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Autore: Leaves in the sky    06/04/2016    0 recensioni
Le bugie hanno le gambe corte e possono ferire profondamente le persone. Quando Harry si ritrova a fare i conti con questa verità sulla sua stessa pelle, capirà che mentire é l'arma peggiore per conquistare una ragazza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 7.
 
“Mamma sono a casa”- urlò Daisy mentre si toglieva sciarpa e cappotto e li appendeva nell’armadio affianco alla porta d’ingresso.
Quando non ebbe risposta, la ragazza andò in cucina dove era sicura avrebbe trovato un messaggio di sua madre. Ed infatti, sulla tavola affianco ad un piatto di brownies pronti per essere mangiati, c’era un biglietto che diceva:

“Vado a fare spese e poi a far visita alla mia amica Lucy, ci vediamo verso le 19, mamma.”

Tipico di sua madre. Il cellulare per lei era un optional e scrivere un sms le sembrava sempre un’impresa titanica; preferiva di gran lunga i post-it che sparpagliava per tutta casa.
Con una scrollata di spalle, Daisy prese un brownie e si diresse verso la sua camera.

Appena entrata, si rinacchiò sul letto e sospirò: un’altra giornata era andata. Ultimamente sembrava sempre essere sempre stanca anche se non faceva niente di particolare. Tutta questa situazione con Harry la stava drenando piano, piano di tutte le forze.. e poi dopo quello che era successo oggi..

La suoneria del suo cellulare che squillava la fece sobbalzare e ringraziò mentalmente chi la stesse chiamando, per averla  distratta dai suoi pensieri.
“Pronto?”- rispose Daisy, con un sorriso smagliante in volto. Non aveva il numero salvato in rubrica ma sapeva chi fosse.
 
“Daisy boo”- le urlò nell’orecchio una voce famigliare. Aida era un’amica di infanzia di sua madre e Daisy era cresciuta considerandola praticamente come una zia. Le aveva consigliato tutti i libri più belli da leggere, le aveva imparato che la vita è una sola e troppo breve per sprecare tempo dietro diete drastiche e che godersi una bella pizza ogni tanto non avrebbe mai fatto male a nessuno.
Le mancavano le sue forme rotonde che rendevano i suoi abbracci sempre così morbidi. Le mancava lei, in generale.

“Aida, avevi promesso di chiamarmi due settimane fa e ti fai viva solo ora?”- disse Daisy, fingendo irritazione.

“Oh scusami tesoro, ma non ho avuto tempo neanche di farmi la ceretta quindi.. mi perdoni?”

Daisy rise vivacemente e le due iniziarono a parlare di ciò che era successo loro da quando si erano sentite l’ultima volta.
“Che cosa mi stai nascondendo, Daisy? Stai facendo troppo la vaga..”- affermò Aida, dopo qualche minuto di conversazione, la voce carica di dolcezza. Non le sfuggiva mai niente..
Seguì un momento di silenzio in cui Daisy cercò di pensare da dove poteva iniziare a raccontare, prima di dire:

“Beh, ti ricordi che ti avevo raccontato di quel ragazzo che è tornato da qualche settimana dalla Francia, amico di Harry?”

“Si..”- rispose titubante la donna. In una delle loro precedenti telefonate, Daisy le aveva descritto il ragazzo nei minimi dettagli, dai suoi capelli castani, ai suoi occhi marroni sempre protetti da un paio di occhiali che secondo lei lo rendevano “un po’ nerd ma carino” alla pancetta che lei gli aveva intravisto all’ora di ginnastica. E l’improvviso interesse verso il ragazzo, la insospettiva.

“Ecco..”- riprese Daisy – “ Ci siamo parlati molto in questo periodo perché è seduto nel banco di fronte al mio e oggi.. beh, oggi mi ha chiesto di uscire con lui..”
Sentì Aida inspirare attraverso la cornetta.

“E tu cosa hai risposto?”

“Che devo pensarci su. Ho panicato, okay? Non sapevo veramente cosa rispondergli perché lui è uno dei migliori amici di Harry e la prima cosa a cui ho pensato è stata “Che cosa gli avrà mai detto Harry di me?” .. ma poi mentre percorrevo il tragitto verso casa ho realizzato: e se Harry non avesse neanche mai accennato a Edward chi sono stata per lui? Questo non mi da la prova che sono stata solo un gioco per lui? “

“Daisy, tesoro, respira.”- la interruppe Aida. “Posso essere sincera con te, no? Lo sai che io sono così.. un ragazzo che tu consideri dolce e carino ti ha chiesto di uscire con lui e l’unica cosa a cui sei capace di pensare è a cosa può pensare o fare o dire Harry..
Non è forse questa la risposta che stavi cercando? Okay, il ragazzo si è comportato male ma.. forse dovreste solo parlarne e risolvere la questione, senza mettere in mezzo altre persone. ”

“E che cosa succede se io sono stata solo un passatempo per Harry e Ed è la mia occasione per dimenticarlo?” – controbatté Daisy – “Ed  è veramente un gentiluomo e io credo che..”

“Io credo che in questo momento, nessuno né tantomeno questo ragazzo, possa farti dimenticare Harry.”- la interruppe Aida. Percepì la scissione nell’animo della ragazza e aggiunse:
“Perché non inizi con il scoprire che cosa abbia mai detto Harry a Ed sul tuo conto e poi decidi da lì?”

Con un sospiro mesto, Daisy annuì, sprofondando il viso sul cuscino.

“Credo che farò così.”
 

Ed si svegliò di buon umore quella mattina. Non avrebbe mai pensato che l’America gli fosse mancata così tanto.. la sua camera, il suo letto, la vista del parco che poteva vedere da casa sua e soprattutto la sua famiglia e i suoi amici.

Quando era in Francia e si metteva sotto le coperte, di notte, con lo sguardo verso il soffitto e le braccia incrociate dietro la nuca, pensava sempre a Harry e Tom e al fatto che, mentre lì era buio pesto, Tom si stava probabilmente allenando e Harry ascoltava nella sua stanza i suoi adorati cd.

Non erano cambiati neanche di una virgola, anche se Harry gli era sembrato un po’ cupo.. ma forse era stata solo una sua impressione.
Si fece un appunto mentale di stare più attento ai comportamenti dell’amico mentre si avviava con il suo scooter verso scuola.

Aveva una giornata impegnativa davanti a sé e avrebbe dovuto prestare molta attenzione alle spiegazioni dei professori (anche perché doveva recuperare molto di ciò che si era perso mentre era via) ma, con il seguire delle lezioni, continuava ripetutamente a distrarsi : pensava a come Daisy, con cui era riuscito a parlare solo per pochi minuti da quando la giornata era iniziata, doveva ancora dare una risposta alla sua domanda; ragionava sul perché i suoi occhi trasmettessero sempre qualcosa di triste; teneva sotto controllo Harry, il quale ogni tanto si girava per guardare qualcosa (o qualcuno forse?) dietro di lui. Qualcosa non quadrava.

Stava iniziando a creare scenari nella sua mente sul perché Harry si comportasse in maniera così strana quando sentì qualcosa piccargli la schiena. Si girò di colpo e vide Daisy che cercava di attirare la sua attenzione con una matita, le guance rosse per l’imbarazzo.
“Posso farti una domanda?”- sussurrò per non farsi sentire da altri.

“Adesso?”- chiese titubante Ed mentre si voltava per guardare la professoressa di storia che stava spiegando passeggiando su e giù per l’aula con un libro in mano.
Daisy annuì e gli disse:
“I tuoi amici hanno mai parlato di me?”

Ed si girò un po’ di più per guardarla bene in faccia: che domanda strana era quella?

“Uhm, ho chiesto di te solo un po’ a Harry la mattina in cui sono tornato a scuola.”- sussurrò a sua volta il ragazzo.

Daisy annuì e abbassò lo sguardo verso il suo quaderno. Credendo che la questione fosse terminata, Ed si voltò di nuovo per cercare di provare almeno a seguire un minimo di lezione quando sentì nuovamente Daisy chiamarlo con quella sua matita appuntita.

Non aspettò neanche che Edward si girasse verso di lei che chiese:
“E che cosa ti avrebbe detto di me?”
La sua insistenza sull’argomento lo stava facendo insospettire ancora di più.

“Niente.. mi ha detto che non ti conosceva molto e basta. Perché? Che cosa mi avrebbe dovuto dire?”
“Assolutamente niente. Neanche io lo conosco bene.”- rispose irritata, con un tono di voce più alto di quello che intendeva usare, facendo girare alcuni studenti verso di loro. Harry uno di questi.
 

 Durante l’ora di pranzo, mentre Tom raccontava di come la sua squadra si stesse preparando per un imminente partita, Ed ricevette un messaggio da Daisy.
“Aspettami fuori dopo la scuola, voglio darti la risposta che meriti.”
 
 
 
   
 
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