- Capitolo
4 -
Passarono
tre lunghe settimane e nessuna delle nostre mosse combinate
corrispondeva alla soluzione dell'enigma. Po cadde a terra come un
sacco di patate col fiatone e lo sguardo del tipico pazzo, mentre io
restavi in piedi davanti il pupazzo di legno ormai ridotto ad un
braccio e una gamba. “Io mi arrendo.”
Se
il panda si era arreso, io avrei continuato fino allo sfinimento.
Doveva esserci un modo, eppure nella Sala delle Pergamene qualcosa era
venuto fuori. Combinare diversi aspetti del kung fu non erano la
soluzione giusta per trovare uno e l'altro, né tantomeno
perfezionare le mosse.
“Ehm,
panda” lo chiamai, lui si rialzò da terra
stropicciandosi un occhio e inumidendosi il muso. “Dove
hai trovato l'enigma?”
“All'ingresso come tutti gli altri messaggi, arrivano sempre tramite una freccia.”
Quando notai Po grattarsi sciattamente il didietro, mi accorsi che dietro c'era un altro rotolo – più grande degli altri che avevamo consultato in quei giorni, alternando la Sala Allenamenti e la Sala delle Pergamene di Oogway. “Da dove sbuca quella?”
“All'ingresso come tutti gli altri messaggi, arrivano sempre tramite una freccia.”
Quando notai Po grattarsi sciattamente il didietro, mi accorsi che dietro c'era un altro rotolo – più grande degli altri che avevamo consultato in quei giorni, alternando la Sala Allenamenti e la Sala delle Pergamene di Oogway. “Da dove sbuca quella?”
“Nella
stanza dove tengono le altre pergamene...uhm, come si
chiamava...?”
“Dovunque
l'hai presa, rimettila a posto.”
“Perché? He... hei, aspetta!” Mi fermò di colpo, mentre mi avviavo verso la porta.“Questa è la nostra ultima speranza, non puoi mollare.”
“Invece sì! Quell'enigma puzza d'imbroglio, me lo sento. Non è possibile che nulla di quello che abbiamo fatto in tre settimane non sia servito a nulla.”
“Jia Li, ricorda che un vero guerriero non molla mai.”
“Perché? He... hei, aspetta!” Mi fermò di colpo, mentre mi avviavo verso la porta.“Questa è la nostra ultima speranza, non puoi mollare.”
“Invece sì! Quell'enigma puzza d'imbroglio, me lo sento. Non è possibile che nulla di quello che abbiamo fatto in tre settimane non sia servito a nulla.”
“Jia Li, ricorda che un vero guerriero non molla mai.”
Po
aveva ragione. Non potevo arrendermi, quell'ultima pergamena era la
nostra ultima speranza per sconfiggere il Demone di Fuoco. Con aria
fiduciosa tornai dentro e presi in mano l'ultima pergamena.
“Ok,
riproviamoci.”
Mi
riguadagnai il sorriso del Guerriero Dragone e dopo aver letto le
ultime memorie di Oogway sul mistero dietro quell'enigma in rima,
passammo le ultime sette ore ad allenarci con calci, pugni, bastoni,
anelli di fuoco, fantocci di legno e paglia... Fallimo lo stesso, ma
avevamo fatto qualche progresso. Eravamo vicini nel trovare quella
mossa che avrebbe potuto distruggere il Demone una volta per tutte.
Dove
avremmo potuto trovare il coraggio e la rabbia che ci servivano per
attivare la mossa? Il Drago c'era, ma non c'erano le emozioni.
Strinsi la biglia di vetro fra le zampe, cominciando a pregare. Fa che trovi il coraggio e la pace... fa che trovi il coraggio e la pace...
Strinsi la biglia di vetro fra le zampe, cominciando a pregare. Fa che trovi il coraggio e la pace... fa che trovi il coraggio e la pace...
“Maestra Daaaawnnnnn...”
un lamento proveniva dal retro della stanza. Mi affrettai a
raggiungerlo e quello che vidi mi fece sfuggire un verso a
metà fra una risata e un sussulto.
Po era a pancia in giù con una freccia conficcata nel didietro, nell'esatto punto dove c'era la toppa del suo pantaloncino. Era buffo, ma quella punta di legno duro doveva fare parecchio male.
“Un aiutino?” pigolò con una lacrima all'occhio destro. Mi avvicinai, e all'improvviso si rialzò. “No, no! Non così. Fammi preparare psicologicamente.”
“Panda, se non la togli peggiori la situazione. Ora stai fermo e vieni qui” allungai una zampa, ma lui retrocedette.
“Ferma, è una zona delicata...”
“Stai fermo!”
“No, no, non ti avvicinare con quegli artigli...”
“Non muoverti!”
“Ehm... pausa, pausa!” Con le zampe mimò il gesto, puntando gli artiglietti della mano destra contro il dorso della mano sinistra. “Facciamo con calma, va bene?”
“Da dove viene quella freccia?”
“Per farla breve: ero alla ricerca di qualche bastoncino di bambù, volevo riprendermi dagli allenamenti con quella specie di pupazzo legnoso. Poi... non so, ad un certo punto ho sentito un rumore di carta che veniva arrotolata e un forte dolorino sul mio sederino. Non riuscivo ad alzarmi e ho dovut... oooow!” Inarcai le labbra, mostrandogli la freccia impugnata sulla mia zampa. “G-grazie... ow, che male.”
Po era a pancia in giù con una freccia conficcata nel didietro, nell'esatto punto dove c'era la toppa del suo pantaloncino. Era buffo, ma quella punta di legno duro doveva fare parecchio male.
“Un aiutino?” pigolò con una lacrima all'occhio destro. Mi avvicinai, e all'improvviso si rialzò. “No, no! Non così. Fammi preparare psicologicamente.”
“Panda, se non la togli peggiori la situazione. Ora stai fermo e vieni qui” allungai una zampa, ma lui retrocedette.
“Ferma, è una zona delicata...”
“Stai fermo!”
“No, no, non ti avvicinare con quegli artigli...”
“Non muoverti!”
“Ehm... pausa, pausa!” Con le zampe mimò il gesto, puntando gli artiglietti della mano destra contro il dorso della mano sinistra. “Facciamo con calma, va bene?”
“Da dove viene quella freccia?”
“Per farla breve: ero alla ricerca di qualche bastoncino di bambù, volevo riprendermi dagli allenamenti con quella specie di pupazzo legnoso. Poi... non so, ad un certo punto ho sentito un rumore di carta che veniva arrotolata e un forte dolorino sul mio sederino. Non riuscivo ad alzarmi e ho dovut... oooow!” Inarcai le labbra, mostrandogli la freccia impugnata sulla mia zampa. “G-grazie... ow, che male.”
La
guardai meglio. “C'è un messaggio attaccato alla
pergamena.”
“Chi lo manda?”
“Chi lo manda?”
“Non
lo so, non ci resta che leggerla.”
La
estrassi dalla freccia, dalla forma e dall'odore di quella pergamena,
capii che era una minaccia. Non poteva essere dei loro precedenti
nemici, sono stati catapultati nel Regno degli Spiriti. Sapevo captarlo
attraverso l'olfatto, avendolo sviluppato durante gli allenamenti del
Maestro Croc. Il contenuto mi fece raggelare. Po mi chiese il
perché di quell'espressione così... terrorizzata. Era
questa l'espressione che più mi descriveva in quel momento: terrorizzata.
Cominciai a leggerla, la voce tremante e le zampe sul punto di cedere.
‹‹Alla maestra Jia Li, detta Dawn.
Ti aspetto vicino al campanile della Saggezza allo scoccare della mezzanotte di domani.
Ricorda che c'è in gioco il futuro della Valle della Pace e di Krocàn.
Dì al tuo amichetto panda ciccione che i suoi giorni sono contati.
Esattamente come quelli del tuo maestro e tutti coloro che ti amano.
Affrontami, se hai coraggio, vigliacca.
Ti aspetto vicino al campanile della Saggezza allo scoccare della mezzanotte di domani.
Ricorda che c'è in gioco il futuro della Valle della Pace e di Krocàn.
Dì al tuo amichetto panda ciccione che i suoi giorni sono contati.
Esattamente come quelli del tuo maestro e tutti coloro che ti amano.
Affrontami, se hai coraggio, vigliacca.
Maestro Flame
››
Lui
si alzò di scatto e cominciò a correre come un
pazzo per tutto il corridoio del Palazzo di Giada.
“Oddio
no... non devo avere paura, è solo uno stupido mucchio di
ossa... no, ho paura.
Dawn, aiutami, ti prego!”
“Come
posso aiutarti, Po? Non possiamo fermarlo senza una mossa speciale, ci
abbiamo provato e riprovato ma abbiamo fallito.”
Mi
afferrò per le braccia, scuotendomi con gli occhi pieni di
panico. “Deve esserci una soluzione! Le abbiamo provate,
Dawn! L'Aurora Boreale!”
Con le lacrime agli occhi, abbassai lo sguardo. “Non so evocarla, Po, e di sicuro non basterà a fermarlo.”
Guardandomi abbattuta, mi lasciò andare e cercò di alzarmi la testa, ma io mi ritrassi più e più volte. “Ci riusciremo, fidati.”
“No, non ci riusciremo” ripetei, arresa. “Sei tu che devi sconfiggere il Demone. In fondo, sei il Guerriero Dragone. Io sono solo un'allieva, non la prescelta di Oogway.”
Con le lacrime agli occhi, abbassai lo sguardo. “Non so evocarla, Po, e di sicuro non basterà a fermarlo.”
Guardandomi abbattuta, mi lasciò andare e cercò di alzarmi la testa, ma io mi ritrassi più e più volte. “Ci riusciremo, fidati.”
“No, non ci riusciremo” ripetei, arresa. “Sei tu che devi sconfiggere il Demone. In fondo, sei il Guerriero Dragone. Io sono solo un'allieva, non la prescelta di Oogway.”
“Aspetta,
cosa...?”
Lentamente,
aprii il portone del Palazzo di Giada. “Mi arrendo,
Po.”
Percorsi
la strada di ritorno e lasciai la Valle della Pace al suo tragico
destino, mentre una raffica di vento stava per colpire l'intero
villaggio. Fu la scelta più
stupida della mia esistenza; avevo abbandonato Po, i Cinque e tutta la
Valle. Ho lasciato che il Demone di Fuoco avesse la meglio. Fui
un'idiota a lasciare Po da solo a combattere contro un nemico fuori
dalla sua portata.
Mi ero
arresa, e i veri
guerrieri non mollavano mai.
Maestro Croc non me lo avrebbe perdonato.
Maestro Croc non me lo avrebbe perdonato.