aver chiesto di parlare col Signor Malfoy il tuo elfo mi ha riferito che il Padrone era morto. >> Draco Malfoy scoppiò in una risata ancora più grossa. La sedia sotto di loro traballò un poco ed Hermione si aggrappò alle sue spalle per paura di cadere.

<< Che c'è di così divertente? I tuoi elfi amano fare brutti scherzi. >> disse intristita.

Lui la guardò scuotendo la testa.

<< Granger, non dirmi che non ci sei arrivata da sola. Gli elfi non sanno cosa sia il senso dell'umorismo, quel rimbambito di Oldon si sarà riferito a mio padre! Vecchio ed inutile sacco di pulci… >> Hermione spalancò gli occhi.

<< Che stupida… >> disse. Il sogno che aveva fatto sulla professoressa Mc Granitt l'aveva a tal punto suggestionata da non riflettere su chi fosse il signor Malfoy a cui si riferiva l'elfo domestico del Manor.

<< E quindi, dopo che hai appreso la triste notizia della mia prematura dipartita, hai capito che avevi perso la persona più importate della tua vita? >> disse Draco avvicinando le labbra alle sue.

<< Furetto Orgoglioso… >> ribattè Hermione chiudendo gli occhi. << L'avevo capito prima e stavo appunto venendo a cercarti per dirtelo. >> rispose inclinando la testa su un lato. Lui assaggiò appena le sue labbra.

<< Dirmi cosa? >> chiese facendo il finto tonto e ritirando il volto, Hermione capì che non se la sarebbe cavata con un bacio.

Raccolse tutti i ricordi che aveva passato in rassegna fino a quel momento, tutti i momenti che aveva passato con lui in quegli anni di solitudine.

Avrebbe dovuto dirgli che era stato la sua ancora di salvezza, la sua famiglia, il suo migliore amico, il suo meraviglioso amante.

Avrebbe dovuto dirgli che non faceva che pensare a lui in ogni momento della giornata e questo la spaventava a morte, che il pensiero di sentirlo lontano la terrorizzava.

Avrebbe dovuto dirgli che voleva passare il resto della sua vita in quella totale pienezza e felicità, come adesso tra le sue braccia.

Un fiume di parole passò nella sua mente come se una diga si fosse svuotata ed avesse devastato i paesi limitrofi. Il lavoro, gli studenti, la Mc Granitt… non esisteva più niente.

<< Ti amo. >> disse solamente, ma in quelle due parole caricò tutto ciò che aveva nel cuore.

Lui la strinse più forte ed Hermione sentì il respiro caldo sulle labbra.

<< Ti amo anche io Granger, da adesso non avrai più via di scampo.>> rispose lui con uno sguardo felino, per poi appropriarsi delle sue labbra per tutta la notte.


Hermione dormiva ancora tranquilla sulla poltrona nei sotterranei quando Draco Malfoy, scorta l'alba era scivolato via dalle sue braccia per recarsi nell'ufficio del preside, con grande dispiacere.

<< … ce l'hai fatta? >> chiese la professoressa Sprite mentre sorseggiava un tè alla liquirizia.

<< Si, sapevo che avrebbe funzionato. >> rispose lui.

<< Signor Malfoy, l'abbiamo aiutata nell'interesse della signorina Granger, non provi a deludermi. >> aggiunse la professoressa Mc Granitt. Lui annuì sincero.

<< Oldon può andare signora? >> chiese l'elfo rivolto alla Mc Granitt.

<< Si Oldon, torna pure alle tue mansioni in cucina. >> rispose.

<< Nessuno dovrà mai sapere cosa è successo stanotte. >> disse Draco soddisfatto.

<< Sia mai che si sappia che sono stata complice delle macchinazioni di un Serpeverde. >> La Mc Granitt uscì dal suo ufficio trasformandosi in un gatto.

Hermione era sua. Finalmente.


Epilogo


<< Che stai facendo? >> gli chiese Hermione non vendendolo tornare in salotto.

<< Sto cercando di azionare questo oggetto infernale. >> la sua voce stizzita arrivò puntuale.

L'oggetto infernale era una semplice lavatrice, ed Hermione aveva insistito affinché al Manor fossero portati alcuni elettrodomestici che riteneva fondamentali per la sua permanenza, tra cui una lavastoviglie, un forno a microonde, una macchina per il caffè ed un bollitore automatico.

<< Prima o poi imparerai. >> rispose lei con un sorrisetto. Lo vide tornare con la camicia fuori dai pantaloni e lo bocca imbronciata.

<< Stento a capire perché dobbiamo avere in casa quella scatola babbana quando gli elfi potrebbero fare il lavoro per noi. >> si gettò sul divano e le passò un braccio intorno alle spalle.

<< Non intendo servirmi di elfi domestici, Draco Malfoy. >> Draco sapeva che ogni volta che lo chiamava per nome e cognome era il momento in cui divertirsi un po' a farla arrabbiare, ma per la prima volta nella sua vita non ne ebbe voglia. Quella era la loro prima settimana al Manor senza troppi litigi e lui aveva intenzione di festeggiare alla grande.

La vita al fianco della Granger era davvero faticosa, cercare sempre dei validi motivi per andarle contro non era affatto facile, perché spesso, aveva convenuto, aveva proprio ragione, ma questo lei non sarebbe mai venuta a saperlo.

Ad aggiungersi alla sua lista di “problemi” era stato anche l'improvviso trasferimento dello Sfregiato e sua moglie Ginevra nel dipartimento Auror di Londra, il che lo portava a doverli incontrare spesso.

Grazie al cielo Ron Weasley era lontano chilometri e chilometri dalla sua ragazza, altrimenti avrebbe dovuto inventarsi qualcosa di serio per levarselo dai piedi.

<< Stasera avremo ospiti. >> annunciò lui suscitando il suo interesse.

<< Davvero? C'è qualcuno che non ti odia in tutta Londra? >> chiese lei ironica. La Mezzosangue aveva davvero imparato bene a rispondere per le rime. Per questo si meritò un bacio.

Hermione si abbandonò tra le sue braccia mentre lui, dal collo, risalì fino alla bocca, schiudendola un poco, per poi staccarsi impaziente.

<< Divertente. >> disse serio. << Ho invitato alcuni colleghi, Potter e la Weasley. >> rispose accavallando le gambe in un modo che – lo sapeva – faceva impazzire Hermione.

<< Malfoy, stai parlando in codice. >> le fece presente lei, confusa da quella notizia inaspettata. << Non so cosa tu stia macchinando ma finiscila subito, prima che qualcuno si faccia male, o meglio, ti faccia male. >>

Lui sorrise beffardo.

<< Niente macchinazioni, te lo prometto. >> disse stampandole un bacio sulla fronte. << E' solo che vorrei dagli la bella notizia. >> aggiunse. Hermione lo guardò smarrita.

<< Merlino, ma di che stiamo parlando? >> chiese spazientita. Lui nel frattempo si era alzato ed era tornato davanti alla lavatrice.

<< Inutile, questo aggeggio non funziona.>> aveva ripetuto. Lei lo aveva raggiunto.

<< Draco Malfoy, spiegami quale bella notizia dobbiamo dare stasera. >> ordinò severa. << E comunque non funziona perché per azionarla devi pigiare il tasto Avvio. >> disse per poi premere due dita sul tasto rosso.

Qualcosa di solido prese a ruzzolare nel cestello.

<< Merlino Granger lo so come si aziona! >> esclamò lui alzandosi in piedi e passandosi una mano tra i capelli. << Ora come lo tiro furi di lì? >> chiese preoccupato sul serio.

<< Tiri fuori cosa? >> Hermione si affacciò al vetro della lavatrice e notò l'assenza di vestiti, tuttavia qualcosa di scuro e squadrato stava galleggiando sull'acqua saponosa.

<< Il tuo anello. >> rispose lui facendosi spazio di fronte all'elettrodomestico. Hermione si voltò guardinga, lui continuò ad osservare la scatolina che ormai subiva un ciclo di lavaggio.

<< Malfoy, questa è la proposta di matrimonio peggio riuscita nella storia. >> disse lei crudele, ma lo guardò sorridente, mentre lui apriva lo sportello e l'acqua allagava il pavimento.

<< Volevo che tu lo trovassi nella lavatrice. >> disse afferrando la scatola ed asciugandola sul maglione.

<< Perchè? >> chiese lei divertita, i suoi occhi tradivano la sua impazienza.

<< Perchè mi piace osservarti mentre lavi le nostre cose. Mi da la conferma che mi ami. Chi toccherebbe delle cose sporche per me? >> rispose lui, con l'aria di un bambino deluso, lei gli prese il volto tra le mani, (sorvolando su ciò che conferma a Draco Malfoy che lei lo ama) e lo baciò sulle labbra sospirando un poco.

<< Accetto lo stesso. >> disse lei porgendogli la mano. Lui la prese tra le sue e la accarezzò con cura.

<< Sei sicura Granger? Da oggi sei solo mia. >> chiese lui, come a volere una conferma del suo amore. Lei scosse la testa.

<< Infilami questo anello prima che ci ripensi. >> sussurrò lei al suo orecchio. Lui sorrise, aprì la scatola ed estrasse un anello argenteo, con una piccola pietra verde incastonata.

<< Scommetto che non hai potuto resistere. >> dichiarò lei scrutando l'anello che ormai aveva al dito.

Lui si stese su di lei senza preoccuparsi della schiuma che usciva dalla lavatrice ed imbrattava il pavimento.

Fecero l'amore tra le bolle di sapone, l'acqua profumata di Marsiglia e la schiuma che si infilava in posti improbabili.

<< Draco? >> lo chiamò Hermione mentre lui si rivestiva in camera e lei toglieva il sapone della lavatrice dal suo corpo, sotto la doccia. << Immagino che la professoressa Sprite e la Mc Granitt saranno presenti. >> lui corrugò la fronte non capendo dove volesse arrivare.

<< Immagino di si. >> rispose vagamente.

<< E fammi capire… Hai inviato anche Oldon? L'ho incontrato nelle cucine di Hogwarts, un elfo giovane e davvero sveglio. Immagino tu sia grato anche a lui. >> ci tenne a precisare come a voler far intendere qualcosa. Draco si irrigidì, rimandendo per un intero minuto con i pantaloni alle ginocchia, non sapendo cosa rispondere.

Come aveva potuto sottovalutarla? In fondo era la donna che aveva deciso di sposare.

Hermione uscì dalla doccia con un asciugamano legato sotto le ascelle. Colpì i capelli castani con la bacchetta e questi si asciugarono istantaneamente.

<< Allora? Non vorrai dire a tutti che intendi sposarmi, in mutande? >> chiese lei sopprimendo una risata. <> Draco abbottonò i pantaloni e sorrise. Le fu dietro mentre lei si guardava allo specchio.

<< Questa volta hai vinto tu Granger. >> disse mentre le baciava il collo dolcemente. Lei lo lasciò fare e non parlò più di quella notte, forse Draco pensò che l'avesse dimenticata, mentre lei la conservava nel cuore come uno dei ricordi più belli della sua intera esistenza. Non lo confessò mai a suo marito, ma ogni anno, anche dopo la nascita di Rose, per quella ricorrenza, si recava in un bellissimo cottage coperto di edera ad Hogsmade e ringraziava Elphinstone Urquart per averle donato tanto coraggio.

Ognuno aveva i suoi segreti.


Fine

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: gioia19