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Autore: I_love_villains    04/04/2016    2 recensioni
Un nuovo dottore entra a far parte dello staff del manicomio di Arkham. Si tratta di un personaggio davvero particolare, come i detenuti si accorgeranno ben presto. Chi è davvero quell'uomo? Cosa vuole da loro?
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storm sedeva nella sala d’aspetto del manicomio, giocherellando con il suo bastone. Avrebbe preferito di gran lunga trovarsi con uno dei suoi pazienti piuttosto che incontrare un benefattore miliardario. Era pur vero che la maggior parte del lavoro era stato fatto e fra non molto avrebbe dato i suoi frutti.
I pensieri di Alex mutarono radicalmente quando il signor Wayne entrò ad Arkham e gli strinse la mano. Il dottore, non essendoci state sommosse, aveva creduto che sarebbe tornato a casa dalla sua gita a Gotham senza avere la possibilità di vedere Batman … e ora lo incontrava, seppure in borghese.
“È un piacere incontrarla, dottor Storm” disse Bruce.
“Il piacere è mio. Non sono molti gli uomini facoltosi che seguono costantemente gli effetti della loro beneficenza.”
“Non sono molti gli psichiatri che sono resistiti ad Arkham così a lungo senza incidenti. È gratificante osservare il prodotto di denaro ben speso.”
Alex sorrise.
“Sono nuovo … di solito le fanno fare un giro?”
“Sì, mi mostrano le migliorie apportate al sistema di sicurezza o cose del genere.”
“Uhm … beh, mi segua. Se ci sono stati cambiamenti lo capirà.”
Storm guidò Bruce lungo i corridoi di Arkham. Si fermarono davanti a una cella vuota.
“Non mi sembra cambiato granché. D’altronde, se una cosa funziona perché aggiustarla?”
“Ha ragione.”
I due uomini proseguirono, dirigendosi verso la sala di controllo.
“Mi dica dei pazienti … con loro come procede?”
“Molto bene. Saprà che tre sono stati rilasciati. Credo che fra non molto altri si guadagneranno la libertà ma … ci sono pazienti, come Joker, che, beh, non saranno mai adatti alla vita sociale.”
“Un vero peccato …”
“In fondo ottengono ciò che si meritano, non trova?”
“Penso che tutti si meritino una seconda possibilità.”
“Oh, sono d’accordo. Ma con il clown siamo arrivati alla millesima.”
“Con lui non ci sono progressi?”
“No. Comincio a condividere il pensiero di molti gothamiani: meglio morto che vivo.”
“Se mai morirà, sarà per mano sua.”
“Se mai morirà? Prima o poi tutti muoiono.”
“Intendevo di morte violenta. Se qualcuno lo uccidesse, la vittoria sarebbe sua.”
“Bah, la polizia uccide i criminali e lo stesso fanno i criminali fra loro. Lui non è speciale.”
“Ammetterà che è particolare.”
“No … lui pensa questo di sé e vuole che lo facciano anche gli altri. Basta non stare al suo gioco.”
Bruce rifletté su quella frase.
“Lei è lo psichiatra …” commentò.
“Comunque, Joker non è l’unico che ha sprecato tutte le sue seconde occasioni. Il vostro vigilante non lo capisce questo?”
“Allude a Batman?”
“Sì. Ammirevole la sua scelta di non uccidere, molto umana, ma inefficace. Alla maggior parte dei miei pazienti bruciano le sconfitte più che finire qui. Ormai conoscono bene questo posto, sanno come evadere. Arkham non è la soluzione dei loro problemi.”
“Credo che l’abbiano capito tutti.”
“Eppure nessuno provvede.”
“Lei cosa suggerisce?”
“Non saprei, non mi intendo di legislatura. Io faccio del mio meglio per guarirli, ma fra non molto dovrò tornare al mio paese. Se la terapia funziona nessun problema, altrimenti il problema si ripresenta, sempre uguale. Il vostro Cavaliere Oscuro tiene più alla sua nobiltà che ad apportare una soluzione drastica ma decisiva, forse inevitabile.”
“Non credo si tratti di preservare la sua nobiltà. Se uccidesse, si abbasserebbe al loro livello.”
“Vogliamo fare il conteggio delle vittime? Non dei crimini, quelli sono numerosi, anche accettabili. Naturalmente se Batman cominciasse a uccidere ogni criminale diventerebbe come loro, ma se si occupasse solo di quelli inconvertibili … farebbe qualcosa in più per Gotham.”
“Parlare con lei è un piacere, ma ho molti impegni.”
“Oh, la capisco. Buona giornata.”
“A lei.”
Bruce strinse nuovamente la mano a Storm. Tornando alla Wayne Manor, meditò sulle parole del dottore. Decise di fare ricerche su di lui, per capire cosa lo spingeva a parlare in quel modo.

Alex lo guardò andar via, poi rientrò nel manicomio.
Finito il suo turno, uscì da Arkham e raggiunse a piedi la periferia di Gotham. Lì si trasformò. Salì sul tetto di un palazzo, poi su quello successivo e così via, in una particolare passeggiata per la città. Arrivato all’ Iceberg Lounge si fermò. Poteva avvertire le centinaia di persone che si trovavano nel locale. Chiuse gli occhi e si concentrò sul Pinguino. In quel momento Oswald stava accarezzando un volatile mentre leggeva un contratto da firmare.
Storm riaprì gli occhi e proseguì. Si fermò davanti ad un albergo. Spostandosi, riuscì a scorgere Baby Doll da una finestra. Mary si stava lamentando con i pesci riguardo la sua solitudine. Alex si sentì un po’ rattristato per lei, ma non poteva aiutarla in alcun modo.
Gli mancava solo una visita. Raggiunse la casa dei Langstrom, apprezzando la sua lontananza dal resto degli edifici. Le luci erano spente, ma non tutti i membri della famiglia stavano dormendo. Aaron stava svolazzando attorno alla casa. Alla fine si fermò con una cavalletta in mano e la mangiò.
Alex sorrise, pronto ad andarsene, ma il piccolo lo notò. Si alzò in volo, titubante. Storm riacquistò la sua forma umana.
“Ciao” lo salutò.
Aaron atterrò accanto a lui, fissandolo diffidente.
“Tu non sei umano” sentenziò.
“Vero” ammise Alex.
“Che ci fai qui?”
“Niente, osservavo solo come se la passa il mio ex- paziente.”
“Ex- paziente? Papà?”
“Sì. Io gli ho dato il permesso di uscire, sai?”
“Sei un dottore?”
“Una specie, sì.”
“Loro non vengono di notte.”
“Non sono qui per visitare tuo padre, solo per osservare che proceda tutto bene. Se sapesse che sono qui, non si comporterebbe normalmente, capisci?”
Aaron annuì. Il suo intuito gli diceva che poteva fidarsi di quello strano dottore.
“Come mai in piedi a quest’ora, giovanotto?”
“Spuntino di mezzanotte.”
I due rimasero in silenzio per un po’, studiandosi con curiosità.
“Non ti faccio paura?” domandò infine il bambino.
“No.”
“Mi vuoi analizzare come una cavia?”
“Certo che no!”
“Papà non vuole che vada in giro perché gli altri direbbero che sono un mostro.”
“Probabile. Ma tenerti nascosto qui non serve a niente. Dovrebbe abituare la gente a te.”
“Quindi per te non sono un mostro?”
“No. E in molti, soprattutto bambini, non penserebbero questo di te.”
“Posso vedere come sei davvero?” domandò Aaron dopo qualche esitazione.
Alex annuì. Assunse il suo vero aspetto. Il bambino lo osservò a lungo. Per la prima volta immaginò come lo dovessero vedere le persone normali. Una cosa diversa,che poteva essere pericolosa. Era come trovarsi davanti per la prima volta un animale mai visto prima. All’inizio poteva fare paura, ma dopo un po’ ci si abituava al suo aspetto, si cominciava ad apprezzarlo e ad andare oltre quello.
“Cosa sei?”
“Qualcuno che dà agli altri ciò che si meritano.”
“E cosa si merita il mio papà?”
“Di essere felice con la sua famiglia.”
Aaron sorrise per la prima volta all’essere.
“Il problema è che a volte si dimentica di quanto possiede e pensa a ciò che gli manca. Tu potresti aiutarlo.”
“Ci provo, signore.”
“Sei un bravo bambino, Aaron. Continua così.”
Aaron sorrise nuovamente.
“Ora però devo andare.”
“Posso farti un’ultima domanda, prima?”
“Spara!”
“Credi davvero che un giorno potrò uscire liberamente? Senza preoccuparmi di essere visto?”
“Piccolo, io non sono capace di prevedere il futuro. So solo che rimandare non è utile. Farti vedere comporta dei pericoli, che tu ti mostri adesso o fra cinquant’anni. L’umanità può progredire scientificamente, ma rimane fondamentalmente la stessa. Ci sarà sempre chi ti apprezzerà e chi ti considererà un mostruoso ratto volante. Dipende dai singoli individui.”
“Quindi mi consigli di non nascondermi …”
“Esatto. Ciao ciao.”
“Ciao” lo salutò il bambino agitando la mano mentre l'altro scompariva.



***Angolo Autrice***
Ora anche Batman si interessa al nuovo dottore. Chi scoprirà per primo la sua vera identità? O lui si mostrerà prima che gli altri ci arrivino?
Per scoprire il vero aspetto di Alex Storm dovrete aspettare altri due capitoli.
Scusate lo spaventoso ritardo di un mese, ma si sono messi di mezzo il terrore psicologico per la simulazione di terza prova ( se Crane vuole il vero terrore non deve far altro che entrare in una classe di maturandi), malattia, Pasqua e nuovamente la scuola.
Odio metterci così tanto a scrivere ... :(
Alla prossima!
   
 
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