XXV
INVOCARE
Dopo diversi giorni di cammino, la compagnia dei cavalieri, guidati da Keros ed Eleonore, erano ormai prossimi a raggiungere l’obbiettivo. La piuma rossa del Dio delle Illusioni brillava sempre più intensamente. Nessun altro ostacolo aveva incrociato la loro strada ma un’ombra oscurò qualche istante il sole. Una piuma candida volò dinnanzi a loro e dieci angeli si pararono dinnanzi al gruppo. Keros sospirò, alcuni cavalieri li osservarono ammirati ed altri si fissarono perplessi, chiedendosi che mai volessero degli angeli.
“Non siamo qui per combattere” parlò uno di essi, con sei ali “Il mio nome è Akaiah, Serafino residente normalmente nell’Empireo ed il cui dono è il coraggio. Era proprio curioso di vedere con i miei occhi il tanto discusso figlio di Mihael, l’unico di noi fratelli ad aver avuto una progenie, se escludiamo i Nephilim all’inizio dei tempi”.
“Lusingato nell’apprendere che siete sceso addirittura dall’Empireo per vedermi. Ora..” rispose Keros “..mi avete visto? Posso andare? Ho un compito da svolgere. Una volta che l’avrò portato a termine, sarò lieto di prendere il tè con tutti voi”.
“Non essere scortese. Permettimi di presentarti i miei fratelli. Costui è Raziel, un Auphanim, un Cherubino, principe della conoscenza, un tempo a servizio di Lady Sophia. Accanto a lui vi è Barkiel, una delle sette luci ardenti, uno dei sette reggitori del mondo, uno dei Troni. Zadkiel fa parte delle Dominazioni, ed il suo nome richiama alla giustizia di Dio. Hamliel è una Virtù, uno dei sette planetari. Rappresentante delle Potestà è Aniel, in grado di sovvertire lo scorrere della circolarità delle cose. Mebahiah possiede la luce dell’intelletto ed è fra i Principati. Colui che fra le mani stringe un grosso libro è Vereheveil, l’arcangelo che conosce tutte lingue e le scritture. Infine vi è Requiel, angelo con il dono della preveggenza. Camael immagino tu lo conosca già e non serva ti dica nulla, se non che temporaneamente ha preso il posto di tuo padre in cielo”.
“Camael il generale delle forze celesti? Ok..non dico nulla..” alzò le mani Keros “..lasciatemi andare avanti, per favore”.
“Siamo qui per fermarvi” parlò ancora il Serafino.
“E per quale motivo?”.
“In quella grotta giace una creatura estremamente pericolosa”.
“Ananke. Lo so bene..”.
“Non parlo di Ananke”.
“Arikien non è una creatura pericolosa!”.
“Figlio di uno di noi, di Lady Sophia, con fra le mani un potere divino? Nonché la promessa fatta a Satanahel di divenire principe dell’inferno?”.
“Avete paura che vi faccia il culo alla fine del mondo?”.
“A te, al momento, non è stato dato modo di comprendere. Siamo qui per proporti un patto. A proporlo, in verità, ad Eleonore. Vi proponiamo la pace, a nome di tutte le schiere angeliche, qui rappresentate. La protezione da ogni male, per la vostra intera famiglia”.
“Ed in cambio dovremmo lasciarvi uccidere Arikien?”.
“Esatto. Per quel che ne sappiamo, potrebbe anche essere già morto..”.
Keros storse il naso, fingendo di pensarci. Poi alzò entrambe le mani, dedicando agli angeli un paio di dita medie alzate.
“Eleonore..” riprese il Serafino, mordendosi il labbro per controllarsi “..parlo a te. Al tuo essere donna e madre. Non desideri un futuro di pace per i tuoi piccoli? So che una madre desidera solo il meglio per i suoi bambini. Mai più conflitti e pericoli, in nome di tutto il cielo”.
“Sarebbe magnifico” ammise lei “Però non credo che potrei mai stare senza il mio amato Ary”.
“E lui sarebbe d’accordo? Rinunciare alla sicurezza dei suoi figli in cambio della sua libertà?”.
“Non sarebbe mai d’accordo, lo so. Ma io lo amo. E non mi aspetto che un Serafino comprenda questo sentimento..”.
“Io comprendo l’amore”.
“Sì. L’amore per un Dio. Per un’entità superiore. Ma io lo amo come si ama un uomo, e questo un angelo non lo può capire”.
“L’amore carnale, no. Quello non lo capiamo. Ed è per questo che non riusciamo ad accettare il gesto di Mihael, che una volta tornato in cielo dovrà subirne le conseguenze. Oltre al fatto di aver deliberatamente aiutato il più grande nemico del cielo, il nostro fratello maggiore ormai caduto”.
“Puoi anche chiamarlo per nome” si intromise Keros “Chiamarlo Lucifero non ti porterà alla dannazione eterna”.
“Si da un nome a ciò a cui ci si affeziona. Ed il tradimento del re dei demoni ancora brucia negli animi di chi ha combattuto quella battaglia”.
“Lucifero ha salvato Mihael”.
“Lo ha fatto per te, che considera quasi un figlio. Il suo potere è troppo grande per poter far concepire ad una donna la sua creatura, perciò vede in te e nel figlio di Sophia una sorta di progenie”.
“Non è stato un angelo a salvarmi, quando sono nato. Non è stato un angelo a crescermi. Non è stato un angelo a condurmi dall’uomo che amo. Io non credo nel vostro Dio, ho il mio Dio da venerare ed amare. E lo stesso vale per Eleonore. Voi avete solo paura di essere sconfitti”.
“Non è stato un angelo a tentare di ucciderti qualche giorno fa, mi sembra. E non è stato un angelo ad attentare alla vita del caduto”.
“Già. A quanto pare mi vogliono tutti morto..e vogliono tutti morto Lucifero”.
“E, nonostante questo, rifiuti la nostra protezione?”.
“L’unico che può proteggermi è Arikien. L’unico che potrò venerare come Dio è lui. Ed io so per certo che voialtri non perdereste mai tanto tempo con creature che non credono nel grande disegno di vostro padre”.
“Osi sfidarci?” si accigliò Barkiel.
“Fateci passare, per cortesia”.
“Ti staccherò la testa dal collo, insolente mezzosangue dall’animo contaminato da Satana!” fu la risposta di Barkiel ma Akaiah lo fermò con un gesto.
Il Serafino si avvicinò a Keros, con un mezzo sorriso, mostrando le mani in segno di pace e resa. Sfiorò le ali d’argento del sanguemisto, ammettendo di non averne mai viste di quel colore.
“In te lo rivedo” mormorò “In te rivedo mio fratello Mihael, che anelo rivedere in cielo, ma temo che il mio disio non potrà mai avverarsi. Non ho saputo proteggerlo, non ho saputo guidarlo. Ed ora è in terra che prova dolore e sofferenza. Permettimi di tutelare almeno suo figlio..”.
“Io ho chi bada a me. Ho un angelo custode, mio padre. Ho un..demone custode, che è colui che mi ha cresciuto. Ed ho un Dio che mi ama e che rivoglio accanto a me. Perdonatemi, ma devo declinare l’offerta”.
“In questo caso..abbiamo degli ordini”.
Le creature angeliche furono avvolte dalla luce.
“Non mi impressionate” commentò Keros “Io ho visto la luce del più luminoso di voi, anche se non lo considerate più uno di voi da tanto tempo”.
“Noi non proviamo dolore” gli fece notare Camael “E non sanguiniamo. Vuoi comunque sfidarci?”.
“Ho alternative? Esiste un altro modo per farvi sparire?”
“Allora..mio
bel
fratellino ad energia solare..che fai?” domandò
Lucifero, vedendo il fratello
con gli occhi rivolti verso il cielo.
“Sto
pregando, fratello”
rispose Mihael “Sto cercando di sentire di nuovo la voce di
nostro padre”.
“Papi
è silenzioso?”.
“Non
chiamarlo così. Non
è rispettoso”.
“E
da quando io sono
rispettoso?!”.
“Ho
molti dubbi . Molta
nebbia da dissipare”.
“Ti
capisco. Ma..è ormai
da più di un millennio che credo di essere
orfano..”.
Mihael
si voltò verso il
fratello, con aria mista fra il rimprovero, la rabbia e lo smarrimento.
“Io
voglio pregare mio
padre” esclamò, scandendo bene le parole
“Perciò ora vattene. Lasciami in
pace”.
“Ok..scusa..”
ghignò Lucifero.
“Solo
una domanda: perché
mi hai salvato? È stato un riflesso? Non mentirmi”.
“Ho
pensato a Keros.
Tutti hanno bisogno di qualcuno che li guidi. Che sia un padre, un
amico, un
fratello..e lui ha bisogno del suo vero padre, specie se Arikien non
dovesse
riuscire a tornare”.
“E
tu?”.
“Io
che cosa?”.
“Tu
chi hai che ti
guida?”.
“Nessuno.
Per questo sono
così. Ed ora prega pure..”.
“E
perché lo hai fatto?
Perché hai pensato a Keros?”.
“Non
lo so, va bene? Se
faccio qualcosa di cattivo, rompete il cazzo. Se faccio qualcosa di
buono,
rompete il cazzo. Che volete che faccia?!”.
“Io..non..”.
Lucifero
non attese altro
e si allontanò dal fratello, piuttosto infastidito. Accanto
all’angelo, che
riprese la sua preghiera, andò il piccolo Roslan,
incuriosito. Non capiva che
cosa stesse facendo Mihael con le mani giunte e gli occhi chiusi.
“Che
cosa fai?” domandò
con la sua vocina dolce, guardando in su.
“Prego”
rispose l’angelo,
semplicemente.
“Chi
preghi?”.
“Mio
padre”.
“Ti
ascolta?”.
“Io..non
lo so”.
“Anch’io
posso pregare il
mio papà?”.
“..sì,
in teoria..”.
“Come
si fa?”.
L’angelo
si chinò,
poggiando una mano sul capo del bimbo. Amava l’innocenza dei
piccoli! Il bimbo
congiunse le mani, come aveva visto fare all’angelo, ma
questi scosse la testa.
“Non
devi copiare quello
che faccio io” gli disse “Tuo padre non
è il mio. Metti le mani come ti viene
più naturale”.
Il
bimbo era perplesso. Si
guardò le mani e le mise una dentro l’altra, come
se una mano altrui la
stringesse.
“Ti
prego, papà..” disse,
serio “..torna a casa. Assieme alla mamma ed a Keros. Ti
voglio tanto bene.
Torna da me!”.
“Bravo..”.
“Dici
mi abbia
ascoltato?”.
“Ah..ma
certo! È il tuo
papà, no? Ti avrà sentito di sicuro!”.
Una
voce gentile lo
chiamava per nome.
“Roslan,
figlio mio!” la
riconobbe il Dio delle illusioni.
Quella
voce, così dolce e
limpida, era come un balsamo su ogni ferita e dolore. Quella preghiera
entrò
nelle vene del padre come fosse pura linfa vitale. Sorrise, cullato da
quella
sensazione. I legami si stavano allentando, riusciva a sentirlo. Ma,
così come
lo sentiva lui, lo stesso valeva per Ananke che creò altre
catene. Arles
però si dibatté da esse. Con
un sorriso, lanciò un grido e spalancò le
ali.
“Dovrai
lasciarmi andare”
gridò, con un ghigno da folle “Io non ti
appartengo! Io volerò di nuovo! Io
regnerò sul mio mondo!”.
I
cavalieri d’oro erano
perplessi e fissavano le creature del cielo, mentre queste fluttuavano
nell’aria. Lottare contro degli angeli? Era il caso? Non
dovrebbero incarnare
la perfezione, la bellezza assoluta, la giustizia? Eppure Keros ed
Eleonore
erano tremendamente risoluti, o almeno così sembravano.
Akaiah, il Serafino,
aveva l’aria triste. Non voleva combattere, lo si leggeva
negli occhi. Vereheveil,
con il suo grosso libro fra le mani, osservava il sanguemisto e sorrise
leggermente.
“Sai..”
disse “..quando
eravamo entrambi in cielo, io e Lucifero parlavano spesso. Anche da
giovane era
una mente piuttosto singolare. Più unica che raro, direi.
Ero affascinato da
quel che sapeva e scrivevo ogni cosa su questi miei libri. In te rivedo
quello
strano modo di fare, quella scontrosa cocciutaggine”.
“Non
so bene se sia un
complimento oppure un’offesa..” ammise Keros.
“Nessuna
delle due cose”
alzò le spalle Vereheveil “Solo una constatazione.
Mi piaceva Lucifero..prima
che facesse quel che ha fatto”.
“Sei
solo uno che non ha
avuto le palle di seguirlo”.
“Può
darsi..”.
“Adesso
basta” interruppe
Camael “Abbiamo degli ordini da rispettare”.
“Tristemente
vero..”
annuì Raziel.
“Un
attimo!” li
interruppe Eleonore “Posso solo sapere..chi vi da questi
ordini? È vostro
padre?”.
“Le
alte sfere ricevono
gli ordini direttamente da nostro padre, e noi obbediamo”
rispose Zadkiel,
fissando il Serafino.
“Akaiah..”
continuò lei
“..tu hai ricevuto questi ordini direttamente dalla bocca di
tuo padre?”.
“No”
ammise lui “Noi
agiamo secondo quanto suggerisce il nostro cuore ed il nostro cuore
è mosso dal
volere di nostro Padre”.
“Ma
perché vuole
questo?”.
“Il
suo disegno non sono
mai stato in grado di comprenderlo. Solo Sophia ci riusciva..ma per
colpa di
divinità pagane, ella è morta”.
“Roba
vecchia” sbottò
Milo “Per favore, fatevi da parte. Dobbiamo recuperare una
persona, se non vi
dispiace. Che vi stia sul cazzo quanto vi pare, scansatevi!”.
“Non
puoi parlarci in
questo modo, mortale!” si accigliò Raziel.
“E
perché no? Io sono
greco, sposato con la figlia di Ares. Non credo al vostro Dio, non ho
paura del
vostro diavolo. Perciò..”.
“Capisco..”.
“E
la stessa cosa vale
per tutti quanti noi. Tranne per il tizio biondo che è
buddista. Perciò, per
cortesia..fatevi da parte!”.
“Siete
dei pazzi. Noi non
sanguiniamo e non proviamo dolore. Come pensate di
sconfiggerci?”.
“Troveremo
un modo..”.
I
saint si prepararono a
colpire, nonostante molti dubbi nella mente. Vereheveil
sospirò, non avendo
alcuna intenzione di combattere. Aprì il suo libro e una
piuma candida iniziò a
scrivere. Narrava quello scontro, nei minimi dettagli. Narrò
dei colpi che i
cavalieri indirizzarono verso le creature del cielo, respinti con
facilità
dalla luce dei loro avversari.
“Ma..”
chiese Deathmask,
avvicinandosi a Keros “..se questi qui sono così,
Lucifero che è in grado di
fare?”.
“Nemmeno
lo immagini”
ghignò il mezzosangue “Ma purtroppo lui prova
dolore e sanguina. Per quanto
distruttivo sia il suo potere, non può far nulla contro un
corpo danneggiato”.
“Smettetela
di
pronunciare quel nome!” esclamò Raziel,
spalancando le quattro ali da
Cherubino.
La
penna di Vereheveil
scriveva rapida, su sottili pagine che si sfogliavano dolcemente, come
mosse da
un vento gentile. Scrisse della lancia di Camael, una volta appartenuta
a
Mihael, che cercò di colpire Keros ed abbatterlo. Scrisse
della moltitudine di
tecniche usate per tentare di scalfire quelle creature, che
però contro dei
mortali parevano essere incrollabili. Solamente i colpi di Keros fecero
vacillare i più bassi di livello. Camael era divenuto
più forte, una volta
ottenuto il ruolo temporaneo di generale delle truppe, ma questo non
scoraggiava il mezzosangue, consapevole del desiderio
dell’arcangelo di
ucciderlo. Anche Eleonore era in pericolo e questo lo incitava a
combattere
ancora più ferocemente. La freccia di lei, scoccata senza
timore, dissolveva
temporaneamente la luce degli angeli. Capendo questo, i cavalieri
agirono
all’unisono con lei. Mentre Keros e Camael si affrontavano
singolarmente, i
saint lanciarono colpi assieme alle frecce di Eleonore. Questo fece
sì che
alcuni di essi andassero a segno e stupì parecchio gli
avversari, che mai si
sarebbero aspettati una cosa simile. Chi era in realtà
quella donna? Come
potevano le sue frecce disperdere la luce degli angeli, anche se solo
per pochi
istanti?
“Io
rivoglio Mihael in
cielo!” sbraitò Camael, spingendo in terra Keros
con la sua lancia.
“E
che cosa ci posso fare
io?!” rispose il mezzosangue.
“Perché
sei nato?!”.
“E
io che cazzo ne so?!”.
La
piuma di Vereheveil
scorreva rapida ma improvvisamente si arrestò.
L’arcangelo la fissò in modo
strano: che stava accadendo? Mai fin ora aveva cessato di scrivere! Si
era
fermata ed era rimasta immobile, a mezz’aria. Vereheveil
provò a toccarla ma
non ottenne altro che vedere quella piuma mutare colore. Trovandolo a
dir poco
assurdo, l’arcangelo prese fra le mani il libro, tentando di
capire, ed anche
le scritte su di esso mutarono. Si fecero rosse e di colpo un occhio
dello
stesso colore si aprì al centro di quelle pagine. Vereheveil
lanciò un grido,
vedendo quell’immagine muoversi come fosse viva.
“Chi
ti ha evocato,
demone?” esclamò, non trovando un’altra
spiegazione.
L’occhio
si mosse ed
incrociò gli occhi azzurri dell’arcangelo, che ne
fu terrorizzato e gettò il
libro a terra.
“Fratello!”
si voltò
Akaiah “Che succede?”.
“Un
demone!” rispose Vereheveil
“Un demone si è impossessato del mio
libro”.
“Nessun
demone è dotato
di un simile potere!”.
“E
quello allora che
cazzo è?!”.
“Modera
il linguaggio..”.
Il
Serafino si avvicinò
al libro, che nel frattempo si era richiuso per la caduta. Ne
riaprì le pagine
e l’occhio si voltò di scatto, fissandolo.
“Oddio,
che cazzo è?!” si
tirò indietro Akaiah, serrando il volume e poi cercando di
riprendere un certo
autocontrollo.
“Dev’essere
opera di
Lucifero” commentò Raziel.
“Lucifero
non ha quello
sguardo” lo corresse Hamliel.
Il
Serafino prese
coraggio e si avvicinò di nuovo al libro.
“Non
lo fare!” si allarmò
Aniel “potrebbe essere pericoloso!”.
“Pericoloso
o no, qui
qualcosa non va!” furono le parole di Akaiah.
Eleonore
non comprese i
loro timori e riaprì il libro, sorridendo. Lei lo conosceva
bene quell’occhio e
non ne aveva di certo paura! Subito il cielo mutò,
ricoprendosi di piume rosse,
come se due enormi ali di quel colore si fossero dispiegate sulle teste
dei
presenti.
“Ma
che cosa..?” si
accigliò Camael.
“Che
diavoleria è
questa?” si chiese Requiel.
“Non
è che tutto succede
sempre per colpa del Diavolo..” scosse la testa Barkiel,
ricevendo in risposta
una smorfia da parte del fratello angelo.
“Ali?
Ali rosse? Rosse
come il sangue e non come il rosso dei Serafini? Ma che
succede?” farfugliò
Mebahiah, guardando in su.
“Ary!”
sorrise Eleonore
“Tranquillo. Stiamo arrivando”.
Una
pioggia di piume
avvolse i presenti e lo spazio iniziò a mutare.
“Questa
non è opera di
demoni o angeli” si arrese Akaiah “Ma di qualcosa
che va oltre ciò che ci è
dato modo di cambiare”.
Le
ali stavano
richiamando Keros, Eleonore ed i cavalieri, avvolgendoli in un
abbraccio che li
condusse all’ingresso della grotta. Le creature del cielo
rimasero a guardarsi,
incapaci di comprendere del tutto quanto successo.
“Forse..”
azzardò Requiel
“Il saggio Uriel saprà illuminarci”.
“Speriamo”
annuì il
Serafino “Io, sinceramente, non ci ho capito un fottuto
niente!”.
Ecco
anche il 25! Giusto un piccolo appunto: il capitolo 23
(innovazione) ha moltissime visite in meno rispetto a tutti gli altri.
Qualcuno
lo ha saltato? Il risveglio di Lucifero non serviva narrarlo? XD a lunedì prossimo!