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Autore: Shainareth    05/04/2016    4 recensioni
Semplice raccolta di flashfic e one-shot, senza pretese e di genere vario, incentrate soprattutto sui personaggi di B.B./Beast Boy e Corvina/Raven. Diversi cenni (e non solo) anche alla RobStar. Rating in aggiornamento.
01. Fuochi d'artificio
02. San Valentino 01
03. Pioggia
04. Tepore
05. Mostro
06. Complici
07. Pubertà
08. Incubi
09. Beghe amorose
10. San Valentino 02
11. Cambiamenti
12. Bluff
13. Body Killer
14. Prime volte
15. Waffles and Song
16. Rassicurazioni
17. Amore a prima vista
18. Verde
19. Obbligo o verità?
20. Romeo e Giulietta
21. Diritti
22. Vischio
23. Sogni
24. Predizione
25. Sbronza
26. Equivoci
27. Curriculum
28. Bacio
29. Silenzi
30. Magia
31. Gusti
32. Amuleto
33. Soli
34. Coniugi
35. Puppy eyes
36. Empatia
37. Orgoglio
38. San Valentino 03
39. Serie TV
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DIRITTI




Si stavano apprestando a fare colazione quando le ragazze entrarono in assetto da battaglia. Armate soltanto di sguardo accigliato e musetto all’ingiù, risultavano di gran lunga più pericolose di un intero plotone d’esecuzione. I loro compagni si scambiarono una tacita occhiata, dando per scontato che toccasse al leader del gruppo venire a capo del problema.
   «È successo qualcosa?» chiese difatti.
   «Questa storia deve finire», replicò in tono perentorio Raven, visibilmente più nervosa della sua amica extraterrestre.
   «Quale storia?» s’interessò di sapere Robin, nella speranza di risolvere subito la questione.
   Fu Starfire, stavolta, a rispondere. «Quella dei vostri liquidi vescicali sparsi sul pavimento della stanza da bagno.»
   «Intendi la pipì?» tradusse Cyborg, sedendosi al tavolo con una tazza di caffè americano.
   L’altra arricciò il naso e storse la bocca. «È piuttosto schifoso camminarci su.»
   «Per non parlare della tavoletta perennemente alzata», rincarò la dose Raven, marciando verso l’angolo cottura, dove si levava un sottile sbuffo di fumo dal bollitore, a testimonianza che la fiamma sul quale era rimasto era stata spenta da poco.
   Intento a preparare dei pancake, Beast Boy corrucciò le sopracciglia scure. «Siamo tre maschi contro due femmine, quindi la tavoletta alzata è un nostro diritto.»
   La maga grugnì. «E vi costerebbe molto abbassarla dopo aver usato il sedile da bagno?» chiese Starfire, cercando di far ragionare l’amico.
   «In termini economici no», scherzò Cyborg, facendo spallucce. «Ma sai la fatica?»
   Recuperato il proprio mug e riempitolo di acqua calda, Raven appoggiò rumorosamente il bollitore sul fornello. «Mettiamola così, allora», iniziò in tono duro. «La prossima volta che uno di voi lascerà la tavoletta alzata, in futuro potrebbe essere costretto comunque ad abbassarla.»
   Non seguendo il suo ragionamento, Beast Boy occhieggiò verso di lei con sguardo confuso. «In che senso?»
   «Nel senso più crudele immaginabile, temo...» suppose Robin, la voce tesa e quasi tremante. L’altro impallidì, mentre Raven ribadiva il concetto mimando il movimento delle forbici con l’ausilio di due dita.
   «Stai bluffando», disse Cyborg, fissandola con sospetto. «Il tuo livello di sadismo non può arrivare a tanto.»
   «Mettimi alla prova», fu la semplice, candida risposta che ricevette.
   Robin rabbrividì. «Okay, ragazzi: tavoletta abbassata tutta la vita.»
   «Ora sì che si ragiona!» esclamò soddisfatta Starfire, posando i pugni sulle anche in una posa trionfale.
   «E per quel che riguarda la pipì a terra...» riprese la maga con nonchalance, prima di essere interrotta dal suo compagno mutaforma.
   «Oh, donna, aspetta! A differenza di voi femmine», cominciò a dire, agitando a mezz’aria la spatola con cui stava rigirando i pancake a mo' di avvertimento, «per noi maschi non è facile gestire la nostra escrescenza!»
   L’aliena inarcò le sopracciglia e si rivolse al proprio innamorato. «Che vuol dire escrescenza
   Lui la ignorò, e lo stesso fecero gli altri, anche perché Beast Boy ebbe l’infelice idea di aggiungere, non senza una punta di vanto nella voce: «Oltretutto nel mio caso è anche piuttosto ingombrante, perciò...»
   Raven lo bloccò sul nascere, tornando a manifestare tutto il proprio nervosismo. «Non me ne importa un accidenti di quello che hai fra le gambe!» mise in chiaro, volgendosi ad affrontarlo con aria di sfida. «Mi interessa solo che c’entri il buco!»
   Il giovane sgranò gli occhi e chiuse la mascella di colpo, dimenticandosi della spatola che stringeva nel pugno e mordendosi il labbro inferiore come se si stesse trattenendo dal dire qualcosa. Poco più in là, Robin tossì e si portò una mano davanti alla bocca, nascondendo chiaramente una risata. A differenza sua, Cyborg non si curò di mostrare un sorriso divertito e si rivolse alla maga. «Non per fare il pignolo», prese allora a dire, rompendo il silenzio appena calato nella stanza, «ma ti sei resa conto del mostruoso doppio senso che hai detto?»
   Raven lo fulminò con lo sguardo e in un lampo la seduta del suo compagno cibernetico scomparve, facendolo crollare sul pavimento con un frastuono di ferraglia che rimbombò per tutto l’angolo cucina.
   «Ehm... Tutto bene, amico?» s’informò Robin, avvicinandosi a lui e tendendogli una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi fra diversi borbottii.
   «Anziché ricorrere alla violenza, non si potrebbe prima tentare la strada della negoziazione?» intervenne Starfire, sperando di addolcire l’amica.
   «È quello che sto facendo», ribatté quella, ancora intenta a scegliere quale tisana bere a colazione.
   «Minacciando di tagliarci l’appendice?» osò Beast Boy, che dopo la caduta di Cyborg si era messo di nuovo al lavoro con i fornelli.
   «Nel tuo caso non sarebbe una grossa perdita», fu la tagliente battuta che udì un attimo dopo.
   «Donna, non sfidarmi!» scattò allora il ragazzo, tornando a sventolare la spatola sotto al naso della maga, che gli lanciò uno sguardo tutt’altro che amorevole.
   Non pago della botta ricevuta al fondoschiena metallico, Cyborg non si trattenne dal ridacchiare. «Uuuh, quanta tensione sess...» Non riuscì a finire la frase, poiché la tazza che reggeva in mano e che stava per portarsi alle labbra esplose di botto, schizzando schegge dappertutto e scottandogli la pelle del viso.
   «Diamoci una calmata!» vociò a quel punto Robin, che si era beccato parte dei cocci rotti sul braccio con cui si era istintivamente protetto il viso. «Tutti quanti», aggiunse poi, rivolgendosi in particolar modo a Raven, che quella mattina si stava mostrando la più battagliera.
   «Robin ha ragione», lo appoggiò subito Starfire, temendo che la questione fosse degenerata un po’ troppo. «Basta discuterne civilmente, no?»
   «Esatto», continuò l’altro. «Voi ragazze avete espresso le vostre rimostranze riguardo al bagno, perciò noi ragazzi ci impegneremo a non darvi più motivo di lamentarvi.»
   «Quindi anche voi farete la pipì seduti?» s’incuriosì l’aliena, travisando parte di quell’affermazione.
   «Ecco...»
   «Non basterebbe prendere bene la mira e regolare a dovere il flusso dell’innaffiatoio?» domandò Cyborg, passandosi un tovagliolo sul volto per ripulirsi dal caffè che ancora gli gocciolava dal mento.
   Starfire aggrottò la fronte, perplessa. «Cosa c’entra il giardinaggio? Non stavamo parlando del bagno?»
   «Era una metafora, Star...» tentò di spiegarle Robin, temendo che fosse fiato sprecato.
   Beast Boy rigirò i pancake sulla padella e lanciò uno sguardo in tralice all’amica che stava rimescolando la propria tisana. «Senti Rae...» iniziò poi a voce bassa, come volesse confidarle un segreto. La vide inarcare un sopracciglio, segno che gli stava prestando attenzione. Il ragazzo si sentì perciò autorizzato a continuare: «A dispetto di tutti i nostri battibecchi, io ti voglio bene... e so per certo che anche tu me ne vuoi...» Raven non negò alcunché. Ci fu un attimo di silenzio, fra loro, rotto solo dal tintinnio del cucchiaino che batteva ritmicamente contro i bordi della tazza e dallo sfrigolio dei pancake nella padella. «Perciò... ecco... potresti evitare di sminuire la mia virilità?»
   La maga dovette riconoscere con se stessa di essere stata poco delicata con lui, pertanto decise di accogliere la sua richiesta. «Di certo non mi metterò ad adorarti come se tu fossi il nuovo Priapo», non le riuscì di trattenersi dal dire, nonostante tutto.
   «Chi?» balbettò Beast Boy, cadendo dalle nuvole.
   Lei roteò le iridi chiare verso l’alto. «Lascia stare...»
   «No che non lascio stare!» ribatté il mutaforma, trattenendosi a stento dall’alzare di nuovo il tono della voce. «È offensivo!»
   «Intendevo dire...» Raven sospirò e mise via il cucchiaino. «Va bene», si arrese allora. «Eviterò di fare ancora bieche insinuazioni sul tuo affarino.»
   «Allora», replicò l’altro, immusonendosi, «tanto per cominciare non chiamarlo in quel modo!»
   Divertita, benché non lo lasciasse a vedere, la ragazza domandò in tono canzonatorio: «E come dovrei chiamarlo? Little Beast
   Il mutaforma aprì la bocca per rispondere, ma non fiatò, come se ci stesse pensando su. Infine, un mezzo sorriso gli increspò le labbra. «Fico», pronunciò. «Suona bene», commentò soddisfatto. «Solo che non mi piace molto quel Little. Non potresti sostituirlo con Big
   «Comincio a credere che lo sia davvero...» borbottò Raven, dando un piccolo sorso alla tisana per calmare i nervi. «Almeno più del tuo cervello.»












Stranamente ho aggiornato prima del previsto. So che devo rispondere ancora alle vostre ultime recensioni (lo farò nel primo pomeriggio, non temete), ma avendo poco tempo per scrivere/aggiornare, ho preferito dare la priorità a questo per il vostro diletto (almeno spero).
So che sono già due, le fanfiction che girano attorno all'innaffiatoio di Garfield, ma sul web impazzano immagini, gif animate e video sulla scena di cui parlavo un paio di shot fa, quella tratta dall'ultimo film (Justice League vs Teen Titans), uscito da pochissimi giorni in America.
Concludo con un ringraziamento a tutti coloro che continuano a seguire questa raccolta.
Un abbraccio e buona giornata.
Shainareth





  
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